Plautilla Nelli – Correte, c’è bisogno di voi per l’Ultima cena

 

Un particolare centrale dell’Ultima cena di suor Plautilla Nelli, pittrice rinascimentale

 

L’eco mediatico sta per spegnersi, quindi occorre un richiamo, una iniziativa. L’eco è quello della mostra aperta agli Uffizi di Firenze da marzo del 2017 e che si chiuderà il quattro di giugno prossimo. Oltre un anno di esposizione, non è poco. Plautilla Nelli (Firenze 1524-1588), merita: è infatti la “prima pittrice fiorentina”, recita così la scheda della mostra sul sito ufficiale: «Entrata a quattordici anni nel convento domenicano di Santa Caterina in Cafaggio – a Firenze, in piazza San Marco -, Plautilla, imbevuta della mistica savonaroliana, fu interprete appassionata della poetica figurativa ispirata al magistero di Girolamo Savonarola nel campo delle arti e al nuovo modello disciplinato di santità femminile della riforma tridentina». Una suora pittrice (oggi attira di più qualche suora cantante). La sua attività artistica fu subito indirizzata dai superiori a soddisfare la richiesta di “parenti e clienti”, intorno alla catena dei conventi toscani dell’Ordine dei Predicatori. Alcuni dei dipinti erano addirittura prodotti in serie da suor Plautilla, tanto era pressante la richiesta devozionale. La vendita di queste opere, d’altronde, era indispensabile per il mantenimento del convento di Santa Caterina. Nulla da meravigliarsi: fino all’invenzione della stampa, in altri conventi possessori di qualche prezioso manoscritto, era stato fondamentale riprodurre codici miniati. Tuttavia, dopo l’insorgere dei movimenti protestanti in Europa e la conseguente riforma cattolica, con l’emanazione dei decreti tridentini (1566), fu proibito adoperarsi anche in pratiche artistiche fuori delle mura conventuali.

L’interessante esposizione degli Uffizi, il catalogo Plautilla Nelli. Arte e devozione in convento sulle orme di Savonarola e il breve documentario che arricchisce la mostra, hanno ottenuto finanziamenti “fuori delle mura conventuali”, ora che la riforma tridentina è lontana ed anche perché il convento di Santa Caterina non è più destinato alle religiose. Ecco dunque che con il contributo della Advancing Women Artists Foundation (AWA), si sono potute restaurare 5 opere e 2 manoscritti esposti. Ma, dicevamo in apertura, ora che l’eco mediatico sta per spegnersi (giacché la mostra si avvia a chiusura) nasce l’idea di proporre il progetto “Adotta un apostolo”. Sono gli apostoli che compaiono nel dipinto, conservato a Firenze nel refettorio di Santa Maria Novella: L’ultima Cena. L’opera è dipinta da suor Plautilla Nelli, sempre la nostra pittrice fiorentina rinascimentale. Il fatto che sia rinascimentale e in più una donna, oggi come oggi, sono requisiti ottimi per attrarre l’attenzione sia nella penisola che fra gli amanti dell’arte italiana all’estero. I dodici discepoli ritratti nel dipinto, infatti, potranno essere “adottati a distanza”. Il costo non è per tutte le tasche dei comuni cittadini: c’è una tariffa al buon cuore. Un apostolo? Offerta: 10.000 dollari ciascuno. Gesù Cristo? 25.000 dollari. Scrive Patrizia Baldino, sull’articolo di Repubblica che FLIP vi propone, che l’autrice dell’opera ha voluto lasciare una esortazione ai suoi estimatori: «Orate pro pictora», vale a dire «Pregate per la pittrice». L’esortazione è oggi diventata per la verità: «Pagate per la pittrice».

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PLAUTILLA NELLI al secolo Polissena de’ Nelli (Firenze, 1524 – Firenze, 1588) è stata una religiosa e pittrice italiana. Pulisena Margherita nata nella famiglia fiorentina dei Nelli nell’anno 1524 fu battezzata il 29 gennaio 1525. Dopo la morte della madre e il secondo matrimonio del padre, Piero di Luca Nelli, mercante, entrò adolescente nel convento domenicano di Santa Caterina da Siena a Firenze dove prese i voti quattordicenne nel 1538 con il nome di Suor Plautilla. Con questo nome fu molto conosciuta nell’ambiente pittorico dell’epoca. Vasari ci informa che Plautilla avrebbe imparato a dipingere autonomamente, attraverso l’imitazione di altre opere: sappiamo che possedeva dei disegni di Fra Bartolomeo e, probabilmente, anche stampe di opere che circolavano all’epoca. Non ebbe la possibilità di seguire i progressi della pittura perché viveva in convento, le rimase oscuro il passaggio dal rinascimento al manierismo, anche se ebbe la possibilità di conoscere le opere dei maestri che avevano lavorato per i domenicani. La cerchia chiamata “Scuola di San Marco” era frequentata da artisti del calibro di Mariotto Albertinelli, Lorenzo di Credi e Giovanni Antonio Sogliani, oltre lo stesso Fra Bartolomeo. (Da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

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LA REPUBBLICA

“Adotta un apostolo”, l’iniziativa per salvare ‘L’ultima cena’ di Plautilla Nelli

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