Simbolismo: la psicanalisi di Sigmund Freud 1/2

 

La vita di Freud fu alquanto travagliata, ma segnata da una forte volontà nella ricerca di risultati sia scientifici che privati. Il suo nome era Sigismund Schlomo Freud, che lui abbreviò, nel 1877, in Sigmund Freud. D’origine ebrea nacque da una famiglia di non grandi possibilità economiche (1856-1939). A questo si aggiunse che, in quel periodo nella Vienna asburgica, erano diffuse forti discriminazioni antisemitiche. La sua istruzione fu portata avanti, tuttavia, con significativi risultati a causa del suo temperamento, tanto che l’Istituto Superiore “Sperl Gimnasyum”, dove studiò per otto anni e ottenne la maturità, motivata dal profitto che Sigmund otteneva, gli assegnò una menzione d’onore. Laureatosi in Medicina (il corso di laurea fu ritardato dal suo carattere critico e polemico) nel marzo del 1881, ebbe esperienze lavorative nel laboratorio di zoologia, diretto da Carl Claus a Vienna, ma non ne fu entusiasta, tanto che, successivamente, entrò nell’Istituto di Fisiologia di Ernst Wilhelm von Brücke, dove portò avanti studi di neuro-istologia. Egli stesso scrisse, poi, dell’importanza di quegli anni accanto a Brücke, di grande influenza sulla sua personalità.

Alla ricerca della stabilità economica, entrò nell’Ospedale Generale di Vienna, dove lavorò tre anni, seguendo malati affetti da turbe neurologiche. Fu proprio in questi anni, a partire dal 1884, che Freud sperimentò su sé stesso e sui malati la cocaina, che in America veniva usata come analgesico, in alternativa alla morfina. Purtroppo sperimentò sulla sua pelle, che questa, che non sembrava avere controindicazioni collaterali, dava però una fortissima dipendenza. È noto come Sigmund ne rimase affetto per tutta la vita.
Nel 1885 raggiunse la libera docenza e questa l’aiutò nell’esercizio della professione medica. Stimato da tutti, contemporaneamente, percorse una facile carriera accademica, che lo portò alla cattedra di professore ordinario.
Nel biennio 1885-86 si recò a Parigi, ottenuta una borsa di studio, presso lo scienziato Jean-Martin Charcot. Questi, per curare i malati, utilizzava l’ipnosi, che Freud, molto colpito, utilizzò una volta tornato a Vienna.

Il 13 maggio 1886 si sposò con Martha Bernays, che gli diede cinque figli di cui l’ultima, Anna, percorse la stessa carriera del padre, divenendo un’importante psicoanalista. Sempre in quell’anno aprì lo studio privato, dove utilizzò per le cure l’ipnosi unitamente a cure termali, l’elettroterapia e l’idroterapia, non ultima l’applicazione dei magneti, già in uso dal 1700.
Fondamentale fu per Freud il conoscere Josef Breuer, fisiologo conosciuto, che portava avanti importanti ricerche, ad esempio il caso di “Anna O”, affetta da isteria con varie derivazioni anche invalidanti. Nel 1895 il Breuer pubblicò Studi sull’isteria, dove si fa cenno del metodo catartico, e, cioè, l’analisi dei ricordi traumatici.
Nella notte tra il 23 e il 24 luglio 1895, Freud fece un sogno che lo colpì, tanto che fu riportato come “il sogno dell’iniezione di Irma” nella pubblicazione de L’interpretazione dei sogni. È dall’interpretazione di quel sogno che Freud, abbandonando l’ipnosi, passa ad un nuovo tipo di studio, che caratterizzerà il suo metodo innovativo. È ritenuto questo, da alcuni, l’anno della nascita della psicoanalisi moderna.

ENCICLOPEDIA TRECCANI:  SIGMUND FREUD

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PSICOTERAPIA – Sigmund Freud

In copertina – Ritratto fotografico di Sigmund Freud – estratta da Wikimedia Commens

 

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