Venezia, Palazzo Ducale: I MONDI DI MARCO POLO

Courtesy Fondazione Musei Civici Venezia
I MONDI DI MARCO POLO
Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento

Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge

6 aprile – 29 settembre 2024

a cura di Giovanni Curatola e Chiara Squarcina 

Una mostra per celebrare, ripensare e raccontare Marco Polo: il suo tempo, la sua vita, la sua opera, il viaggio, l’esempio e la sua eredità

Un uomo, cittadino del mondo in quanto veneziano, grazie al quale l’Oriente è diventato meno lontano e sconosciuto. Questo il tema della mostra in programma dal 6 aprile al 29 settembre 2024 a Palazzo Ducale, organizzata nell’anno in cui ricorrono i 700 anni dalla morte di Marco Polo. Un omaggio all’uomo ma, soprattutto, la volontà di condividere le suggestioni da lui stesso raccontate nell’opera letteraria Il Milione: una fonte inesauribile di ispirazione per studiosi, esploratori, viaggiatori di ogni epoca. 

Una vita, quella di Marco Polo, che si riverbera nel racconto di una straordinaria geografia storica, culturale, politica e umana dell’Europa, del Medio Oriente e dell’Asia del Duecento che contribuì a far conoscere. Un patrimonio incredibile di abitudini, usi, costumi e idee che grazie al nostro circolò nella Venezia del XIII secolo quale inestimabile fonte di strategiche informazioni che altri mercanti, dopo di lui, concorsero ad arricchire.

Photo Irene Fanizza

Un viaggio nel viaggio, per ricordare gli incontri, reali, inventati, talvolta omessi, con un excursus nei Paesi visitati dall’illustre veneziano e dalla famiglia in oltre vent’anni, attraverso oltre 300 opere provenienti dalle collezioni civiche, dalle maggiori e più importanti istituzioni italiane ed europee fino a prestiti dei musei dell’Armenia, Cina, Qatar, per condividere, nel modo più esaustivo possibile, i mondi di Marco Polo.

Un percorso che non può che partire da Venezia e dalla sua casa, nell’area di san Giovanni Crisostomo, dal sotoportego, corte seconda, ponte del Milion, con la restituzione degli inediti reperti, frutto di scavi e studi condotti nell’area del Teatro Malibran che permettono oggi di avere un’idea più precisa della loro casa-fondaco dei Polo. Protagonisti sono, perciò, anche una Venezia cosmopolita e i suoi cittadini, che al viaggio dovevano la propria esistenza e sopravvivenza; come testimoniato dalle diverse incursioni nella cartografia e dalle maestose decorazioni della Sala dello Scudo negli Appartamenti del Doge che riproducono, oltre ai possedimenti della Repubblica nel Cinquecento, le regioni lontane esplorate da veneziani e dalla stessa famiglia Polo e che il pubblico, in occasione della mostra, potrà nuovamente ammirare.

Un’incursione nella vita e nelle parole di Polo, con l’esposizione del suo testamento, un lascito materiale e morale, tra gli oggetti, le monete del tempo che il mercante avrà maneggiato, i tessuti, le ceramiche e le spezie che non manca mai di nominare; un salto nel mito e nell’opera letteraria, nel racconto preciso e verosimile di un viaggio di vent’anni, nato dall’incontro con Rustichello da Pisa nelle prigioni genovesi, scaturito dalla memoria precisa e prodigiosa di Marco Polo unito alla ricchezza della scrittura del letterato. 

Cardine di una delle sezioni è proprio Il Milione, che consegna la vita di un comune mercante veneziano alla storia, alla fama, all’immortalità. Un testo che attraversa i secoli, proliferando in traduzioni e diverse versioni; una guida di viaggio con consigli e curiosità ante litteram e modello per celebri opere letterarie, dal Viaggio al centro della terra di Jules Verne a Le città invisibili di Italo Calvino. Sono solo alcuni dei tributi, omaggi ed esempi di fortuna critica che seguì Il Milione e Marco Polo per tutto l’Ottocento e il Novecento, una fama che prosegue nei decenni con rivisitazioni in chiave pop, fonte di ispirazione per artisti moderni e contemporanei, esposti in mostra.

