La civetta era figlia di un fornaio – Chi l’ha detto?

È il personaggio di Ofelia (Shakespeare, Hamlet, a. IV, sc. 5) che ricorda questa storia: «They say, the owl was a baker’s daughter» (dicono che la civetta era figlia di un fornaio), alludendo alla leggenda, tuttora viva nella contea di Glocester, secondo la quale Gesù entrò un giorno nella bottega di un fornaio, chiedendo per carità un poco di pane. La padrona che stava lavorando la pasta, ne levò un pezzo e lo pose nel forno, dicendo di attendere il tempo che fosse cotto. Sua figlia, invece, rimproverandola della sua prodigalità, lo tolse dal forno, rimettendone soltanto la metà. Questa, cuocendo, crebbe prodigiosamente, per cui la giovane, meravigliata, prese ad esclamare: «Huh! huh! huh!». Il buffo grido rammentò a Gesù la civetta, e questo bastò perché la ragazza fosse in un attimo tramutata in civetta. Il motto si ripete per pungere l’egoismo delle persone poco generose.


The owl was a baker’s daughter.

— Shakespeare

Per il mese di agosto, sotto l’ombrellone, vi proponiamo un gioco, quello della citazione. Ha scritto bene, di recente, Aldo Grasso sul Corriere della Sera: «La citazione è insieme lo strumento e la nota dominante della società della sostituzione: in un’epoca dove tutto è già stato detto e visto non ci resta che procedere nella combinazione di nuove figure, assemblando spezzoni di frasi e sequenze. Trasformando la citazione in stornamento. Uno degli aspetti più seducenti della moderna storia delle idee è la loro perenne mobilità, la loro incessante trasformazione». Noi vorremmo trasformare la semplice citazione nel gioco del “Chi lo ha detto”. Fate la citazione e poi chiedete di contestualizzarne autore e senso. Un tempo questo era un passatempo praticato nei salotti, quest’anno proponetelo in spiaggia. Per farci da guida ci siamo rivolti a Giuseppe Fumagalli, che di libri ne maneggiava quotidianamente, essendo un bibliotecario, il quale amava anche scrivere. Nel nostro caso abbiamo fatto riferimento ad un suo libro: Chi l’ha detto? Come l’autore ha specificato in premessa, «contiene una copiosa scelta di citazioni da classici nazionali e stranieri, da prosatori e poeti e di frasi storiche, ossia di frasi dette in determinate circostanze da personaggi noti, e rimaste famose per ragioni diverse». Noi proviamo a scegliere le citazioni, voi provate a giocare.

Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata – Chi l’ha detto?

È frase proverbiale che trae origine molto probabilmente dalle parole di Tito Livio : «Dum ea Romani parant consultantque, iam Saguntum summa vi oppugnabatur» (Hist., lib. XXI, cap. 7) che con parole nostre significa: “Mentre i Romani preparavano e discutevano quelle cose, intanto Sagunto era espugnata con enorme violenza”. In questo passo lo storico latino narra il caso di Sagunto, città forte della Spagna Tarraconense (ora Morviedro nel Regno di Valenza), alleata dei Romani, che cinta d’assedio da Annibale nell’anno 218 a. C. chiese soccorso a Roma; ma, mentre i Romani perdevano tempo a mandare inutili ambascerie a Cartagine e in Spagna, e di rimando erano tenuti a bada con parole dagli astuti Cartaginesi, la misera città, cessata ogni resistenza, cadeva in potere del nemico. Lo stesso accade a chi indugia con vari dubbi e indecisioni, frapponendo discorsi anziché agire con risoluzione.

Un proverbio francese esprime il medesimo concetto utilizzando un’immagine molto efficace: «Il faut qu’une porte soit ouverte ou fermée», cioè a dire che “una porta deve essere o aperta oppure chiusa”.


Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur.

