Gli alchimisti – 2/8

 

L’alchimista medievale era un uomo “dotto”, un po’ defilato, che aveva conoscenze di molte tematiche, sia chimiche, che spirituali ed astrologiche, magia ed esoterismo. L’alchimista era considerato un serio studioso.
Tra le eminenti personalità che si interessarono all’alchimia, spicca Isac Newton, il grande scopritore della forza di gravità. Mantenne sempre il riserbo sulle sue ricerche in tale campo, ma non diede mai alle stampe né testi filosofici né alchemici. Tali studi vennero pubblicati solo nel 1936 dall’economista John Maynard Keynes, entrato in possesso dei manoscritti originali di Newton.
Tra il XVI e il XVII secolo, molte altre personalità, insospettabili e non, operarono da alchimisti, come, tra gli altri, Ruggero Bacone, Thomas Browne, Giordano Bruno, ma anche San Tommaso d’Aquino.

Il pensiero illuminista ed il materialismo razionale, nel Settecento, incentivarono la ricerca scientifica nei settori dell’astronomia, della fisica, chimica e botanica, che iniziarono e approfondirono la ricerca sulle trasmutazioni della materia, facendo perdere di credibilità all’alchimia, che in tale secolo scomparve del tutto.
La recente riscoperta della tematica dell’alchimia, ha permesso di decifrare i complessi rapporti con la cultura di quei secoli. L’alchimia, oggi, viene collegata, non solo al pensiero eretico e para-filosofico, ma anche alla stregoneria e alle sette mistiche, quali quella dei Rosa Croce.

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