Photo Irene Fanizz

Non ultimo, il progetto espositivo dei Musei Civici intende ricordare, una volta di più, il valore di inclusività culturale del viaggio, l’apertura, la curiosità verso ciò che è altro da noi, partendo dall’insegnamento di un giovane veneziano e della sua volontà di conoscenza, rispettosa verso il mondodelle persone, delle culture, delle diverse fedi e culti religiosi si rende conto, raccontando di popolazioni cristiane nelle varie declinazioni, compresa quella nestoriana, del culto e dei misticismi dell’Islam, dei Cinesi Confuciani, Buddhisti, Taoisti, dell’Induismo in India.  

Celebrare Marco Polo e il suo itinerario a 700 anni dalla morte è l’occasione per raccontare la sua ineguagliabile vita, la sua sete di conoscenza, la spinta verso il confronto, la volontà di scoprire nuove prospettive e altri modi di vivere e, soprattutto, di condividere poi tutto questo. Per dirla con le sue stesse parole acciocché si potessero sapere le cose che sono per lo mondo di quelle terre e popolazioni lontane. 

Una ricchezza culturale dal grande valore educativo e divulgativo, che sarà protagonista per tutto il 2024 con esposizioni, momenti d’incontro e approfondimenti per tutti, con particolare attenzione alle nuove generazioni; con momenti dedicati alle scuole, alle famiglie, con la collaborazione di Geronimo Stilton come compagno di viaggio di Marco Polo nell’Activity Book.

I mondi di Marco Polo è organizzata nell’ambito delle iniziative promosse dal Comune di Venezia e dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 700 anni della morte di Marco Polo, presieduto dal Sindaco Luigi Brugnaro e realizzata con la collaborazione speciale dell’Università Ca’ Foscari Venezia e l’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai

Il progetto espositivo ha ricevuto la Medaglia d’Oro dal Presidente della Repubblica.

La mostra è resa possibile dal supporto di Apice srl, Magonza editore, Mavive Venezia. Media Partner: Rai Cultura e Rai Storia.



Informazioni per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
Chiara Vedovetto
con Alessandra Abbate
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
Con il supporto di
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
roberta@studioesseci.net
simone@studioesseci.net

A Venezia dal 16 aprile tutte le Preview dello STUDIO ESSECI durante la Biennale

ROBERT INDIANA: THE SWEET MYSTERY. Evento collaterale della 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia18 aprile 2024 – 24 novembre 2024Procuratie Vecchie in Piazza San Marco Press breakfast & Preview:  mercoledì 17 aprile, dalle 9.00, presenti i curatori

Ad essere proposto è un originale focus su uno degli artisti contemporanei più famosi: Robert Indiana, popolare soprattutto per l’iconica serie LOVE. The Sweet Mystery è la più significativa esposizione dell’artista mai proposta in Italia. Più di 40 opere ripercorrono sei decenni della sua attività artistica, a partire da opere giovanili significative, alcune delle quali raramente esposte: dipinti e sculture, che esplorano la condizione umana e la fede in tempi tumultuosi.


UZBEKISTAN: l’Avanguardia nel deserto. La Forma e il Simbolo17 aprile – 29 settembre 2024Venezia, Ca’ Foscari Esposizioni Press Preview: martedì 16 aprile, ore 10.

La mostra presenta per la prima volta al pubblico italiano e del mondo occidentale una pagina straordinaria e ancora poco nota dell’arte della prima metà del XX sec. Il progetto espositivo unitario si dispone in due sedi prestigiose (oltre che a Venezia anche a Firenze, Palazzo Pitti) e mette insieme circa 100 opere (soprattutto dipinti su tela e su carta, cui si aggiungono emblematici reperti della tradizione tessile uzbeka) provenienti dal Museo Nazionale di Tashkent e dal Museo Savitsky di Nukus.


ZENG FANZHI: Near and Far/ Now and Then

17 aprile – 30 settembre 2024

Venezia, Scuola Grande della Misericordia

Press breakfast & Preview: martedì 16 aprile, dalle 10 alle 12, presenti curatore e artista.

