Giardini nel tempo. Dal mito alla storia

 

Il volume è stato realizzato in occasione di “Vivi il verde. Alla scoperta dei giardini dell’Emilia-Romagna”, la rassegna annuale promossa dall’Istituto Beni Culturali dedicata alle aree verdi pubbliche o aperte al pubblico, della nostra regione.

ARCHITETTURA DEL GIARDINO. Celebri g. dell’antichità furono i g. pensili di Ninive e di Babilonia, e i g.-paradiso, nei palazzi dei re persiani e dei loro satrapi. Nella Grecia classica i g. ornavano templi, portici, stadi, ginnasi, palestre ed erano lasciati il più possibile allo stato naturale. Parte importante vi aveva l’acqua, raccolta in bacini. A Roma, fino alla fine del 2° sec. a.C., l’hortus era coltivato; nell’età di Silla inizia la distinzione tra villa rustica (hortus), e signorile (horti/”>horti). Grazie alle pitture sappiamo che nei g. lo spazio era diviso in linee rette e simmetriche, con al centro una fontana, da cui partivano viali bordati da siepi con statue, sedili e vasi agli incroci. Verso la fine della repubblica il g. ospitò un complesso di costruzioni (portici, ninfei, tempietti ecc.), collegati da viali con pergolati e boschetti (g. di Lucullo e di Sallustio). Altra forma di g. era lo xystus, complesso di viali e aiuole racchiuso in uno spazio limitato. Durante l’Impero nei g. vi erano viali tra cui s’innalzavano edifici e portici.

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