Nessun giorno senza una linea – Chi l’ha detto?

Secondo la giusta autorevolezza di Plinio il Vecchio (Hist. Nat., lib. XXXV, cap. 36, § 12), il detto trae origine dal pittore greco Apelle, il quale non lasciava passare giorno senza tirare almeno una linea, per tenersi sempre in esercizio nell’arte in cui divenne eccellente. Occorre però considerare che il testo di Plinio conferma come già da tempo antico esistesse un proverbio similare, pur non trascrivendo il testo preciso. Ecco le parole di Plinio: «Apelli fuit alioqui perpetua consuetudo, numquam tam occupatum diem agendi, ut non lineam ducendo exerceret artem; quod ab eo in proverbium venit». Che tradotto suona così: «Del resto Apelle ebbe la continua abitudine di non trascorrere mai un giorno, talmente preso da altri impegni, da non esercitare l’arte tirando almeno una linea, fatto che da lui divenne proverbiale».

Plinio prosegue raccontando un aneddoto simpatico. Il pittore usava esporre ai passanti le sue opere finite, sul marciapiede del suo studio. Lui in persona si nascondeva dietro a un grande quadro per ascoltare i difetti che venivano indicati. Riteneva infatti che la gente comune sapesse giudicare più scrupolosamente di lui. Si racconta che una volta fu criticato da un calzolaio, perché aveva rappresentato dei sandali con pochi occhielli per far passare i lacci. Il giorno dopo, lo stesso calzolaio, fiero per la correzione apportata grazie alla sua precedente osservazione, cavillò intorno al modo in cui aveva disegnato, dopo il piede, la gamba, ma Apelle indignato uscì fuori dal suo nascondiglio, intimando al calzolaio di non allargarsi troppo e di limitarsi a giudicare i soli sandali.

L’aneddoto continua, ricordando di quella volta che pure Alessandro Magno, che spesso veniva in laboratorio a fargli visita, aveva preso a dissertare su molte cose senza averne la giusta competenza. Così il pittore gli consigliò cortesemente il silenzio, dal momento che persino i ragazzini, che pestavano e preparavano i colori dei suoi dipinti, lo deridevano alle spalle. Da parte nostra potremmo aggiungere di conoscere molte persone che traducono il motto Nulla dies sine linea, con troppo grande libertà. Non dimenticano mai, ogni giorno, di dire assurdità.


Nulla dies sine linea.

Plinio il Vecchio

Per il mese di agosto, sotto l’ombrellone, vi proponiamo un gioco, quello della citazione. Ha scritto bene, di recente, Aldo Grasso sul Corriere della Sera: «La citazione è insieme lo strumento e la nota dominante della società della sostituzione: in un’epoca dove tutto è già stato detto e visto non ci resta che procedere nella combinazione di nuove figure, assemblando spezzoni di frasi e sequenze. Trasformando la citazione in stornamento. Uno degli aspetti più seducenti della moderna storia delle idee è la loro perenne mobilità, la loro incessante trasformazione». Noi vorremmo trasformare la semplice citazione nel gioco del “Chi lo ha detto”. Fate la citazione e poi chiedete di contestualizzarne autore e senso. Un tempo questo era un passatempo praticato nei salotti, quest’anno proponetelo in spiaggia. Per farci da guida ci siamo rivolti a Giuseppe Fumagalli, che di libri ne maneggiava quotidianamente, essendo un bibliotecario, il quale amava anche scrivere. Nel nostro caso abbiamo fatto riferimento ad un suo libro: Chi l’ha detto? Come l’autore ha specificato in premessa, «contiene una copiosa scelta di citazioni da classici nazionali e stranieri, da prosatori e poeti e di frasi storiche, ossia di frasi dette in determinate circostanze da personaggi noti, e rimaste famose per ragioni diverse». Noi proviamo a scegliere le citazioni, voi provate a giocare.

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