Nell’allestimento di Tadao Ando, ecco l’attualità della pratica artistica di Zeng Fanzhi. Questa mostra offre l’opportunità di ammirare due cicli di opere mai prima viste: nuovi dipinti astratti e opere su carta fatta a mano e trattata con inchiostro, grafite, gesso, polvere d’oro e pigmenti minerali. In un mondo inondato da immagini elaborate digitalmente, Zeng Fanzhi sfida chi osserva le sue opere a riconoscere la superiorità della pittura come arte e mestiere secolare.


LION OF GOD. Walton Ford
17 aprile 2024 – 22 settembre 2024
Venezia, Ateneo Veneto
Press breakfast & Preview: mercoledì 17 aprile, dalle 9 alle 12.00, presente il curatore Udo Kittelmann  e artista.

“Lion of God” è la prima personale di Walton Ford in Italia. L’artista americano propone a Venezia un nuovo corpus dipinti di grandi dimensioni realizzati ad acquerello che esplorano la dimensione storica, biologica e ambientale dei soggetti rappresentati nella collezione della biblioteca dell’Ateneo, in particolare la figura del leone nell’ Apparizione della Vergine a San Girolamo di Tintoretto.


BERLINDE DE BRUYCKERE. CITY OF REFUGE III
Evento collaterale della 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia
20 aprile 2024 – 24 novembre 2024
Venezia, Abbazia di San Giorgio Maggiore
Press breakfast & Preview: giovedì 18 aprile ore 9.00, con intervento dell’artista.

Sculture di arcangeli popolano la navata centrale e quelle laterali di San Giorgio Maggiore, un’installazione di grandi dimensioni in Sacrestia e teche contenenti opere scultoree lungo il corridoio della Galleria del Monastero. Prendendo il titolo dall’omonima canzone di Nick Cave, “City of Refuge III” è la terza di una serie di mostre dell’artista sull’arte come luogo di rifugio e riparo: un tema qui accentuato dall’intensità spirituale del luogo.


ARMANDO TESTA.
20 aprile – 15 settembre 2024
Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Press breakfast and preview: 18 e 19 aprile dalle 8.30 alle 10.00, presenti i curatori.

Il geniale creativo piemontese (1917-1992)  sarà al centro di una rassegna monografica che permetterà di scoprire e riscoprire aspetti inediti della sua produzione. Dagli esordi torinesi presso la Scuola Tipografica Vigliardi Paravia, l’esposizione mira a ricostruire il percorso artistico di un protagonista della cultura visiva contemporanea, creatore di celebri icone entrate da anni nel nostro immaginario collettivo.


Ufficio Stampa
STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Via San Mattia 16, 35121 Padova
Tel. +39.049.663499
www.studioesseci.net

Liquida Photofestival: Annunciata la III edizione del festival di fotografia contemporanea di Torino

LIQUIDA PHOTOFESTIVAL
III EDIZIONE | 2 – 5 maggio 2024
Complesso della Cavallerizza di Torino
 
Annunciato il programma completo del festival di fotografia contemporanea nato da Paratissima: “REBIRTH” è il concept che guida la nuova edizione.

Gli spazi del Complesso della Cavallerizza di Torino si preparano ad accogliere dal 2 al 5 maggio 2024 la III edizione di Liquida Photofestival, il festival di fotografia contemporanea nato nella cornice di Paratissima e divenuto in poco tempo uno degli appuntamenti italiani più apprezzati e riconosciuti nel suo genere.

Annunciato il programma completo del festival, che quest’anno sceglie “REBIRTH” come tema guida della nuova edizione, un tentativo di indagare le infinite declinazioni possibili cui la vita può metterci di fronte: “Ridefinirsi, re-inventarsi, ricollocarsi all’interno delle dinamiche della società e della relazione con noi stessi: dalla purificazione alla ri-scoperta del proprio corpo e della propria identità” – sottolinea Laura Tota, direttrice artistica del festival – “REBIRTH delinea lo spazio delle possibilità che ogni giorno possiamo e dobbiamo scegliere per essere entità consapevoli nel nostro viaggio”. 

