Prende il via l’ottava edizione di ROME ART WEEK, con oltre 400 eventi e mostre

Prende il via il 23 ottobre 2023 l’ottava edizione di
ROME ART WEEK, la settimana dell’arte contemporanea, con oltre 400 eventi e mostre

 

23-28 ottobre 2023 | Roma

Dal 23 al 28 ottobre 2023 la Capitale si tinge di viola: torna Rome Art Week, la settimana dedicata all’arte contemporanea che animerà la Città Eterna con un ricco calendario di mostre personali e collettive, open studio, performance, talk, eventi e visite guidate, mettendo così in rete artisti, gallerie, fondazioni, istituti di cultura stranieri, spazi indipendenti, curatori e amanti dell’arte. 

Rome Art Week 2023 non solo conferma il successo delle passate edizioni ma entra nel panorama culturale capitolino con le sue 837 partecipazioni tra gallerie, istituzioni, artisti, curatori e collettivi e con le oltre 400 proposte artistiche e culturali diffuse in tutta l’area metropolitana (e i numeri sono in costante e continuo aggiornamento). 

Ogni rione ed ogni quartiere della Città eterna sarà, infatti, animato da una molteplicità di iniziative alle quali il pubblico potrà partecipare in forma totalmente gratuita e scegliendo tra eventi, mostre e appuntamenti, percorsi e visite guidate anche attraverso la piattaforma www.romeartweek.com, un vero e proprio portale attivo tutto l’anno che giorno per giorno segnalerà i diversi progetti inseriti nei vari Municipi di Roma, le inaugurazioni, gli eventi menzionati dai “punti di vista” – curatori e critici che evidenzieranno le eccellenze della manifestazione -, gli open studio che daranno la possibilità di “toccare con mano” il lavoro degli artisti e dei collettivi di artisti, nonché le realtà internazionali presenti a Roma, come l’Accademia di Ungheria, la Casa Argentina, l’European School of Economics, l’Istituto Cervantes, l’Istituto Bulgaro, Real Academia de Espana, la Temple University of Rome. Per tutta la settimana molti rioni del centro storico e alcune aree non centrali, quali Garbatella, San Lorenzo, Pigneto saranno animate da visite guidate, suddivise per zone o aree tematiche, che si svolgono a piedi, in piccoli gruppi che vengono accompagnati nelle strutture espositive e negli studi degli artisti. Attiva anche la la sezione dedicata alle strutture alberghiere al fine di favorire la crescita economica e qualitativa del settore ricettivo, ampliando la rete di visitatori provenienti dall’estero. 

Rome Art Week 2023 inaugura la settimana dedicata all’arte contemporanea con due eventi di apertura: RAW 2023 Starting Party, presso l’Hotel Parrasio domenica 22 ottobre dalle ore 19.00, in collaborazione con Digital Girls, un’opportunità unica per connettersi con menti creative, collezionisti e appassionati d’arte, immergendosi in un’atmosfera ricca di ispirazione e scoperta; e, lunedì 23 ottobre alle ore 17.00, la mostra internazionale Simbolismi della Visione, organizzata direttamente da RAW, nella prestigiosa location di Villa Altieri della Città Metropolitana di Roma, a cura di Massimo Scaringella, Roberta Melasecca e Fabio Milani, che vedrà 50 artisti italiani e stranieri dialogare con la storia e la memoria della Città Eterna. All’interno della mostra anche il progetto Beyond the clouds, curato da Ghislain Robert Mayaud e Art Shares: l’artista ucraino Aljoscha e l’artista russo Ilya Fedotov-Fedorov si incontreranno a Roma, all’interno di Villa Altieri, per disegnare, realizzare e rendere fruibile al pubblico un’installazione frutto di una collaborazione carica di significati, forza espressiva, valore comunicativo. 

LE PRIME ANTICIPAZIONI DELL’OTTAVA EDIZIONE DI ROME ART WEEK

23 ottobre

Mucciaccia Gallery presenta il lavoro di due artiste di origini africane, astri nascenti della scena internazionale, Tiffanie Delune (Parigi, Francia, 1988) e Sola Olulode (Londra, UK, 1996), che espongono per la prima volta insieme nella mostra Touching the Sky, a cura di Catherine Loewe. 

Dal Creative Studio DFB con il dialogo tra il Maestro Alberto di Fabio e i giovani artisti Mattia Polidori e Giovanni Martinini, una riflessione che si estende allo spazio collettivo del Pigneto, Rione Placido: a cura di Greta Alberta Tirloni la mostra Inarrestabili latitudini nell’era dell’Antropocene; mentre nella Galleria Fidia Materia d’urto presenta al pubblico una selezione di sculture di Alberto Timossi, parte di una produzione più recente in cui l’artista esplora il concetto di urto e scontro tra materiali naturali e industriali.

Gagosian presenta, invece, August, una mostra di nuovi dipinti di grandi dimensioni e opere su carta di Sabine Moritz, prima mostra dell’artista con la galleria e la sua prima in Italia; alla Galleria della Biblioteca Angelica continua la mostra Ritorno al blu dell’artista argentino-portoghese Maria Pacheco CibilsCanova22 presenta due nuove opere di Pierluigi Pompei nella mostra Ceramica & Suono, un omaggio allo scultore veneziano Antonio Canova.

24 ottobre

La Temple University of Rome presenta la mostra di Giorgio BenniFotografare l’arte contemporanea, che ripercorre 35 anni di lavoro del noto fotografo; negli spazi di Casa Argentina si potrà visitare il progetto Bahia – Roma – Buenos Aires / L’architettura di Lina Bo BardiGalleria Continua presenta nei suoi spazi romani di Via Vittorio Emanuele Orlando la prima mostra personale di JR, che riunisce per la prima volta le opere della più grande e iconica anamorfosi dell’artista: le Brecce, diventate simboli virali dell’inaccessibilità della cultura durante la pandemia. 

La Galleria Anna Marra presenta al pubblico The Visitors, a cura di Alessandro Romanini, prima personale italiana del giovane artista nigeriano Adegboyega Adesina (Lagos, 1998); nell’Open Studio Gallery Patrizia Genovesi, L’intelligenza artificiale nel mondo delle immagini, un salotto di discussione tra esperti e appassionati; mentre alla Casa dell’Architettura – Acquario Romano inaugura la mostra Geometrie di Carta con i lavori recenti dell’artista Roberto Mannino.
 