Tito Livio

Per il mese di agosto, sotto l’ombrellone, vi proponiamo un gioco, quello della citazione. Ha scritto bene, di recente, Aldo Grasso sul Corriere della Sera: «La citazione è insieme lo strumento e la nota dominante della società della sostituzione: in un’epoca dove tutto è già stato detto e visto non ci resta che procedere nella combinazione di nuove figure, assemblando spezzoni di frasi e sequenze. Trasformando la citazione in stornamento. Uno degli aspetti più seducenti della moderna storia delle idee è la loro perenne mobilità, la loro incessante trasformazione». Noi vorremmo trasformare la semplice citazione nel gioco del “Chi lo ha detto”. Fate la citazione e poi chiedete di contestualizzarne autore e senso. Un tempo questo era un passatempo praticato nei salotti, quest’anno proponetelo in spiaggia. Per farci da guida ci siamo rivolti a Giuseppe Fumagalli, che di libri ne maneggiava quotidianamente, essendo un bibliotecario, il quale amava anche scrivere. Nel nostro caso abbiamo fatto riferimento ad un suo libro: Chi l’ha detto? Come l’autore ha specificato in premessa, «contiene una copiosa scelta di citazioni da classici nazionali e stranieri, da prosatori e poeti e di frasi storiche, ossia di frasi dette in determinate circostanze da personaggi noti, e rimaste famose per ragioni diverse». Noi proviamo a scegliere le citazioni, voi provate a giocare.

Non fare ad altri quello che non vuoi sia fatto a te – Chi l’ha detto?

Elio Lamprìdio, scrittore latino (forse sec. 4º d. C.), nella Vita di Alessandro Severo (cap. 50) racconta che questo imperatore ripeteva spesso ad alta voce tale aforisma, imparato dai Cristiani. Lo faceva gridare pubblicamente dal banditore ogni volta che occorresse punire qualcuno, e l’amava tanto che ordinò si scolpisse nel palazzo imperiale e nei pubblici edifici. Le origini dell’aforisma sono senza dubbio da cercarsi nel versetto biblico Quod ab alio oderis fieri tibi, vide ne tu aliquando alteri facias (Libro di Tobia, cap. IV. v. 16), che tradotto dice: “Quello che tu non vuoi che altri faccia a te, guardati da non farlo mai agli altri”.


Quod tibi fieri non vis, alteri ne feceris.

— Alessandro Severo

Per il mese di agosto, sotto l’ombrellone, vi proponiamo un gioco, quello della citazione. Ha scritto bene, di recente, Aldo Grasso sul Corriere della Sera: «La citazione è insieme lo strumento e la nota dominante della società della sostituzione: in un’epoca dove tutto è già stato detto e visto non ci resta che procedere nella combinazione di nuove figure, assemblando spezzoni di frasi e sequenze. Trasformando la citazione in stornamento. Uno degli aspetti più seducenti della moderna storia delle idee è la loro perenne mobilità, la loro incessante trasformazione». Noi vorremmo trasformare la semplice citazione nel gioco del “Chi lo ha detto”. Fate la citazione e poi chiedete di contestualizzarne autore e senso. Un tempo questo era un passatempo praticato nei salotti, quest’anno proponetelo in spiaggia. Per farci da guida ci siamo rivolti a Giuseppe Fumagalli, che di libri ne maneggiava quotidianamente, essendo un bibliotecario, il quale amava anche scrivere. Nel nostro caso abbiamo fatto riferimento ad un suo libro: Chi l’ha detto? Come l’autore ha specificato in premessa, «contiene una copiosa scelta di citazioni da classici nazionali e stranieri, da prosatori e poeti e di frasi storiche, ossia di frasi dette in determinate circostanze da personaggi noti, e rimaste famose per ragioni diverse». Noi proviamo a scegliere le citazioni, voi provate a giocare.

Lasciate fare, lasciate passare! – Chi l’ha detto?

Queste parole divennero il grido di guerra dei libero-scambisti e sono attribuite a Jean Claude de Gournay, ministro del Commercio in Francia nel 1751, che in questa massima (Laissez faire, laissez passer!) riassunse le dottrine fisiocratiche dell’economista Quesnay e avrebbe con essa dato un’interpretazione più larga e scientifica alla frase già detta da Legendre a Colbert : Laissez-nous faire. Gournay soleva ripetere tali parole ad ogni occasione, ma non le scrisse mai in nessuna pagina dei suoi lavori. Le parole divennero popolari soltanto dopo che Adam Smith le citò nella sua opera principale (pubblicata nel 1776): An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations, conosciuta in Italia col titolo La ricchezza delle nazioni e per esteso Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni.


Laissez faire, laissez passer!