A partire da giovedì 2 e fino a domenica 5 maggio sarà possibile visitare – dalle 10:00 e sino alle 20:00 – i progetti fotografici in mostra, oltre a prendere parte alle altre esperienze che il festival offre, dai talk alle presentazioni, dalle sezioni dedicate all’editoria alle sessioni OneToOne – i biglietti di ingresso sono acquistabili dal link: www.paratissima.it/ticket-2024-liquida.  

LE MOSTRE

Nucleo centrale del festival sono i progetti della mostra REBIRTH – The Exhibition, che costituiscono proprio delle visioni in merito al concetto di Rinascita. Attraverso quattro punti di vista di autori nazionali e internazionali, il visitatore è chiamato a confrontarsi con un viaggio attraverso l’introspezione e una nuova visione del sé. Partendo dal potere purificatore e ristoratore dell’acqua dei placidi ritratti della fotografa Denisse Ariana Pérez, che porta in mostra la sua serie Agua, passando attraverso la tensione verso una nuova forma di identità consapevole e solidamente sociale della Donna in New Moons di Ada Marino, approdiamo alla delicatezza di Bianca, il progetto di Sandra Lazzarini che chiede di percepire la propria pelle difforme come una tela su cui costruire il futuro dialogo con il nostro corpo, in una ridefinizione e accettazione di sé lontana dagli stereotipi di bellezza contemporanea. Infine, il progetto Borderland di Filippo Barbero invita l’osservatore a ritrovare la propria essenza nel presente attraverso una rilettura di luoghi, emozioni, visioni richiamati dai luoghi del proprio passato.

Nella sezione collettiva Exhibition, Liquida Photofestival ospita invece le migliori proposte pervenute tramite call. Sono ventinove gli autori selezionati per raccontare il caleidoscopio della fotografia contemporanea: Paola Francesca Barone, Federica Baruffi, Stefania Bonatelli, Viviana Bonura, Gaia Caramellino, Valentina Cardia, Carlodemarchis, Andrea Cordero, Luca Daddario, Gloria Fenaroli, Ottavia Franchina, Alessandro Galli, Beppe Giardino, Giovanna Goryup, La Vaga Circe, Giulia A. N. Lentini – Gan, Andrea Manni, Viola Marrucci, Mizaru Zen, Monica Mazzotto Momaz, Marta Passalacqua, Daniele Robotti, Alessio Rutigliano, Azia Maria Sammartano, Anabella Sarrias, Francesca Stano, Valeria Vavoom, Matteo Verre, Filippo Zanella.

Nella sezione Liquida Grant, che premia le migliori proposte, selezionate da una giuria di esperti, con un Group Show e un Solo Show, il vincitore del premio Full Project, che vede la produzione e l’esposizione in singolo del proprio progetto, è il fotografo austriaco Peter Pflügler con Now Is Not The Right Time, una riflessione intima e autobiografica su un trauma di carattere familiare, il tentato suicidio del padre, vissuto durante la propria infanzia. Un progetto che si rivela coerente con il tema scelto da Liquida per questa edizione, che marca il concetto di rinascita e dell’elaborazione del trauma attraverso lo strumento fotografico. L’allestimento della mostra è stato progettato attraverso il workshop guidato da Andrea Isola Exhibit DESIGNER che ha coinvolto undici allievi.

I vincitori del premio One Shot, che vedono l’esposizione dei propri lavori in una collettiva, sono: Sebastian Bahr, Guglielmo Cherchi, Angela Crosti, Austin Cullen, Claudia Deganutti, Nanni Licitra, Lello Muzio, Ivana Noto, Chiara Paderi, Elisa Roman. Vincitore del premio “ArtPhilein”, che vede la realizzazione di un progetto editoriale realizzato in collaborazione con la casa editrice ArtPhilein Editions di Lugano, è Davide Degano con Romanzo Meticcio, progetto che studia la condizione post-coloniale italiana come elemento fondamentale della vita contemporanea del nostro paese.Il vincitore del premio “ImageNation”, che ha la possibilità di esporre lo scatto selezionato nella mostra di ImageNation Milan a settembre 2024 presso la Fondazione Luciana Matalon, è Pietro Longhi con L’aria diventa elettrica.