Rome Art Week è un progetto culturale totalmente indipendente e no profit promosso da Kou – Associazione per la promozione delle Arti visive, nella quale tutto lo staff organizzativo, da otto anni, mette a disposizione le proprie competenze in forma totalmente gratuita e volontaria, credendo fermamente nella possibilità di generare una vera rete tra tutti gli operatori culturali romani che lavorano nel contemporaneo. 

Rome Art Week si avvale: del patrocinio del Ministero della Cultura, Regione Lazio, Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Sapienza Università di Roma, Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia Storia e Storia dell’arte in Roma, CIU Confederazione Italiana Unione delle professioni Intellettuali; con il supporto e collaborazione di: Roma Capitale Assessorato ai Grandi Eventi Sport Turismo e Moda. Sostenitori: Poste Italiane, Idea Positivo. Partner: Certart, Menexa, Art Shares. Media partner: Dimensione Suono soft, E-zine, The Art Libido, Prima Pagina News. Partner tecnici: Hotel Parrasio. Iniziative partner: Miami New Media Festival. Ufficio stampa di supporto: Incandenza (partner e patrocini aggiornati alla data 18 ottobre 2023).


INFO

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Milano, Libreria Scatola Lilla: Presentato “Operaprima” di Simone Salomoni

Un romanzo ad alta tensione narrativa

Operaprima

di Simone Salomoni

Mercoledì 18 ottobre ore 18.30

Presso la libreria Scatola Lilla – Via Privata della Braida 5 – Milano

L’esordio letterario di Salomoni è un romanzo inesorabile, in grado di fuggire il genere (linguistico, letterario, sessuale…) e fonde irrimediabilmente i confini tra l’amore e la disumanità.

Martedì 18 ottobre alle ore 18.30 presso la libreria Scatola Lilla di Cristina Di Canio, in via Privata della Braida 5 a Milano, si terrà la presentazione del primo romanzo di Simone SalomoniOperaprima (Alter Ego Edizioni). Dialogano con l’autore Giuseppe Nibali, scrittore, poeta e direttore responsabile di “Poesia del nostro tempo”.

Salomoni, docente della scuola Bottega di Narrazioni ci consegna un romanzo ad alta tensione narrativa dove i confini tra l’amore e la disumanità si fondono irrimediabilmente.

Prima ancora della storia, per descrivere il romanzo di Salomoni, si deve parlare delle scelte dello scrittore. Salomoni fugge ogni genere (linguistico, letterario, sessuale…): gioca con le parole astraendo la loro natura tanto da lasciare al lettore l’interpretazione. L’autore crea un vuoto attorno alle chiare descrizioni di genere a cui siamo sempre stati abituati, usando la lingua italiana in modo cesellato tanto da riuscire ad allontanare la natura di queste senza ricorrere ad asterischi o schwa.

Monghidoro, Appennino bolognese. Un pittore quarantenne con problemi di erezione è intento a preparare la mostra che dovrebbe cambiargli la carriera quando Marie Bertrand – avvocato quarantenne e madre di Simone Salomoni, frutto adolescente di una relazione passata – affitta per l’estate la porzione di casa adiacente alla sua. Marie resta affascinata dal pittore: acquista alcune opere, commissiona il ritratto di Simone, tenta di sedurlo. Anche Simone subisce il fascino dell’uomo: poco per volta si apre con lui, gli confessa gli abusi patiti nel passato, gli mostra un presente di autolesionismo e sessualità promiscua, lo lascia entrare nella propria caverna profonda permettendogli di leggere i suoi racconti. Il pittore si trova così costretto a scegliere fra la voglia di farsi cura per Simone – diventandone mentore e guida – e il bisogno di ritrovare la potenza sessuale e l’ispirazione artistica perdute.

Operaprima è un romanzo inesorabile, Salomoni racconta una storia che, come dice lo scrittore Fabio Bacà: “è un tratteggio limpido e inebriante della follia, dell’azzardo, della provocazione, della colpa, dell’ossessione, della brutalità e del coraggio che sovrintendono alla poiesi di qualunque opera d’arte degna di essere definita tale“. Con uno stile meticoloso l’autore sorprende il lettore con una struttura originale. Al centro di tutte le vicende vi è l’arte, che, per dirlo con le parole dell’autore, “Quando scegli (l’arte), non puoi amare le persone come le persone vorrebbero essere amate, non puoi avere la grazia dell’amore e la gloria dell’arte, non puoi perché non appartieni completamente a te stesso e quindi non puoi appartenere del tutto a nessuno.

Una narrazione che lascia senza respiro: Operaprima racconta una storia che rimane impressa nella mente, non tanto per gli interrogativi che ci pone, ma per la sua composizione in grado di andare al di là di ogni categorizzazione.

L’AUTORE

Simone Salomoni è nato a Bologna nel 1979. Laureato in Letteratura italiana contemporanea, sceneggia spot pubblicitari, video ed esperienze di realtà virtuale immersiva. Una sua installazione è stata proiettata nel cortile di Palazzo Foscari in occasione della Venice Art Night 2021. Insegna tecniche di narrazione e storytelling nel corso per Expert Mixed Reality di FITSTIC (Fondazione ITS Tecnologie Industrie Creative) ed è docente della Bottega di narrazione diretta da Giulio Mozzi. Operaprima è il suo primo romanzo.

DATI

Pagine: 172 | Formato: 14×21.5 | Prezzo: 16.00 € | ISBN: 9788893332460


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Aperta a Matera la mostra sul Futurismo in presenza del Ministro Sangiuliano

Inaugurazione del 20 ottobre. Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano taglia il nastro

FUTURISMO ITALIANO.
Il Contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento

Matera, Museo Nazionale di Matera
20 ottobre 2023 – 10 gennaio 2024

Mostra ideata da Annamaria Mauro e Daniele Ferrara e curata da Massimo Duranti, promossa dal Museo nazionale di Matera in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto – Museo nazionale Collezione Salce.

È stata inaugurata, oggi a Matera, al Museo nazionale, alla presenza del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e del Direttore generale Musei, Massimo Osanna, la mostra “Futurismo Italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento”.