Jean Claude de Gournay

Per il mese di agosto, sotto l’ombrellone, vi proponiamo un gioco, quello della citazione. Ha scritto bene, di recente, Aldo Grasso sul Corriere della Sera: «La citazione è insieme lo strumento e la nota dominante della società della sostituzione: in un’epoca dove tutto è già stato detto e visto non ci resta che procedere nella combinazione di nuove figure, assemblando spezzoni di frasi e sequenze. Trasformando la citazione in stornamento. Uno degli aspetti più seducenti della moderna storia delle idee è la loro perenne mobilità, la loro incessante trasformazione». Noi vorremmo trasformare la semplice citazione nel gioco del “Chi lo ha detto”. Fate la citazione e poi chiedete di contestualizzarne autore e senso. Un tempo questo era un passatempo praticato nei salotti, quest’anno proponetelo in spiaggia. Per farci da guida ci siamo rivolti a Giuseppe Fumagalli, che di libri ne maneggiava quotidianamente, essendo un bibliotecario, il quale amava anche scrivere. Nel nostro caso abbiamo fatto riferimento ad un suo libro: Chi l’ha detto? Come l’autore ha specificato in premessa, «contiene una copiosa scelta di citazioni da classici nazionali e stranieri, da prosatori e poeti e di frasi storiche, ossia di frasi dette in determinate circostanze da personaggi noti, e rimaste famose per ragioni diverse». Noi proviamo a scegliere le citazioni, voi provate a giocare.

L’uomo giusto al posto giusto – Chi l’ha detto?

Per chiunque voglia darsi ad una professione qualsiasi, il miglior consiglio è quello di cercare di uniformarsi al dettato inglese: The right man in the right place ovvero “L’uomo giusto al posto giusto”, come dire al posto che meglio gli si addice.
A torto alcuni attribuiscono il detto a Shakespeare, altri vogliono che sia di origine più recente, trovandolo in un discorso pronunziato da Sir Austen H. Layard alla Camera dei Comuni (del Regno Unito) il 15 gennaio 1855 : «I have always believed that success would be the inevitable result if the two services, the army and the navy, had fair play, and if we sent the right man to fill the right place» cioè “Ho sempre creduto che il successo sarebbe un risultato certo se i due servizi, l’esercito e la marina, avessero il giusto rispetto delle regole (fair play) e se mandassimo l’uomo giusto ad occupare il posto giusto” (Hansard’s Parliamentary Debates). L’uomo, che occupa una posizione, ha il dovere di rispettarla. Il termine “posizione” sta per “posto difeso”, non importa se tale posizione sia umile o elevata, perché si è stati chiamati a difendere quel posto in virtù delle proprie capacità naturali e della educazione acquisita.


The right man in the right place.

Sir Austen H. Layard

Per il mese di agosto, sotto l’ombrellone, vi proponiamo un gioco, quello della citazione. Ha scritto bene, di recente, Aldo Grasso sul Corriere della Sera: «La citazione è insieme lo strumento e la nota dominante della società della sostituzione: in un’epoca dove tutto è già stato detto e visto non ci resta che procedere nella combinazione di nuove figure, assemblando spezzoni di frasi e sequenze. Trasformando la citazione in stornamento. Uno degli aspetti più seducenti della moderna storia delle idee è la loro perenne mobilità, la loro incessante trasformazione». Noi vorremmo trasformare la semplice citazione nel gioco del “Chi lo ha detto”. Fate la citazione e poi chiedete di contestualizzarne autore e senso. Un tempo questo era un passatempo praticato nei salotti, quest’anno proponetelo in spiaggia. Per farci da guida ci siamo rivolti a Giuseppe Fumagalli, che di libri ne maneggiava quotidianamente, essendo un bibliotecario, il quale amava anche scrivere. Nel nostro caso abbiamo fatto riferimento ad un suo libro: Chi l’ha detto? Come l’autore ha specificato in premessa, «contiene una copiosa scelta di citazioni da classici nazionali e stranieri, da prosatori e poeti e di frasi storiche, ossia di frasi dette in determinate circostanze da personaggi noti, e rimaste famose per ragioni diverse». Noi proviamo a scegliere le citazioni, voi provate a giocare.

Paganini non replica – Chi l’ha detto?

Un sovrano, non ancora costituzionale, re Carlo Felice, trovandosi nel 1825 al regio teatro del Falcone di Genova ad assistere a un concerto di Paganini, udito un pezzo che aveva indotto tutti al delirio, mandò un dignitario di corte in palcoscenico per pregare l’artista di replicare alcuni movimenti. Dinanzi alla richiesta del sovrano il re del violino rispose: «Paganini non replica!».
La risposta, in verità, aveva una sua logica, motivata dal fatto che certi pezzi erano degli improvvisi, e per questo impossibili a ripetersi. Tuttavia, la scontrosa reazione del musicista gli valse, per un biennio, l’espulsione dagli Stati di Sua Maestà. Altri raccontano la stessa versione dell’aneddoto, ma a differenza ambientando il racconto al Teatro Carignano di Torino nel 1818. Dimostrazione di come le vulgate siano facili ad essere trasformate, raccontate e trasformate ancora.


