Acquisite 8 opere di 3 artiste a favore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

LE NUOVE ACQUISIZIONI DELLA
FONDAZIONE PER L’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA CRT
AD ARTISSIMA 2023

Acquisite 8 opere d’arte di 3 artiste a favore del
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

Anche quest’anno la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT ha ampliato la sua collezione acquisendo, nel corso dell’edizione 2023 di Artissima8 nuove opere realizzate da 3 artiste, destinandole come sempre alla fruizione pubblica: importanti lavori di Steffani Jemison, Marwa Arsanios e Cemile Sahin confluiranno nella collezione permanente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
 
Da più di vent’anni la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, ente “art oriented” della Fondazione CRT, è uno dei partner principali della fiera internazionale di Artissima, che sostiene attraverso differenti contributi, il più rilevante riferibile alla campagna acquisizioni; questo nella ferma convinzione che Artissima rappresenti per la città di Torino un’opportunità straordinaria per confermare e consolidare il proprio ruolo sulla scena internazionale. Tanto che, per questa edizione 2023, la Fondazione ha deciso di incrementare lo storico fondo destinato alle acquisizioni a 200.000 euro, investiti nell’acquisto di opere per un valore commerciale di 281.200 euro.
 
“In occasione del trentesimo anno di Artissima, la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT conferma il proprio sostegno, incrementando a 200.000 euro il budget destinato alle acquisizioni in fiera. Le opere acquistate quest’anno sono state scelte attraverso un accurato processo di selezione, operato dal nuovo Comitato scientifico della Fondazione, in sinergia con i direttori e i capo curatori del Castello di Rivoli e della GAM. Le opere sono destinate ai due musei, allo scopo di arricchire le loro collezioni in coerenza con le rispettive strategie e programmazioni” commenta Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.
 
La Fondazione sostiene le gallerie e le artiste e gli artisti presenti in fiera attraverso l’acquisizione di opere, alimentando così una estesa collezione di lavori di arte contemporanea, oggi tra le più prestigiose: oltre 900 opere che spaziano dalla pittura alla scultura, dal video alla fotografia, dalle grandi installazioni agli NFT, realizzate da circa 300 artisti – per un investimento complessivo di oltre 40 milioni di euro. A conferma della mission della Fondazione, le opere che entrano a far parte della propria collezione vengono immediatamente rese disponibili alla collettività attraverso il comodato ai due Musei per le rispettive attività espositive e per i prestiti ad altre istituzioni, consentendo a Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e a GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea un continuo aggiornamento delle proprie esposizioni e un dialogo costante con i principali attori della scena artistica internazionale.
 
Presente ad Artissima per la prima volta il nuovo Comitato Scientifico della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRTHans Ulrich Obrist (Direttore artistico Serpentine Galleries, Londra), Susanne Pfeffer (Direttrice Museum MMK für Moderne Kunst, Francoforte), Suhanya Raffel (Direttrice Museum M Plus, Hong Kong), Manuel Segade Lodeiro (Direttore Museo Nacional de Arte Reina Sofía, Madrid) e Vicente Todolì (Direttore artistico Fondazione Pirelli Hangarbicocca, Milano). 
Da sempre organo consultivo della Fondazione in materia di acquisizioni, il Comitato ha partecipato alla scelta delle acquisizioni in fiera, in sinergia con i Direttori e i Capo Curatori del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, e selezionando opere che valorizzeranno ulteriormente il patrimonio artistico di entrambi i musei, centri di eccellenza piemontese e punti cardine nell’avvicinare all’arte un pubblico esteso ed eterogeneo, a livello locale, nazionale e internazionale. 
 
In merito alle acquisizioni il Comitato Scientifico della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT ha dichiarato: “Il nuovo Comitato Scientifico della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT si è riunito per la prima volta a Torino in occasione della Fiera Internazionale di Artissima. Siamo felici di poter lavorare con il Consiglio di Amministrazione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e con i nuovi Direttori del Castello di Rivoli (Francesco Manacorda) e della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (Chiara Bertola). Ci impegniamo sin d’ora, e nel corso dei prossimi anni, a contribuire alla definizione di una nuova traiettoria per la collezione CRT, affinché le opere d’arte in essa contenute possano riflettere la diversità e l’inclusione del nostro tempo“.


Opere acquisite a favore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

Steffani Jemison
Untitled (Same Time/Go Figure) (Senza titolo – Stesso tempo/Vai a capire), 2023
Stampa lenticolare; opera unica
200 x 354 x 5 cm
Galeria Madragoa
 
Steffani Jemison
Untitled (Same Time) (Senza titolo – Stesso tempo), 2023
Vetri trovati specchiati, carta, grafite; opera unica
21.6 x 45.7 cm
Galeria Madragoa
 
Steffani Jemison
Untitled (Same Time) (Senza titolo – Stesso tempo), 2023
Vetri trovati specchiati, carta, acrilico; opera unica
21.6 x 45.7 cm
Galeria Madragoa
 
Steffani Jemison
Untitled (Same Time) (Senza titolo – Stesso Tempo), 2023
Vetri trovati specchiati, carta, acrilico; opera unica
21.6 x 45.7 cm
Galeria Madragoa
 
Steffani Jemison
Untitled (Same Time) (Senza titolo – Stesso Tempo), 2023
Vetri trovati specchiati, carta, grafite; opera unica
21.6 x 45.7 cm
Galeria Madragoa
 
Marwa Arsanios
Who is Afraid of Ideology? Part I (Chi ha paura dell’ideologia? Parte I), 2017
Video digitale, colore, suono. Edizione di 5 + 2 AP
18 min 16 sec
mor charpentier
 
Marwa Arsanios
Untitled (Senza titolo), 2023
Serigrafia su tessuto; pezzo unico
400 x 200 cm
mor charpentier
 
Cemile Sahin
Simple things (Cose semplici), 2023
Video installazione HD singolo canale (colore, suono), 6 stampe UV su pannelli di vetro fluorescent a forma di cuore (87.5 x 80 cm ciascuno), carta da parati, tappeto
Esther Schipper


Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
Facebook | Twitter | Instagram

Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | tel. 011.9565209
 
Consulenza Stampa
Stilema | anna.gilardi@stilema-to.it | tel. 011.530066

È il momento del Futurismo. Mostre a Milano, Matera, Treviso e non solo

Fortunato Depero, Ritratto Psicologico dell’aviatore Azari, 1922, olio su tela, 137×93 cm Milano, Galleria Bottegantica, AEROPITTURA FUTURISTA

FUTURISMO. È il momento del revival

Mostre in corso a Matera, Treviso, Milano, Mamiano di Traversetolo dopo quelle di Otterlo, Padova, Fontanellato…

In Italia, ma non solo, è il momento del Futurismo e dintorni. In questi giorni a Matera, in Palazzo Lanfranchi, e a Treviso, al Museo Nazionale Collezione Salce, sono state aperte due importanti, ampie rassegne interamente riservate a nuovi studi sul Movimento. Sono l’effetto di un progetto condiviso tra il Museo nazionale di Matera, diretto da Annamaria Mauro, e la Direzione regionale Musei Veneto, diretta da Daniele Ferrara.

Matera, in Palazzo Lanfranchi sino al 10 gennaio 2024, si può ammirare l’ampia rassegna “Futurismo italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del movimento“, a cura di Massimo Duranti. Nell’esposizione materana è presente, tra le altre diverse opere, un fondamentale nucleo di manifesti futuristi concessi dal Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso.

Il Museo trevigiano, facente capo alla Direzione Regionale veneta, propone a sua volta un ricco focus sul tema del manifesto futurista, con il titolo “Futurismo di carta“. L’esposizione trevigiana, a cura di Elisabetta Pasqualin con la collaborazione di Sabina Collodel, si sviluppa nella sede del San Gaetano del Salce in due successivi momenti con altrettante mostre.  La prima, con la declinazione “Forme dell’avanguardia“, è aperta al San Gaetano sino al 25 febbraio 2024. A seguire, dal primo marzo al 30 giugno 2024, la seconda parte, contrassegnata dal sottotitolo “Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità“.

