Un Nobel alla Design Week guest di Marco Nereo Rotelli in “Door is Love”

Da segnalare il progetto dell’artista/architetto di fama internazionale Marco Nereo Rotelli che stupirà con le sue metafore e le installazioni. Dopo la “Gondola Poetica” dello scorso anno sul tema ambientale (che trasportava rifiuti raccolti dai sommozzatori nella Laguna di Venezia), questa volta ci presenta un vero carro armato collocato all’interno del Cortile d’Onore Università degli Studi di Milano ed un Portale dorato gigantesco (1040 x 480 cm), che disarmerà il mezzo per dire stop alle guerre!

Love’sDoor, Render
Ever in Art presenta la nuova  installazione dell’artista
Marco Nereo Rotelli “Door is Love”
presso la Design WeeMilano – FuoriSalone24 – INTERNI CROSS VISION
Apertura Fuori Salone lun 15 Aprile dalle ore 10,00
interverrà il Premio Nobel per la Pace, il prof. Riccardo Valentini.
Cortile d’Onore Università degli Studi di Milano – 15-28 aprile  – Via Festa del perdono, 7 – Milano – orari 10/24 tutti i giorni

“Door is Love” è un progetto di Marco Nereo Rotelli che “apre un varco” verso un mondo senza guerre. L’opera consiste in un grande Portale d’Oro, allestito nel Cortile d’Onore dell’Università degli Studi di Milano, formato da una serie limitata di porte incise con versi poetici sui concetti dell’amore, che si fondono con un carro armato dipinto di blu.

“L’installazione di Rotelli vuole essere un paradosso, una provocazione, dove arte e design si uniscono per portare un messaggio di pace”, sottolinea Celia Stefania Centonze, partner di Ever in Art, società che ha prodotto il concept. “Sulla soglia, spazio reale e metaforico, si svolge infatti una metamorfosi: il portale diventa un varco, un luogo di passaggio verso un mondo migliore, dove l’amore vince la guerra, vince su tutto”. 

“Un luogo di luce, simbolo di accesso ad una dimensione ulteriore. Sulla soglia si s/volge la metamorfosi tra reale e visione. Un carro armato bloccato, di blu dipinto, non più espressione di guerra ma un carro a(r)mato, trasformato dall’arte. In un opera di Botticelli, Marte, dio della Guerra, è addormentato e disarmato, mentre Venere è sveglia e vigile. Il significato dell’immagine è che l’amore vince la guerra o l’amore vince tutto. Questo il senso dell’opera, questo la visione: le porte sono qui pensate come ingressi ad un mondo nuovo. E ‘ una chiamata alle Arti affinché la bellezza si opponga al male. Lo obbliga al confronto e nel confronto lo costringe al cambiamento . Per questo le porte come sirene parlano e il carro armato non è più una rude macchina da guerra ma un oggetto sopraffatto da un esteticaCosì dipinto di blu, il colore dell’infinito è un’altra cosa. E ‘ un oggetto surreale che ad altro fa pensare anche tra mondi opposti”  – Marco Nereo Rotelli

All’inaugurazione dell’installazione di Rotelli (ore 18 del 17/04) interverrà il Premio Nobel per la Pace, il Prof. Riccardo Valentini, che dichiara: La pace per me rappresenta non solo il rapporto equilibrato tra gli uomini, ma soprattutto dell’uomo con l’ecosistema. L’essere umano ha interrotto il proprio rapporto sano con il pianeta. In questo squilibrio la guerra è anche distruzione di ambienti naturali. Quando la natura e l’ambiente in cui viviamo saranno completamente compromessi, non ci sarà più bisogno di fare guerre, poiché non ci sarà più nulla da distruggere, non ci sarà più acqua, ne terra, ne aria.

Una soluzione concreta  potrebbe essere di cedere al più presto il potere alle nuove generazioni. Le guerre le decidono le persone anziane che vivono in un mondo sbagliato, fatto di armi, di sangue.  Sono convinto che il sentimento delle nuove generazioni sia più aperto alla socialità e alla comprensione delle diversità”. 

Nasce una linea dedicata di porte d’autore La collaborazione tra Bertolotto “porte d’autore”, Ever in Art e Marco Nereo Rotelli, celebrata con l’installazione “Door is Love” alla Milano Design Week 2024, darà presto origine ad un’edizione speciale di porte d’autore: una collezione esclusiva di 14 porte che riporteranno l’inconfondibile cifra stilistica di Marco Nereo Rotelli, con versi poetici e messaggi di pace su differenti laccature, in un’inedita gamma di colorazioni. Ogni porta dell’edizione “Door is Love” sarà un’opera unica, con dettagli esclusivi, creata dall’artista per valorizzare gli ambienti come una vera opera d’arte.

Il progetto tecnico: Il portale, che misura complessivamente 1040 x 480 cm, è composto da 46 ante di porte, firmate, prodotte e certificate dall’azienda Bertolotto. Realizzate in fibre di legno idrofughe e ignifughe e verniciate di color oro, con l’incisione di una frase poetica ripetuta sia sul fronte che sul retro, le protagoniste dell’opera sono posizionate su due file, una sopra l’altra. L’installazione è sorretta da un’americana in alluminio, al centro della quale è alloggiato un carro armato (210 x 400 x h 230 cm) dipinto di blu, posto su una struttura lignea sotto al cingolato. Il portale sarà illuminato anche da quattro sagomatori che proietteranno versi poetici, creando un dinamico e coinvolgente gioco di luci. Hashtag: #internimdw24 #interniCrossVision

Marco Nereo Rotelli è un artista di fama internazionale nato a Venezia, dove si è laureato in architettura per poi formarsi seguendo all’Accademia di Belle Arti, seguendo i corsi di Emilio Vedova. A metà degli anni ’80 si è trasferito a Milano, iniziando una ricerca sulla luce e sulla dimensione poetica che lo ha portato ad esporre nelle capitali del mondo. Il suo lavoro da sempre mira ad un’opera totale, con performance immersive, dove le sue installazioni luminose coinvolgono artigiani, filosofi, musicisti, poeti, fotografi, registi, ma principalmente il suo rapporto è con la poesia che, con il tempo, è divenuta un riferimento costante per il suo lavoro. Nel 2000 ha fondato il gruppo Art Project, oggi diretto da Elena Lombardi e composto da giovani artisti ed architetti, con il quale realizza numerosi interventi e progetti di installazione urbana. Questo suo impegno gli è valso la partecipazione a nove edizioni della Biennale di Venezia, oltre a numerose mostre personali e collettive. È stato invitato dalla Northwestern University (Chicago) come artist-in residence (inverno 2013, è stato 22 volte sull’Isola di Pasqua per opere scultore e pittoriche. E poi in Giappone, Cina, USA. Spagna, Francia…). Le sue opere, presenti in musei internazionali e collezioni private, hanno sempre di più assunto una dimensione etica rivolta a una riflessione sui temi ambientali e sociali. Di lui hanno scritto alcuni tra i più importanti critici d’arte.

Riccardo Valentini | Laureato all’Università di Roma “La Sapienza” in Fisica con specializzazione in Biofisica. Dopo un periodo di ricerca svolto presso l’Università di Stanford e il Joint Research Center della Commissione Europea ad Ispra, diventa professore ordinario dell’Università della Tuscia, dove oggi insegna il corso di Biologia ed Ecologia Forestale e Digital Technologies for Climate Smart Forestry per la laurea magistrale internazionale. È stato uno dei pionieri della ricerca sul ruolo delle foreste nell’assorbimento della anidride carbonica svolgendo spedizioni scientifiche in diversi ecosistemi del Pianeta dalle foreste boreali in Canada e Siberia a quelle tropicali dell’Amazzonia e del bacino del Congo passando per Europa, Australia, Cina, e Giappone. È stato membro del comitato scientifico del Global Carbon Project e Presidente del programma delle Nazioni Unite GTOS (Global Terrestrial Observation System). È stato autore principale e coordinatore del terzo e quinto rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) sugli impatti climatici e l’adattamento ed autore del rapporto speciale IPCC “Land and Climate”.  I recenti riconoscimenti includono: Premio internazionale Norbert Gerbier-Mumm 2004 Zayed International Prize for the Environment, Laurea Honoris Causa Facultè Universitaire des Sciences Agronomiques de Gembloux, Belgio, Premio Nobel per la Pace 2007 come membro del consiglio dell’IPCC, Premio Thomson Reuters che riconosce l’1% degli scienziati più citati al mondo, Premio Ernst Heckel della Federazione delle Società Ecologiche Europee, Laurea Honoris Causa Russian State Agricultural University – Timiryazev Academy, Mosca, Russia. Vincitore National Geographic Explorer Award. Presidente della Società Italiana delle Scienze del Clima 2021-22. Membro della European Academy of Sciences e Medaglia della Accademia delle Scienze dei “XL” per la Fisica e le Scienze Naturali. Il Prof. Valentini ha pubblicato 261 articoli su riviste internazionali peer-review, con 36142 citazioni e un H index di 75. Ha creato e brevettato un nuovo sensore per il monitoraggio della salute degli alberi (TreeTalker) che è usato ora in più di 4000 alberi in diverse località del mondo (Italia, Spagna, Russia, Canada, Germania, Francia, Svizzera, Regno Unito, Corea del Sud, Cina).


Ever in Art è una società benefit nata con l’obiettivo di utilizzare l’arte come mezzo concreto per nobilitare e valorizzare le azioni virtuose promosse da privati, aziende e associazioni, con un forte impatto sociale o di salvaguardia ambientale, sensibilizzando il pubblico sul rispetto dei principi etici e civili. Le aziende sono sempre più impegnate socialmente. Ever in Art riunisce professionisti ed esperti di sostenibilità, marketing e comunicazione per rivoluzionare la fruizione e il ruolo dell’Arte grazie a nuovi strumenti di marketing concepiti per potenziare la comunicazione ed incrementare la brand reputation.

Bertolotto S.p.A., fondata nel 1987, è oggi tra i leader mondiali nella progettazione e produzione di porte, sistemi per interni e porte blindate. Le migliori materie prime, i modelli esclusivi, la competenza e il talento di artigiani specializzati, con l’utilizzo delle tecnologie più avanzate, caratterizzano le porte Bertolotto, tutte interamente realizzate in Italia con legno da filiera protetta FSC e certificate Carb, Leed e Voc. Le porte Bertolotto non sono semplici oggetti, ma creazioni su misura: ogni prodotto, distinto e curato nel dettaglio, dona stile ed eleganza agli ambienti, grazie alla creatività e all’esperienza di chi l’ha ideata, ed alla maestria di chi l’ha realizzata. “Le porte Bertolotto sono pensate per chi sceglie di circondarsi di cose belle e arredare la propria casa con soluzioni capaci di esprimere valori duraturi, che sposino tradizione e innovazione nel pieno rispetto dell’ambiente.  Lavoriamo con costanza e passione all’ideazione di nuovi decori e modelli, prestando la massima attenzione ai desideri e alle aspettative dei clienti, ai quali dedichiamo il nostro impegno, ogni giorno.” Claudio Bertolotto, Amministratore Delegato Website: www.bertolotto.com – Hashtag: #BertolottoPorte 


Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma 
Melina Cavallaro 
Valerio De Luca resp. addetto stampa
Via Piave 74 – 00198 Roma – www.freetrade.it  Skypecavallaro.melina 

Chiusa HISTRI IN ISTRIA: oltre 20.100 visitatori – Più di 160 articoli e servizi televisivi

Ha chiuso raggiungendo l’importante traguardo degli oltre 20.100 visitatori (escluse le numerose scolaresche) la mostra “Histri in Istria” al Museo di Antichità “J. J. Winckelmann” di Trieste, realizzata dalla Comunità Croata di Trieste insieme al Museo Archeologico dell’Istria / Arheološki Muzej Istre u Puliincoorganizzazione con il Comune di Trieste.