“Il Futurismo, movimento che dall’Italia si affermò in tutto il mondo, seppe lasciare tracce a tinte forti anche nel Meridione nel segno di una sfida culturale al rinnovamento e alla creazione di una modernità – ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – Ricostruire i passaggi a Sud di questi visionari delle avanguardie è una delle sfide vinte dagli organizzatori della mostra che hanno centrato innanzitutto l’obiettivo del recupero conoscitivo di questo fenomeno che ha contagiato tutte le discipline artistiche, lasciando un’eredità di pensiero e di creatività ancora attuale”.

Ad essere proposti a Palazzo Lanfranchi sono più di 130 dipinti, sculture, disegni, provenienti da musei pubblici, fondazioni, archivi e collezioni private. Completano il percorso documenti d’archivio editi e inediti provenienti da diverse istituzioni. Dal Museo nazionale Collezione Salce sono giunti alla mostra di Matera ben 25 manifesti futuristi, a conferma della collaborazione tra il Museo nazionale di Matera e la Direzione regionale Musei Veneto intorno al progetto “Futurismi”.

La mostra, ideata da Annamaria Mauro e Daniele Ferrara, curata da Massimo Duranti, è promossa dal Museo nazionale di Matera in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto.

Per il Direttore generale Musei, Massimo Osanna: “La vocazione del Museo nazionale di Matera come centro di ricerca e memoria della tradizione storica e culturale del Meridione trova piena espressione nella mostra dedicata al Futurismo. L’esposizione focalizza l’apporto degli artisti del Mezzogiorno nella nascita e nello sviluppo di questa importante esperienza artistica del secolo scorso. La collaborazione del Museo nazionale di Matera con la Direzione regionale Musei Veneto e la pluralità dei prestatori rappresentano le potenzialità del lavoro corale e dello spirito di cooperazione che anima il Sistema museale nazionale“.

Una rilettura del ruolo avuto dal Mezzogiorno nella diffusione ed elaborazione del Movimento che vuole riprendere il discorso dell’Italia, dalla Campania e dall’Abruzzo in giù e fino alle isole maggiori, come il più grande ‘luogo’ del Futurismo, luogo animato non solo dai futuristi nati e vissuti nel Mezzogiorno, ma anche da tutti i futuristi italiani che negli eventi e manifestazioni svoltesi nel Meridione parteciparono attivamente da protagonisti, comprimari e attori“, evidenzia la direttrice del Museo nazionale di Matera, Annamaria Mauro.

Nel catalogo – sottolinea il curatore Duranti – nell’ambito degli esiti della ‘Ricostruzione futurista dell’Universo’, è richiamato il manifesto del 1915, firmato da Giacomo Balla e Fortunato Depero, che segna la continuità e l’evoluzione della prima stagione ‘eroica’ del Futurismo e che teorizzava l’interesse del movimento per ogni forma di espressività e dunque letteratura, poesia, cinema, teatro, musica, arredo, cucina. Per questo motivo, una sezione della mostra è dedicata alle arti applicate: mobili, arazzi, abiti, maioliche. Importante è la presenza dell”Intonarumori’ di Russolo, nella ricostruzione di Pietro Verardo che ripropone sonoramente l’invenzione del futurista in materia di musica-non musica. Accanto a questo apparato e sempre in materia musicale, vengono esposti gli spartiti, conservati al Conservatorio di musica Lorenzo Perosi di Campobasso, di Nuccio Fiorda.

Accanto ai nomi dei protagonisti Boccioni, nativo della Calabria, Balla, Severini, Carrà, Depero, Prampolini, Dottori, Benedetta ci sono anche quelli di personaggi meno noti, ma non meno significativi come Roherssen, Bologna e Castellana.

Per quanto riguarda gli aeropittori, saranno presenti opere di numerosi futuristi le cui peculiarità furono declinate da Marinetti stesso nel 1939: Prampolini e Crali inseriti nella “Aeropittura stratosferica cosmica biochimica”; Fillia e Diulgheroff nell’ “Aeropittura essenziale, mistica ascensionale simbolica”; Dottori, Benedetta, Bruschetti, Peruzzi, Tano e Angelucci in quella trasfiguratrice lirica spaziale; Tato nella “sintetica e documentaria”. Opere di Dottori, Fillia e Bruschetti rappresentano l’Arte Sacra Futurista, codificata dal manifesto del 1931.

Oltre all’Aeropittura, negli sviluppi futuristi si manifesta la tendenza meccanicistica che viene rappresentata da opere di Depero, Pannaggi e Prampolini che manifesterà poi l’idealismo cosmico, presupposto dell’astrattismo. Particolare attenzione è riservata in mostra, guardando specificatamente al Meridione, ai “Circumvisionisti”, il gruppo dei futuristi campani attivi già dal 1914: pittori, poeti paroliberi, scrittori e intellettuali che animarono la presenza futurista a Capri e Napoli. Vengono così presentate opere dei fratelli Francesco e Pasqualino CangiulloBuccafusca, Cocchia, Peirce, LeporeMaino protagonisti di un percorso culturale che dal Futurismo giunge al teatro napoletano di Antonio De Curtis.

Un focus è riservato al contributo al Futurismo della Lucania: ad essere esposte sono due rarissime opere di Joseph Stella, nativo di Muro Lucano, ma trasferitosi a 19 anni negli Stati Uniti, definito “il primo futurista d’America”.

La mostra rimarrà aperta fino al 10 gennaio 2024.

Per orari di apertura e tutte le info: https://www.museonazionaledimatera.it/


In collaborazione con
Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499; www.studioesseci.netsimone@studioesseci.net,
referente Simone Raddi

Portopiccolo: Le opere in pietra carsica dei giovani scultori in residenza e apertura della mostra

REPORTAGE – ph Massimo Goina

IL FAVOLOSO VIAGGIO NELLA PIETRA D’AURISINA
Inaugurazione delle opere realizzate dai giovani scultori in residenza e apertura della mostra documentativa.
Il programma degli eventi di sabato 21 ottobre a Portopiccolo (Duino Aurisina-Ts)

Nell’ambito della rassegna “L’Energia dei Luoghi – Festival del vento e della pietra“, 
sabato 21 ottobre, alla Portopiccolo Art Gallery a Sistiana (Duino Aurisina – Ts) sono in programma una serie di eventi su “Il favoloso viaggio nella pietra d’Aurisina. Verso Kamen”, dedicato alle Residenze e laboratori di scultura contemporanea ad Aurisina e al progetto KAMEN – Museo Diffuso delle Cave e della Pietra di Aurisina / Muzej Nabrežinskega Kamna in Kamnolomov.