Milano, intanto, alla Galleria Bottegantica sino al 2 dicembre a essere protagonista di una rilevante monografica è “Aeropittura Futurista. L’avanguardia italiana tra Biennali e Quadriennali“. Con questa mostra, curata da Fabio Benzi, la Galleria Bottegantica torna a occuparsi di Futurismo, in particolare della “Aeropittura”. La rassegna si concentra sulla partecipazione dei futuristi alle Biennali di Venezia (1926-1942) e alle Quadriennali d’Arte Nazionale di Roma (1931-1943), proponendo una accurata selezione di opere pittoriche e scultoree, nella quasi totalità esposte nelle rassegne veneziane e romane. Tramite queste mostre, Filippo Tommaso Marinetti, alla guida del movimento, cercò di assicurare un riconoscimento ufficiale al Futurismo italiano e una sua definitiva consacrazione.

Gli anni giovanili di uno dei grandi protagonisti del Futurismo, Umberto Boccioni sono in mostra, sino al prossimo 10 dicembre, nella raffinata monografica “Boccioni. Prima del Futurismo“, proposta alla Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo, nel parmense. A cura di Virginia Baradel, Niccolò D’Agati, Francesco Parisi, Stefano Roffi. Con oltre cento opere, tra cui alcuni capolavori assoluti dell’artista, la mostra si sofferma sulla figura del giovane Boccioni e sugli anni della formazione affrontando i diversi momenti della sua attività, dalla primissima esperienza a Roma, a partire dal 1899, sino agli esiti pittorici immediatamente precedenti l’elaborazione del Manifesto dei pittori futuristi nella primavera del 1910. Un decennio cruciale in cui Boccioni sperimenta tecniche e stili alla ricerca di un linguaggio originale e attento agli stimoli delle nascenti avanguardie.

“Progetti diversi, tutti di qualità notevole, che confermano come e quanto un nuovo revival del Futurismo sia in corso, dopo quello degli anni intorno al centenario del 2009”. Ad affermarlo è il professor Massimo Duranti, curatore della mostra materana e studioso tra i maggiori del Futurismo.

“In questi mesi sono state, e sono, molte le mostre, in Italia e all’estero, sul Movimento Marinettiano: tra le più recenti, a Padova, “Futurismo 1910-1915. La nascita dell’avanguardia”; in Olanda “Marinetti en het futurisme” al Rijksmuseum twenthe, Enschede; “Futurism & Europe. The aesthetics of a new world”, Kroller museum, Otterlo; “Dall’alto. Aero-pittura futurista” al Labirinto della Masone a Fontanellato di Parma e altre ne sono annunciate in Italia e all’estero. 

Il nuovo revival dimostra, comunque, che tuttora questa avanguardia artistica non solo genera attenzione ma anche che molta dell’arte attuale è debitrice proprio del Futurismo e dei suoi assunti”.

Del ruolo rilevante del Futurismo è convinto assertore anche il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che nel presenziare all’inaugurazione della mostra di Matera ha dichiarato: “Il Futurismo, movimento che dall’Italia si affermò in tutto il mondo, seppe lasciare tracce a tinte forti anche nel Meridione nel segno di una sfida culturale al rinnovamento e alla creazione di una modernità. Ricostruire i passaggi a Sud di questi visionari delle avanguardie è una delle sfide vinte dagli organizzatori della mostra che hanno centrato innanzitutto l’obiettivo del recupero conoscitivo di questo fenomeno che ha contagiato tutte le discipline artistiche, lasciando un’eredità di pensiero e di creatività ancora attuale”.


Ufficio Stampa:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499
segreteria@studioesseci.net

Flavio Insinna a Matera con l’Orchestra Sinfonica di Matera ne Il borghese gentiluomo

Orchestra Sinfonica di Matera

L’ORCHESTRA SINFONICA DI MATERA

CON LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI FLAVIO INSINNA

PRESENTA IL BORGHESE GENTILUOMO

Il Maestro Rino Marrone dirige, domenica 5 novembre all’Auditorium Gervasio, la versione sinfonica sulle note di Strauss dell’omonima commedia di Molière. Con Insinna si esibiranno il soprano Nunzia De Falco e il mezzo soprano Gianna Racamato.

Nel 1999 a Bari andò in scena l’adattamento di Quirino Principe della Suite di Richard Strauss Il borghese gentiluomo, tratta dalla omonima commedia di Molière. Il critico musicale, musicologo, traduttore Principe calibrò i dialoghi e le parti narrative per la voce recitante di un autentico mattatore: Gigi Proietti. “Affidando all’attore – come scrive lo stesso Quirino Principe – occasionalmente, diversi ruoli, e confidando nella sua gamma di possibilità vocali, che egli domina con arte consumata”.

Il borghese gentiluomo, nella traduzione e adattamento scenico di Quirino Principe, torna in scena a Matera per la seconda stagione sinfonica della Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera (Fosm). E a ricoprire il ruolo che fu di Proietti il direttore artistico della Fosm Saverio Vizziello ha scelto Flavio Insinna allievo del grande e indimenticato attore.

Flavio Insinna

Domenica 5 novembre, con ingresso alle 20:30 e sipario alle 21, all’Auditorium del Conservatorio Egidio Romualdo Duni si terrà il concerto su musiche di scena da Il borghese gentiluomo di Richard Strauss. Con la partecipazione straordinaria di Flavio Insinna, voce recitante, e le parti cantate affidate al soprano Nunzia De Falco e al mezzo soprano Gianna Racamato. La partitura di Strauss è affidata all’Orchestra Sinfonica di Matera, diretta dal Maestro Rino Marrone già direttore del concerto del 1999.

La versione sinfonica sulle note di Strauss dell’omonima commedia di Molière racconta il sogno del borghese Monsieur Jourdain di divenire nobile, tra persone meschine e prive di vere qualità. Uno spettacolo che è organizzato e promosso in collaborazione con il Festival Duni ed è inserito nella Maratona Molière. Alla sua 24° edizione il Festival Duni offre al pubblico una intera giornata, quella di domenica 5 novembre, dedicata al “padre della lingua francese” Molière, al secolo Jean-Baptiste Poquelin, a 350 anni dalla sua morte. In programma al cineteatro Guerriri, dalle ore 11, l’allestimento inedito della regista Vania Cauzillo de Le Bourgeois gentilhomme comedie-ballet di Lully e Molière del 1670 con la coreografia curata da Marco Magrino e l’accompagnamento dell’Orchestra Barocca del Festival Duni diretta dal maestro Francesco D’Orazio. Nel pomeriggio, alle 17, il film del 1978 di Arianne Mnouchkine “Moliere”. Ulteriori informazioni sul programma e i biglietti per la Maratona Molière sul sito del Festival Duni https://festivalduni.it/

Gli ultimi biglietti disponibili (10 euro, ridotto studenti euro 5) per Il borghese gentiluomo sono in prevendita al Cineteatro Comunale Gerardo Guerrieri, in piazza Vittorio Veneto, 23 a Matera. La biglietteria è aperta tutti i giorni dalle 18 alle 21.

Il prossimo appuntamento della stagione autunnale della Fosm si terrà domenica 12 novembre all’Auditorium Raffaele Gervasio. L’Orchestra Sinfonica di Matera diretta da Francesco D’Orazio eseguirà musiche e arie d’opera di Antonio Vivaldi, con la voce del sopranista Niccolò Balducci. Il Progetto Vivaldi è realizzato in collaborazione con il Comune di Pomarico.

