Conosci te stesso – Chi l’ha detto?

Platone nel Protagora, Cicerone nel De Oratore, Senofonte nei Detti memorabili di Socrate, Pausania, Plutarco, e altri ancora, narrano che i sette sapienti, un giorno riuniti a Delfi, avrebbero scritto a lettere d’oro nel tempio di Apollo questo motto γνῶθι σεαυτόν che si legge gnōthi seautón e significa Conosci te stesso. I Latini lo tradussero in Nosce te ipsum (cfr. Cicerone Tusculanae quaestiones I, 22), e che attribuito fra gli altri a Chilone spartano, a Talete milesio, a Solone, e all’oracolo stesso di Apollo, fu poi ripetuto da poeti e filosofi come una sentenza discesa dal cielo. Socrate, fra altri, prese tale sentenza come fondamento della sua filosofia, e anche Giovenale (Satira XI, v. 27) scrive: E cœlo descendit γνῶθι σεαυτόν, dal cielo discende: Conosci te stesso.

Pur tuttavia, sul vero significato di queste parole pare che già gli antichi fossero in errore. La verità è che esse facevano parte di due versi nei quali erano espresse le norme etiche per coloro che intendevano visitare il Santuario di Delfi e interrogarne l’oracolo: versi che già nel IV sec. a. C. non erano più interpretati esattamente. Il γνῶθι σεαυτόν in ogni caso intendeva significare semplicemente che prima di interrogare l’oracolo il fedele si chiarisse mentalmente ciò che voleva chiedere al Nume. Quindi l’esatta e completa traduzione non potrebbe essere che questa : «Sia chiaro a te stesso ciò che tu desideri, rivolgendo la domanda al Nume». Vedi: Josef Partsch, Griechisches Bürgschaflsrecht (Leipzig, 1909, a pag.109).


γνῶθι σεαυτόνgnōthi seautón

— Iscrizione nel tempio di Apollo a Delfi

Per il mese di agosto, sotto l’ombrellone, vi proponiamo un gioco, quello della citazione. Ha scritto bene, di recente, Aldo Grasso sul Corriere della Sera: «La citazione è insieme lo strumento e la nota dominante della società della sostituzione: in un’epoca dove tutto è già stato detto e visto non ci resta che procedere nella combinazione di nuove figure, assemblando spezzoni di frasi e sequenze. Trasformando la citazione in stornamento. Uno degli aspetti più seducenti della moderna storia delle idee è la loro perenne mobilità, la loro incessante trasformazione». Noi vorremmo trasformare la semplice citazione nel gioco del “Chi lo ha detto”. Fate la citazione e poi chiedete di contestualizzarne autore e senso. Un tempo questo era un passatempo praticato nei salotti, quest’anno proponetelo in spiaggia. Per farci da guida ci siamo rivolti a Giuseppe Fumagalli, che di libri ne maneggiava quotidianamente, essendo un bibliotecario, il quale amava anche scrivere. Nel nostro caso abbiamo fatto riferimento ad un suo libro: Chi l’ha detto? Come l’autore ha specificato in premessa, «contiene una copiosa scelta di citazioni da classici nazionali e stranieri, da prosatori e poeti e di frasi storiche, ossia di frasi dette in determinate circostanze da personaggi noti, e rimaste famose per ragioni diverse». Noi proviamo a scegliere le citazioni, voi provate a giocare.

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