Damir Murkovic
HISTRI IN ISTRIA
PER IL POPOLO DEGLI ISTRI OLTRE 20.100 VISITATORI
AL MUSEO J. J. WINCKELMANN DI TRIESTE
Più di 160 articoli e servizi televisivi

La mostra, dedicata agli Histri, fa parte di una trilogia sui popoli preromani dell’Illiria, iniziato nel 2018 con un’esposizione sugli Iapodes e che verrà chiusa con un ultimo appuntamento sui Liburni.
“Solo domenica scorsa sono state oltre 900 le persone presenti in mostra” – sottolinea il presidente della Comunità Croata Damir Murkovic ringraziando Stefano Bianchi, Responsabile dei Musei Storici e Artistici del Comune di Trieste, e Marzia Vidulli Torlo, Conservatore del Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”– “e nel corso del periodo di apertura, dal 15 dicembre 2023 al 7 aprile 2024, ben 20.127 i visitatori complessivi, tra il 30% e il 50% a seconda delle giornate rappresentato da turisti provenienti da fuori regione”.


Un risultato che premia la qualità della mostra, curata da Martina Blečić Kavur dell’Università del Litorale Koper/Capodistria, il supporto dei partner e sostenitori (Regione Friuli Venezia Giulia e Fondazione CRTrieste), la proposta degli eventi collaterali a Palazzo Gopcevich sempre sold-out e un riscontro mediatico eccellente: oltre 160 articoli e servizi radiotelevisivi (non a pagamento) pubblicati e diffusi da agenzie stampa, quotidiani e testate online, blog, siti e specializzati d’arte, d’archeologia e di cultura nazionali, televisioni e radio, con un’ottima copertura in Croazia e buona anche in Slovenia.
“Da rilevare infine che grazie alla mostra e agli eventi collaterali” – conclude Damir Murkovic – “sono state ulteriormente ampliate le relazioni virtuose tra le numerose istituzioni culturali, italiane e croate, interessate alla storia e all’identità dei popoli istriani”.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

4^ Biennale Disegno Rimini | La Rosa di Bagdad. Riscoperta del primo film animato italiano 

Un episodio importantissimo della Storia del Cinema italiano, viene finalmente riportato alla luce e documentato, valorizzato nell’ambito della Biennale del Disegno di Rimini nella sede più consona e prestigiosa: il Palazzo del Fulgor. La mostra “La Rosa di Bagdad. Alla riscoperta del primo film animato italiano” è a cura di Andrea Losavio.

4^ Biennale Disegno Rimini
 
Mostra
LA ROSA DI BAGDAD
Alla riscoperta del primo film animato italiano
Rimini, Palazzo del Fulgor-Fellini Museum
4 maggio – 28 luglio 2024

A cura di Andrea Losavio
 
Vernice per la stampa: venerdì 3 maggio 2024, ore 11.30, Rimini

“La Rosa di Bagdad” costituisce il primo leggendario lungometraggio a disegni animati italiano (primato condiviso con la pellicola I Fratelli Dinamite di Nino Pagot). Venne realizzato fra gli anni 1940 e 1949, a colori. Altro primato assoluto, si tratta del primo film italiano girato interamente a colori con la tecnica del technicolor, procedimento realizzato presso studi cinematografici londinesi, gli unici a disporre di tale processo pionieristico. Venne prodotto e diretto da Anton Gino Domeneghini, creativo pubblicitario milanese, folgorato dai films animati Disney, soprattutto da Biancaneve e i sette nani (1937), a cui si ispirò dichiaratamente per la realizzazione della “La Rosa di Bagdad”, nonché dai racconti “Le mille e una notte”, pur mantenendo un carattere di forte originalità estetica.

Fra i collaboratori chiamati da Domeneghini, artisti e disegnatori di primissimo piano del panorama nazionale del tempo. Tra loro Angelo Bioletto, famoso autore delle figurine Perugina dell’epoca, qui nella veste di ideatore dei personaggi. E gli illustratori scenografi Gildo Gusmaroli e Libico Maraja, capaci di affrescare magnifici fondali, ricchissimi di minuziosi dettagli di grande realismo lirico, in grado di competere con le migliori produzioni Disney. Nella compagine anche Riccardo Pick Mangiagalli, musicista e compositore di fama internazionale, allievo anche di Richard Strauss a Vienna, poi direttore del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Per la colonna sonora originale del film, Mangiagalli attinse anche dalla tradizione operistica italiana. Indimenticabile la sequenza in cui la principessa Zeila con voce suadente intona, al calar del sole che illumina tutta Bagdad, un canto capace di ammaliare il suo amato popolo…

La grande professionalità e le altissime capacità degli artefici del film, hanno fatto della “La Rosa di Bagdad” un assoluto capolavoro dell’animazione.

Migliaia e miglia di disegni (fra sketch, layout e disegni di produzione) e di rodovetri (fogli trasparenti dipinti sul retro e applicati sui fondali per consentire di fotografare, fotogramma per fotogramma, i movimenti dei personaggi), diverse centinaia di minuziosi fondali anche dal grande formato, costituiscono lo straordinario Patrimonio cartaceo che consente ancora oggi, età del digitale, di cogliere appieno lo straordinario lavoro svolto per la realizzazione del Film (76 minuti di durata per 120 mila sequenze a passo 1 -fino ad 24 disegni per un secondo di animazione-).

Lo stesso Disney spese parole molto lusinghiere sul film, lodando in particolare, come sperimentali di grande efficacia e qualità, due sequenze: una “aerea” – l’inseguimento in volo del giovane protagonista Amin da parte del perfido Burk – e una sottomarina – Amin che fugge gettandosi nel fiume, nuotando sott’acqua per sfuggire ancora una volta al malvagio Burk.

La costruzione del film, lunga ed avventurosa, venne più volte interrotta dagli eventi bellici.

“La Rosa di Bagdad” venne finalmente presentata, con successo di critica e pubblico, alla Biennale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 1949, aggiudicandosi il primo premio internazionale di cinema per ragazzi.

Nella medesima edizione venne proiettato anche I Fratelli Dinamite di Nino Pagot.

Nonostante la buona accoglienza del film e i numerosi riconoscimenti anche internazionali, Domeneghini non diede alcun seguito all’esperienza e ritornò a lavorare nel mondo pubblicitario. 

Dopo il lungometraggio “la Rosa di Bagdad”,  l’animazione italiana si dedicò per circa un ventennio a produzioni animate a servizio della pubblicità, prima su Grande Schermo e poi dal 1957 per la celeberrima trasmissione RAI TV Carosello… E ci vorranno ben altri 16 anni prima di vedere un nuovo lungometraggio animato italiano per il Cinema, realizzato dal genio Bruno Bozzetto con il capolavoro West and Soda del 1965.

In mostra una trentina di opere originali (tutte di prestatori privati), di straordinaria qualità, esposte al pubblico per la prima volta, fra le quali alcuni preziosissimi ed elaborati fondali dipinti a mano firmati da Libico Maraja e Gildo Gusmaroli, Sandro Nardini, rodovetri di produzione e disegni originali realizzati da Angelo Bioletto.

La mostra si completa con la proiezione integrale del film, su parete dedicata di grande dimensione, così da restituire tutta l’atmosfera della sala buia del Grande Schermo.

La Biennale del Disegno è organizzata dal Comune di Rimini e curata da Massimo Pulini.


Info: www.biennaledisegnorimini.it
 
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. +39 049.663499 | Rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net
 
Ufficio Stampa Comune di Rimini
Tel. 0541 704262 | ufficio.stampa@comune.rimini.it
 
Ufficio stampa Apt Servizi Emilia-Romagna
Tatiana Tomasetta, cultura@aptservizi.com

Monza: 800 LOMBARDO. Ribellione e conformismo, da Hayez a Previati

ORANGERIE, REGGIA DI MONZA
E MUSEI CIVICI DI MONZA
DAL 13 APRILE AL 28 LUGLIO 2024
LA MOSTRA
800 LOMBARDO.
Ribellione e conformismo, da Hayez a Previati
 
L’esposizione propone un viaggio nella pittura e, più in generale, nella cultura della Lombardia del XIX secolo, attraverso quasi cento opere, tra dipinti e disegni dei principali protagonisti dell’Ottocento lombardo: da Hayez al Piccio, da Faruffini a Cremona, da Medardo Rosso a Previati.
 
A cura di Simona Bartolena

Dal 13 aprile al 28 luglio 2024, l’Orangerie, Reggia di Monza e i Musei Civici di Monza ospitano la mostra 800 Lombardo. Ribellione e conformismo, da Hayez a Previati, curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi cultural, in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e con il Comune di Monza, col contributo di BPER Banca, travel partner Trenord, che propone un viaggio nella pittura e, più in generale, nella cultura della Lombardia del XIX secolo, attraverso quasi cento opere, tra dipinti e disegni dei principali protagonisti dell’Ottocento lombardo: da Hayez al Piccio, da Faruffini a Cremona, da Medardo Rosso a Previati e Segantini.

Il percorso espositivo, organizzato per aree tematiche, analizza sia i movimenti e le tendenze iconografiche, sia la biografia e la personalità dei singoli artisti, offrendo al visitatore l’opportunità di scoprire un universo dinamico e sorprendente, artisticamente e intellettualmente molto raffinato e sperimentale, e di indagare la società del tempo seguendo un filo narrativo che si propone di far luce su un tema non sempre così noto, come la scena artistica lombarda dell’Ottocento.

La mostra, pur tenendo come fulcro l’ambiente milanese – in particolare il magistero dell’Accademia di Brera –, indaga anche la situazione delle altre province lombarde. Nella Sala Espositiva dei Musei Civici di Monza verrà allestita una sezione dedicata alla scena artistica della città di Monza, città natale di pittori straordinari quali Pompeo Mariani, Mosé Bianchi, Eugenio Spreafico ed Emilio Borsa.

La rassegna si apre con la stagione romantica in cui primeggia la figura di Francesco Hayez, maestro e modello di intere generazioni di artisti. La sua lunga presenza nel ruolo di direttore a Brera ha lasciato un segno profondo sull’indirizzo culturale milanese. Insieme ad Hayez saranno esposte le opere di alcuni pittori che da lui presero insegnamento per il proprio percorso e quelle di maestri a lui contemporanei, quali Giacomo Trecourt, Massimo d’Azeglio e Giuseppe Molteni.