LE ALTRE SEZIONI

A completare il ricco programma di Liquida Photofestival 2024 sono poi le sezioni collaterali. Come EdiTable, la sezione dedicata all’editoria, che accoglie una serie di pubblicazioni  in linea con il concept del festival, “Rebirth”, selezionate da Vittoria Fragapane, book editor della casa editrice elvetica ArtPhilein. Il pubblico potrà sfogliare, consultare e acquistare le pubblicazioni e i magazines da collezione, oltre a partecipare a diversi talk / presentazioni con gli autori/editori. Tra le case editrici coinvolte ci sono: ArtPhilein Editions, Boite Editions, 89Books, VOID, KULT Books, Witty Books, Cavie Project, Skinnerboox. Tra le presentazioni in programma si segnalano quella di Dame Magazine (venerdì 3 alle 18:00), “Paradise”, il libro d’artista del fotografo Gian Marco Sanna (sabato 4 alle 17:00) e quella con la casa editrice 89Books (sabato 4 alle 18:00).

Sabato 4 e Domenica 5 maggio quattro professionisti della fotografia contemporanea saranno disponibili per vere e proprie sessioni One To One di confronto con i fotografi.Seislot di 15 minuti ciascuno per ciascun lettore, che andranno oltre le classiche letture portfolio per permettere di ottenere un riscontro immediato sui propri lavori, con la partecipazione di: Laura Tota, Vittoria Fragapane, Gabriele Stabile e Rebecca Delmenico.

LIQUIDA 2024

Liquida Photofestival – la cui direzione artistica è affidata a Laura Tota – ha l’obiettivo di restituire lo stato della ricerca fotografica nelle sue diverse forme d’espressione, cercando di dare voce ai nuovi talenti della fotografia contemporanea, non solo dal punto di vista della produzione autoriale, ma anche della riflessione fotografica, coinvolgendo addetti ai lavori che oggi iniziano il proprio percorso in questo cosmo in continuo divenire. Un festival in cui l’immagine scorre, assecondando il sentiero di un fiume a volte impetuoso, a volte docile, ma mai uguale a se stesso. 

Con il patrocinio di Città di Torino e Città Metropolitana di Torino.
Con il supporto di Cassa Depositi e Prestiti.
Media partner: Collater.al Magazine e IL FOTOGRAFO.
Powered by: Paratissima, PRS Srl Impresa Sociale, Cavallerizza Torino.


CONTATTI:
www.paratissima.it/liquida-2024/
www.instagram.com/liquidaphotofestival/
 
UFFICIO STAMPA:
Daccapo Comunicazione
info@daccapocomunicazione.it

Biella, Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero: la mostra “Banksy, Jago, TVBOY e altre storie controcorrente” chiude a 30mila visitatori

Immagine dell’allestimento
Chiude a 30 mila visitatori la mostra dei record “Banksy Jago TV boy e altre storie controcorrente”: un grande successo per il territorio.

Ha chiuso con 1.200 visitatori nel solo giorno di Pasquetta, 1° aprile, la mostra “Banksy Jago TVBOY e altre storie controcorrente” raggiungendo così le 29.790 presenze che, sommate alle persone intervenute nel giorno dell’inaugurazione, porta al numero record di 30 mila visitatori.
Gli organizzatori Fondazione Cassa di Risparmio di BiellaPalazzo Gromo Losa srlComune di Biella e Arthemisia con il main sponsor Biver Banca – Gruppo Banca di Asti esprimono grande soddisfazione per un risultato andato oltre le aspettative.

Immagine dell’allestimento

Siamo tutti davvero felici per questo traguardo che abbiamo raggiunto come territorio – commenta il Presidente Michele Colombo – questa è la dimostrazione che Biella e il Biellese posso essere attrattivi per grandi flussi con proposte culturali importanti. Per noi è il punto di partenza per un lavoro più ampio e continuativo grazie al quale contiamo di raggiungere risultati ancora più importanti nell’ambito dello sviluppo turistico e culturale del territorio”.