Dopo una passeggiata creativa “Per l’antica cava” di Portopiccolo, con partenza alle ore 10.00 dalla Art Gallery per visitare e conoscere la storia della suggestiva location (prenotazione obbligatoria: info@estplore.it | tel. 3407934805), alle 11.00 è prevista l’inaugurazione delle opere realizzate in pietra carsica dai giovani scultori in residenza Tjaša Cigoj (Srečko Kosovel Sežana), Christoph Conrad e Anna Theresa Pöll (Akademie der bildenden Künste Wien), Celeste Magnolini (Accademia Belle Arti Venezia), Greta Fila (Accademia Belle Arti Carrara). Alla presenza del Sindaco di Duino Aurisina Igor Gabrovec e della Presidente del Circolo Culturale Sloveno SKD Igo Gruden Jasna Simoneta, la curatrice Eva Comuzzi – con i maestri scultori Edi Carrer e Alberto Fiorin – illustrerà le opere ispirate dalla poesia I cavatori di Aurisina di Igo Gruden. Seguirà alle 11.30 l’apertura della mostra documentativa delle Residenze e laboratori di scultura “Viaggio nel favoloso”, con le fotografie di Massimo Goina.

“Al termine della poesia sui cavatori di Aurisina – anticipa Eva Comuzzi – “Ivo Gruden parla dell’impronta sull’ardito progresso della storia. L’impronta. Che cosa rimane? Che cosa rimarrà di tutto ciò?” – si chiede la curatrice intendendo del progresso. “Dall’altro lato, L’Ardore di Roberto Calasso, a cui la parola ardito mi ha richiamata” – aggiunge Eva Comuzzi – “racconta dei popoli antichi del Nord del subcontinente indiano che non lasciarono né oggetti, né immagini ma soltanto parole. Parole che tramandano, che raccontano come lo fa la poesia, che svanisce con il suono, ma prende poi forma nella pietra. Sfogliando il libro, ritrovo una scultura di donna acefala. È seduta sulle gambe incrociate e tiene le mani unite a coppa proprio sul ventre. Impronte e ancora mani. Le mani degli operai nelle miniere e quelle degli scultori che cercano di lasciare tracce e dare luce a ciò che luce non ha ancora”.

“I giovani scultori hanno saputo tradurre egregiamente sulla pietra i versi del Poeta di Aurisina” – sottolinea Fabiola Faidiga, presidente dell’Associazione Casa C.A.V.E. Contemporary Art Visoglianovižovlje Europe – per ricordarci il duro lavoro dei cavatori, uomini semplici, che hanno contribuito a rendere famosa la bella pietra di Aurisina in tutto

il mondo. In questi anni, insieme a Maddalena Giuffrida, responsabile delle Residenze  – “abbiamo imparato molto da questa pietra, vero simbolo del nostro Carso che ha sempre più bisogno di opportunità artistiche che la colleghino verso collaborazioni esterne. E con questo sguardo proiettato verso il mondo, proprio come la nostra pietra ci ha insegnato, abbiamo ospitato artisti provenienti non solo dall’Italia, ma anche dalle vicine Slovenia e Austria, facendo un piccolo passo verso quella conoscenza reciproca, che è il fondamento di ogni comunità”.

REPORTAGE – ph Massimo Goina

Le opere realizzate in questa edizione – grazie alle aziende marmifere Gramar e Caharija, che con generosità hanno aperto le porte dei loro laboratori, e all’azienda Zenith C, che anche in questa occasione ha donato i blocchi di pietra di scarto, che hanno preso nuova vita sotto le mani dei giovani artisti – andranno ulteriormente ad arricchire il Parco Sculture di Portopiccolo, dove i versi di Igo Gruden risuoneranno assieme a quelli di Dante e Pasolini, motivi ispiratori delle passate edizioni delle Residenze.

Le Residenze rappresentano un altro tassello nell’ambito del Geoparco del Carso, verso il progetto KAMEN – Museo diffuso delle Cave e della Pietra di Aurisina / Muzej nabrežinskega kamna in kamnolomov, e si realizzano grazie alla Fondazione Pietro Pittini Fondazione Kathleen Foreman Casali. Il progetto vanta inoltre l’importante contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e del Comune di Duino Aurisina-Devin Nabrezina e la fondamentale collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, dell’Istituto tecnico professionale di Sesana Srečko Kosovel sezione disegno in pietra / Šolski Center Srečka Kosovela – Sežana (Slovenia), dello Studio Carrer di Pietrasanta, del Circolo culturale sloveno SKD Igo Gruden di Aurisina e dell’Agriturismo Juna.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Chiasso (Svizzera), m.a.x. museo: FORTUNATO DEPERO e GILBERT CLAVEL. Futurismo = Sperimentazione. Artopoli

m.a.x. museo

FORTUNATO DEPERO e GILBERT CLAVEL
Futurismo = Sperimentazione
Artopoli

mostra a cura di Luigi Sansone Nicoletta Ossanna Cavadini

23.10.2023 – 07.04.2024

Inaugurazione domenica 22 ottobre 2023, ore 18.00

il m.a.x. museo sarà eccezionalmente aperto lunedì 23 ottobre 2023, primo giorno di mostra

La mostra si inserisce nel filone dei maestri del XX secolo proponendo un affondo sulla collaborazione creativa fra lo studioso svizzero Gilbert Clavel e il futurista roveretano Fortunato Depero: in particolare viene esaminato il loro apporto nel contesto della colonia artistica formatasi  a Capri e Anacapri a partire dagli anni ’15 del Novecento denominata “Artopoli”, frequentata attivamente  da Filippo Tommaso Marinetti, Benedetta Cappa, Enrico Prampolini, Francesco Cangiullo, Julius Evola e per un breve  periodo anche da Pablo Picasso e Jean Cocteau, senza dimenticare Michele Semenov, Sergej Djaghilev  e il ballerino Léonide  Massine. L’esposizione si concentra sulla ricerca pittorica e intellettuale di Depero, a partire dalle illustrazioni realizzate per Clavel per poi approdare all’apice della sperimentazione teatrale che sfocia nei Balli Plastici.