La sezione successiva è dedicata ai vedutisti e ai “prospettici” della prima metà del secolo, quali Giovanni Migliara, Angelo Inganni e Luigi Bisi, che con i loro scorci cittadini e le scene di vita quotidiana offrono uno sguardo prezioso anche sull’urbanistica e sulla società del tempo.

Il percorso passa poi al periodo delle guerre di Indipendenza, con dipinti incentrati alle tematiche risorgimentali, tra cui spiccano autori quali Gerolamo e Domenico Induno, noti anche per le loro scene di genere, che narrano la vita delle classi meno abbienti e per quelle, eleganti e frivole, che raccontano immaginari incontri galanti ambientati nei loro salotti borghesi.

La personalità, visionaria e unica, di Giovanni Carnovali detto il Piccio introduce al sensibile cambio di rotta della seconda metà del secolo. Artista fuori dal proprio tempo, straordinario anticipatore di soluzioni linguistiche illuminanti per le generazioni successive, il Piccio è stato fondamentale per autori quali Federico Faruffini e, soprattutto, Tranquillo Cremona. Il primo, uomo tormentato e irrisolto, aprirà le porte a moderne interpretazioni della pittura storicista e letteraria; il secondo, con Daniele Ranzoni e Giuseppe Grandi, fonderà la Scapigliatura, movimento che si espresse tanto in letteratura quanto nelle arti visive, e cercherà risposte ai propri dubbi esistenziali e alla propria vocazione ribelle in atteggiamenti ostentatamente bohémien e con un linguaggio artistico sperimentale e moderno, sul quale affonderà le proprie radici molta della pittura dei decenni successivi.

La mostra propone anche una serie di focus su alcuni artisti forse non così noti, ma che hanno profondamente segnato gli sviluppi della pittura dell’epoca, come i citati Piccio e Faruffini, ma anche come Luigi Conconi. 

Nella seconda metà dell’Ottocento, anche il genere del paesaggio raccolse grande fortuna. Molte sono le tele che ritraggono le campagne brianzole, le vette alpine e le suggestive acque dei laghi, dipinte da artisti quali Eugenio Gignous, Silvio Poma e Filippo Carcano.

La mostra si ferma alle soglie della nascita del Divisionismo, con alcune opere giovanili di Previati e Segantini, quando la loro poetica era ancora vicinissima alla Scapigliatura, seppur già sensibile alle atmosfere del Simbolismo.


800 LOMBARDO. Ribellione e conformismo, da Hayez a Previati
Orangerie, Reggia di Monza e Musei Civici di Monza
13 aprile – 28 luglio 2024
 
Orari (Orangerie, Reggia di Monza – viale Brianza, 1):
dal mercoledì al venerdì 10.00 – 13.00/14.00 – 19.00
sabato, domenica e festivi 10.00 – 20.00
(La biglietteria chiude un’ora prima dell’orario di chiusura della mostra)
 
Orari (Musei Civici di Monza):
da aprile a maggio
mercoledì 10.00-13.00/15.00 -18.00; giovedì 15.00-18.00; venerdì, sabato e domenica 10.00-13.00 / 15.00 -18.00; 
da giugno a settembre
mercoledì 15.00-18.00; giovedì 15.00-18.00/20.00-23.00; venerdì, sabato e domenica 10.00-13.00 / 15.00 -18.00 
 
Biglietti
Orangerie, Reggia di Monza
INTERO: 14,00 €;
RIDOTTO: 12,00 €;
RIDOTTO MUSEI CIVICI: 11,00 € (presentando il biglietto intero dei Musei Civici di Monza);
BIGLIETTO SCUOLE (DI OGNI ORDINE E GRADO): 5,00 €;
BAMBINI (DAI 7 AI 12 ANNI): 5,00 €;
GRATUITO: visitatori disabili (a invalidità superiore al 74%) e 1 accompagnatore solo in caso di non autosufficienza, bambini fino ai 6 anni, accompagnatore scolaresche (2 per gruppo), accompagnatore gruppi adulti (1 per gruppo),
possessori abbonamenti Musei Lombardia.
 
Tariffe Musei Civici:
Intero: 6 €
Ridotto 4 €: dai 18 fino ai 26 anni, sopra i 65 anni, studenti universitari (muniti di libretto), gruppi, possessore biglietto intero mostra 800 Lombardo 
gratuito: Under 18, visitatori con disabilità e 1 accompagnatore, accompagnatore scolaresche (2 per gruppo), possessori Abbonamenti Musei Lombardia, soci ICOM.
 
Per informazioni:
www.vidicultural.com
www.reggiadimonza.it
www.museicivicimonza.it
800lombardo@gmail.com
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Marta Pedroli | M. +39 347 4155017 | marta.pedroli@clp1968.it
T. +39 02 36755700 | www.clp1968.it

Firenze, Museo degli Innocenti: la mostra “ALPHONSE MUCHA. LA SEDUZIONE DELL’ART NOUVEAU” chiude a oltre 100mila visitatori

Chiude a oltre 100mila visitatori la mostra
“ALPHONSE MUCHA.
LA SEDUZIONE DELL’ART NOUVEAU”


GRANDE SUCCESSO PER ALPHONSE MUCHA A FIRENZE!
Sono oltre 100mila i visitatori che hanno visitato la straordinaria mostra dedicata ad Alphonse Mucha, padre dell’Art Nouveau.

Grande successo per la mostra Alphonse Mucha. La seduzione dell’Art Nouveau che, per la prima volta a Firenze, ha conquistato un pubblico di 100.310 visitatori.
In tantissimi, provenienti da ogni parte del mondo, hanno affollato le sale del Museo degli Innocenti; basti pensare che oltre il 30% dei visitatori proviene dall’estero. Molte sono state le famiglie, le scuole e le attività dedicate ai più piccoli.

Le oltre 170 opere tramanifesti, libri, disegni, olii e acquarelli, oltre a fotografie, gioielli, opere decorative hanno per messo al pubblico giunto al Museo degli Innocenti di conoscere il più importante artista ceco, padre dell’Art Nouveau, creatore di immagini iconiche e delle primissime campagne pubblicitarie che hanno segnato la storia nel mondo della comunicazione.

La mostra è stata anche occasione per rendere omaggio al fiorentino Galileo Chini, uno degli artisti italiani che maggiormente si dedicò allo sviluppo di un nuovo linguaggio artistico, quale quello dell’Art Nouveau, nel nostro Paese.
La mostra è stata prodotta e organizzata da Arthemisia e il Museo degli Innocenti, con il patrocinio del Comune di Firenze e dell’Ambasciata della Repubblica Ceca, in collaborazione con la Fondazione Mucha e Cristoforo ed è stata curata da Tomoko Sato in collaborazione con Francesca Villanti.
La mostra ha visto come sponsor Generali Valore Culturapartner Mercato Centrale FirenzeI GigliSamsonite e Unicoop Firenzemobility partner Frecciarossa Treno Ufficialemedia partner QN La Nazioneeducational partner Labatechnical support Mucha Trail e Prague City Tourism e charity partner Komen Italia.


Hashtag ufficiale
#MuchaFirenze

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it |
press@arthemisia.it | T +39 06 69380306

Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it

4^ Biennale Disegno Rimini. Mostra CINEMA E LIBERTÁ. I carteles de cine cubani

4^ Biennale Disegno Rimini
 
Mostra
CINEMA E LIBERTÁ
I carteles de cine cubani
Rimini, Palazzo del Fulgor-Fellini Museum
4 maggio – 28 luglio 2024

Mostra a cura di Luigino Bardellotto, Adolfo Conti e Patrizio De Mattio
 
Vernice per la stampa: venerdì 3 maggio 2024, ore 11.30, Rimini

Cartel de cine significa locandina in spagnolo, ma a Cuba vuol dire molto di più.
Il visitatore ha perfetta occasione di rendersene conto a Rimini, nell’ambito della quarta Biennale del Disegno, curata da Massimo Pulini, grazie alla mostra “Cinema e libertà. I carteles de cine cubani“, allestita nel Palazzo del Fulgor dal 4 maggio al 28 luglio, a cura di Luigino Bardellotto, Adolfo Conti e Patrizio De Mattio.

Nel 1959 a Cuba non fu solo tempo di Rivoluzione politica, ma anche culturale.

Si pensò in particolare a creare un nuovo cinema che si smarcasse da tutti i punti di vista dallo schema commerciale hollywoodiano. Si decise così che anche le locandine dei film dovessero essere ripensate, evitando i canoni affermati (grandi volti delle star, scene madri, slogan suggestivi) dei manifesti cinematografici tradizionali. I nuovi carteles (prodotti in tecnica serigrafica 51 x 76 cm ) furono così liberati della loro funzione pubblicitaria e lasciarono ai disegnatori grafici piena libertà interpretativa del film, contribuendo a una vera propria rivoluzione visuale e concettuale del pubblico delle sale cinematografiche El cartel de cine diventerà a tutti gli effetti un’opera d’arte esposta nelle strade.

Carteles sono un fenomeno grafico unico (che perdura ancora oggi a Cuba), di eccezionale qualità e creatività artistica, punto di incrocio di stili e forme espressive diverse, isola felice di libertà in un paese dove ogni forma di comunicazione visiva è posta sotto rigidi controlli.

La mostra si articola in senso diacronico dal 1959 al 1979 con una sezione finale dedicata alla produzione di oggi. Vi sono esposti i manifesti degli autori più importanti insieme a fotografie, giornali, bozzetti e layout preparatorii. Tutto il materiale originale proviene dalla collezione “Luigino Bardellotto – Centro Studi Cartel Cubano” di San Donà di Piave, la più grande collezione privata al mondo di manifesti cubani.

La mostra è accompagnata dalla visione di alcuni estratti di un nuovo documentario prodotto e diretto da Adolfo Conti insieme a Elia Romanelli  dedicato al tema.

La Biennale del Disegno è organizzata dal Comune di Rimini ed è curata da Massimo Pulini.


Info: www.biennaledisegnorimini.it
 
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
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Bologna, Museo Civico Archeologico: in occasione di Bologna Children’s Book Fair 2024

Un mare di creatività: Taiwan

Un mare di storie: Davide Calì

When two seas meet in Bologna
A sea of creativity: Taiwan – A sea of stories: Davide Calì
A cura di Rex How e Grazia Gotti

10 aprile – 26 maggio 2024

Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2, Bologna

Inaugurazione martedì 9 aprile 2024 ore 19.00

Mostra organizzata da Locus Publishing e Accademia Drosselmeier

In collaborazione con Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico
Promossa da Ministero della Cultura di Taiwan, TAICCA (Taiwan Creative Content Agency), Taipei Book Fair Foundation, TAIC (Taiwan Academia Industry Consortium) 
Con il patrocinio di Bologna Children’s Book Fair
Nell’ambito di BOOM! Crescere nei libri

In occasione della 61ª edizione di Bologna Children’s Book Fair, il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna è lieto di accogliere il progetto espositivo internazionale When two seas meet in Bologna. A sea of creativity: Taiwan – A sea of stories: Davide Calì, visibile dal 10 aprile al 26 maggio 2024 con ingresso gratuito.

