Perché costituire una macroregione? 2/6

Il concetto di strategia macroregionale dell’UE

Costituire una macroregione è una strategia dell’UE. Facciamo, quindi, riferimento ad un documento ufficiale, per comprendere meglio quale sia il valore aggiuntoda attribuirsi al concetto di strategia macroregionale. Uno fra i molteplici documenti da considerare è questo: Relazione della commissione al parlamento europeo, al consiglio, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni sul valore aggiunto delle strategie macroregionali (Bruxelles, 27.6.2013)”. Il documento fa presente che «vi sono molti elementi su cui fondare una cooperazione macroregionale: il senso di identità regionale, il desiderio di pianificazione strategica comune e la volontà di mettere in comune le risorse.

Le definizioni iniziali si sono consolidate nel regolamento recante disposizioni comuni per il periodo 2014-2020, il quale afferma che una strategia macroregionale:
1) è un quadro integrato relativo a Stati membri e paesi terzi della stessa zona geografica;
2) affronta sfide comuni;
3) trae beneficio da una cooperazione rafforzata per la coesione economica, sociale e territoriale. Una strategia macroregionale deve essere approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

Il concetto comprende anche i seguenti principi:
integrazione: gli obiettivi dovrebbero essere integrati negli esistenti quadri strategici (UE, regionali, nazionali o preadesione), programmi (UE, specifici per paese, di cooperazione territoriale, settoriali), e strumenti finanziari;
coordinamento: politiche, strategie e risorse finanziarie dovrebbero evitare la compartimentazione sia per quanto riguarda le politiche settoriali che i soggetti e i diversi livelli di governo;
cooperazione: sia i paesi che i settori dovrebbero cooperare in tutta la regione, sviluppando una nuova prospettiva di sviluppo regionale aperto verso l’esterno invece che rivolto all’interno;
governance multilivello: i responsabili politici dei diversi livelli dovrebbero collaborare meglio, senza introdurre nuovi livelli di processo decisionale;
partnership: paesi terzi e paesi dell’UE possono collaborare sulla base del reciproco interesse e del rispetto.

Gli obiettivi variano in funzione delle esigenze della regione interessata. Un ruolo centrale spetta tuttavia alle questioni di importanza strategica che conferiscono un effettivo valore aggiunto in relazione alle misure orizzontali dell’UE, in particolare con riferimento alla strategia Europa 2020. Vanno incluse sia le sfide che le opportunità, perché paesi a diversi stadi di sviluppo hanno priorità diverse:

sfide, nei casi in cui una maggiore cooperazione è essenziale (ad esempio questioni ambientali, climatiche o relative alla connettività);
opportunità, nei casi in cui una maggiore cooperazione è di interesse reciproco, con iniziative comuni, creazione di reti, scambio di esperienze e messa in comune di finanziamenti (ad esempio in settori quali la ricerca, l’innovazione, le imprese, il rafforzamento delle capacità).

Questo duplice aspetto è sottolineato nelle conclusioni del Consiglio del giugno 2012, che approvano l’approccio per il suo contributo positivo all’approfondimento del mercato interno dell’UE e della competitività, nonché all’attuazione della politica marittima integrata (in particolare la crescita blu), e perché affronta sfide condivise quali l’inquinamento o l’assenza di interconnessioni infrastrutturali.

Inoltre, tali strategie possono servire a mobilitare sforzi congiunti per l’innovazione, per l’azione per il clima, per la gestione dei rischi, per le questioni relative alla sicurezza e per il turismo».

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About the author: Sergio Bertolami