Paganini non replica.

Paganini

Per il mese di agosto, sotto l’ombrellone, vi proponiamo un gioco, quello della citazione. Ha scritto bene, di recente, Aldo Grasso sul Corriere della Sera: «La citazione è insieme lo strumento e la nota dominante della società della sostituzione: in un’epoca dove tutto è già stato detto e visto non ci resta che procedere nella combinazione di nuove figure, assemblando spezzoni di frasi e sequenze. Trasformando la citazione in stornamento. Uno degli aspetti più seducenti della moderna storia delle idee è la loro perenne mobilità, la loro incessante trasformazione». Noi vorremmo trasformare la semplice citazione nel gioco del “Chi lo ha detto”. Fate la citazione e poi chiedete di contestualizzarne autore e senso. Un tempo questo era un passatempo praticato nei salotti, quest’anno proponetelo in spiaggia. Per farci da guida ci siamo rivolti a Giuseppe Fumagalli, che di libri ne maneggiava quotidianamente, essendo un bibliotecario, il quale amava anche scrivere. Nel nostro caso abbiamo fatto riferimento ad un suo libro: Chi l’ha detto? Come l’autore ha specificato in premessa, «contiene una copiosa scelta di citazioni da classici nazionali e stranieri, da prosatori e poeti e di frasi storiche, ossia di frasi dette in determinate circostanze da personaggi noti, e rimaste famose per ragioni diverse». Noi proviamo a scegliere le citazioni, voi provate a giocare.

Temo i Danai e i doni che portano – Chi l’ha detto?

L’inganno e la diffidenza sono bene scolpiti da Virgilio nel verso: Timeo Danaos et dona ferentes (Eneide, lib. II. v. 49). I Danai – da Danao, leggendario re di Argo – erano i soldati provenienti da Argo descritti da Omero, e in questo caso anche Virgilio, autori che nelle loro opere usarono tale voce per designare tutti i Greci. Il verso del poeta latino, “Temo i Danai e i doni che portano”, ammonisce perciò di guardarsi le spalle dalle persone false, anche quando benevolmente offrono doni. Il cavallo di Troia, vi ricorda qualcosa?


Timeo Danaos et dona ferentes.

Virgilio (Eneide)

Per il mese di agosto, sotto l’ombrellone, vi proponiamo un gioco, quello della citazione. Ha scritto bene, di recente, Aldo Grasso sul Corriere della Sera: «La citazione è insieme lo strumento e la nota dominante della società della sostituzione: in un’epoca dove tutto è già stato detto e visto non ci resta che procedere nella combinazione di nuove figure, assemblando spezzoni di frasi e sequenze. Trasformando la citazione in stornamento. Uno degli aspetti più seducenti della moderna storia delle idee è la loro perenne mobilità, la loro incessante trasformazione». Noi vorremmo trasformare la semplice citazione nel gioco del “Chi lo ha detto”. Fate la citazione e poi chiedete di contestualizzarne autore e senso. Un tempo questo era un passatempo praticato nei salotti, quest’anno proponetelo in spiaggia. Per farci da guida ci siamo rivolti a Giuseppe Fumagalli, che di libri ne maneggiava quotidianamente, essendo un bibliotecario, il quale amava anche scrivere. Nel nostro caso abbiamo fatto riferimento ad un suo libro: Chi l’ha detto? Come l’autore ha specificato in premessa, «contiene una copiosa scelta di citazioni da classici nazionali e stranieri, da prosatori e poeti e di frasi storiche, ossia di frasi dette in determinate circostanze da personaggi noti, e rimaste famose per ragioni diverse». Noi proviamo a scegliere le citazioni, voi provate a giocare.

Nell’incedere apparve veramente dea – Chi l’ha detto?