L’inaugurazione si svolge martedì 9 aprile alle ore 19.00 come evento di apertura della seconda edizione di OFF FAIR*24, il programma curato da Accademia Drosselmeier che ha preso le mosse nel 2023 per il ventesimo anno di attività, per portare fuori dal quartiere fieristico i tanti contenuti nazionali e internazionali che derivano da questo appuntamento di rilevanza mondiale per chi lavora nel campo dell’editoria e dei contenuti dedicati a bambini e ragazzi.
La mostra è inoltre inclusa nel programma di BOOM! Crescere nei libri, il festival dei libri e dell’illustrazione per l’infanzia che anima Bologna e la Città metropolitana prima, durante e dopo Bologna Children’s Book Fair e quest’anno si svolge dal 4 aprile al 9 giugno 2024.

When two seas meet in Bolognaha scelto il mare come metafora per immergere i visitatori in due realtà apparentemente distanti: l’isola di Taiwan e l’opera di Davide Calì. Due mondi che comunicano attraverso correnti di pensiero, creatività e storie, con una mostra che è il risultato di una passione condivisa, di un’amicizia fraterna tra Italia e Taiwan, fondata sui libri. Come spiegano i curatori Grazia Gotti Rex How, la pandemia, le guerre e l’odio di ogni genere hanno frammentato il mondo e costretto tante persone a una condizione di isolata solitudine. Il mondo è destinato ad essere libero e aperto e come esseri umani siamo destinati a essere connessi. Le immagini sono il primo mezzo che l’umanità ha usato per superare confini e creare connessioni, così come la tecnologia oggi è uno strumento che tutti continuiamo a utilizzare, proprio per superare quei confini e stabilire connessioni. I mari possono essere barriere che ci separano, ma possono anche essere vie che ci collegano. Pertanto, durante l’annuale Bologna Children’s Book Fair, momento unico in cui editori, illustratori e creatori di libri illustrati provenienti da tutto il mondo si riuniscono con entusiasmo, si è scelto di unire il “Mare di Creatività” di Taiwan e il “Mare di Storie” di Davide Calì.

Un’occasione per connettere testo e immagini, per legare l’atto del leggere alla creatività, per sottolineare la connessione tra immaginazione e tecnologia e per fondere insieme passione e sogni.

Il percorso espositivo si apre con la sezione dedicata a 25 illustratori taiwanesi: Ali Ginger, Animo Chen, Ballboss, Beilynn, Chen Yu-Lin, Chinlun Lee, Chang Tzu-Chun, Che Chu-Li, Cho Reishin, Croter Hung, Egrettlu, Hsueh Huy-Yin, Husking Liu, Huang Yiwen, Spring Wang, Whooli Chen, Wu Jui-Che, Cindy Wume, Teng Yu, Page Tsou, Maniniwi, Lin Lian En, Jheng Yuan-Chin, Jimmy Liao e Inca Pan.

Una ricca partecipazione che testimonia la storia di questa magnifica isola, che già più di trentacinque anni fa iniziò a prender parte alla fiera del libro per ragazzi di Bologna, mietendo, di anno in anno, successi per autori, illustratori ed editori rappresentati insieme in questa mostra.

Si tratta di illustratori che negli ultimi dieci anni si sono distinti per essere stati selezionati per l’annuale Mostra Illustratori, organizzata da BolognaFiere come momento di incontro, confronto e vetrina fondamentale per scoprire le tendenze e gli artisti dell’illustrazione per ragazzi, hanno ricevuto il BolognaRagazzi Award, sono stati scelti per il BRAW Amazing Bookshelf o hanno vinto il BOP – Bologna Prize for the Best Children’s Publishers of the Year.Stili diversi di illustrazione che rispecchiano l’isola di Taiwan e la sua apertura verso il mondo. Citando il co-curatore Rex How, editore e fondatore di Locus Publishing: “queste espressioni creative sono evidenti nel nostro lavoro, negli affari, nei progressi tecnologici, così come nella scrittura, nella pittura, nell’applicazione della tecnologia e nelle filosofie di vita. Circondati dal mare su tutti i lati, abbiamo sempre sperato di entrare in contatto con il mondo attraverso lo spirito dell’oceano”.Tra gli illustratori presenti spicca la figura di Jimmy Liao, autore-illustratore con cui Locus Publishing ha creato un sodalizio, pubblicando circa 50 titoli, acclamati dalla critica e dal pubblico e i cui diritti esteri sono stati venduti in tantissimi paesi.
Si prosegue nella sezione Comic Artists con una selezione di 17 fumettisti, anche in questo caso premiati a livello nazionale e internazionale: Jason Chien,Zou Juan Xin, Yu Pei-Yun, Zuo Hsuan, Sean Chuang, Wu Shih-Hung, Rimui, Li Lung-Chien, Ram Pam Liu, Ruan Guang Min, Animo Chen, Chen Uen, Chen Peihsiu, Crystal Kung, Evergreen Yeh, Gao Yan, Chang Sheng.

Le 16 opere esposte – dal manga alla graphic novel, vignette e strisce – sono di carattere storico, realistico e di fantasia, alcune delle quali assomigliano a saggi o poesie.Un ulteriore modo per scoprire Taiwan, e probabilmente il più accessibile, è quello offerto dalla sala dedicata ai libri illustrati e alle graphic novel, suddivisa nelle due sezioni About Taiwan e From Taiwan. La prima presenta una selezione di libri per far conoscere, a chi non conosce l’isola, la geografia, lo stile di vita e la cultura di Taiwan attraverso le illustrazioni, mentre la seconda espone i libri illustrati dei creatori presenti in questa mostra con un centinaio di esemplari tra edizioni italiane ed edizioni originali.La visita nel mare creativo di Taiwan si conclude con la sezione dedicata all’arte digitale e alla videoarte, nella quale si pone l’accento sullo sviluppo e sull’applicazione della tecnologia attraverso i seguenti artisti: Chuang Ting-Yi e Acorn Dem Studio, Crimson Dusk, Daydream no.33, Pumpkin VR, Raito Low Jing-Yi, 751GAMES.

Taiwan è uno dei più importanti produttori di semiconduttori al mondo ed esplora continuamente l’avanguardia di come le nuove tecnologie possano essere applicate da artisti e creatori in vari campi.Per questa mostra si è fatto ricorso all’utilizzo della più recente tecnologia di Intelligenza Artificiale, per sviluppare un sistema di creazione di arte digitale e i visitatori potranno utilizzare questo sistema per liberare l’immaginazione e l’energia creativa di ognuno. In questa sala chiunque, indipendentemente dalle proprie competenze tecnologiche e artistiche, può sperimentare la realizzazione della Torre di Babele: due persone che non capiscono la lingua dell’altro possono comunicare e scambiarsi idee, anche creative, usando la propria lingua e comprendendo le parole dell’altro; anche chi non ha alcuna conoscenza tecnologica o esperienza precedente nella creazione artistica, può creare arte digitale nel modo più semplice, utilizzando i movimenti del proprio corpo, semplici disegni al tratto o disponendo e combinando giocattoli.L’avvento di tecnologie come l’Intelligenza Artificiale ha cambiato radicalmente la definizione, il valore e le possibilità della creazione di immagini, portando a significative rotture e cambiamenti di paradigma, che solo chi mantiene un senso di meraviglia infantile può cogliere l’eccitante futuro in mezzo a questi sconvolgimenti. Per questo motivo, l’evento live di questa sezione di arte digitale è stato giustamente chiamato Harmonies of Convergence (Armonie di Convergenza).Harmonies of Convergence si svolgerà solo dal 10 al 16 aprile, periodo durante il quale sarà registrato il processo di partecipazione da parte dei visitatori e montato in un cortometraggio, che diventerà una nuova creazione che sarà visibile all’interno della sala dal 17 aprile al 26 maggio, insieme alle opere di altri 8 artisti digitali taiwanesi.

Il secondo mare che si incontra e si fonde con quello di Taiwan è il ricco mare di storie di Davide Calì, prolifico e pluripremiato fumettista, illustratore e autore di libri per ragazzi, che ha pubblicato più di 100 libri tradotti in numerose lingue e diffuse in più di 30 paesi, tra cui anche proprio Taiwan. Lo stesso Rex How, che ha pubblicato 5 dei suoi titoli per Locus Publishing, descrive Calì come “artista poliedrico, simile a un oceano”. Questa esposizione lo dimostra attraverso le 24 illustratrici e illustratori che, con due tavole ciascuno, presentano la loro interpretazione dei testi di Calì, ognuno con il proprio stile e la propria poetica. Si tratta sia di professionisti con bibliografie sterminate che di esordienti al loro primo lavoro: Anna Aparicio Català, Sara Arosio, Raphaëlle Barbanégre, Monica Barengo, Barroux, Emanuele Benedetti, Serge Bloch, Tommaso Carozzi, Benjamin Chaud, Magali Clavelet, Maria Dek, Gloria Di Bella, Eric Heliot, Isabella Labate, Regina Lukk-Toompere, Stefano Martinuz, Virginia Mori, Sébastien Mourrain, Giulia Pastorino, Maurizio Quarello, Richolly Rosazza, Marco Somà, Miguel Tanco, Noemi Vola.

La sezione successiva Calì’s Library espone 200 libri pubblicati da Davide Calì nel corso degli anni. Libri che in Italia escono per Kite Edizioni, Zoolibri, Orecchio Acerbo, Arca; in Francia per Sarbacane, Actes Sud e Thierry Magnier; negli Stati Uniti con Chronicle; in Portogallo per Planeta Tangerina.

Non si tratta di una mostra celebrativa di fine carriera ma di un’incursione sincronica nella straordinaria creatività di Davide Calì, sottolineandone il continuo lavoro di ricerca che porta ad immaginare un futuro ricco di nuove scoperte, collaborazioni e storie. La mostra è inoltre l’occasione per anticipare l’iniziativa inedita Neo Umanesimo Junior, che animerà la proposta autunnale del Museo Civico Archeologico attraverso un ricco calendario di incontri dedicati al mondo antico nei libri per ragazzi, con una particolare attenzione rivolta al visivo. L’antico che per lungo tempo era scomparso dagli scaffali delle librerie per ragazzi, sta gradualmente mostrando segnali sempre più incoraggianti, un nuovo interesse e nuove pubblicazioni per coinvolgere ragazze e ragazzi nella presa di coscienza e nella conoscenza delle loro radici.

L’esposizione When two seas meet in Bologna. A sea of creativity: Taiwan – A sea of stories: Davide Calì, realizzata in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico, è organizzata da Locus Publishing e Accademia Drosselmeier, promossa da Ministero della Cultura di TaiwanTAICCA (Taiwan Creative Content Agency), Taipei Book Fair FoundationTAIC (Taiwan Academia Industry Consortium) e con il patrocinio di Bologna Children’s Book Fair.

