Chiara Baglione – Casabella 1928-2008, una rivista, molte storie

Pubblichiamo questo lungo percorso della memoria legato ad una rivista di architettura, da quando si chiamava «La Casa bella» e vedeva la luce nel gennaio 1928 diretta da Guido Marangoni, fino ai giorni nostri o quasi. La racconta Chiara Baglione e queste sono le sue parole, le sue “storie” introduttive: «Settecentosettantadue numeri, che corrispondono a una quota poco inferiore di fascicoli, e – per quanto il calcolo non possa che essere fatto con larga approssimazione – a una quantità di pagine redazionali nell’ordine delle cinquantamila. Cifre scarne che sintetizzano ottant’anni di vita, non pochi per una rivista di architettura. Possiamo immaginare questa massa di carta come una miniera, un deposito di parole e immagini al quale attingere selettivamente, una fonte di dati e materiali da interrogare con obiettivi e in modi diversi: alla ricerca di informazioni sulle opere realizzate in una determinata area geografica, o progettate in un arco di tempo definito; oppure per ricostruire la produzione di un architetto, ma anche i dibattiti e le polemiche che hanno di volta in volta animato la scena italiana e internazionale, in alcuni casi, entrando nella storia, in altri, rimanendo confinate nella cronaca o, come direbbe qualcuno, nella “geografia” culturale. Ripercorse nel loro stratificarsi durante gli ottant’anni di vita della rivista, quelle pagine possono aiutarci a delineare spaccati interessanti su questioni specifiche: pensiamo, per fare solo alcuni esempi, all’evoluzione della professione dell’architetto nel nostro Paese; alla storia delle facoltà di Architettura e delle crisi che ciclicamente ne hanno segnato l’evoluzione; oppure a quella della Triennale di Milano, sia in relazione a temi e allestimenti, sia per i dibattiti nati in merito alla sua gestione, ai suoi compiti e al suo ruolo. Ma una rivista può essere anche in sé oggetto di studio, analizzata, dunque, per ricostruirne l’evoluzione, le trasformazioni nei contenuti e nelle finalità, il mutare dei modi di concepirla e confezionarla, oltre che degli strumenti critici e descrittivi adottati per leggere e presentare progetti e realizzazioni. In un’analisi di questo tipo la storia dell’architettura si intreccia con quelle della professione, dell’editoria e della grafica, ma anche con la storia politica e sociale, dato che il modo di interpretare il ruolo culturale di una rivista di settore è influenzato dalle condizioni economiche e politiche in cui viene prodotta, dal panorama editoriale in cui si inserisce, dalle modalità di circolazione delle informazioni, dalle caratteristiche del mondo professionale a cui si rivolge e che si rispecchia sulle sue pagine».

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C. Baglione, Casabella 1928-2008, Electa, Milano 2008

IMMAGINE DI APERTURA – Immagine di copertina del libro

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