Questo è un verso dal primo libro dell’Eneide di Virgilio, che inizia con una terribile burrasca, tanto forte da mettere in pericolo la nave di Enea, il quale invoca pietà agli dèi. Finalmente Eolo richiama i suoi venti e i troiani possono prendere terra in quella parte d’Africa, dove la regina Didone sta costruendo la città di Cartagine. Qui Enea riconosce sua madre, Venere, intervenuta presso Zeus, perché i marinai si salvassero dalle acque tempestose. Gli compare nelle vesti di una giovinetta che nel portamento rivela la sua natura divina, perché Vera incessu patuit dea (Nell’incedere apparve veramente dea). Non procede, come i mortali, movendo un piede dopo l’altro, ma come gli dèi, quasi senza toccar terra, come se aleggiasse. Quando Venere scompare, Enea e i compagni sono avvolti da una nube e senza ostacoli riusciranno ad entrare nel palazzo di Didone, che li accoglierà pregandoli di raccontare ogni vicenda patita. Narra Virgilio che tutti tacquero e i loro occhi fissarono il volto di Enea: «Mi chiedi, regina, di rinnovare il ricordo di un inesprimibile dolore, come i Danai distrussero la potenza troiana e lo sventurato regno e quale infelicissima sventura io stesso vidi e di cui fui gran parte…».


Vera incessu patuit dea.

Virgilio (Eneide)

Per il mese di agosto, sotto l’ombrellone, vi proponiamo un gioco, quello della citazione. Ha scritto bene, di recente, Aldo Grasso sul Corriere della Sera: «La citazione è insieme lo strumento e la nota dominante della società della sostituzione: in un’epoca dove tutto è già stato detto e visto non ci resta che procedere nella combinazione di nuove figure, assemblando spezzoni di frasi e sequenze. Trasformando la citazione in stornamento. Uno degli aspetti più seducenti della moderna storia delle idee è la loro perenne mobilità, la loro incessante trasformazione». Noi vorremmo trasformare la semplice citazione nel gioco del “Chi lo ha detto”. Fate la citazione e poi chiedete di contestualizzarne autore e senso. Un tempo questo era un passatempo praticato nei salotti, quest’anno proponetelo in spiaggia. Per farci da guida ci siamo rivolti a Giuseppe Fumagalli, che di libri ne maneggiava quotidianamente, essendo un bibliotecario, il quale amava anche scrivere. Nel nostro caso abbiamo fatto riferimento ad un suo libro: Chi l’ha detto? Come l’autore ha specificato in premessa, «contiene una copiosa scelta di citazioni da classici nazionali e stranieri, da prosatori e poeti e di frasi storiche, ossia di frasi dette in determinate circostanze da personaggi noti, e rimaste famose per ragioni diverse». Noi proviamo a scegliere le citazioni, voi provate a giocare.

Nessun giorno senza una linea – Chi l’ha detto?

Secondo la giusta autorevolezza di Plinio il Vecchio (Hist. Nat., lib. XXXV, cap. 36, § 12), il detto trae origine dal pittore greco Apelle, il quale non lasciava passare giorno senza tirare almeno una linea, per tenersi sempre in esercizio nell’arte in cui divenne eccellente. Occorre però considerare che il testo di Plinio conferma come già da tempo antico esistesse un proverbio similare, pur non trascrivendo il testo preciso. Ecco le parole di Plinio: «Apelli fuit alioqui perpetua consuetudo, numquam tam occupatum diem agendi, ut non lineam ducendo exerceret artem; quod ab eo in proverbium venit». Che tradotto suona così: «Del resto Apelle ebbe la continua abitudine di non trascorrere mai un giorno, talmente preso da altri impegni, da non esercitare l’arte tirando almeno una linea, fatto che da lui divenne proverbiale».

Plinio prosegue raccontando un aneddoto simpatico. Il pittore usava esporre ai passanti le sue opere finite, sul marciapiede del suo studio. Lui in persona si nascondeva dietro a un grande quadro per ascoltare i difetti che venivano indicati. Riteneva infatti che la gente comune sapesse giudicare più scrupolosamente di lui. Si racconta che una volta fu criticato da un calzolaio, perché aveva rappresentato dei sandali con pochi occhielli per far passare i lacci. Il giorno dopo, lo stesso calzolaio, fiero per la correzione apportata grazie alla sua precedente osservazione, cavillò intorno al modo in cui aveva disegnato, dopo il piede, la gamba, ma Apelle indignato uscì fuori dal suo nascondiglio, intimando al calzolaio di non allargarsi troppo e di limitarsi a giudicare i soli sandali.