Editore cinese e taiwanese, fondatore e presidente di ChineseCUBES, Locus Publishing e Net and Books.

Sua l’iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di Taipei International Book Exhibition, a seguito della quale è stata fondata Taipei Book Fair Foundation (TBFF), di cui Rex è stato nominato presidente, organizzando le edizioni della TIBE dal 2005 al 2007.

Nel 2010, ha progettato un nuovo sistema di apprendimento digitale e tattile della lingua cinese chiamato ChineseCUBES, fondando l’omonima società. Il sistema utilizza la realtà aumentata e i cubi fisici, combinati con un approccio olistico all’apprendimento del cinese. Il sistema di apprendimento ha vinto premi nel campo del design, dell’istruzione e della tecnologia.

Nel 2004 il China Book Business Report lo ha nominato tra i più importanti editori cinesi dell’ultimo decennio (1994-2004).

Nel 2006 è stato nominato uomo dell’anno dal Book Reviews of China Times Daily e ancora una volta editore dell’anno dalla Kingstone Bookstore.

Nel 2014 ha ricevuto il Golden Tripod Special Contribution Award per il suo lavoro editoriale a Taiwan.

Nel 2020 è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per lo straordinario lavoro editoriale e per l’attenzione alla cultura italiana: Italo Calvino, Gianni Rodari, Bruno Munari, Lorenzo Mattotti, Alessandro Sanna e Davide Calì sono alcuni dei tanti autori italiani da lui pubblicati a Taiwan.

Fondatrice della libreria per ragazzi e casa editrice Giannino Stoppani e dell’omonima Cooperativa Culturale, ha progettato mostre di illustrazione e si è occupata dell’organizzazione di eventi per il programma culturale della Città di Bologna (incontri con gli autori, laboratori e convegni).

Dal 2003 è co-fondatrice di Accademia Drosselmeier, Scuola per Librai e Centro studi di Letteratura per Ragazzi, che forma futuri librai e figure che intendono lavorare nel settore dell’editoria per ragazzi e della cultura per l’infanzia.

Collabora con editori italiani per attività di scouting internazionale e per curare nuove collane.

Si occupa di formazione per gli insegnanti, collaborando con il Centro per il Libro e la Lettura, tenendo conferenze in Italia e all’estero.È membro di IBBY Italia, associazione che aderisce a IBBY – 

International Board on Book for Young peopleorganizzazione internazionale no-profit, fondata nel 1953 da Jella Lepman, con lo scopo di facilitare l’incontro tra libribambini e bambine ragazzi e ragazze.

È consulente di Bologna Children’s Book Fair.

È direttrice artistica del progetto OFF FAIR che porta i contenuti della fiera in diverse città italiane, a cominciare da quelle designate come Capitali della Cultura e Capitali del Libro.

accademiadrosselmeier.com

Tra le prime dieci case editrici di Taiwan, negli ultimi anni ha raggiunto risultati notevoli grazie all’attività di traduzione e pubblicazione di influenti scrittori stranieri e di titoli di narrativa e saggistica, l’introduzione di promettenti scrittori cinesi e lo sviluppo di marchi e affiliati di spicco.

Fondata nel 1996, Locus Publishing è da tempo nota per le sue pubblicazioni pluripremiate.

Nel mondo dell’editoria per ragazzi è famosa per il sodalizio con l’autore-illustratore taiwanese Jimmy Liao, di cui ha pubblicato circa 50 titoli, acclamati dalla critica e dal pubblico e i cui diritti esteri sono stati venduti in USA, Francia, Germania, Grecia, Giappone, Corea, Thailandia, Spagna, Messico, Estonia, Brasile, Italia, Olanda, Polonia, Russia, Portogallo, Svezia, Cina, Vietnam e Turchia.

locus-international.com

Istituita nel 2019 dal Ministero della Cultura, l’Agenzia per i contenuti creativi di Taiwan (TAICCA) sostiene la produzione, la distribuzione, lo sviluppo e l’espansione all’estero di contenuti audiovisivi, contenuti digitali, musica, fumetti, arti performative e altro ancora.

taicca.tw

Organizzazione no-profit sostenuta dal Ministero degli Affari Digitali, si occupa di animazione, sviluppo di giochi, design visivo, contenuti software, collaborazione crossmediale, film e altre nuove tecnologie digitali, con l’obiettivo di diventare il ponte tra le industrie e le accademie.

taic.info

È nato nel 1972 in Svizzera, a Liestal, ed è cresciuto in Italia.

Fumettista, illustratore e autore per bambini, ha all’attivo oltre 100 pubblicazioni tradotte in numerose lingue e diffuse in più di 30 paesi. I suoi libri escono in Italia per Kite Edizioni, Zoolibri, Orecchio Acerbo, Arca; in Francia per Sarbacane, Actes Sud e Thierry Magnier; negli Stati Uniti con Chronicle; in Portogallo per Planeta Tangerina.

Ha ricevuto premi in Francia, Belgio, Germania, Svizzera, Spagna e Stati Uniti.




Mostra
When two seas meet in Bologna
A sea of creativity: Taiwan – A sea of stories: Davide Calì

A cura di
Rex How e Grazia Gotti

Organizzata da
Locus Publishing e Accademia Drosselmeier

In collaborazione con
Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico


Promossa daMinistero della Cultura di TaiwanTAICCA (Taiwan Creative Content Agency)Taipei Book Fair FoundationTAIC (Taiwan Academia Industry Consortium)

Con il patrocinio di
Bologna Children’s Book Fair

Sede
Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2, Bologna

Periodo di apertura
10 aprile – 26 maggio 2024

Inaugurazione
Martedì 9 aprile 2024 ore 19.00

Orario di apertura
Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì 9.00 – 18.00
Sabato, domenica, festivi 10.00 – 19.00
Chiuso martedì non festivi

Ingresso
Gratuito

Informazioni
Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2 | 40124 BolognaTel. +39 051 2757211www.museibologna.it/archeologico

mca@comune.bologna.itFacebook: Museo Civico Archeologico di Bologna
YouTube: Museo Civico Archeologico di Bologna

Reggio Emilia: In occasione di FOTOGRAFIA EUROPEA Anna Caterina Masotti presenta “A SINGLE MOMENT – L’Immortalità dell’Attimo nella Natura e nell’Umanità”

ANNA CATERINA MASOTTI – GIROTONDO FLOREALE AGOSTO 2021 PANTELLERIA

Anna Caterina Masotti
presenta la mostra fotografica

A cura di Alessia Locatelli

Opening: 27 aprile 2024 ore 18.00
Fino all’11 giugno

Spazio espositivo MIDA – Mancini Italian Design & Art
Piazza S. Lorenzo 1, Reggio Emilia

In occasione di Fotografia Europea 2024dal 27 aprile all’11 giugno la fotografa Anna Caterina Masotti renderà omaggio all’elemento naturale attraverso la mostra “A Single Moment“. Curata da Alessia Locatelli in collaborazione con Laura Frasca Art Manager di Green Whale Space, l’esposizione prenderà vita tra le mura dello spazio MIDA – Mancini Italian Design & Art a Reggio Emilia, nel cuore del centro storico della città.

In un contesto elegante – il progetto “A Single Moment” della Fotografa Anna Caterina Masotti, esposto per la prima volta a Bologna durante Art City – dialogherà con elementi di alto design: stampe fineart in bianco e nero di grande formato ricamate a manovideo mapping e drappi di chiffon e seta stampati, opere che celebrano la bellezza e la fragilità di un mondo sospeso tra eternità ed effimero in delicato equilibrio tra loro. Aderendo al concept di Fotografia Europea 2024 dal titolo LA NATURA AMA NASCONDERSI, l’esposizione indaga la complessità di questa interazione, approfondendo ed analizzando il confronto tra ciò che è nascosto allo sguardo e la scoperta, tra una natura celata e la sua vera essenza. Il focus delle fotografie di Masotti è l’istante, il qui ed ora, ed è riconducibile al tema centrale della XIX edizione del Festival: così come ogni istante catturato dall’obiettivo fotografico diventa eterno, ogni singolo sguardo rivolto alla natura e alla nostra stessa essenza rivela un’opportunità per riconnetterci con l’infinito ciclo della vita e con la nostra responsabilità nei confronti del pianeta.

L’artista, attraverso “A Single Moment”, esplora l’elemento naturale ed i sui ossimori, giocando con la luce, creando contrasti ed illusioni visive che rivestono un ruolo centrale nella sua arte. Come sottolinea la curatrice Alessia Locatelli: “Con un linguaggio dai bianchi e neri contrastati, Anna Caterina Masotti incanta lo spettatore negli scatti alla natura, sia essa macro che di paesaggio. Sovrastano la terra dei cieli intensi o pastosi mentre giocano coi fondi le silhouettes. La luce è la protagonista. Diurna o notturna, filtra negli interni creando pattern, riflettendo nell’acqua e sagomando sui muri delicati ornamenti floreali.”

È proprio negli studi ed esperimenti che ruotano attorno alla dicotomia fra il buio e la luce che emerge il tema del doppio e della coesistenza come parte di tutta la vita sulla Terra. L’artista mette in risalto come la luce e il buio si manifestano naturalmente in molteplici modi: influenzando i cicli di vita, la crescita delle piante, i comportamenti degli animali e persino i pattern climatici. D’altra parte, nel contesto delle esperienze umane la luce può rappresentare la conoscenza, la verità, la saggezza e la speranza, mentre il buio può simboleggiare l’ignoranza, la paura, la morte il misteroNon sempre questa distinzione è netta e assoluta: ci sono momenti in cui la luce può essere accecante e il buio può offrire rifugio e intimità. Esistono sfumature di grigio e zone d’ombra che sfidano questa contrapposizione, offrendo spunti di riflessione sulla complessità e la fluidità della realtà. Una contraddizione che invita l’essere umano a riflettere sulla ricchezza del mondo che lo circonda, invitandolo ad esplorare le molte sfaccettature della realtà e ad abbracciare la diversità e la complementarità degli opposti. Nella continua danza tra luce e buio, possiamo trovare un profondo senso di equilibrio e armonia, rivelando così la bellezza intrinseca della natura e dell’esistenza stessa. Questo concetto, immortale nell’immaginario poetico, diventa il punto di contatto tra l’umanità e la natura e il focus di “A Single Moment”, trasmettendo un desiderio di libertà ed incarnando la meraviglia di fronte alla bellezza del mondo che ci circonda.

L’esposizione è dunque un’occasione per intraprendere un percorso intimo, soffermarsi con lo sguardo sull’attimo fotografico per spingersi ad una riflessione sull’esistenza stessa. Anna Caterina Masotti afferma: “Il buio non spaventa. La luce non abbaglia. Illumina, disegna metafore. L’immagine è come una stampa, un ricamo, un fiore cresciuto nella stoffa. Nella lentezza della penombra, la fotografia esce dall’evanescenza, si crea un’atmosfera, e si stupisce un bambino.”