IL BORGHESE GENTILUOMO
In coproduzione con il Festival Duni
Nunzia De Falco – soprano; Gianna Racamato – mezzo soprano; Flavio Insinna – voce recitante
Musica di Richard Strauss, musiche di scena da Il borghese gentiluomo
ORCHESTRA SINFONICA DI MATERA
Direttore: Rino Marrone
Programma di sala:
“DeR BÜRGER ALS EDELMANN”
Komödie mit Tänzen von Molière di Hugo von Hoffmansthal
Musiche di Richard Strauss
Traduzione e adattamento scenico di Quirino Principe
1.Ouverture all’atto I
2. Entrata in scena di Jourdain
2a. Couplet di Jourdain
2b. Arietta soprano
3. Dialogo in musica soprano, mezzosoprano
4. Minuetto
5. Scena del maestro di scherma
6. Entrata e danza dei sarti
7. Finale dell’atto I
8. Preludio all’atto II
9. Entrata e scena di Cleonte
10. Intermezzo
11. Il pranzo
12. Courante (in forma di canone)
13. Finale dell’atto II


Sissi Ruggi
addetto stampa
della Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera – FOSM
e-mail ufficiostampa@orchestrasinfonicamatera.it

Pisa, Museo della Grafica – Inaugurazione della mostra “Sergei Tchoban. TOWERS” 

Il Museo della Grafica (Comune di Pisa, Università di Pisa)  è lieto di invitarvi all’inaugurazione della mostra 

Sergei Tchoban
TOWERS

Venerdì 10 novembre, ore 18:00

Per maggiori informazioni Cliccare il logo

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060 (62-67-59-70)
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it

Trieste: per celebrare le donne nelle arti, nella cultura e nella società contemporanea

Sabine Muller-Funk – ph credit @alice zorzin

Biennale Internazionale Donna

4° Esposizione internazionale d’Arte – BID23ART

“Respirare con il mondo / Breathing with the World” 

Trieste – Magazzino 26 – Porto Vecchio fino al 7 gennaio 2024

“La parola respiro evoca ritmi rigenerativi che sono finiti ma ciclici e incontri fisici che sono sensuali e a volte erotici; mentre “con il mondo” implica complesse interconnessioni che si estendono oltre i confini geopolitici che delimitano la nostra prospettiva antropocentrica, in un contesto di armonia e discordia”. Così la curatrice Eunice Tsang introduce il tema della Biennale Internazionale Donna 2023 nella sua 4° edizione dal titolo “Respirare con il mondo / Breathing with the World“, aperta al pubblico a Trieste, al Magazzino 26 del Porto Vecchio, con orari: giovedì 10 – 13 e 16 -19, venerdì 16 – 21, sabato, domenica e festivi 10 – 19 (costo biglietto intero 5 euro, ridotto 3 euro).

Realizzata dall’Associazione Biennale Internazionale Donna, in coorganizzazione con il Comune di Trieste e il supporto della Regione Friuli Venezia Giulia, BID23ART rappresenta un evento unico e di grande importanza per il panorama artistico e culturale, non solo a livello locale ma anche internazionale: i visitatori hanno l’opportunità di immergersi nell’arte contemporanea, scoprendo nuovi talenti e artiste affermate, lasciandosi ispirare dalle diverse prospettive e narrazioni. L’esposizione propone in mostra 40 opere, scelte tra le molte candidate da tutto il mondo e l’allestimento creaa un dialogo con lo spazio e con il tema, invitando i visitatori a riflettere sulle suggestioni proposte dalla curatrice.

 “BID23ART” – afferma la presidente dell’Associazione Biennale Internazionale Donna architetto Šeherzada Ahmetović – “offre una piattaforma per celebrare e promuovere il ruolo delle donne nelle arti, nella cultura e nella società contemporanea. Durante il periodo di apertura della mostra, saranno organizzati eventi collaterali, tra cui incontri con le artiste, performance, presentazioni, eventi musicali e intrattenimento, nonché momenti formativi dedicati alla promozione dell’arte e della cultura. La nostra missione è creare un contenitore mirato a promuovere il lavoro della donna sotto molteplici aspetti” – continua Šeherzada Ahmetović – ” e attraverso BID23ART, intendiamo creare un dialogo profondo tra l’arte contemporanea e il pubblico, stimolando riflessioni e connessioni che vanno al di là delle convenzioni”. 

“Trieste, da sempre crocevia di popoli e culture, città animata dall’ampio “respiro” del mare” – sottolinea  l’Assessore alle politiche della cultura e del turismo del Comune di Trieste Giorgio Rossi – “pare essere il luogo ideale per questa mostra che, evocando poeticamente il tema de l’élan vital (la percezione intuitiva dell’esperienza e il fluire del tempo interiore), vuole celebrare il potere creativo della trasformazione e la capacità dell’arte di esprimere la speranza nel futuro, indagando contemporaneamente le dimensioni dell’ambivalenza, della criticità e dell’incertezza”.

Nel contesto della sede della Biennale – il Porto Vecchio, un importante punto di riferimento della città che sta subendo una massiccia e complessa trasformazione – questa mostra cerca di immaginare la maschile e rumorosa vitalità del vecchio porto riempiendolo con una miriade di suoni e idee provenienti dalle 40 artiste. Tirando fuori le insidie e i cambiamenti delle correnti che sottendono alle tensioni transculturali di oggi, “Respirare con il Mondo” è un invito ad aprire le immaginazioni delle storie non scritte e dei sistemi matriarcali; a immergersi in lingue sconosciute che parlano di lavoro invisibile ed emotivo; e, ultimo ma non meno importante, a scoprire nuove modalità di cura e supporto per amici e estranei, non per respirare all’unisono, ma per concedersi reciprocamente lo spazio per respirare.

Il titolo dell’esposizione di BID23ART “Respirare con il mondo / Breathing with the World” si ispira a un’immagine poetica tratta da uno dei Sonetti a Orfeo (1923) di Rainer Maria Rilke, il quale indagando l’intima connessione tra la vita e l’arte nelle sue varie forme espressive, ha cercato di mostrare quanto il potere evocativo della poesia sia in grado di tramutare i problemi dell’esistenza e di giustificare la realtà.

Questa Biennale intende dunque esplorare, mediante un innovativo approccio olistico, le molteplici forme espressive con cui artiste contemporanee di diverse generazioni e contesti culturali interrogano il loro rapporto con il mondo – inteso nel suo senso più ampio – dove il mondo esterno, visibile, è strettamente intrecciato con quello interiore. 

Il “respiro”, soffio vitale, poesia dell’invisibile, metafora di un’incessante e inesauribile forza rigeneratrice e ispiratrice, suggerisce simbolicamente un movimento di apertura e di connessione con il mondo attraverso modalità inesplorate di penetrazione delle sue diverse dimensioni: quella spazio-temporale, quella socio-culturale e, soprattutto, quella naturale di cui fanno parte tutti gli esseri viventi, verso la quale il consueto sguardo esclusivamente antropocentrico deve aprirsi alla consapevolezza che noi esseri umani siamo solo una delle infinite forme di vita da rispettare.

La curatrice/artista Eunice Tsang
Eunice Tsang è una curatrice/artista con sede a Hong Kong. Ha fondato e cura Current Plans, uno spazio d’arte sperimentale che promuove il dialogo interdisciplinare attraverso l’organizzazione di mostre. Durante il suo periodo a Tai Kwun Contemporary, ha istituito la Biblioteca di Artist Books Asiatici, dove ha condotto ricerche e costruito una nuova collezione di pubblicazioni moderne e contemporanee dedicate agli artisti asiatici. Fa parte del team curatoriale che organizza l’annuale Booked Art Book Fair, in cui, per le ultime 5 edizioni, ha presentato esposizioni speciali in stretta collaborazione con gli artisti.