L’aneddoto continua, ricordando di quella volta che pure Alessandro Magno, che spesso veniva in laboratorio a fargli visita, aveva preso a dissertare su molte cose senza averne la giusta competenza. Così il pittore gli consigliò cortesemente il silenzio, dal momento che persino i ragazzini, che pestavano e preparavano i colori dei suoi dipinti, lo deridevano alle spalle. Da parte nostra potremmo aggiungere di conoscere molte persone che traducono il motto Nulla dies sine linea, con troppo grande libertà. Non dimenticano mai, ogni giorno, di dire assurdità.


Nulla dies sine linea.

Plinio il Vecchio

Per il mese di agosto, sotto l’ombrellone, vi proponiamo un gioco, quello della citazione. Ha scritto bene, di recente, Aldo Grasso sul Corriere della Sera: «La citazione è insieme lo strumento e la nota dominante della società della sostituzione: in un’epoca dove tutto è già stato detto e visto non ci resta che procedere nella combinazione di nuove figure, assemblando spezzoni di frasi e sequenze. Trasformando la citazione in stornamento. Uno degli aspetti più seducenti della moderna storia delle idee è la loro perenne mobilità, la loro incessante trasformazione». Noi vorremmo trasformare la semplice citazione nel gioco del “Chi lo ha detto”. Fate la citazione e poi chiedete di contestualizzarne autore e senso. Un tempo questo era un passatempo praticato nei salotti, quest’anno proponetelo in spiaggia. Per farci da guida ci siamo rivolti a Giuseppe Fumagalli, che di libri ne maneggiava quotidianamente, essendo un bibliotecario, il quale amava anche scrivere. Nel nostro caso abbiamo fatto riferimento ad un suo libro: Chi l’ha detto? Come l’autore ha specificato in premessa, «contiene una copiosa scelta di citazioni da classici nazionali e stranieri, da prosatori e poeti e di frasi storiche, ossia di frasi dette in determinate circostanze da personaggi noti, e rimaste famose per ragioni diverse». Noi proviamo a scegliere le citazioni, voi provate a giocare.

La fortuna aiuta i forti – Chi l’ha detto?

È una frase di Terenzio (Phormio a. I. sc. 4, v. 203), che al suo tempo era già un proverbio antico, come afferma Cicerone nelle Tusculane (II, 4, lI). Con altre parole troviamo l’espressione Audaces fortuna iuvat (il destino favorisce chi osa) tradotta col motto La fortuna aiuta gli audaci. Nell’Eneide di Virgilio, (lib. X, dopo il verso 283), si trova l’emistichio (cioè un verso incompleto) Audentes fortuna iuvat, che fu quindi completato con le note parole timidosque repellit (… e rigetta i timidi). Nell’uso, poi, il dettato prese la forma notata più sopra, non solo perché la parola audaces era più facile a memorizzarsi, per la somiglianza con la voce analoga delle lingue neolatine, ma anche per affinità col verso di Ovidio (dall’Ars amatoria. I, v. 608): Audacem Forsque Venusque juvant (Fortuna e amore favoriscono gli audaci).


Fortes fortuna adjuvat.

— Terenzio

Per il mese di agosto, sotto l’ombrellone, vi proponiamo un gioco, quello della citazione. Ha scritto bene, di recente, Aldo Grasso sul Corriere della Sera: «La citazione è insieme lo strumento e la nota dominante della società della sostituzione: in un’epoca dove tutto è già stato detto e visto non ci resta che procedere nella combinazione di nuove figure, assemblando spezzoni di frasi e sequenze. Trasformando la citazione in stornamento. Uno degli aspetti più seducenti della moderna storia delle idee è la loro perenne mobilità, la loro incessante trasformazione». Noi vorremmo trasformare la semplice citazione nel gioco del “Chi lo ha detto”. Fate la citazione e poi chiedete di contestualizzarne autore e senso. Un tempo questo era un passatempo praticato nei salotti, quest’anno proponetelo in spiaggia. Per farci da guida ci siamo rivolti a Giuseppe Fumagalli, che di libri ne maneggiava quotidianamente, essendo un bibliotecario, il quale amava anche scrivere. Nel nostro caso abbiamo fatto riferimento ad un suo libro: Chi l’ha detto? Come l’autore ha specificato in premessa, «contiene una copiosa scelta di citazioni da classici nazionali e stranieri, da prosatori e poeti e di frasi storiche, ossia di frasi dette in determinate circostanze da personaggi noti, e rimaste famose per ragioni diverse». Noi proviamo a scegliere le citazioni, voi provate a giocare.