Niente sembra avere contorni precisi

 

Il fruttivendolo pose sul carrettino posteggiato all’angolo della carreggiata pesche belle e profumate. All’orizzonte un sole tiepido non ancora alto. Quattro operai scherzavano passandosi una tenaglia di mano in mano. Un furgoncino rallentò per fargli attraversare la strada e Théophile, in quell’attimo, riconobbe la sua automobile, fra quelle innumerevoli del parcheggio, dai led luminosi azionati col telecomando. Era come se tutto scorresse al rallentatore in un silenzio inverosimile. Pensò: niente sembra avere contorni precisi come questa calma dopo il giorno di festa. Solo ieri sera, nel giardino dei vicini, c’era un party di benvenuto: un vociare sguaiato, niente musica, solo schiamazzi, da non riuscire neppure a leggere. Sprofondato sul divano pensava a Lucie. La immaginava immersa nella sua biblioteca tranquilla, piena di libri curiosi: biografie e romanzi d’autore fitti di parole, saggi critici poderosi, grandi volumi illustrati e collezioni di mensili cioè metri quadrati di riviste dal dorso bianco. Ora che, al contrario, avrebbe accettato l’ambiente caotico della strada, percorreva il marciapiede in un silenzio irreale. A terra foglie bagnate di recente da un istantaneo scroscio d’acqua. Un Coiffeur pour Dames dalle ante socchiuse. Bancarelle e stender appendiabiti di un merciaio che aveva portato in strada buona metà della roba in vendita all’interno del negozio. Passanti inespressivi; solo uno ciarlava di sport come un accademico a lezione. Théophile si fermò all’angolo di Saint-Germain-des-Angles e digitò il numero telefonico di Lucie e poiché lei non rispose, pensò di inviarle un messaggio: «Come incontrare il tuo sorriso? Indicami la strada per divenire migliore».

Théo Feel, Racconti senza senso nella babele delle lingue.

Pubblicato da Entasis.it

 

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