ANNA CATERINA MASOTTI

Anna Caterina Masotti nasce negli anni ‘70 a Bologna, dove attualmente vive. Dall’età di 10 anni inizia ad appassionarsi di fotografia: passione trasmessa dalla madre Olga, stilista innovativa che amava fotografare, nel tempo libero, fiori e paesaggi. Nel 2004 ritira assieme al padre Alberto il premio La Kore, Oscar della Moda. Nel 2010, le viene diagnosticato un problema agli occhi per il quale ha dovuto subire diversi interventi chirurgici. Da quel giorno i suoi sensi si modificano e la sua vita ha un inaspettato cambio di percorso. È da questo momento che fotografare diventa una priorità, attraverso una nuova visione che la porta ad esplorare modalità alternative di percezione della luce.


INFORMAZIONI UTILI

TITOLO: A Single Moment
DI: Anna Caterina Masotti
A CURA DI: Alessia Locatelli
DOVE: MIDA – Mancini Italian Design & Art S.r.l., Piazza S. Lorenzo 1, Reggio Emilia
PREVIEW PER I GIORNALISTI: 27 Aprile 2024 ore 17.30
OPENING: 27 Aprile 2024 ore 18.00
DATE: Dal 27 Aprile all’11 giugno 2024
INGRESSO GRATUITO
IN COLLABORAZIONE CON: Laura Frasca Art Manager di Green Whale Space

CONTATTI
SITO: www.annacaterinamasotti.com
INSTAGRAM: Anna_Caterina_Masotti
LINKEDIN: Anna Caterina Masotti
FACEBOOK: Anna Caterina Masotti Photographer

UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126             
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Reggio Emilia, Fotografia Europea 2024: La natura ama nascondersi 

USA. New York City. 1976. Little Italy. Dee and Lisa on Mott Street. © Susan Meiselas/Magnum Photos
FOTOGRAFIA EUROPEA 2024
“LA NATURA AMA NASCONDERSI”
Reggio Emilia
26 aprile – 9 giugno 2024

Preview 26 aprile
Eventi inaugurali dal 26 al 28 aprile 2024
 
La XIX edizione del Festival di Reggio Emilia
ci conduce a riflettere su un tema di grande urgenza:
i legami tra Uomo e Natura,
le trasformazioni immaginate dagli esseri umani,
le dinamiche per superare l’atteggiamento di predominio.
 
 Palazzo Magnani, Chiostri di San Pietro, Palazzo da MostoVilla Zironi,
Palazzo dei MuseiBiblioteca Panizzi, Spazio Gerra e gli spazi del Circuito OFF accolgono mostre di grandi fotografi e di giovani esordienti.

Dal 26 aprile al 9 giugno 2024, Reggio Emilia torna ad osservare i cambiamenti della contemporaneità attraverso gli occhi di grandi fotografi e di giovani esordienti con la XIX edizione di FOTOGRAFIA EUROPEA, il festival promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani e del Comune di Reggio Emilia, con il contributo della Regione Emilia-Romagna.

La natura ama nascondersi è il tema scelto dalla direzione artistica del Festival composta, anche quest’anno, da Tim Clark (editor 1000 Words), Walter Guadagnini (storico della fotografia e Direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia) e Luce Lebart (ricercatrice e curatrice, Archive of Modern Conflict).

Un titolo che cerca di inglobare – recuperando il paradosso da un celebre frammento di Eraclito – la potenza di una natura che molte volte cela la sua essenza ai nostri occhi, ma che sempre più spesso la rivela in modi distruttivi, in un processo continuo che può essere inteso come un’oscillazione tra l’essere e il divenire. Fotografia Europea 2024 si propone di esplorare, attraverso le tante prestigiose mostre personali e collettive di questa edizione, le connessioni fra occultamento e scoperta che dominano il nostro rapporto con la Natura, immaginando nuove narrazioni, al di fuori di quell’atteggiamento di controllo dominante che la nostra specie esercita sul pianeta, per comprendere le dinamiche e le nuove direzioni da intraprendere.

La mostra storica di questa edizione torna nelle sale di PALAZZO MAGNANI con la prima retrospettiva  mai presentata in Italia di Susan Meiselas, fotografa americana nota soprattutto  per il suo lavoro nelle aree di conflitto dell’America Centrale (1978-1983) e in particolare per i suoi potenti scatti della rivoluzione nicaraguense. La mostra, intitolata Mediations, raccoglie una selezione di opere che vanno dagli anni Settanta a oggi e rivela, attraverso le diverse forme che la Meiselas adotta per ampliare la sua opera – oltre al reportage fotografico tradizionale, anche installazioni, libri, film – il suo approccio unico di fotografa, che mette costantemente in discussione lo status delle sue immagini in relazione al contesto in cui vengono percepite, spaziando dalla dimensione personale a quella geopolitica. Nelle sue opere la fotografa coinvolge i soggetti in un’incessante esplorazione e sviluppo di narrazioni, lavorando spesso su lunghi periodi e su un ampio ventaglio di paesi e soggetti: dalla guerra alle questioni relative ai diritti umani, dall’identità culturale all’industria del sesso.

Le sale dei cinquecenteschi CHIOSTRI DI SAN PIETRO ospiteranno dieci esposizioni.

Al piano terra, ad aprire gli occhi dei visitatori, una mostra che cattura l’infinita mutevolezza delle nuvole in una collettiva, intitolata Sky Album. 150 years of capturing clouds a cura di Luce Lebart e Michelle Wilson, in cui si celebra la vastità e la bellezza delle immagini di nuvole e l’unicità della pratica di fotografare il cielo da parte di scienziati, dilettanti e artisti. Oltre centocinquanta opere raccontano questa passione a partire dagli albori della fotografia, dal francese Gustave Le Gray all’italiano Mario Giacomelli, passando dai lavori dell’americano Edward Steichen fino ai due artisti contemporanei chiamati a creare due installazioni, la finlandese Anna Ninskanen e il britannico Kalev Erickson.

Al primo piano, il progetto espositivo di Helen Sear, dal titolo Within Sight, presenta una serie di opere multiple e composite che esplorano la dissoluzione della prospettiva a lente singola associata all’obiettivo della macchina fotografica. Sear è un’attenta osservatrice degli elementi mutevoli che compongono un paesaggio e restituisce l’esperienza di essere presenti nella natura, combinando alla fotografia elementi disegnati a mano o cancellati, in un lavoro concettuale che affonda le sue radici nell’interesse per il realismo magico e il surrealismo.

Yvonne Venegas con Sea of Cortez traccia una storia intergenerazionale in equilibrio tra l’esperienza della sua famiglia – che ha abitato le miniere di rame di Santa Rosalia, nella Bassa California, all’inizio del Novecento- e quella di un’intera generazione che ha sfruttato i territori intorno al Mar di Cortez. La sua esplorazione si avvale dell’aiuto delle persone che incontra nel suo percorso di indagine, per esprimere il sentimento di sfruttamento e i resti che quelle storie di miniera hanno seminato sul loro cammino.

Arko Datto
Le barche adornate di luci che tornano da un pellegrinaggio aspettano nelle secche l’arrivo della marea per poter rientrare a casa nel loro villaggio – 2019

Il fotografo indiano Arko Datto porta all’attenzione dei visitatori la questione incombente della catastrofe climatica e dei rifugiati che questa genera, attraverso una trilogia fotografica in corso da nove anni. I due capitoli qui presentati, tratti dal progetto The Shunyo Raja Monographies sono interamente dedicati al territorio del Delta del Bengala, considerato uno degli epicentri del cambiamento; includono ritratti e paesaggi che mappano l’erosione e l’innalzamento del livello del mare attraverso l’India e il Bangladesh e traccia la traiettoria degli sfollati e dei paesaggi perduti a causa di una natura che reclama sempre più attenzione.

A seguire Matteo de Mayda, fotografo veneziano, espone ai Chiostri un’installazione composta da foto d’archivio e di reportage, immagini satellitari e al microscopio, testimonianze individuali e teorie scientifiche che fanno parte del progetto There’s no calm after the storm, in cui indaga gli impatti a lungo termine e meno visibili della tempesta Vaia, che ha colpito il Nord-est dell’Italia alla fine del 2018. Nato dopo la fine dell’emergenza, il progetto riflette sul fragile equilibrio tra l’azione dell’uomo e la tenuta degli ecosistemi.

La mostra di Jo Ractliffe si intitola Landscaping ed è interamente dedicata al paesaggio sudafricano ripreso durante i suoi viaggi in auto lungo la costa sud-occidentale. Negli scatti in bianco e nero, Ractliffe riflette sul concetto stesso di paesaggio, disconoscendone il termine nel tentativo di sottrarre le sue fotografie a convenzioni stereotipate: parlare di paesaggio in termini di bellezza, o al contrario di bruttezza, significa osservare invece che partecipare, ridurre il luogo a un concetto piuttosto che a un’esperienza vissuta. Con il termine landscaping, l’artista cerca di trasmettere l’idea di paesaggio come qualcosa di attivo, capace anche di conservare la memoria del passato.

Antti Kappinen.

Nel grande corridoio centrale, Natalya Saprunova espone il progetto Permafrost che racconta la vita delle popolazioni dell’estremo nord del continente asiatico. Qui, nei suoi lunghi viaggi in compagnia della macchina fotografica e di un taccuino, la fotografa russo-francese scopre luoghi come la Yakutia e le sue popolazioni indigene, tra cui i pastori di renne Evenki e gli Yakuti, allevatori stanziali di mucche e cavalli. I colori tenui dei suoi scatti restituiscono l’ansia di queste comunità, testimoni del rapporto simbiotico con una natura estrema che oggi è messo a rischio dalle conseguenze dell’industrializzazione.

La fotografa americana Terri Weifenbach in Cloud Physics esplora la vitale interconnessione tra le nuvole del nostro pianeta e le intime forme della sua vita biologica. La spina dorsale di questo lavoro è una serie di fotografie realizzate in un istituto di ricerca americano per lo studio e la misurazione delle nuvole, la loro origine, struttura, particelle e reazioni. Gli astrusi strumenti che vediamo sono progettati per esprimere fenomeni atmosferici effimeri, ma la macchina fotografica di Weifenbach – e il suo modo di guardare – ci restituisce il nostro mondo organico terrestre come un mistero non quantificabile.

Lisa Barnard con la mostra An Act of Faith: Bitcoin and the Speculative Bubble conduce alla riflessione sull’essenzialità della natura nella creazione di bitcoin, beni digitali che seppur immateriali richiedono un enorme sforzo ambientale. La fotografa britannica documenta lo sfruttamento dell’energia geotermica in Islanda, necessario per sostenere il processo di estrazione mineraria: le fredde temperature islandesi, infatti, fanno sì che le masse di calore generate dall’hardware coinvolto, siano notevolmente ridotte, contribuendo a mantenere un microclima obbediente.