Fortunato Depero (Fondo, 30 marzo 1892 – Rovereto, 29 novembre 1960) è uno dei grandi protagonisti del Futurismo. Pittore, illustratore, scenografo e costumista, si adopera per dare vita a un linguaggio di sperimentazione, poetico e astratto. Nel 1917 incontra a Roma lo studioso Gilbert Clavel (Kleinhüningen, 29 maggio 1883 – Basilea, 6 settembre 1927), con il quale stringe – prima ad Anacapri e poi a Positano – un’amicizia fraterna testimoniata da numerose lettere, documenti e ritratti, e che sfocia nella creazione di progetti innovativi. Centrale risulta il rapporto di Depero con la Torre Fornillo, suggestivo edificio di proprietà di Clavel, luogo di arte, poesia e sperimentazione.

Dagli studi per costumi e scenografie realizzati per Le chant du rossignol con musiche di Igor Stravinskij e commissionati da Sergej Djaghilev, le vite di Fortunato Depero e Gilbert Clavel si intrecciano ulteriormente: l’eclettico studioso svizzero incarica infatti l’artista di realizzare le illustrazioni per la novella Un istituto per suicidi. Nel 1917, dalla loro collaborazione nascono i Balli Plastici, che vedono la partecipazione artistica di alcuni noti musicisti dell’epoca, come Alfredo Casella, Gerald Tyrwhitt, Francesco Malipiero e Bela Bartòk (che firmò con lo pseudonimo di Chemenov).

Nelle sale del m.a.x. museo saranno esposte oltre novanta opere tra bozzetti, studi, schizzi, dipinti e marionette di legno, arazzi, una maquette, fotografie vintage e lettere (alcune delle quali inedite) che mettono in rilievo l’intensa relazione fra la concezione estetica di Clavel e l’apporto artistico dell’opera di Depero.

L’esposizione si svolge in collaborazione con il Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e vanta la sinergia con istituzioni prestatrici di grande prestigio, fra cui si annoverano l’Archivio di Stato di Basilea, la Fondazione Clavel di Basilea e la Collezione Hercolani di Roma; essenziali sono anche i prestiti di preziose collezioni private.

Il catalogo edizioni d’arte Skira Milano-Ginevra, in italiano e inglese, presenta un ricco apparato iconografico e di saggi specifici redatti da Luigi Sansone, Gabriella Belli, Francesco Casetti, Federico

Zanoner, Ruedi Ankli e Nicoletta Ossanna Cavadini.

A corollario della mostra si terranno momenti di approfondimento quali conferenze, spettacoli, visite guidate, laboratori didattici per bambini e gite sui luoghi di Depero e Clavel.


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BRUM Messina – “Miti e leggende di Sicilia”. Dipinti di Antonino Siragusa – Vernissage

Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina

MITI E LEGGEDE DI SICILIA
Esposizione di Dipinti dell’Artista Antonino Siragusa

Vernissage Sabato 21 ottobre 2023, ore17 Salone Eventi

(Via Primo Settembre 117-Palazzo Arcivescovile)

Sabato 21 Ottobre 2023, alle ore 17, presso il Salone Eventi della Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” si terrà il vernissage dell’Esposizione “Miti e leggende di Sicilia”, una mostra di dipinti dell’Artista a tutto tondo Antonino Siragusa, quale tributo alla Trinacria, per rivivere attraverso il Suo sentire l’Amore profondo per la Sicilia. L’esposizione pittorica sarà corredata da una decina di poesie composte dallo stesso Maestro Siragusa, quasi a costituire un pamphlet di immagini e versi.

L’inaugurazione si aprirà con i Saluti Istituzionali e l’Introduzione della Direttrice della Biblioteca Regionale Dott.ssa Tommasa Siragusa, alla quale seguiranno, per meglio comprendere la mostra, le riflessioni dell’Art Curator Katia Trapani, Docente di ruolo con esperienza ventennale e supporto nell’organizzazione e valorizzazione del percorso artistico del Maestro. Sarà presente l’Artista.

Messinese, classe anni ’80, dopo la brillante laurea in Filosofia, sceglie di vivere e lavorare nella Sua città. Il poliedrico Antonino Siragusa ama sperimentare sempre nuovi percorsi artistici. Primo fra questi la musica che saggia in qualità di polistrumentista, interprete, raffinato compositore e curatore dell’arrangiamento dei brani più importanti della cultura italiana in stile jazz, genere musicale studiato nella prestigiosa Siena Jazz Academy e che si rivela a Lui particolarmente congeniale anche nell’esecuzione vocale.

Fotografo, videomaker, vanta altresì produzioni discografiche ben recensite dalle principali riviste specializzate (Blow-up, Rocksound) e apparizioni radiofoniche sul circuito italiano, tra cui Radio Rai.

Per meriti musicali e artistici, ha ricevuto numerosi premi. Solo a titolo esemplificativo, “Messina città d’arte”.

Il Suo approccio alle Arti figurative avviene del tutto da autodidatta. Frutto di attenta ricerca stilistica, la pittura di Antonino Siragusa si delinea in chiave moderna. E’ lasciandosi penetrare dal pathos per il soggetto, lo trae dall’animo alla tela, donando poi all’osservatore l’ultima chance di interpretazione. I Suoi dipinti sono stati esposti nelle più prestigiose gallerie e alla ‘Lux Contemporary’ di Manhattan, a fianco di artisti del calibro di Banksy, Keith Haring, Damien Hirst, Takashi Murakami e Mr. Brainwash e sono entrati a far parte delle collezioni private di estimatori in tutto il mondo. Le sue opere sono state inserite in una collezione dei curatori d’arte di Saatchi Art, la più importante galleria d’arte online al mondo con sede a Los Angeles.

In “Miti e leggende di Sicilia”, l’Artista intende dare al visitatore una chiara lettura di quelli che sono i simboli della Sicilia: il paesaggio, gli usi e i costumi del folclore, gli emblemi che la rappresentano e la rendono perenne Musa dal fascino magnetico, concreta e astratta al contempo.

