Elena Papagna: Cerimoniale e cerimonie di corte nel Settecento napoletano

In cosa consiste un cerimoniale di corte? L’autrice ci fornisce una miriade di esempi: «Strumento di comunicazione politica non verbale, il cerimoniale consisteva in un articolato complesso di norme e procedure tese a regolamentare manifestazioni solenni di carattere sia religioso sia civile. Nelle corti di antico regime si prefiggeva in primo luogo di rappresentare il potere, enfatizzando la figura del sovrano e conferendo alla sua persona e ai simboli della regalità una posizione di spicco sulla scena pubblica nel corso delle celebrazioni che si svolgevano tanto in luoghi chiusi ove il re, sfarzosamente abbigliato, compariva solitamente assiso in trono, collocato sopra una predella o un tappeto e sovrastato da un baldacchino, quanto in luoghi aperti ove, per esempio, occupava il nucleo centrale dei cortei che si dipanavano lungo un circuito urbano incentrato sulla reggia, avvalendosi di prestigiose cavalcature o di sontuose carrozze addobbate in modo da rimarcare l’indiscussa preminenza dell’occupante. Il cerimoniale, in secondo luogo, serviva a fissare gerarchie, a stabilire precedenze tra i partecipanti alle manifestazioni, nonché ad armonizzare, distinguendole, le diverse componenti sociali, potenzialmente rivali, ricorrendo aduna miriade di dettagli apparentemente insignificanti, ma chiaramente percepibili dallo sguardo attento dei contemporanei. Indicava, infine, i legami intercorrenti tra il sovrano e i diversi segmenti del suo seguito, le cui posizioni di forza e di prestigio venivano rese quasi palpabili dalle rigide norme della prossemica, che regolavano la vicinanza al re, e dai ruoli svolti nel corso delle celebrazioni».

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IMMAGINE DI APERTURA – Particolare della copertina del libro.

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