LE ARTISTE PROVENIENTI DA OLTRE DIECI PAESI
Asamer Ulrike Gmunden, Austria; Bachel Nora Vienna, Austria; Burgard-Kaser Beatrix Vienna, Austria; Buttazzoni Loreto Santiago, Chile; Capecci Savina Roma, Italia; Célin Jiang Paris, Francia; Centa Lučka Ljubljana, Slovenia; Cink Asta Vienna, Austria; Culetto Lea Trbovlje, Slovenia; d’Aprile Marie-José La Chaux de Fonds, Svizzera; de Eccher Riccarda Udine, Italia; Epp GabrieleVienna,  Austria;Faidiga Fabiola  Trieste, Italia; Fiabane Lidia Belluno, Italia; Gregorič Nabhas Nataša Sempeter pri Gorici, Slovenia; Gregorovich Nevia Trieste, Italia; Grilli Valentina Milano, Italia; Höller Barbara Vienna, Austria; Jazvic Paulina Zagreb, Croazia; Lau Hiu Tung Hong Kong, Cina; Leelee Chan Hong Kong, Cina; Middelmann Naomi Lausanne, Svizzera; Müller-Funk Sabine Munich, Germania; Oreskovic Lara Zagreb, Croazia; Patermo Bettina Modling, Austria; Pazzagli Francesca Cattolica, Italia; Ivana Putincanin Zug,Svizzera; Rosso Cicogna Caroline Eupen, Belgio; Sasaoka Yurik Osaka, Giappone; Tizian Chiara Vicenza, Italia; Vivoda Ana Rijeka, Croazia; Weinstein Daphna Tel Aviv, Israele.

GIURIA e PREMI

Sarà assegnato un premio per l’Opera d’Arte/Artista più votata dal pubblico. All’interno dell’esposizione sarà possibile esprimere la propria preferenza in forma anonima tramite un apposito box. Con questa iniziativa, si mira a promuovere una maggiore partecipazione e interesse da parte del pubblico e dei visitatori, aprendo un dialogo sull’arte in un contesto più democratico.

Il Premio sarà intitolato a Barbara Fornasir, socia fondatrice e architetto delle prime edizioni che ha investito il suo impegno nell’apertura del Porto Vecchio verso la città di Trieste. 

La cerimonia di premiazione del premio – sostenuto e consegnato da ENAIP FVG – si terrà a dicembre 2023 al Magazzino 26.

PARTNER E SPONSOR

BID23ART è realizzata dall’Associazione Biennale Internazionale Donna, in coorganizzazione con il Comune di Trieste e il supporto della Regione Friuli Venezia Giulia, grazie al sostegno degli sponsor BBC Venezia Giulia, ENAIP FVG, Blasini Caffè by Antica Tostatura Triestina, Speranza Assicurazioni, Borgo delle Rose e dei partner Rosso Srl, La Contrada e iMagazine e con la collaborazione del Ministero della Cultura e Italia Nostra, nonché di Donatori ed Enti e Istituzioni internazionali.


Media relations e ufficio stampa
Aps comunicazione 040410910 / Federica Zar 3482337014 zar@apscom.it
Francesca Carmellino francesca@bid.trieste.it
Link alla cartella stampa digitale: https://shorturl.at/BJPUX
 
La Biennale Internazionale Donna è online sui canali social:
facebook: /BID23ART
https://www.instagram.com/biennale_internazionale_donna/
www.bid.trieste.it
Hashtag ufficiale: #BID23ART 

Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Editoria: “Anita, una storia romantica” è il nuovo romanzo di Margherita Cucco

Margherita Cucco fa il suo ritorno con una narrazione avvincente e coinvolgente, con il romanzo “Anita, una storia romantica”.
Preparatevi per un viaggio nell’universo creativo dell’autrice, che questa volta tratta un tema impegnato e delicato.

Trama

Esther Bodmeier, un’anziana ebrea che risiede in Italia dalla fine della Seconda guerra mondiale, affida la sua storia a un manoscritto.
A quattordici anni, nel 1942, viene catturata insieme ai genitori e caricata su un treno per la Germania.
Durante il tragitto Esther riesce a fuggire e si apre per lei la possibilità di sopravvivere assumendo un’identità ariana, quella di Anita Koch.
Aiutata da un pastore protestante, trova un rifugio e un lavoro nella tenuta di Tannerhof, proprietà del Freiherr von Tanner, un nobiluomo quarantenne alquanto misterioso.
I due, accomunati dalla passione per i libri e la cultura, a poco a poco imparano a conoscersi.
Nasce un sentimento profondo, tanto più intenso in quanto inconfessato e quasi inconsapevole: un amore impossibile, che però cambierà per sempre la vita di entrambi.

Biografia dell’autrice Margherita Cucco

Margherita Cucco

Margherita Cucco ha iniziato a scrivere al termine di una lunga carriera di insegnante liceale.

Con Robin Edizioni ha pubblicato i seguenti romanzi storici:

E i romanzi polizieschi:

Inoltre, la trilogia dedicata a Tim Bergling/Avicii (2018-2021):

Il romanzo “Anita, una storia romantica” di Margherita Cucco è pubblicato da Robin Edizioni, per la sezione Robin&Sons.


Sara Bontempi
Redattrice editoriale 

Travel Blogger: https://www.iriseperiplotravel.com
Staff Radio Nord Borealis: https://www.radionordborealis.it/ 
Facebook
Instagram
Twitter

GIOTTO | FONTANA. Lo spazio d’oro al MAN di Nuoro

GIOTTO | FONTANA. Lo spazio d’oro

MAN_ Museo d’arte della Provincia di Nuoro

24 novembre 2023 – 3 marzo 2024

Da un’idea di Chiara Gatti

testi scientifici a cura di
Andrea Nante, Direttore del Museo Diocesano di Padova

Paolo Campiglio, Professore di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Pavia

in collaborazione con Mart, Rovereto e Fondazione Giorgio Cini, Venezia

Il museo MAN di Nuoro presenta un progetto inedito dedicato a un dialogo ideale fra passato e presente, fra classico e contemporaneo, in linea con una filosofia espositiva che da anni conduce riflessioni sull’eterno ritorno di temi universali nell’arte di tutti i tempi. Dopo le grandi mostre già riservate ad Alberto Giacometti e l’arcaico (in collaborazione con la Fondazione Giacometti di Zurigo) o Picasso e il mito, nella serie celeberrima delle incisioni per la Suite Vollard, il MAN intende indagare il nesso che, a distanza di secoli, collega la ricerca spaziale di Lucio Fontana con il valore dello spazio nelle composizione di Giotto, unitamente alla presenza fortemente simbolica del colore oro nella sua reificazione dell’infinito e dell’altrove.

Nella tradizione pittorica bizantina e in quella medievale occidentale, viene progressivamente meno la volontà di rappresentare uno spazio reale e tridimensionale. Il fondo oro di mosaici e tavole dipinte offre infatti una rilucenza profonda e vibrante e conferisce alla composizione pittorica, per lo più sacra, un’aura di religiosità e mistero, atta a sancire il legame indissolubile tra arte e fede.

Il dipinto è un’icona da adorare e assume un valore simbolico, alludendo a valori eterni e trascendenti. L’oro non è colore, ma simbolo divino, esalta le figure, ieratiche e bidimensionali, senza umanizzarle, le astrae dal contesto reale, isolandole nel tempo e nello spazio e le pone entro rigidi schemi fissi, annullando ogni consuetudine e ogni rapporto con la quotidianità: nessuna espressione e movimento, nessun paesaggio familiare, nessun edificio riconoscibile, nessun riscontro con il vissuto.

Un nuovo senso della realtà e dello spazio, vero e profondo, emerge nell’arte medievale grazie alla personalità di Giotto (1267 ca.-1337), che già i contemporanei lodavano poiché «rimutò l’arte di greco in latino e la ridusse al moderno», come scrisse Cennino Cennini nel suo Libro dell’Arte.