Dopo la giornata inaugurale, l’esposizione resterà fruibile dal 23 ottobre fino al 2 novembre: dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13, e mercoledì, anche di pomeriggio, dalle 15 alle 17:30.
**Visite per gruppi o scolaresche esclusivamente su prenotazione anche in giorni e orari differenti.

(a cura di Maria Rita Morgana)


Post dell’iniziativa culturale saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’evento in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere ai Relatori durante l’incontro.
Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO:     Ufficio Relazioni con il Pubblico
                       tel.090674564

urpbibliome@regione.sicilia.it

Ufficio Relazioni con il Pubblico
La Referente URP Funz. Dir.
Maria Rita Morgana

Calvino. Le iniziative della Direzione regionale Musei Lombardia con l’Institut français Milano

Carlo Ossola
Italo Calvino a Parigi: la città dei destini incrociati

Conferenza

Venerdì 27 ottobre, h. 18,30

Institut français Milano,
Corso Magenta 63

In occasione delle celebrazioni dedicate al centenario della nascita di Italo Calvino la Direzione regionale Musei Lombardia ha progettato una serie di iniziative che rendano omaggio al grande scrittore, così attento ai legami tra parole e immagini, come documentato al seguente link: 

Nell’ambito di questa progettualità si inserisce una collaborazione molto preziosa, quella tra il Museo del Cenacolo Vinciano, diretto da Silvia Zanzani, e l’Institut français Milano, che per la prima volta hanno pensato ad un’azione condivisa. Molte le ragioni di questa scelta, privilegiata anche dalla vicinanza, in quanto sia il Cenacolo che la sede dell’Institut français Milano affacciano su Corso Magenta.

Cosa collega, dunque, la Francia al Cenacolo e a Calvino? Intanto la vita di Leonardo ha nella sua geografia artistica l’importante periodo finale ad Amboise, come Italo Calvino, che soggiornò per tredici anni nella capitale francese. Entrambi sono stati grandi sperimentatori, e al tempo stesso capaci di affermarsi come classici nel loro ambito. Inoltre Calvino più volte ha affrontato la figura del celebre pittore fiorentino e, nei suoi Raccontini giovanili, ha ipotizzato uno struggente dialogo tra Gesù, Giuda e i discepoli. 

A tenere uniti tutti questi fili che si intrecciano, e le due istituzioni coinvolte, è la figura di Carlo Ossola, (1946), filologo e critico letterario italiano, socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei e docente di Letterature moderne dell’Europa neolatina presso il Collège de France. 

Il professor Carlo Ossola ha pubblicato Italo Calvino. L’invisibile e il suo dove (Milano, Vita e Pensiero, 2016), un libro in cui viene ripercorso tutto l’itinerario creativo di questo classico della cultura del Novecento e della letteratura italiana tutta: dall’opera di esordio (Il sentiero dei nidi di ragno, 1947) alla trilogia fantastica (Il visconte dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente) al Calvino ‘moralista’ delle Città invisibili e di Palomar, fino all’ultimo delle Lezioni americane.

In Calvino, afferma Ossola, la tendenza al realismo e quella al fantastico esprimono uno spirito che colloca l’invenzione letteraria in equilibrio perfetto con il meditare filosofico e l’impegno etico e storico.

“Calvino ha saputo dar forma a una lingua capace dell’universo, precisa, esatta e tuttavia senza confini, classica nel conferire il primato alle idee, il posto giusto agli oggetti, alle forme, ai tempi, allo sguardo che li mette in prospettiva. Come la sua lingua, egli è il nostro classico del Novecento, nella sua capacità di cancellare tutto l’inessenziale, per ottenere il dono supremo dell’arte”.

Per questi legami visibili la Direzione regionale Musei Lombardia e l’Institut français Milano hanno programmato una conferenza, rivolta a tutti ma con un’attenzione particolare al mondo della scuola, in cui il professor Ossola toccherà il tema di Calvino e della Francia, di un soggiorno in cui l’interesse sulla relazione tra parole e immagini si fece molto stringente.

Venerdì 27 ottobre, h. 18,30

Institut français Milano, Corso Magenta 63

Carlo Ossola: Italo Calvino a Parigi: la città dei destini incrociati

Presenta e introduce: Emanuela Daffra, Direttore, Direzione Regionale Musei Lombardia

L’iniziativa è gratuita, ma a numero chiuso, in quanto i posti sono limitati: vi invitiamo a registrare subito la vostra partecipazione compilando il form

Verrà rilasciato al termine dell’evento un attestato di partecipazione a firma congiunta della Direzione Regionale Musei Lombardia e dell’Institut français Milano.

Si ringrazia la Casa editrice Vita e Pensiero di Milano per il sostegno all’iniziativa.


Ufficio Comunicazione
drm-lom.comunicazione@cultura.gov.it
In collaborazione con
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
Referente Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net

Roma: al NEXT MUSEUM la mostra immersiva VAN GOGH EXPERIENCE

Tutte le immagini sono di proprietà di NEXT EXHIBITION SRL, produttore della mostra: ©NEXTEXHIBITION Le persone ritratte hanno partecipato a shooting e/o eventi  organizzati dall’azienda che detiene liberatoria e concessione di utilizzo delle immagini.