A fare da corollario alle parole del Presidente il grande impegno della struttura, già al lavoro su Selvatica, arte e natura in Festival che aprirà il 20 aprile con una dote di 640 biglietti già venduti grazie alla promozione congiunta con la mostra appena conclusa e l’impegno a proporre per l’autunno una nuova grande mostra.

In occasione della chiusura inoltre sono stati ringraziati tutti coloro che hanno collaborato al progetto, lavorando anche nei giorni festivi, in particolare Coopculture e l’Associazione Stilelibero che gestisce Palazzo Ferrero, a cui è stato donato uno speciale “uovo d’artista” e la caffetteria Deiro in collaborazione con la quale, grazie a un ampio lavoro di rete, è stato possibile realizzare numerosi “momenti speciali” che hanno contribuito a far conoscere la mostra a un pubblico ampio e diversificato, spesso composto da molti giovani, come durante le aperture serali di Halloween, Natale, Carnevale e in occasione dei concerti finali del Biella jazz Club realizzati da giovani musicisti del Liceo musicale La Grangia di Vercelli. La promozione della mostra e degli eventi è stata potenziata anche grazie alla sinergia con Fondazione BIellezza e sono state attivate numerose convenzioni e collaborazioni speciali.

Immagine dell’allestimento

La mostra inoltre ha rappresentato anche per il tessuto imprenditoriale locale un importante volano di sviluppo grazie ai numerosi eventi collaterali che hanno portato visitatori al Piazzo non solo nei week end, ma anche in settimana, ad esempio in occasione delle conferenze con gli artisti: Laurina Paperina e Jago in dialogo con Michelangelo Pistoletto, entrambi eventi subito sold out.

Grande apprezzamento è stato registrato anche da parte delle scuole per le quali la mostra ha rappresentato un interessante momento di approfondimento di numerose tematiche artistiche e sociali, le visite guidate su prenotazione disponibili sono state esaurite più di un mese prima della chiusura dell’evento per un totale di oltre 3.500 studenti e insegnanti coinvolti cui si aggiungono circa 1.000 visitatori che hanno usufruito delle visite guidate destinate all’utenza libera.


Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it 
press@arthemisia.it | T +39 06 69380306

4^ Biennale Disegno Rimini: “Viaggio in una stanza” – Le opere dello Studiolo Rivi

Paul Jenkins, Phenomen a Noel, acquerello su carta, 1967. Foto Carlo Vannini
4^ Biennale Disegno Rimini
 
Mostra
VIAGGIO IN UNA STANZA
Una collezione d’arte moderna incorniciata all’antica.
Le opere dello Studiolo Rivi

Rimini, Museo della città, Saletta Bilancioni
4 maggio – 28 luglio 2024

Mostra a cura di Alessandra Bigi Iotti
 
Vernice per la stampa: venerdì 3 maggio 2024, ore 11.30, Rimini

Alla Biennale del Disegno di Rimini (4 maggio – 28 luglio) c’è una mostra che pone un originale dilemma: quadro o cornice? O meglio, da cosa si parte, cosa viene prima?
Consuetudine vuole che la seconda, ovvero la cornice, sia ancillare all’opera d’arte: prima l’artista crea l’opera, poi intorno ad essa un artigiano mette la cornice.

Ma in Italia c’è una collezione – e che collezione – dove a menar le danze è proprio la cornice, pur essedo il suo contenuto, ovvero il quadro, opera di artisti tra i più importanti del ‘900 italiano e non solo. I nomi degli “incorniciati” sono quelli di  Accardi, Afro, Alviani, Angeli, Appel, Arman, Baj,  Birolli, Bertini, Brunori, Bonalumi,  Capogrossi, Carmassi, Cassinari,  Corpora, Crippa, Dorazio, Dova, Fontana,  Fautrier, Guttuso, Hartung, Ligabue, Jenkins, Manzoni, Marca-Relli, Mastroianni, Masson, Mathieu, Mattioli, Melotti, Morandi, Munari, Music, Nigro, Perilli, Pomodoro, Rotella, Ruggeri, Sam Francis, Sanfilippo, Santomaso, Savelli, Scanavino, Schifano, Scialoia, Shimamoto, Schneider, Sironi, Sumi, Tancredi, Tapies, Tobey, Turcato, Vedova, Veronesi.