Lo spazio sacro e dorato, bidimensionale e trascendente, cortina di luce che isola dal mondo esterno della tradizione precedente, viene “bucato” da Giotto, alla ricerca di una terza dimensione, profonda e reale. Il fondo oro diventa cielo vero, atmosferico, lucente e terso nelle giornate di primavera, illuminato dalla luce della luna e delle stelle (e persino delle comete) nella notte buia.

Giotto scopre come la pittura possa raffigurare ciò che l’occhio vede, comprese la possibilità dell’illusione, meravigliosamente sperimentate per la prima volta nei due celebri finti coretti della cappella degli Scrovegni di Padova. Qui, all’inizio del Trecento, ancor prima dell’invenzione della prospettiva rinascimentale, Giotto introduce l’idea del trompe-l’oil, della pittura capace di trasformare lo spazio e creare ambienti illusionistici. Uno spazio senza figure e in cui – senza preavviso – irrompe il mondo esterno. I due fini vani, vuoti, potrebbero animarsi da un momento all’altro di cantori. E, dalla bifora gotica, si potrebbero vedere le rondini volteggiare nell’aria, dalla gronda della vicina chiesa degli Eremitani, come scrive Roberto Longhi nel 1952.

Giotto spazioso” è la definizione che il grande critico suggeriva per questo nuovo modo di pensare alla pittura, spiegando, a proposito della cappella padovana, che «per chi, ora, si collochi al centro del pavimento della cappella, e cioè nel luogo più adatto ad abbracciare con un solo sguardo la parete in cui si apre l’abside, torna sùbito chiaro, palmare, sensibile fino all’illusione che i due finti vani “bucano” il muro, mirano ad intervenire nell’architettura stessa del sacello. All’effetto di veridica illusione convengono le due volte gotiche concorrendo ad un solo centro che è sull’asse della chiesa e cioè nella profondità ‘reale’, esistenziale dell’abside; conviene la luce interna che, partendo dal centro, si diffonde inversamente nei due vani, persino sulle colonnine e sugli stipiti delle due bifore; conviene la luce esterna di celo che colma l’apertura delle bifore stesse: non di un oltremarino “astratto”, ma di un azzurro biavo, che si accompagna a quello (vero) fuor delle finestre dell’abside».

Ma anche nei fondi oro – pensiamo alla giovanile Madonna di Borgo san Lorenzo e a quella di San Giorgio alla Costa o alla più tarda Maestà di Ognissanti – il cielo metafisico non è più infinito e, al tempo stesso indefinito, bensì fisico e reale. Le figure sono robuste come sculture e nel fondo, pur dorato, circola l’aria. Concorrono all’introduzione della realtà nella pittura l’uso della luce, di cui Giotto individua sempre la fonte, che modella i volumi, occupa lo spazio rendendolo plausibile e ‘naturale’. Abitabile. Concorrono le intuizioni con cui il maestro coglie le relazioni tra luce e colore (il colore muta, a seconda del variare della luce, non solo di intensità ma di qualità), il suo approccio inedito alla quotidianità della vita, nella resa curiosa di espressioni, oggetti, e della natura, come un obiettivo spalancato nuovamente sulla realtà, in ogni suo aspetto, dai più sacrali ai più umili, riproposto nella verità degli spazi architettonici e paesistici. Proprio in questa riappropriazione della realtà, al di là degli schemi della tradizione, la vita, lo spazio, l’uomo e i suoi sentimenti tornano a essere protagonisti della pittura.

Un approccio vivo e rivoluzionario attuale anche per la pittura moderna e contemporanea, che tanto debito nutre nei confronti del suo pensiero. «Le condizioni fondamentali nell’arte moderna sono chiaramente evidenti nel XIII secolo, in cui inizia la rappresentazione dello spazio», scriveva Lucio Fontana nel suo «Manifiesto Blanco» del 1946. Con l’artista di Santa Fè, lo spazio nuovo e illusorio di Giotto si trasforma infatti in uno spazio realmente tridimensionale. La luce che lo attraversa rende palpabile il principio della soglia, dell’affaccio, del luogo di confine fra visibile e invisibile, secondo altresì l’antico concetto di iconostasi che Fontana rilegge nella sintesi radicale del suo gesto. La luce irrompe dunque in uno spazio mentale rendendolo improvvisamente percorribile. È proprio la stessa luce che, nei fondi oro del Trecento – così come analizzata fra le pagine de Le porte regali di Pavel Florenskij – vedeva una materializzazione dell’immateriale e che ha poi attraversato i “concetti spaziali” di Lucio Fontana, accarezzandone sabbie, pietre, pezzi di vetro e foglie d’oro. Una luce dilagante e calda, ma generata da un atto pittorico.

Il dialogo proposto in mostra fra una preziosa tavola di Giotto – i Due apostoli della Fondazione Giorgio Cini di Venezia – e un Concetto spaziale di Fontana del MART di Rovereto – attinge, oltre che alle speculazioni di Florenskij, a una lunga letteratura concentrata su corsi e ricorsi di quella magnifica ossessione della pittura per la rappresentazione dell’assoluto, affrontata scientificamente da grandi studiosi, fra cui Georges Bataille, Lionello Venturi, Jean-Paul Sartre, Michael Baxandall, Jean Servier, Luigi Carluccio. Una tensione verso l’infinito e il trascendente accomuna antichi e contemporanei e rende il dialogo fra Giotto e Fontana significativo e puntuale nel senso di un affondo esemplificativo, minimalista quanto intenso, fra le pieghe di questo tema di studio dell’arte universale. La pittura delle icone presuppone, non a caso, una metafisica delle immagini e della luce che nel Novecento trova eredi sensibili. Ed è a questa metafisica che autori come Wildt, Carrà, Casorati e poi Melotti e Fontana, oltre a maestri internazionali del calibro di Rothko o Yves Klein, hanno guardato, rivolgendosi persino all’uso dell’oro come veicolo verso l’astratto, verso il sacro, oltre le “porte regali” dell’iconòstasi, al di là del margine fra mondo visibile e il mondo invisibile, «luogo dove si manifesta una pittura sublime – per citare Florenskij – in cui le cose sono “prodotti della luce”». «Scoprire il Cosmo – ripeteva, non per nulla, Lucio Fontana – è scoprire una nuova dimensione. È scoprire l’Infinito. Così, bucando questa tela – che è la base di tutta la pittura – ho creato una dimensione infinita».


GIOTTO FONTANA. Lo spazio d’oro
una produzione MAN, Nuoro
da un’idea di Chiara Gatti
testi scientifici a cura di
Andrea Nante e Paolo Campiglio, Serena Colombo e Chiara Gatti
Coordinamento di Rita Moro
 
date: 24 novembre 2023 – 3 marzo 2024
Inaugurazione: 24 novembre 2023 ore 19
Catalogo bilingue ita/en: Interlinea edizioni
 
Ufficio Stampa
STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Via San Mattia 16, 35121 Padova
Tel. +39.049.663499
referente Simone Raddi, simone@studioesseci.net
www.studioesseci.net

MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro
Via Sebastiano Satta 27 – 08100 Nuoro
Tel. +39.0784.252110
Orario: 10:00 – 20:00 (Lunedì chiuso)
info@museoman.it

Reggio Emilia: A Palazzo Magnani: Marionette e Avanguardia. Picasso · Depero · Klee · Sarzi

Enrico Prampolini, Dieci burattini futuristi, 1922, Gabriele D’Annunzio; Benito Mussolini ; don Sturzo; Dina Galli; Re Vittorio Emanuele III; Il diavolo; Il fascismo; Il Mondo; Giovanni Giolitti; Francesco Saverio Nitti
Legno dipinto e tessuto, dimensioni varie. Collezione privata

MARIONETTE  E  AVANGUARDIA
PICASSO DEPERO KLEE SARZI

Reggio Emilia, Palazzo Magnani

17 novembre 2023 – 17 marzo 2024

Quella proposta dalla Fondazione Palazzo Magnani a Reggio Emilia, dal 17 novembre 2023 al 17 marzo 2024, è una mostra-spettacolo assolutamente originale, nel senso che una mostra così in Italia non si è mai vista. E nemmeno all’estero.
Ad andare in scena sarà “Marionette e Avanguardia. Picasso · Depero · Klee · Sarzi“, coordinata da James Bradburne, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani.

