Disegnare oggi – 3/3

 

Il titolo che accomuna questa serie di articoli è: “Tela o carta: qual è la differenza?”. In effetti la differenza c’è ed è legata al “numero di copie”. Nell’arte i quadri sono pezzi unici, tant’è che le copie di altri pittori non hanno il valore dell’originale.

Nell’industria moderna, la replicazione dei prodotti poteva mantenere il valore e la qualità dell’originale? E quale era l’originale? Lo stampo che li replicava? È il problema delle arti applicate. Considerate, da sempre, inferiori. Nel design, come in pubblicazioni a stampa, si raggiunge un numero elevatissimo di copie. Un tempo, più si progrediva, più le copie aumentavano, mentre, all’opposto, il loro valore scendeva vertiginosamente. Più copie, meno valore. Perciò le Illustrazioni su libri, giornali, pubblicità e manifesti – tutti realizzati su carta – si deprezzerebbero per l’elevata tiratura. Al contrario, le bassissime tirature (magari numerate) farebbero crescere il valore degli esemplari. Figuriamoci, quindi, un fumetto, distribuito ovunque, quanta considerazione possa avere.

Ciononostante, con la moda odierna delle “firme” – nell’abbigliamento come nel design industriale – artisti, creatori e progettisti, raggiungendo notorietà sempre maggiori, hanno aumentato richieste e considerazione. Ad esempio, Fellini chiedeva consulenze a Milo Manara, fumettista, per i suoi film, fosse quasi un secondo Direttore della fotografia.

Oggi le arti applicate hanno il loro merito. Il Victoria and Albert Museum di Londra lo ha dimostrato. Tale museo, infatti è dedicato alle arti applicate e alle arti minori; ma sono presenti anche sezioni sulla pittura (soprattutto il disegno nelle sue tecniche di riproduzione), la scultura e l’architettura.

Bisognerebbe fermarsi e riflettere un attimo. Inquadrare, comunque, un effetto legato alla modernità. Le macchine e la riproduzione in serie hanno raggiunto la loro importanza. Persino Internet non cancella la vecchia comunicazione, ma anzi, la arricchisce. La maggiore diffusione è un plus dei nostri tempi, proiettati verso un futuro che conquisterà “nuovi” valori. È un dato di fatto!

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