L’Associazione Europea del Mediterraneo: ecco il ponte sullo Stretto

di Peppino Abbati

La Macroregione Mediterranea rappresenta uno strumento indispensabile per proporre un nuovo metodo di sviluppo economico, infrastrutturale e sociale che preveda l’intervento anche dei Paesi dell’Unione Europea ed extra-UE, delle Regioni e degli Enti locali al fine di consentire l’integrazione e la conoscenza fra i popoli, per affrontare meglio l’esodo dei migranti e la partecipazione di tutte le componenti politiche, amministrative e della società civile, coinvolgendo tutte le categorie sociali, etniche e tutte le minoranze, nei progetti di sviluppo dei territori.

L’istituzione della Macroregione Mediterranea costituisce un prezioso strumento diretto spostare il baricentro dell’Europa verso il Sud e, quindi, aiutare il Mezzogiorno e promuovere lo sviluppo infrastrutturale di tutto sud Italia. In particolare, della Sicilia, della Puglia e della Calabria, che pur affacciandosi sul Mediterraneo scontano un’attuale condizione di marginalità in ambito europeo che ne limita la crescita, riposizionando così il meridione d’Italia al centro del Mediterraneo. Difatti, dopo l’anno 1989, periodo corrispondente alla caduta del muro di Berlino, lo sviluppo dell’Europa si è progressivamente spostato dall’originario asse Nord-sud (per intenderci il c.d. corridoio 1 Berlino – Palermo) a quello est a ovest, compromettendo lo sviluppo economico nelle regioni italiane centro meridionali.

In questa auspicata costituenda macroregione va inserita la necessità di realizzare la direttrice tirrenica della rete ferroviaria AV/AC fino a Reggio Calabria e questa dovrà includere la realizzazione indispensabile del collegamento stabile tra la Sicilia e l’Europa sullo Stretto di Messina.

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