L’esposizione si sviluppa attorno al concetto di “quarta parete”, ovvero la capacità di coinvolgimento emotivo che fa di uno spettacolo ben riuscito una realtà capace di immergere lo spettatore nella storia messa in scena. Quando una marionetta o un burattino rompe la quarta parete, conquista la fiducia del pubblico, dando allo spettacolo il potere di sfumare la divisione tra palcoscenico e mondo, tra arte e vita.

A capirlo bene sono stati quegli artisti – protagonisti del mondo dell’Arte e del Teatro di figura – che, piuttosto che liquidare le marionette e i burattini (in inglese si usa per entrambi il termine puppets) come semplici giochi per bambini, hanno preso sul serio il loro entusiasmo e anzi, hanno guardato al “gioco creativo” come a una fonte di ispirazione estetica per cercare nuove modalità di espressione visiva. La nozione stessa di “bambino” come distinto dall’adulto si è manifestata in vari modi nel corso del Novecento e ha stimolato alcuni artisti a sfruttare il potenziale educativo del “teatro di figura”, spesso apparentemente legato ai bambini, per creare un mondo migliore e migliorare i cittadini in un momento cruciale del loro sviluppo.

Mentre alcuni artisti vedevano il potenziale delle marionette e dei burattini per immaginare un mondo migliore, i satirici usavano spettacoli trasgressivi e pungenti per attaccare l’establishment politico. Rivolgendosi a un pubblico adulto e attingendo a una solida tradizione di satira politica del “teatro di figura”, i burattini, in particolare, sono stati usati anche per criticare le condizioni politiche e sociali. La miniatura di un burattino, infatti, lo rende un portavoce sicuro per una protesta a voce alta, perché la sua mordacità è mitigata dalla carineria. Chi potrebbe essere infastidito da un puppet? I burattini dicono la verità al potere in un modo in cui gli attori teatrali tradizionali non possono mai farlo.

A Palazzo Magnani ad accogliere i visitatori saranno i costumi a grandezza naturale disegnati da Pablo Picasso per Parade, balletto coreografico che i Ballets russes di Sergej Djaghilev portarono in scena a Parigi nel 1917.

Poi una folla di puppets: le marionette (manipolate dall’alto) e i burattini (manipolati dal basso), dagli esemplari più antichi, come i Pulcinella o gli Arlecchino della Commedia dell’Arte, a quelli di Otello Sarzi, reggiano di adozione, realizzati con materiali sperimentali.

Due palcoscenici (a simulare una baracca e un castelet) allestiti nelle sale a piano terra, consentiranno a tutti i visitatori di cimentarsi con il “teatro di figura”. Grazie alla collaborazione con la Compagnia marionettistica Carlo Colla di Milano e l’Associazione 5T di Reggio Emilia, un ricco programma di micro-spettacoli/performance, interpretati da professionisti del “teatro di figura”, animerà i fine settimana per tutta la durata della mostra. Vedendoli all’opera c’è da chiedersi: “Le marionette e i burattini vanno in paradiso quando muoiono?”, domanda del tutto naturale, collocandosi i puppets in una zona grigia, tra creature viventi e oggetti inanimati.

Alcuni protagonisti dell’Arte si sono “appropriati” e cimentati in questa forma d’arte per la loro qualità di incantesimo e ambiguità. I registi come mezzo per sostituire gli attori. Il sogno di dare vita agli oggetti e le conseguenze della loro autonomia hanno affascinato scrittori e artisti da Collodi a Capek, ma anche tanti artisti italiani come i futuristi Enrico Prampolini e Fortunato Depero: le marionette esprimevano un’estetica macchinica, erano astratte e, dopo la devastazione della Prima guerra mondiale, catturavano la triste realtà dei soldati di ritorno amputati e mutilati, come illustrato da Sironi, Carrà e De Chirico.

Fino alla fine degli anni Venti, Vienna era una delle capitali culturali europee e, insieme a Berlino, una fucina di creatività nell’arte, nel teatro, nella musica, nella filosofia e nelle scienze.

Alla fine del XIX secolo, sull’onda dell’orientalismo, le classiche marionette giavanesi cominciarono ad apparire sulle scene europee. L’artista e illustratore austriaco Richard Teschner, in particolare, sviluppò l’arte della marionetta a bastone fino a raggiungere un punto culminante, che influenzò artisti da Parigi a Mosca. A raccontarlo in mostra la sezione “Sogni dell’Estremo Oriente – Espressionismo viennese”.

Model after El Lissitzky ‘The Gravediggers’, 1923 Construction by Henry Milner, 2009 Legno, metallo, plexiglass e acrilico.
Van Abbemuseum

Grazie alla riscoperta da parte di Oskar Schlemmer del classico di Kleist Sul teatro delle marionette (1810), le marionette, i giocattoli e i giochi per bambini divennero un elemento centrale della pratica del Bauhaus nella Weimar degli anni Venti: Paul Klee, Andor Weininger, Lothar Schreyer, Sophie Täuber Arp e Oskar Schlemmer.

L’indagine si sposta quindi sull’avanguardia russa con “Le marionette e la Rivoluzione”. Quando Lenin e la moglie Natalia Krupskaya decisero di combattere l’analfabetismo e di formare il nuovo cittadino sovietico, capirono che l’uso delle marionette era l’ideale e, lavorando con artisti, architetti e scrittori di primo piano, figure come Natalia Sats, Samuil Marshak, El Lissitzky, Aleksandra Ekster, Nina Efimova, hanno sperimentato nuove forme di teatro per bambini.

L’esposizione si completa con un omaggio a Otello Sarzi (Vigasio, VR 1922 – Reggio Emilia 2001) grazie alla stretta collaborazione con la Fondazione Famiglia Sarzi. Nato da una tradizione di burattinai che durava da generazioni, Otello fu dal 1951 un giovane aiutante della compagnia itinerante di famiglia che, nel tempo, entrò in contatto con alcuni dei protagonisti della scena artistica, teatrale e cinematografica italiana dell’epoca.  

Nel 1957, a Roma, Otello inizia la sua opera creativa e innovativa con il “T.S.B.M.” Teatro sperimentale burattini e marionette, intrattenendo importanti collaborazioni, mettendo in scena testi di Brecht (Un uomo è un uomo), Garcia Lorca (Il teatrino di Don Cristobal) e Arrabal (Pic-nic) e realizzando, con tecniche innovative, anche figure molto grandi. Ne è un esempio la figura gigante di carta realizzata da Otello Sarzi per lo spettacolo Mavra di Igor Stravinskij rappresentato al Festival “Due Mondi” di Spoleto nel 1984.

La compagnia intraprende tournée anche all’estero e, nel 1969, si stabilisce presso Reggio Emilia, alternando presenze nazionali, europee e internazionali. Frequenti sono le collaborazioni con la televisione italiana. Numerosi i suoi spettacoli di rilievo, spesso anche tecnicamente molto complessi, ambiziosi e sempre caratterizzati da un forte impegno culturale e un’esplicita consapevolezza politica. Otello Sarzi rappresenta, in Italia, uno dei momenti più alti e importanti del “teatro di figura” nel secondo dopoguerra.