Bruno Serralongue dedica il suo progetto, dal titolo Community Gardens of Vertus, Aubervilliers, alla lotta – su scala locale, ma legata a una più ampia consapevolezza della necessità di preservare ambienti vivibili di fronte a progetti ecocidi – che alcuni giardinieri hanno iniziato nel 2020 per opporsi all’abbattimento di oltre 4.000 metri quadrati di orti, a favore di nuove costruzioni per i Giochi Olimpici di Parigi 2024. Questo succede a meno di due chilometri da Parigi, ad Aubervilliers in Seine-Saint-Denis, il dipartimento più popolato della Francia e dove gli spazi verdi sono i meno numerosi.

Nella sede di PALAZZO DA MOSTO trova posto la Committenza di questa edizione, insieme a una mostra dedicata ai libri fotografici e ai due progetti vincitori della Open Call.

La produzione di Fotografia Europea 2024, affidata a Karim El Maktafi, si intitola day by day, e si focalizza sull’affascinante contesto delle “Aree Interne”: regioni estremamente eterogenee, caratterizzate dalla lontananza da grandi centri di agglomerazione, che, pur occupando circa tre quinti del territorio nazionale, ospitano poco meno di un quarto della popolazione complessiva italiana. Nello specifico l’indagine del fotografo si è sviluppata in vaste porzioni dell’Appennino Emiliano, in cui El Maktafi ha esaminato il profondo e fragile legame tra l’uomo e la natura, facendo emergere l’eredità culturale attraverso stili di vita profondamente radicati nei cicli lenti dell’ambiente naturale montano.

La mostra Index Naturae, a cura di Stefania Rössl e Massimo Sordi (OMNE – Osservatorio Mobile Nord Est), comprende 116 libri fotografici pubblicati negli ultimi cinque anni dedicati al tema della natura. La selezione dei volumi esposti, realizzati da autori nazionali ed internazionali che hanno aderito al progetto proposto da OMNE, rappresenta da un lato una fonte di riflessione sullo stato attuale della fotografia e dell’editoria, dall’altro individua un corpus di esperienze di ricerca capace di offrire punti di vista molto diversi sul tema del rapporto tra uomo e natura nella contemporaneità, stimolando possibili approfondimenti e sperimentazioni.  

I progetti selezionati dalla giuria della Open Call, tra gli oltre 500 lavori di artisti e curatori che vi hanno partecipato, sono quelli di Marta Bogdańska e Michele Sibiloni. Il progetto SHIFTERS di Marta Bogdańska parte dal presupposto che solo ripensando alla posizione dell’essere umano nel mondo e guardando quindi oltre l’orizzonte antropocentrico, si possa realizzare una coesistenza vera e profonda, che includa quindi anche gli animali. Il lavoro è iniziato con una ricerca d’archivio e una raccolta di articoli sulle spie animali in guerra e mettendo poi in relazione questa storia sfaccettata con quella della loro liberazione e dei loro diritti.  Michele Sibiloni, invece, stimola una riflessione sul futuro dell’alimentazione mondiale e sul precario equilibrio degli ecosistemi naturali attraverso il progetto Nsenene, a cura di Marco Scotti, che documenta i momenti frenetici delle attività della raccolta delle cavallette (Nsenene, appunto) in Uganda, a cui si alternano lunghi periodi di attesa e speranza; tempistiche sempre meno prevedibili a causa del cambiamento climatico.

Riapre, per la XIX edizione di Fotografia Europea, la splendida VILLA ZIRONI, gioiello dell’architettura liberty che ospiterà la mostra Radici, di Silvia Infranco, a cura di Marina Dacci. Silvia Infranco ha sviluppato una ricerca che ha fatto della materia naturale il soggetto e l’oggetto delle sue opere. Negli ultimi anni si è orientata sullo studio degli erbari, sulla farmacopea e sui processi di cura arcaici e rituali rinvenuti in manoscritti e in testi a stampa antichi. La mostra sviluppa queste sue ultime riflessioni sul rapporto tra uomo e natura nell’ambito dell’approccio fitoterapico con particolare attenzione ai risvolti magici, simbolici ed alchemici intervenuti nel corso dei secoli. Le opere di Silvia Infranco si modulano su svariati media: opere su carta e su tavola, libri d’artista, sculture, polaroid che spesso includono le erbe stesse.

Ad abbracciare il festival, numerose altre mostre partner che gravitano intorno ad esso, organizzate dalle più importanti istituzioni culturali cittadine e ospitate nei loro spazi.

PALAZZO DEI MUSEIZone di passaggioa cura di Ilaria Campioli, propone una riflessione sul tema del buio e della notte con l’obiettivo di raccontare l’importante ruolo che entrambi rivestono nell’immaginario collettivo. Punto di partenza sono le numerose opere di ambientazione notturna che Luigi Ghirri ha realizzato nel corso della propria produzione. Sono i luoghi “illuminati in maniera provvisoria, o gli spazi che vivono una loro discreta semioscurità e che solo temporaneamente diventano luminosi in maniera festosamente provvisoria”, in cui si attiva una lettura alternativa del reale. Rispetto alla storia del procedimento fotografico, il rapporto fra luce e buio è essenziale. Per Ghirri sono quindi i bagliori, i lampi, le piccole intermittenze come quelle delle lucciole ad esprimere le migliori modalità di illuminazione poiché mantengono intatto l’incanto del buio, preservando le zone d’ombra. La mostra presenta quindi il lavoro di diversi ed importanti autori di rilievo internazionale che, a partire dalle sperimentazioni sul medium e sulla visibilità della fine degli anni Sessanta, utilizzano il buio come possibilità di narrazione. Come afferma il filosofo Alain Badiou “[…] la stessa contraddizione della notte è quella di offrire riparo a ciò che è esposto, invisibilità alla bellezza del visibile”. Ecco quindi che gli autori in mostra si muovono all’interno di questo spostamento paradossale che viene offerto dal buio, utilizzandolo per cercare di raccontare ciò che vi accade.
Gli esiti della open call di GIOVANE FOTOGRAFIA ITALIANA #11 | PREMIO LUIGI GHIRRI 2024, promossa dal Comune di Reggio Emilia, in partnership con alcuni festival internazionali, hanno dato vita a Contaminazioni, la collettiva a cura di Ilaria Campioli e Daniele De Luigi che vede in mostra, sempre a Palazzo dei Musei, gli scatti dei sette artisti selezionati dalla giuria internazionale: Claudia Amatruda con Good Use Of My Bad HealthBenedetta Casagrande con All ThingsLaid DormantNoemi Comi con ProxidiumMassimiliano Corteselli con ContrapassoCamilla Marrese con Field Notes for Climate ObserversCinzia Romanin con Transcendence e Alessandro Truffa con Nioko Bokk. I sette progetti selezionati propongono una riflessione su quelli che sono gli spazi intermedi, le zone di contaminazione e di reciproca trasformazione tra gli uomini e il resto del vivente, utilizzando materiali e approcci ampi e stratificati, in cui il medium fotografico entra a far parte della riflessione stessa. Durante le giornate inaugurali Giovane Fotografia Italiana assegnerà diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Luigi Ghirri, del valore di 4.000 euro. Il vincitore del Premio avrà anche la possibilità di esporre una versione più ampia del suo progetto in una mostra personale in Triennale Milano (inverno 2025). Con la menzione Nuove traiettorie. GFI a Stoccolma, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, inoltre un artista, prescelto tra i sette selezionati, potrà svolgere un periodo di studio e ricerca durante il quale dovrà produrre un progetto artistico che sarà esposto in una mostra a cura dello stesso Istituto. Tre finalisti saranno inoltre selezionati per partecipare al programma di letture portfolio Photo-Match nell’ambito di Fotofestiwal Łódź previsto in giugno 2024 grazie alla partnership con il festival e a una borsa di studio a copertura delle spese di viaggio e alloggio. Infine Photoworks insieme alla Dalby Forest, Forestry England, offrono a due fotografi una residenza d’artista immersiva ed ecologica della durata di una settimana nel cuore della Dalby Forest, North Yorkshire – Regno Unito, insieme a tutoraggio, introduzione al team e agli ecosistemi della foresta e opportunità di networking.

La fototeca della BIBLIOTECA PANIZZI partecipa all’edizione del 2024 con una mostra che ridona visibilità alla collezione di Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea, con sede a Rubiera che dal 1990 al 2023 ha realizzato indagini fotografiche sul territorio regionale e nazionale. Oggi, gli scatti raccolti sono in deposito presso l’Archivio fotografico della Biblioteca Panizzi per essere conservati, valorizzati e restituiti alla cittadinanza. In particolare in questa edizione saranno esposte le due interpretazioni che Paola De Pietri nel 1994 e  Walter Niedermayr nel 1997 hanno dato delle Casse d’espansione del fiume Secchia. Paola De Pietri realizza la sua osservazione sorvolando con una mongolfiera l’area del parco fluviale, in modo da ottenere immagini a metà strada fra quella offerta dalla comune mappa topografica, quella dell’aereo e quella degli occhi del visitatore. Walter Niedermayr produce invece una serie di dittici, attraverso cui si interroga sul destino delle aree sottoposte ad intenso sfruttamento economico e successivamente attrezzate per gestire sport e attività didattiche, osservando come i parchi rappresentino la nostra pretesa romantica di trovare una nostra immagine di “natura incontaminata”.

Katie Morris

Lo SPAZIO GERRA propone la mostra NEW THEATERS OF THE REAL. Collaborating with AI che, nel quadro del dialogo permanente tra natura e artificio che percorre le arti, presenta cinque differenti posizioni della fotografia contemporanea capaci di aprire il confine della creazione a diverse modalità di collaborazione con l’intelligenza artificiale generativa. I Lavori di Xavi Bou, Antti Karppinen, Markos Kay, Katie Morris, Pierre Zandrowicz portano a una profonda riflessione in merito all’apporto dell’IA come strumento di conoscenza dei processi della natura e della stessa creatività umana, valutando anche il rischio che si tratti invece di un ulteriore mezzo di alienazione che allontana ancora di più gli umani dall’appartenenza a una natura unitaria.

Collegata al festival è la proposta della COLLEZIONE MARAMOTTI, che espone la prima mostra personale istituzionale italiana di Silvia Rosi, dal titolo Disintegrata. Specificamente concepita per la Collezione, l’esposizione include venti nuove opere fotografiche, alcune immagini in movimento e un nucleo di fotografie d’archivio raccolte dall’artista in Italia – principalmente in Emilia-Romagna – tra il 2023 e il 2024. Rosi ha percorso il territorio per raccogliere le centinaia di fotografie ordinarie, scatti di album di famiglia che raccontano la quotidianità di chi, giunto dall’Africa prima del Duemila, ritraeva sé e la propria vita in contesti diversi. La mostra esplora, restituisce e mette in scena, con umorismo, un immaginario dell’idea di “italianità” nel nostro territorio contemporaneo.