Giuseppe Santomaso, Sera a Castelfranco, tecnica mista su carta, 1957. Cornice toscana XVI secolo. Foto Carlo Vannini

Questa “rivoluzione” è frutto dello straordinario gusto – e competenza – di Lia e Daniele Rivi che non sanno dividersi tra due passioni: collezionano dagli anni ’80 carte di artisti italiani e stranieri degli anni ’50 e ’60 e preziose cornici antiche, dal XVI al XVIII secolo, che hanno il compito di ornare, impreziosire e personalizzare opere d’arte moderna con uno spiccato gusto per l’Informale italiano e internazionale.

Il loro Studiolo, spazio privato, contenuto, ma ricchissimo e oggetto di questa mostra raccoglie a oggi una settantina di opere che colpiscono sia per la bellezza e ricchezza delle cornici sia per la qualità, l’eleganza e l’omogeneità delle carte, le quali costituiscono una delle più raffinate e originali collezioni private di opere su carta degli anni centrali del XX secolo.

Perché unire un’opera d’arte moderna, informale o astratta, a una delicata e preziosa opera di ebanisteria e d’intarsio come una ricca cornice bolognese del XVII secolo? Quale il senso e il significato di tale operazione? La mostra, ospitata negli spazi del Museo della città di Rimini, cerca proprio di approfondire il problematico e stimolante rapporto tra quadro e cornice, affrontato in dettaglio nel catalogo dal Professor Pietro Conte, docente di estetica all’Università Statale di Milano.


Info: www.biennaledisegnorimini.it
 
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. +39 049.663499 | Rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net
 
Ufficio Stampa Comune di Rimini
Tel. 0541 704262 | ufficio.stampa@comune.rimini.it
 
Ufficio stampa Apt Servizi Emilia-Romagna
Tatiana Tomasetta, cultura@aptservizi.com

Roma, Museo Orto Botanico: Fragile Ecosystem di Giulia Pompilj – Finissage 6 aprile 2024

FRAGILE ECOSYSTEM

Installazione di Giulia Pompilj


Finissage 6 aprile 2024
ore 17.30 su invito
 
Museo Orto Botanico – Serra Espositiva
Largo Cristina di Svezia, 23 A – 24 – Roma
 
Dall’8 marzo al 6 aprile 2024

Il giorno 6 aprile 2024 dalle 17.30 alle 20.00 si svolgerà presso la Serra Espositiva del Museo Orto Botanico – Sapienza Università di Roma il finissage del progetto espositivo ed installativo Fragile Ecosystem di Giulia Pompilj, con la collaborazione di Edoardo Tedone – soundscape design. 

Alle ore 18.30 la performance di Eva Grieco e Claudia Pelliccia

Fragile Ecosystem è una installazione, realizzata con tessuti e tinture di origine vegetale, che riflette sulla precarietà dell’ambiente naturale e richiama le silhouette e gli echi di un ecosistema in via di estinzione. I tessuti in cotone, attraversati dal vento, evocano l’effimero paesaggio di un mondo al suo stato terminale, nel quale, nascosto tra le pieghe, un debole bagliore resta in vita, a simboleggiare la resilienza della natura di fronte alle avversità. Al centro di Fragile Ecosystem è quella tensione che intercorre tra un ecosistema e gli elementi che lo compongono, spostando così il punto di osservazione sulla complessa rete di effimere relazioni di cui l’ambiente si nutre.

La forza di un ecosistema risiede nella sua capacità di ripristinare l’equilibrio in caso di perturbazioni. Tuttavia, tutti gli ecosistemi, se sottoposti a prove eccessive, possono rivelarsi fragili. La specificità e le condizioni che ne permettono lo sviluppo rendono alcuni ecosistemi più vulnerabili di altri: se una componente viene meno a causa di disturbi eccessivi o prolungati, anche gli ecosistemi più robusti possono subire danni irreparabili.

