Riscoprire a Messina qualcosa di speciale

 

Questo è il FAI, quando «racconta un Paese che ha scelto di prendersi cura concretamente del suo patrimonio più prezioso: il paesaggio, l’arte, la cultura e la natura d’Italia». Partecipare alla giornata FAI d’autunno a Messina ha significato rivedere il Catasto e la Biblioteca Giacomo Longo con occhi diversi. Sono aperti ogni giorno lavorativo, ma domenica 15 si poteva capire come le Istituzioni possano essere amichevolmente vicine: restituendo il senso della cittadinanza, senza retoriche e infingimenti; facendo comprendere le tante energie positive e il lavoro che con passione all’interno di questi palazzi si svolge; presentando i documenti del territorio e le gemme della secolare cultura cittadina. Secondo l’uso educativo del FAI i giovanissimi hanno contestualizzato, nelle vicende della Cortina del Porto, l’edificio del Catasto. In quest’opera novecentista Giuseppe Samonà e Guido Viola «hanno voluto contrapporre alla orizzontalità caratterizzante la massa di tutto l’edificio e dell’intera palazzata, un torrione terminale sulla piazza del Municipio». Si legge così, nel luglio del 1940, su “Architettura”, la rivista del sindacato nazionale fascista degli architetti, diretta da Marcello Piacentini. Nel “salone dei rapporti” – dove campeggia un discorso del Dux, 7 x 7 mt in travertino chiaro – è stata allestita una mostra di triangolazioni grafiche, mappali, planimetrie di piazze e isolati storici, strumenti di rilevamento. Le pubblicazioni sul Catasto erano invece esposte nella sezione periodici della Biblioteca. Non solo, perché lo straordinario patrimonio cartaceo in mostra spaziava dai codici miniati del San Salvatore alle monografie della collezione Messano-Calabrese. Emozioni pure, perché in giornate come questa FAI tua la consapevolezza che sia possibile una società migliore di quella che abitualmente viviamo.

Pubblicato su 100NOVE n. 41 del 26 ottobre 2017

About the author: Sergio Bertolami