La Reggia di Venaria Reale a Torino

 

Venaria Reale è un comune della brughiera torinese, posto nei dintorni della città. La Reggia omonima fu, in realtà, costruita prima dell’abitato, a cui si unirono successivamente le costruzioni private. La Reggia fu voluta, infatti, dal duca sabaudo Carlo Emanuele II, come dimora di caccia. Dall’uso del palazzo, la caccia, scaturì il nome del nascente borgo: da Venatio Regia, cioè reggia venatoria (di caccia).

Il complesso architettonico si lega al nucleo storico, che lo circonda, ad ispirazione del collare della Santissima Annunziata, presente nel simbolo sabaudo. Tutt’intorno sono il parco e i boschi, che ascendono gradualmente verso i rilievi alpini. Una zona ottima proprio per la caccia.

Cenni storici
La Reggia di Venaria di Carlo Emanuele II fu ideata, in verità, ad imitazione del Castello di Mirafiori, voluto, precedentemente, da Carlo Emanuele I di Savoia, per la moglie Caterina Michela d’Asburgo. Anche qui, il celebre quartiere prese il nome dal castello.
Anche il duca voleva condividere la costruzione con la propria sposa Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours. Per farlo, egli acquistò i due piccoli nuclei di Altessano Superiore ed Inferiore. Il progetto della Reggia fu commissionato, nel 1658, agli architetti Amedeo di Castellamonte e Michelangelo Garove. Nel 1675, quando fu realizzato il borgo, la Reggia doveva essere quasi pronta, essendo l’abitato costruito a collare della residenza stessa. Alla lentezza, comunque dei lavori si aggiunse, nel 1693, l’opera distruttiva dei militari francesi. L’edificio fu poi ricostruito con tecniche e stile proprio francesi.
La storia della Reggia da questo periodo in poi si colora di guerre e azioni militari. Danneggiata durante l’Assedio di Torino (1706), dai francesi capitanati da Louis d’Aubusson de la Feuillade, venne ricostruita da Vittorio Amedeo II di Savoia, con progetto dell’architetto messinese Filippo Juvarra. Ma un secolo dopo, durante le guerre napoleoniche, il giardino fu trasformato in piazza d’armi e la costruzione in caserma. Tale funzione fu mantenuta anche successivamente. Nell’Ottocento, infatti, divenne caserma della Cavalleria sabauda, quindi caserma di un corpo d’élite dell’esercito piemontese. L’uso per fini militari, purtroppo, si mantenne fino al 1978, causando danni e trascuratezze alle strutture architettoniche.

La data del 1978 rappresenta uno spartiacque storico. La Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Piemonte inaugurò un piano di restauro non solo dell’edificio, ma dell’intera zona, comprensiva dei giardini, del borgo storico, del Borgo Castello della Mandria, delle infrastrutture e del parco. In realtà il progetto di restauro della Reggia venne incentivato da una trasmissione televisiva. In essa il famoso critico dell’arte Federico Zeri denunciò (mostrandolo al pubblico) lo stato disastroso dell’edificio storico. Si avviò la progettazione dell’intervento. Dal 1998 al 2007 venne eseguita l’imponente opera di recupero consistente in 250.000 m² di fabbricati, più un enorme superficie destinata a giardini e parco. Successivamente, nel 2009, sono stati riaperti al pubblico altri spazi, come le Citronière e le Scuderie.

La Reggia e i giardini sono stati la location di festeggiamenti, con mostre ed eventi, in occasione del 150º Anniversario dell’Unità d’Italia. Nella Venaria Reale è stata aperta una scuola di restauro. Oggi la Reggia è impiegata come museo e, in quanto tale, visitato da circa un milione di persone ogni anno. È il quinto museo come numero di visitatori in Italia

 

La reggia di Venaria Reale è una delle Residenze Sabaude, iscritto dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio dell’umanità ed è il quinto sito museale italiano più visitato.

La reggia di Venaria -Torino

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Fonte immagineReggia di Venaria Reale – Corpo centrale e vasca del Parco Basso –  da Wikimedia Commons

 

 

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