Anche quest’anno lo Speciale Diciottoventicinque, il progetto formativo di Fotografia Europea, torna con la tredicesima edizione per accompagnare i giovani amanti della fotografia in un percorso che permette di imparare, condividere e confrontarsi con il mondo dell’arte fotografica, creando un vero progetto espositivo collettivo. Erik Messori, fotogiornalista è co-fondatore del collettivo CAPTA, ha accompagnato i giovani partecipanti nei 10 incontri in cui ha deciso di aprire alla multidisciplinarietà, consapevole che un progetto visivo si può costruire e arricchire attraverso diversi linguaggi. Il percorso di formazione si concluderà con l’esposizione dei progetti degli 11 ragazzi nella galleria dell’Isolato San Rocco. 

Si è appena conclusa la terza edizione di FE+SK Book Award, il premio dedicato al libro fotografico, ideato da Fotografia Europea insieme a Skinnerboox – casa editrice di Jesi (AN) specializzata in fotografia contemporanea. Tra le oltre 230 candidature pervenute, la giuria -composta da Chiara Capodici, Tim Clark e Milo Montelli- ha scelto il progetto di Benedetta Casagrande “All Things Laid Dormant”, spiegando che il suo lavoro ha particolarmente colpito: “per la potenza evocativa e poetica, per la coerenza, la maturità del linguaggio utilizzato che lo rendono un lavoro pronto a essere un libro”.

Oltre alle mostre arricchisce il Festival un calendario di appuntamenti che accompagnerà i visitatori dalle giornate inaugurali – 26, 27, 28 aprile – fino al 9 giugno.

In programma, oltre agli incontri con gli artisti, anche momenti di confronto con Mariangela Gualtieri, poetessa e scrittrice, Marco Paolini drammaturgo e scrittore, entrambi in dialogo con Loredana Lipperini scrittrice e giornalista. Inoltre presentazioni di libri, book signing, letture portfolio e [PARENTESI] BOOKFAIR, lo spazio dedicato agli editori indipendenti.

La terza edizione di FOTOFONIA, la declinazione musicale del festival curata da Max Casacci (produttore e fondatore dei Subsonica), ha come titolo Urban souls ed è dedicata alla Storia, al presente e al futuro di una musica italiana capace di fondere radici black e soul, con la complessità dei linguaggi urbani contemporanei, attraverso melodia e parole. La serata di venerdì 26 aprile si aprirà con i giovanissimi napoletani Thru Collected, gruppo che oscilla tra i linguaggi metropolitani più contemporanei, per concludersi con il live dei Casino Royale, la band che per prima ha innescato una autentica rivoluzione riuscendo a fondere l’incisività melodica con le urgenze della cultura hip hop. Ospite dei Casino Royale sarà un’altra “anima urbana” – Venerus – celebre produttore, polistrumentista, cantautore milanese, oggi considerato il più importante protagonista di una certa scena “urban”. Sabato 27 aprile ci si sposta in piazza San Prospero per il dj set dello stesso Venerusche trasformerà la piazza in una colorata dance hall senza confini spazio-temporali. Ad iniziare la serata sarà una giovanissima rapper, Alda. Anche in questa terza edizione di Fotofonia, dopo le precedenti presenze di Mario Tozzi e Stefano Mancuso, la scienza e la battaglia per l’ambiente saranno unite alla musica.  Domenica 28 aprile, alle 18 al Teatro Cavallerizza, Mariasole Bianco, biologa marina, divulgatrice scientifica e volto televisivo (Kilimangiaro, Rai3) parlerà di misteri e stupefacenti curiosità del grande oceano su un tappeto di suoni naturali creato da Max Casacci, da anni impegnato a trasformare in musica e ritmo, rumori e ambienti sonori della natura e della metropoli.

Anche per questa edizione il CIRCUITO OFF – l’evento collettivo e indipendente che arricchisce il Festival con una serie innumerevole di mostre diffuse in tutto il territorio cittadino – presenta progetti di fotografi professionisti accanto a giovani alle prime esperienze, appassionati e associazioni che dovranno misurarsi con il tema del fragile equilibrio tra Uomo e Natura esponendo i propri scatti in negozi, ristoranti, studi, cortili e case private, sedi storiche, gallerie d’arte. Parte di questo circuito è anche il progetto OFF@school che coinvolge le scuole di tutta la provincia di Reggio Emilia. Il 4 maggio è la serata dedicata al Circuito Off e in questo evento sarà decretato il vincitore del premio Max Spreafico a cui sarà data l’opportunità di produrre una nuova mostra ed esporla durante la prossima edizione di Fotografia Europea, nel 2025.

Per l’edizione 2024 si confermano:
Special Sponsor: Iren
Main Sponsor: Coop Alleanza 3.0, FCR – Farmacie Comunali Riunite e Attolini Spaggiari Zuliani & Associati Studio Legale e Tributario
Sponsor: Coopservice, Gruppo Emak e Assicoop

Tutte le info su fotografiaeuropea.it  


Ufficio stampa Fondazione Palazzo Magnani
Stefania Palazzo, tel. 0522.444409; s.palazzo@palazzomagnani.it
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Ufficio stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo s.a.s.
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Venezia, Palazzo Ducale: I MONDI DI MARCO POLO

Courtesy Fondazione Musei Civici Venezia
I MONDI DI MARCO POLO
Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento

Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge

6 aprile – 29 settembre 2024

a cura di Giovanni Curatola e Chiara Squarcina 

Una mostra per celebrare, ripensare e raccontare Marco Polo: il suo tempo, la sua vita, la sua opera, il viaggio, l’esempio e la sua eredità

Un uomo, cittadino del mondo in quanto veneziano, grazie al quale l’Oriente è diventato meno lontano e sconosciuto. Questo il tema della mostra in programma dal 6 aprile al 29 settembre 2024 a Palazzo Ducale, organizzata nell’anno in cui ricorrono i 700 anni dalla morte di Marco Polo. Un omaggio all’uomo ma, soprattutto, la volontà di condividere le suggestioni da lui stesso raccontate nell’opera letteraria Il Milione: una fonte inesauribile di ispirazione per studiosi, esploratori, viaggiatori di ogni epoca. 

Una vita, quella di Marco Polo, che si riverbera nel racconto di una straordinaria geografia storica, culturale, politica e umana dell’Europa, del Medio Oriente e dell’Asia del Duecento che contribuì a far conoscere. Un patrimonio incredibile di abitudini, usi, costumi e idee che grazie al nostro circolò nella Venezia del XIII secolo quale inestimabile fonte di strategiche informazioni che altri mercanti, dopo di lui, concorsero ad arricchire.

Photo Irene Fanizza

Un viaggio nel viaggio, per ricordare gli incontri, reali, inventati, talvolta omessi, con un excursus nei Paesi visitati dall’illustre veneziano e dalla famiglia in oltre vent’anni, attraverso oltre 300 opere provenienti dalle collezioni civiche, dalle maggiori e più importanti istituzioni italiane ed europee fino a prestiti dei musei dell’Armenia, Cina, Qatar, per condividere, nel modo più esaustivo possibile, i mondi di Marco Polo.

Un percorso che non può che partire da Venezia e dalla sua casa, nell’area di san Giovanni Crisostomo, dal sotoportego, corte seconda, ponte del Milion, con la restituzione degli inediti reperti, frutto di scavi e studi condotti nell’area del Teatro Malibran che permettono oggi di avere un’idea più precisa della loro casa-fondaco dei Polo. Protagonisti sono, perciò, anche una Venezia cosmopolita e i suoi cittadini, che al viaggio dovevano la propria esistenza e sopravvivenza; come testimoniato dalle diverse incursioni nella cartografia e dalle maestose decorazioni della Sala dello Scudo negli Appartamenti del Doge che riproducono, oltre ai possedimenti della Repubblica nel Cinquecento, le regioni lontane esplorate da veneziani e dalla stessa famiglia Polo e che il pubblico, in occasione della mostra, potrà nuovamente ammirare.

Un’incursione nella vita e nelle parole di Polo, con l’esposizione del suo testamento, un lascito materiale e morale, tra gli oggetti, le monete del tempo che il mercante avrà maneggiato, i tessuti, le ceramiche e le spezie che non manca mai di nominare; un salto nel mito e nell’opera letteraria, nel racconto preciso e verosimile di un viaggio di vent’anni, nato dall’incontro con Rustichello da Pisa nelle prigioni genovesi, scaturito dalla memoria precisa e prodigiosa di Marco Polo unito alla ricchezza della scrittura del letterato. 

Cardine di una delle sezioni è proprio Il Milione, che consegna la vita di un comune mercante veneziano alla storia, alla fama, all’immortalità. Un testo che attraversa i secoli, proliferando in traduzioni e diverse versioni; una guida di viaggio con consigli e curiosità ante litteram e modello per celebri opere letterarie, dal Viaggio al centro della terra di Jules Verne a Le città invisibili di Italo Calvino. Sono solo alcuni dei tributi, omaggi ed esempi di fortuna critica che seguì Il Milione e Marco Polo per tutto l’Ottocento e il Novecento, una fama che prosegue nei decenni con rivisitazioni in chiave pop, fonte di ispirazione per artisti moderni e contemporanei, esposti in mostra.

Photo Irene Fanizz

Non ultimo, il progetto espositivo dei Musei Civici intende ricordare, una volta di più, il valore di inclusività culturale del viaggio, l’apertura, la curiosità verso ciò che è altro da noi, partendo dall’insegnamento di un giovane veneziano e della sua volontà di conoscenza, rispettosa verso il mondodelle persone, delle culture, delle diverse fedi e culti religiosi si rende conto, raccontando di popolazioni cristiane nelle varie declinazioni, compresa quella nestoriana, del culto e dei misticismi dell’Islam, dei Cinesi Confuciani, Buddhisti, Taoisti, dell’Induismo in India.  

Celebrare Marco Polo e il suo itinerario a 700 anni dalla morte è l’occasione per raccontare la sua ineguagliabile vita, la sua sete di conoscenza, la spinta verso il confronto, la volontà di scoprire nuove prospettive e altri modi di vivere e, soprattutto, di condividere poi tutto questo. Per dirla con le sue stesse parole acciocché si potessero sapere le cose che sono per lo mondo di quelle terre e popolazioni lontane. 

Una ricchezza culturale dal grande valore educativo e divulgativo, che sarà protagonista per tutto il 2024 con esposizioni, momenti d’incontro e approfondimenti per tutti, con particolare attenzione alle nuove generazioni; con momenti dedicati alle scuole, alle famiglie, con la collaborazione di Geronimo Stilton come compagno di viaggio di Marco Polo nell’Activity Book.

I mondi di Marco Polo è organizzata nell’ambito delle iniziative promosse dal Comune di Venezia e dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 700 anni della morte di Marco Polo, presieduto dal Sindaco Luigi Brugnaro e realizzata con la collaborazione speciale dell’Università Ca’ Foscari Venezia e l’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai

Il progetto espositivo ha ricevuto la Medaglia d’Oro dal Presidente della Repubblica.

La mostra è resa possibile dal supporto di Apice srl, Magonza editore, Mavive Venezia. Media Partner: Rai Cultura e Rai Storia.



Informazioni per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
Chiara Vedovetto
con Alessandra Abbate
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
Con il supporto di
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
roberta@studioesseci.net
simone@studioesseci.net