Ritengo che l’obiettivo principale della mostra sia quello di aprire uno spazio dell’immaginazione in cui un bastone possa tornare a essere un cavallo, un drago o un flauto“, chiosa James Bradburne, che della mostra è il coordinatore scientifico.

Questa proposta assolutamente originale rappresenta un altro bel traguardo raggiunto da Palazzo Magnani nel segno non soltanto della qualità artistica, ma anche di una grande attenzione a due tratti distintivi della nostra comunità: l’estro, il genio e la fantasia del nostro territorio, qui testimoniati dalle opere di Otello Sarzi, e il sistema educativo, un’altra nostra eccellenza, pure protagonista di questo progetto“, dice il Presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni.

“Una mostra davvero unica – aggiunge l’Assessora alla cultura e al marketing territoriale del Comune di Reggio Emilia, Annalisa Rabitti – che parla di marionette e burattini come un mondo artistico, scoprendolo nel percorso dei grandi nomi dell’arte del Novecento come Picasso, Depero, Klee e mette in relazione questi grandissimi con Otello Sarzi, una figura poetica che ha segnato la storia artistica ed educativa di Reggio Emilia.  Questa, infatti, diventa un’occasione per valorizzare il nostro patrimonio cittadino e metterlo in connessione con il patrimonio internazionale del “teatro di figura”. Una mostra sognante, Marionette e Avanguardia parlerà un linguaggio trasversale, tanto ai bambini quanto al mondo degli adulti, che anche grazie a laboratori e incontri collaterali alla mostra, sarà l’occasione per far riemergere la parte più bella di noi adulti, la meraviglia tutta infantile che le marionette e i burattini sanno evocare”.

Rossella Cantoni, la Presidente della Fondazione Famiglia Sarzi, racconta: “Nel 2022, anno del centenario della nascita di Otello Sarzi, avevamo proposto alla Fondazione Palazzo Magnani una mostra che rendesse omaggio alla portata innovativa del lavoro dell’artista burattinaio. Successivamente la scelta compiuta dalla Fondazione Magnani e da James Bradburne, ha allargato molto gli orizzonti e gli obiettivi, accogliendo il nome di Otello Sarzi accanto ai prestigiosi Picasso, Depero, Klee, Teschner. Questa scelta ci rende pieni d’orgoglio per il riconoscimento alla grande creatività, alla tecnica rappresentativa e all’impegno sociale espressi da Otello Sarzi nei tanti decenni di vita e di lavoro espressi nella nostra Reggio Emilia“.

Dopo il lavoro svolto con le mostre “What a Wonderful World” e “L’arte inquieta. L’urgenza della creazione”, con questo progetto espositivo – dice Davide Zanichelli, Direttore della Fondazione Palazzo Magnani – la Fondazione prosegue nel suo progetto di valorizzazione del patrimonio locale, ponendolo in dialogo con i grandi movimenti artistici europei. La mostra sarà anche l’occasione per riscoprire una parte importante della vocazione educativa della nostra città, quando personaggi straordinari si trovarono a lavorare fianco a fianco, sperimentando e innovando.”

Arricchiranno la mostra una serie di attività collaterali – visite guidate, conferenze, attività formative e didattiche per scuole di ogni ordine e grado, corsi di aggiornamento per insegnanti – progettati e realizzati dal Dipartimento didattico della Fondazione Palazzo Magnani in collaborazione con Fondazione Reggio Children Fondazione Famiglia Sarzi; eventi esclusivi per aziende nonché progetti speciali per soggetti con fragilità in collaborazione con FCR – Farmacie Comunali Riunite (progetto Reggio Emilia Città senza Barriere), ASP Reggio Emilia Città delle persone, Consorzio Oscar Romero (progetto Strade), AUSL di Reggio Emilia, con l’obiettivo di parlare a diversi pubblici, nella consapevolezza che l’arte, fruita e praticata, sia la strada maestra per coniugare sviluppo individuale e coesione sociale.

La mostra sarà, inoltre, l’occasione per stimolare riflessioni attraverso una serie di incontri pubblici su tematiche storico-artistiche ma anche di stretta attualità.

Se da un lato verrà approfondito il contesto storico dei movimenti e dei protagonisti della mostra, così cole la dimensione pedagogica del burattino in alcune delle grandi tradizioni europee, fino alle sperimentazioni degli anni Settanta e Ottanta del Novecento che hanno fatto di Reggio Emilia una delle capitali mondiali della ricerca in ambito educativo, dall’altro l’attenzione sarà portata su alcuni aspetti meno noti del teatro di figura: il tema dell’embodiment e del doppio, da un punto di vista filosofico, psicologico e sanitario, fino agli automi, agli avatar digitali e all’intelligenza artificiale. Valeria BizzariPiero Corbella, Fulvio De Nigris, Emilio Ferrario, Martina Mazzotta, Nicoletta Misler, Valentina Parisi, Moreno Pigoni, Mauro Sarzi sono solo alcuni dei nomi di rilievo che ci accompagneranno in questo viaggio meraviglioso.


Ufficio stampa: Studio ESSECI di Sergio Campagnolo s.a.s.
Simone Raddi, tel. 049.66.34.99; simone@studioesseci.net

Ufficio stampa Fondazione Palazzo Magnani
Stefania Palazzo, tel. 0522.444409; s.palazzo@palazzomagnani.it

Roma: ETICHA. Il diritto/dovere all’estetica anche durante le cure

ETICHA
Il diritto/dovere all’estetica anche durante le cure 

15 novembre 2023
Roma – Domus Circo Massimo 

Torna l’appuntamento con il Calendario Tricostarc, per il 2024 alla sua settima edizione. Il progetto si chiama “Eticha” ed è un’iniziativa di sensibilizzazione alla Tricologia Solidale come supporto alla qualità di vita delle/dei pazienti che affrontano i trattamenti di cura, condiviso fin dai suoi esordi da Tricostarc Onlus con la Fondazione Prometeus.
La presentazione di ETICHA a Roma, mercoledì 15 novembre alle ore 19.30, presso la Domus Circo Massimo in Via dei Cerchi 89.

Eticha: un’etica tricologica, che allude al diritto all’estetica anche nel dolore, quale contributo a superarlo, per sé e per chi ci circonda, e al dovere di garantirla da parte degli operatori sanitari che trattano il dolore.  Un calendario, dodici mesi. Ma dodici mesi raccontati dalle immagini di donne insieme alle quali Tricostarc combatte la difficile gestione di uno tra i più temuti effetti collaterali del farmaco chemioterapico: la caduta dei capelli, una nudità dura da affrontare in un momento in cui la parte identitaria e di riconoscimento di sé cede spesso il passo alla paura del futuro e al rifiuto.

Gli scatti della VIIa edizione sono del fotografo Gianmarco Chieregato, che con il suo talento ha saputo dipingere di rosa la dimensione dello spazio femminile. Le parrucche indossate dalle inedite “modelle” sono state realizzate anche grazie al gesto d’amore delle e dei sempre più numerosi aderenti al progetto di donazione capelli “Hair Smile”.

La tricologia solidale, in ambito oncologico e per altre patologie, è una strada che Tricostarc percorre da oltre dodici anni – accanto ad altri percorsi, in sinergia con le istituzioni politiche e le strutture sanitarie, per la tutela del benessere psico-fisico delle e dei pazienti affetti da patologie tricologiche –, attraverso la Tricostarc Onlus e la collaborazione con la Fondazione Prometeus.

Una storia di consapevolezza e impegno che attraverso un oggetto semplice e quotidiano come un Calendario, entra anno dopo anno in sempre più case e viene sempre più conosciuta.    Una iniziativa, quella del 15 novembre, di indubbio valore sociale, che merita la più ampia condivisione, perché contribuisce a diffondere consapevolezza che le/i pazienti devono essere incoraggiati ed aiutati a rimanere innanzitutto sé stessi: persone.


