Cristina Federica Colombo – colori e materiali nell’architettura occidentale

«Gli architetti che seguono un approccio progettuale sensibile al carattere e alla storia del luogo si trovano a mediare tra esigenze di modernizzazione, dovute al mutare degli stili di vita e all’avanzamento tecnologico, e la necessità di garantire una continuità alle tradizioni che esprimono l’identità locale, armonizzando le proprie opere con un paesaggio di cui riconoscono i valori. Lontani da linguaggi spettacolari, ma spesso autoreferenziali, cercano sinergie con il contesto in cui operano e il suo genius loci (Norberg-Schulz 1979)». Sono concetti espressi da Cristina Federica Colombo del Politecnico di Milano, Department of Architecture and Urban Studies DAStU, nell’introduzione al suo interessante lavoro che presentiamo in questa pagina. «Il saggio prende spunto da un interrogativo: come si relazionano l’architettura nordica e quella mediterranea degli ultimi decenni all’uso del colore, inteso come un elemento fondamentale per la definizione della Gestalt di un’opera, piuttosto che un apparato ornamentale accessorio? Una riflessione teorica si accompagna alla comparazione di casi studio assimilabili, per dimostrare come l’adozione del colore in architettura concorra ad esprimerne il significato e non si limiti ad adempiere a una funzione meramente decorativa»». Per dimostrarlo si passeranno in rassegna opere di Le Corbusier, Luis Barragán, ÁlvaroSiza Vieira, Sauerbruch e Hutton, Alejandro Aravena; Mies van der Rohe, AlvarAalto, Sigurd Lewerentz, Peter Zumthor.

LEGGI IL SAGGIO SU ACADEMIA.EDU

IMMAGINE DI APERTURA – Colori a Burano (Venezia) – Foto di Lena Lindell da Pixabay 

About the author: Experiences