Per attivare identità e partecipazione


Antonello da Messina
. Che questa Città, alla ricerca di una identità sopita, veda finalmente in uno dei suoi figli più prestigiosi un punto di riferimento? Si può ben sperare. A Palazzo dei Leoni è presentata la Fondazione di Partecipazione “Antonello da Messina”, per lo studio e la promozione del grande artista rinascimentale. Nell’Aula Magna dell’Università vede luce il volume curato da Grazia Musolino “Testimonianze della cultura figurativa messinese dal XV al XVI secolo”, catalogo della mostra di opere e manufatti sui seguaci di Antonello, ospitata nel 2016 a Palazzo Ciampoli di Taormina. Fra studi e schede di catalogo, una riflessione è incentrata sulla tavoletta bifronte opera giovanile di Antonello, dall’attribuzione alquanto discussa. Ma è l’humus attivo delle botteghe d’arte ad emergere, da quella principale ereditata da Jacobello dopo la morte del padre, a quelle di Antonello de Saliba, di Salvo d’Antonio, fino a Girolamo Alibrandi. Il progetto che si prefigge la Fondazione è ben più arduo e ambizioso. S’intende infatti sviluppare, con i musei ove sono custodite le opere di Antonello, accordi e gemellaggi per divulgarne la conoscenza. A Messina non si mancherà di dare impulso ai luoghi della sua esistenza e al sito archeologico di S. Maria di Gesù Superiore, scelta per volontà testamentaria del pittore come luogo di sepoltura. Giuseppe Previti e Nino Principato sono fra i principali promotori, che hanno nominato presidente del comitato scientifico Silvano Vinceti. La Fondazione si basa sul principio della compartecipazione, prendendo esempio da Livorno dove La Caprillina ha raccolto settemila aderenti per sviluppare progetti sul recupero e la fruizione di opere d’arte. I messinesi si dimostreranno altrettanto splendidi?

About the author: Sergio Bertolami