Next Exhibitionleader internazionale nella produzione e realizzazione di mostre innovative ed eventi culturali, apre a Roma il Next Museumspazio multimediale, immersivo e tecnologico – nato per accogliere mostre immersive – dove la cultura gioca con la tecnologia.Negli spazi dell’ex Cinema Avila – Corso d’Italia 37/d, a pochi passi da Villa Borghese – Next Museum ospiterà dal 28 ottobre 2023 al 31 marzo 2024 la prima mostra multimediale dal titolo Van Gogh Experience, un viaggio nel tempo che abbraccia il visitatore conducendolo nella vita, nelle suggestioni e nelle opere dell’artista più conosciuto al mondo.L’evento è una produzione internazionale di Next Exhibition, in collaborazione con Associazione Culturale Dreams e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma.Il nuovo Next Museum di Roma è concepito per creare esperienze multisensoriali sull’arte, sulla storia e sulla società: le sale offrono tecnologie avanzate – videomappingimmagini 3Dologrammivisori di realtà virtuale – grazie alle quali la cultura diventa un’esperienza unica, incredibilmente emozionante, accessibile per tutti e adatta per tutta la famiglia.La prima grande mostra multimediale presentata, Van Gogh Experience, è un vero e proprio viaggio nel mondo dell’artista, nei luoghi da lui visitati dove ha vissuto e lavorato, dalla città dell’Aja a Londra, da Amsterdam a Bruxelles, da Anversa a Parigi e infine ad Arles in Provenza.Le opere riprodotte grazie alla realtà virtuale sono le più iconiche di Van Gogh e vanno da La notte stellata ai Girasoli, dalla Notte stellata sul Rodano all’Autoritratto, da I mangiatori di patate a Campo di grano con corvi, e infine la sua Camera da letto ad Arles, uno dei capolavori più conosciuti.



Ufficio stampa
Adele Della Sala | ads@ufficiostampa-arte.it 
Maria Bonmassar | ufficiostampa@mariabonmassar.com
T. +39 06 4825370

Venezia, Collezione Peggy Guggenheim: Duchamp. L’Opificio delle Pietre Dure e la celebre Valise

MARCEL DUCHAMP: un viaggio nella “Scatola in una valigia” – Foto di Arianna Ferraretto

Marcel Duchamp: un viaggio nella “Scatola in una valigia” 

Venezia, Collezione Peggy Guggenheim

14 ottobre, 2023 – 18 marzo, 2024

A cura di Luciano Pensabene Buemi, Collezione Peggy Guggenheim; Renata Pintus, Letizia Montalbano, con la collaborazione di Barbara Cattaneo, Opificio delle Pietre Dure, Firenze

Marcel Duchamp: un viaggio nella Scatola in una valigia è un’imperdibile mostra nella mostra, che nasce dalla collaborazione tra il dipartimento di conservazione della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. A corollario dell’esposizione Marcel Duchamp e la seduzione della copia, curata da Paul B. Franklin alla Collezione Peggy Guggenheim dal 14 ottobre 2023 al 18 marzo 2024, la sezione Marcel Duchamp: un viaggio nella “Scatola in una valigia” presenta con un intento sia scientifico che didattico i risultati dello studio e del restauro dell’opera Scatola in una valigia (1935- 1941), confluiti in un suggestivo allestimento multimediale progettato e curato da Luciano Pensabene Buemi, Collezione Peggy Guggenheim, Renata Pintus, Letizia Montalbano, con la collaborazione di Barbara Cattaneo, Opificio delle Pietre Dure, e prodotto da Culturanuova S.r.l.

Marcel Duchamp: un viaggio nella Scatola in una valigia è un approfondimento che attraverso un allestimento multimediale conduce i visitatori all’interno del mondo di un conservatore e restauratore d’arte, permettendo loro di scoprire le scelte tecniche e i materiali che l’artista ha utilizzato per creare un’icona della storia dell’arte del XX secolo, nonché le tecniche di indagine scientifiche utilizzate per approfondirne la conoscenza e le soluzioni scelte per assicurare all’opera una migliore conservazione. Video e touch-screen offrono la possibilità di visionare virtualmente l’opera come lavoro unitario e di leggerla nel suo complesso, così come nelle intenzioni dell’artista, ma anche di esaminare singolarmente ciascuno dei 69 elementi che la compongono e di comprenderne il complesso sistema di costruzione.

Scatola in una valigia è la prima di un’edizione deluxe di venti valigette da viaggio, che raccolgono ciascuna sessantanove riproduzioni e miniaturizzazioni di celebri lavori del poliedrico e dissacrante artista francese. Con Scatola in una valigia, Duchamp intraprese uno dei suoi progetti più ambiziosi: un museo portatile di repliche creato con l’aiuto di elaborate tecniche di riproduzione come il pochoir, simile allo stencil. Nell’edizione deluxe le venti valigie contengono, oltre alle riproduzioni in miniatura delle sue opere, un “originale” diverso per ogni esemplare, e differiscono tutte tra di loro per piccoli dettagli e varianti nel contenuto.  L’ originale della valigia di Guggenheim è una riproduzione del dipinto Il re e la regina circondati da nudi veloci (1912), conservato oggi al Philadelphia Museum of Art, colorata dallo stesso artista (coloriage original). Essa contiene inoltre una dedica a Guggenheim, che sostenne economicamente Duchamp in questa sua impresa, una miniatura del famoso orinatoio rovesciato, Fontana, del 1917, e una riproduzione del celebre ready-made rettificato del 1919, la cartolina stampata raffigurante la Gioconda di Leonardo da Vinci cui Duchamp aveva aggiunto barba e baffi e l’iscrizione “L.H.O.O.Q.”: la sequenza delle lettere pronunciate in francese formano la frase “elle a chaud au cul”, convenientemente tradotta da Duchamp come “c’è il fuoco là sotto”. Nel corso della sua vita, Duchamp creò in diverse edizioni 312 esemplari di Scatola in una valigia.

Questa particolarissima opera-compendio è stata realizzata facendo ricorso a una grande varietà di materiali e tecniche: pelle di vitello, cartone, legno, tela rigida, tela cerata, velluto, ceramica, vetro, cellophane, gesso, elementi metallici, stampa tipografica, collotipia e litografia su carta, cartoncino, tela e acetato di cellulosa con tempera, acquerello, pochoir, inchiostro, grafite, resine vegetali e gomme naturali. L’intervento sull’opera di Duchamp, dato il carattere polimaterico, è stato coordinato dal dipartimento di conservazione della Collezione Peggy Guggenheim e dall’Opificio delle Pietre Dure, che con i suoi undici settori di restauro, un servizio dedicato alla conservazione dell’arte contemporanea e un laboratorio scientifico è stato in grado di intervenire su tutte le tipologie di materiali. L’intervento è stato condotto in due fasi, nel 2019 e nel 2023, ed è stato in parte sostenuto da EFG, Institutional Patron della Collezione Peggy Guggenheim dal 2006.