L’evento avrà inizio alle ore 19.30. Registrazione dalle ore 19.00.
Per ACCREDITI-STAMPA, informazioni e materiali: ufficiostampa.tricostarc@gmail.com

Ufficio Stampa ETICHA
Donatella Gimigliano
Diana Daneluz
e-mail: ufficiostampa.tricostarc@gmail.com

Rocca di Umbertide PG: Leonella Masella. Dei in terra – studio per inferno

Il viaggio di Avatar, 2013, stampa e tecnica mista su PVC, 245×295 cm

Leonella Masella 
Dei in terra – studio per inferno

A cura di Enzo Francesco Testa
Testi critici di Helia Hamedani e Annamaria Corbi

Inaugurazione 12 novembre 2023 ore 11.30

Rocca di Umbertide – Centro per l’Arte Contemporanea 
Via Guidalotti 14 – Umbertide (PG)

Fino al 3 dicembre 2023

Il giorno 12 novembre 2023 alle ore 11.30, presso gli spazi della Rocca di Umbertide – Centro per l’Arte Contemporanea, si inaugura la mostra Dei in terra – studio per inferno di Leonella Masella a cura di Enzo Francesco Testa, con i testi critici di Helia Hamedani e Annamaria Corbi e i testi in catalogo di Ferruccio Ulivi, Carla Guidi, Annamaria Corbi, Marina DeCataldo, Adelinda Allegretti, Silvia Litardi, Simona Antonacci, Helia Hamedani, Laura De Luca.

Il progetto espositivo si avvale del patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Umbertide, del Comune di Santa Maria Tiberina, del Comune di Città di Castello e de La Casa degli Artisti di Perugia

Come scrive Helia Hamedani: <<La mostra personale di Leonella Masella presenta una vasta raccolta delle opere dell’artista degli ultimi decenni. Le opere dell’esposizione parlano di guerre e migrazioni, della trasformazione delle città e dei labirinti nel tempo spazio. La poetica del lavoro dell’artista è complessa e stratificata come la sua esperienza vissuta da curiosa viaggiatrice e responsabile essere umano nel mondo contemporaneo. […] Ispirandosi, già da tanti anni, a William Morris, Leonella riflette sul processo di sviluppo nell’epoca moderna e le conseguenze dell’industrializzazione. Nasce da qui anche la sua riflessione sul problema dei rifiuti, tanto che per denunciare la perdita di creatività e la dignità dell’essere umano come lavoratore, usa i rifiuti industriali come materia del suo lavoro artistico. Così, per guidarci verso le altre possibilità, creare dei mondi immaginari tra finzione e realtà>>.

E continua ancora Hamedani: <<Questa mostra racconta le storie dell’evoluzione dell’uomo moderno ma anche le possibilità della salvezza che Masella con la sua vivace fantasia e a volte con saporito umorismo, ci dimostra attraverso molteplici linguaggi. Queste opere, nonostante testimonino le complesse atrocità del mondo attuale, aprono altre finestre alla consapevolezza umana>>. Infatti vi è in esse, come delinea Annamaria Corbi nel suo testo Il Paradiso non era possibile, <<il senso di solitudine che riposa nei paesaggi di tante aree metropolitane contemporanee; vi è adombrato un sentimento, di per sé contraddittorio, quasi di amore e repulsione, per una scienza che, con le sue tecnologie avanzate, ischeletrisce, e quasi denuda di ogni vitalità, le grandi conquiste avvenute in passato, lasciando a vista un futuro onirico, lo spettro di una realtà chimerica […] Leonella Masella mette in campo la convinzione del coesistere nell’arte contemporanea di tante realtà che, seppur diverse, sono compatibili le une alle altre, affacciate tutte su un orizzonte che, a tratti, seppur si oscura, incessantemente, risorge novello a indicare nuove vie e nuove esperienze>>. 

Fontana di Marco, Antonio, installazione per il Mercato Esquilino, 2021, ferro, legno, cartone, policarbonato, metacrilato, plastiche varie di scarto, viti,  fil di ferro, luci al led, 365x210x210 cm

Leonella Masella – Note biografiche

Leonella Masella. Nata a Taranto, trascorre l’infanzia e l’adolescenza fra Italia e varie località estere in Europa, Asia, ed Estremo Oriente. Si laurea in Scienze politiche e lavora per le Nazioni Unite in paesi difficili come Mozambico, Sudan, Cambogia, Angola, a stretto contatto con i drammatici problemi di popolazioni in lotta non tanto per lo sviluppo quanto per la stessa sopravvivenza. Dal 1990 al 1995 ha vissuto e lavorato in Namibia dove nel 1993 ha iniziato la sua formazione accademica in materia artistica conseguendo nel 2001 il Diploma di Laurea Triennale in Arti Visive e Storia dell’Arte (Intermediate Degree Certificate) presso la Facoltà dell’Università del Sudafrica, Pretoria (UNISA). Dal 1989 al 2000 segue corsi di tecniche di incisione e stampa, di pittura e disegno in Italia e all’estero. Nel 2003 vince il Premio della Critica al Concorso Internazionale ESPOARTE, ARTEAM, Albissola Marina (SV) Nel 2014 il Premio della Critica alla Biennale d’Arte Contemporanea Anagni- Frosinone (FR). Tra le mostre recenti: 2022 Fontane – installazione permanente sulla Terrazza del Nuovo Mercato Trionfale, Roma;  2021 Stati d’Arte V Edizione collettiva Villa Fidelia, Spello (PG); 2021 Maker Faire Rome, The Europea Edition (IX Edizione) – Gazometro Ostiense, Roma; 2021 Drap Art, Barcellona, Spagna; 2021 Riscarti Festival, Terrazza del Nuovo Mercato Trionfale, Roma; 2021 Miami New Media Festival (MNMF) DorCAM Doral Contemporary Art Museum, Miami, Florida, USA; 2021 Hortus conclusus – Museo diffuso Acqualagna (PU); 2020 I Edizione Festival del tempo – Sermoneta, LT; 2019 Miami New Media Festival (MNMF) DorCAM Doral Contemporary Art Museum, Miami, Florida, USA 2019 Macro Asilo 22-23 ottobre, Roma; 2018 Stend/Art – 27 Stendardi d’artista sotto i Portici di Piazza Vittorio, Roma- collettiva di Arco di Gallieno; 2018 Bestiario – Nuovo Mercato Esquilino, Padiglione Merci varie, Roma; 2017 Fontane al Mercato Esquilino Piazzetta Centrale del Nuovo Mercato Esquilino per il Natale di Roma. (www.leonellamasella.com)


INFO

Leonella Masella
Dei in terra – studio per inferno
A cura di Enzo Francesco Testa
Testi critici di Helia Hamedani e Annamaria Corbi
Testi in catalogo di Ferruccio Ulivi, Carla Guidi, Annamaria Corbi, Marina DeCataldo, Adelinda Allegretti, Silvia Litardi, Simona Antonacci, Helia Hamedani, Laura De Luca
Con il patrocinio di: Regione Umbria, Comune di Umbertide, Comune di Santa Maria Tiberina, Comune di Città di Castello, La Casa degli Artisti di Perugia
Thanks to: Bar Centrale, Gardenumbria, Rasagnolo

Inaugurazione 12 novembre 2023 ore 11.30

Rocca di Umbertide – Centro per l’Arte Contemporanea
Via Guidalotti 14 – Umbertide (PG)
Fino al 3 dicembre 2023
Orari: martedì 16.30 – 18.30, mercoledì 10.30-12.30, giovedì 16.30-17.30, venerdì, sabato, domenica 10.30-12.30 / 16.30-18.30; lunedì chiuso – ingresso libero e gratuito

Ufficio stampa
Roberta Melasecca –
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
tel 349 494 5612 – roberta.melasecca@gmail.cominfo@melaseccapressoffice.it