Il Simbolismo, le correnti pittoriche

 

La pittura simbolista

Era un’arte dedicata ad un pubblico colto e raffinato. Infatti, con la rappresentazione fisica della realtà (quindi, di un positivismo scientifico), la pittura simbolista, portatrice di contenuti emotivi, si doveva decifrare per comprendere il significato. Il pittore simbolista andava “oltre”, cercando una possibile espressione dello spirito interiore, non visibile all’occhio nudo. La ricerca, infatti, era quella di trovare una metodologia che unisse mondo oggettivo ed emozioni soggettive. La pittura inizia a parlare allo spettatore: non più belle immagini, ma vera comunicazione artistica. Gli stessi neo-impressionisti finirono per essere contaminati da questa visione innovativa.
Ma come riuscire a “parlare” attraverso la tela? Tra le sperimentazioni dei simbolisti vi furono ad esempio: l’ideismo, dove l’oggetto esprimeva, di per sé, un’idea, cioè un simbolo che evocava dei contenuti; il soggettivismo, cioè l’idea che non deriva dal mondo oggettivo, ma piuttosto soggettivo, proveniente dalla composizione del pittore stesso. Tuttavia, l’elemento principale della pittura simbolista è l’emotività dell’artista, che vibra nella composizione pittorica, che “disturba” ma coinvolge lo spettatore.
I simbolisti cercano di rendere pittoricamente l’analisi propria della letteratura simbolista francese di quei tempi, rifacendosi, in particolare, a Stéphane Mallarmé e a Baudelaire. I pittori, alla ricerca della propria espressione ed emotività rielaborano linee e colori in maniera nuova, interpretando la realtà dell’occhio e non più oggettivamente.
Gli artisti neoimpressionisti, finirono per esserne coinvolti. In Francia troviamo Pierre Puvis de Chavannes, Gustave Moreau e Odilon Redon, principale esponente della pittura simbolista, mentre in Italia abbiamo tra gli emergenti Giovanni Segantini (portavoce anche del divisionismo) e Giovanni Marchini.
Amico di molti pittori impressionisti, Odilon Redon, rifiuta la rappresentazione della realtà così com’è. Per lui la natura è sogno, vaga e sfuggente. Il colore si fa macchia, tant’è che le sue nature morte (soprattutto fiori) abbagliano coloristicamente, divenendo quasi dei quadri astratti. Se Redon sogna il mondo, Emile Bernard (altro pittore emblema del Simbolismo) arricchisce la realtà riprodotta di poesia e musica. I suoi riferimenti, quindi, sono Baudelaire, Edgar Allan Poe e Gustave Flaubert, nella poesia, e Richard Wagner, nella musica.

Correnti pittoriche
Emile Bernard, in particolare, fece parte del gruppo detto della scuola di Pont-Aven. Questa corrente simbolista non aveva mezzi termini, rifacendosi non più alla realtà e alla natura, ma alla memoria, nel ricordo del passato, e all’immaginazione, legata all’esotico e, quindi, alla realtà lontana ed immaginata. Per realizzare la loro rivoluzione, essi si esprimono in maniera “sintetica”. Le figure divengono essenziali. Il colore acceso, senza alcuna sfumatura od ombra, è steso su superfici piatte, contornate di nero. È la “memoria” delle antiche vetrate delle cattedrali gotiche, ovunque in Francia. Tra gli artisti collegati alla scuola, il più famoso è il nome di Paul Gauguin.
Alla fine del secolo (l’ultimo decennio), appaiono, invece, i Nabis. È la seconda generazione dei pittori simbolisti. Il loro è un movimento che anticipa l’Art Nouveau ed il futurismo, soprattutto nella sostanza: l’attenzione va alle arti applicate. La loro espressione pittorica non si conclude nella semplice pittura da cavalletto, ma va oltre, coinvolgendo lo spettatore anche in altre occasioni. I Nabis, infatti, producono marionette, manifesti pubblicitari, carte da gioco, e per la casa, paraventi, carte da parati, decorazioni d’interni, fino ai francobolli. I Nabis sono, quindi, i veri traghettatori dell’arte dall’Ottocento al Novecento.

In Italia, il simbolismo viene recepito in modi diversi: G.A. Sartorio, A. De Carolis, Marius Pictor, L. Bonazza ne incarnano il lato più eclettico; una sintesi tra grammatica divisionista e temi simbolisti caratterizza G. Previati, G. Segantini, G. Pellizza da Volpedo. In scultura, i suoi maggiori interpreti sono L. Bistolfi e A. Wildt, mentre l’illustratore A. Martini si ricollega al filone fantastico già riscontrato in ambito europeo.

ENCICLOPEDIA TRECCANI: DIVISIONISMO

VIDEO SUL SIMBOLISMO:
UniNettuno – Storia dell’arte contemporanea – Lez 07 – Il Divisionismo italiano
Divisionisti francesi e italiani

Fonte dell’immagine: EDVARD MUNCH – Inger sulla spiaggia (1889)

 

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