É stata realizzata una campagna di indagini per l’identificazione delle tecniche scelte dall’artista e si è ricostruito il complesso metodo di assemblaggio dei pezzi. Trattandosi del primo esemplare della celebre serie di valigie deluxe prodotta alla fine degli anni ’30 del Novecento, obiettivi dell’intervento sono stati la risoluzione delle problematiche inerenti la conservazione di un oggetto molto delicato, quale essa è, e l’approfondimento delle conoscenze sulle modalità operative di Duchamp nell’adozione del sistema “quasi industriale” che da quel momento attiverà per realizzare le serie successive. Data la complessità dell’opera e la sua stratificazione di contenuti, particolarmente utile è stata anche la modellizzazione virtuale dell’oggetto, che ha permesso di offrirne al grande pubblico una visione a 360°. Come è consuetudine, per le indagini diagnostiche l’Opificio delle Pietre Dure si è avvalso di una rete consolidata di collaborazioni con altri istituti di ricerca impegnati nel campo dello studio scientifico dei materiali dell’arte, in particolare con l’Istituto Nazionale di Ottica del CNR.


Da Studio ESSECI info@studioesseci.net

Ascona (Svizzera), Museo comunale d’arte moderna: IL COLORE DELLE EMOZIONI

Richard Seewald, Danza, 1913, Olio su tela, 50 x 68 cm, Fondazione Richard e Uli Seewald, Ascona

ASCONA (SVIZZERA) – MUSEO COMUNALE D’ARTE MODERNA

DAL 14 OTTOBRE 2023 AL 7 GENNAIO 2024

LA MOSTRA

IL COLORE DELLE EMOZIONI

L’esposizione presenta un centinaio di opere di autori quali Ernst Ludwig Kirchner, Max Pechstein, Emil Nolde, Alexej Jawlensky, August Macke, Paula Modersohn-Becker, Richard Seewald, Marianne Werefkin, provenienti dalla Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten, dalla Fondazione Marianne Werefkin e dalla Fondazione Richard e Uli Seewald

Il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona (Svizzera), dopo il ciclo dedicato alle artiste donna iniziato nel 2022 con la mostra di Louise Nevelson e proseguito nel 2023 con quelle di Nanda Vigo e di Teres Wydler, apre la stagione espositiva autunnale con una rassegna che valorizza il patrimonio artistico della città, celebrando quegli artisti e quei movimenti, presenti nei fondi che il Museo conserva e cura e che hanno animato l’ambiente culturale del Borgo di Ascona nel secolo scorso, in particolare tra le due guerre mondiali, rendendolo un luogo eccezionale.

Dal 14 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024, l’esposizione, dal titolo Il colore delle emozioni, propone una selezione di un centinaio di lavori provenienti da tre differenti collezioni: la Fondazione Marianne Werefkin, la Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten e la Fondazione Richard e Uli Seewald, capaci di ripercorre importanti capitoli della storia dell’arte europea, tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del secolo scorso.

Il percorso espositivo si apre con 47 dipinti provenienti dalla Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten, solitamente esposti al Museo Castello San Materno, attualmente in restauro, il cui nucleo è composto da artisti gravitanti in area tedesca, tra i più significativi del periodo che va dalla fine dell’Ottocento al primo dopoguerra: gli impressionisti Max Liebermann e Lovis Corinth, gli artisti della colonia di Worpswede (Fritz Overbeck, Hans am Ende, Otto Modersohn e Paula Modersohn-Becker), ultimo baluardo del romanticismo tedesco del XIX secolo, che segnò il passaggio dal realismo umanitario e sociale all’impressionismo e all’espressionismo. Movimento, quest’ultimo, rappresentato da alcuni autori della Brücke (Ernst Ludwig Kirchner, Erich Heckel, Hermann Max Pechstein, Emil Nolde) e del Blaue Reiter (Alexej Jawlensky, August Macke), a segnare i due poli di irraggiamento in Germania dell’espressionismo: quello vitalistico e sociale di Dresda e Berlino, e quello lirico e visionario di Monaco, che hanno entrambi saputo rivoluzionare il linguaggio pittorico aprendosi alla modernità.

La mostra prosegue al secondo piano del museo asconese, dove si potranno ammirare 33 dipinti di Marianne Werefkin (1860-1938), artista russa tra le promotrici dell’Espressionismo e anima del futuro museo di Ascona, che proprio nel Borgo decise di vivere gli ultimi vent’anni della sua esistenza e dove diventò punto di riferimento della vita culturale cittadina, grazie alla sua caparbietà e alla sua capacità persuasiva nel mettersi al centro degli eventi più importanti.

Tra i lavori esposti, si segnalano le tempere Autunno – Scuola del 1907, Il danzatore Alexander Sacharoff del 1909, L’albero rosso del 1910, o ancora La città dolente del 1930, oltre al corpus di 28 libretti contenente i disegni e gli schizzi di Marianne Werefkin.

La rassegna si completa con la sala dedicata alla Fondazione Richard e Uli Seewald, con 9 opere pittoriche del tedesco Richard Seewald che, negli anni difficili tra le due guerre mondiali, ha fatto della sua proprietà a Ronco sopra Ascona, la sua “Arcadia”, nel dedicarsi alla pittura, alla grafica e alla letteratura, immerso nella natura. Una natura che torna nei suoi dipinti, come paesaggio dell’anima, come luogo di silenzio profondo, fuori dal tempo e dallo spazio.


I COLORI DELLE EMOZIONI.
Opere dalla Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten, dalla Fondazione Marianne Werefkin e dalla Fondazione Richard e Uli Seewald
Ascona (Svizzera), Museo Comunale d’Arte Moderna (via Borgo 34)
14 ottobre 2023 – 7 gennaio 2024
 
Inaugurazione: venerdì 13 settembre 2023, ore 18.00
 
Orari:
martedì-sabato, 10.00 – 12.00; 14.00 – 17.00
Domenica, 10.30 – 12.30
Lunedì chiuso
 
Biglietti:
Intero, 10.00 fr.sv./euro
Ridotto, 7.00 fr.sv./euro (studenti, AVS, pensionati, gruppi)
Gratuito, giovani fino a 18 anni
 
Informazioni:
tel. +41 (0)91 759 81 40; museo@ascona.ch
 
Sito internet: www.museoascona.ch
 
Canali social:
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TikTok museocomunaleascona
 
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