L’inserimento dell’opera all’interno del Giardino Botanico di Roma, luogo di biodiversità e di tutela della flora, apre un dialogo suggestivo sulla fragilità dell’esistenza biologica, coadiuvato dalla capacità dell’artista di trasformare processi materiali in veicoli narrativi e divulgativi.

Giulia Pompilj esplora la complessa trama di aspetti biologici, storici e sociali che plasmano gli ecosistemi. La curiosità intellettuale di Giulia ha trovato una vivace espressione presso la Design Academy Eindhoven nei Paesi Bassi, dove si è laureata nel dipartimento “Food Non-Food” nel gennaio 2020. Durante il suo percorso accademico, si è immersa nei mondi del bio e del research design. Durante lo stage a Mater Iniciativa, un centro di ricerca gastronomica in Peru, Giulia ha forgiato una metodologia distintiva: questo metodo coinvolge l’uso del processo di tintura naturale e della ricerca etnobotanica per trasformare le molecole vegetali in colori. Il risultato è una rappresentazione visiva della profonda connessione tra gli abitanti locali e il loro ambiente naturale. Giulia considera questa forma di ricerca, di intuizioni e scienza, un potente mezzo di comunicazione. L’impegno di Giulia per l’arte è riflesso nella serie di mostre internazionali alle quali ha preso parte. Le sue opere, come “What Does Colour Mean”, ora in mostra ad Hong Kong Design Institute e “WARMI” , mostrano la sua capacità di fondere arte e scienza. Oltre alle mostre, Giulia coinvolge il pubblico attraverso conferenze, workshop e pubblicazioni. Eventi notevoli includono “Dirty Dyes” presso il Textile Art Camp di Berlino, o “Behind the Beauty of Fashion”video proiettato durante New York Textile Month, oltre a contribuire a DAMN Magazine. Il suo impegno per l’istruzione si estende a workshop sui processi di tintura naturale, come “Tintura Naturale” presso OZ Officine Zero a Roma e “Natural Dye” presso BGK Holbeak in Danimarca o “Water Lab” per l’Università dell’Arte e del Design a Karlsruhe in Germania. Giulia ha partecipato a residenze artistiche, tra cui “Spark Narration” presso ACED ad Amsterdam e “Metabolic Relation” presso DieDAS a Saaleck, in Germania.


INFO

FRAGILE ECOSYSTEM
Installazione di Giulia Pompilj

Soundscape design: Edoardo Tedone
La mostra è accompagnata da una collezione di lampade in ceramica a tiratura limitata

Finissage 6 aprile 2024 ore 17.30 su invito
Degustazione a cura di Altrovino (www.altrovino.eu)

Museo Orto Botanico – Serra Espositiva
Largo Cristina di Svezia, 23 A – 24 – Roma

Apertura al pubblico: dall’8 marzo al 6 aprile 2024

Orari: dal lunedì alla domenica  9.00 – 17.30 (ultimo ingresso 16.30) – non è necessaria la prenotazione
Biglietteria: 06 49917107 (10:00 – 17:30)
Tariffe: intero 5,00 € (non è necessaria la prenotazione) – ridotto 4,00 € 6-18 anni; over 65; studenti universitari e scuole; soci enti convenzionati – gratuito 0-5 anni; studenti e personale Sapienza Università di Roma; diversamente abili e relativi accompagnatori; docenti accompagnatori di gruppi scolastici

Museo Orto Botanico
info-ortobotanico@uniroma1.it
https://web.uniroma1.it/ortobotanico

Giulia Pompilj
giuliapompilj@gmail.com
www.giuliapompilj.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
roberta.melasecca@gmail.com

Genova, Palazzo Ducale: GRANDE SUCCESSO della mostra “ARTEMISIA GENTILESCHI. Coraggio e passione” che chiude a oltre 80mila visitatori

Artemisia Gentileschi
Autoritratto in forma di allegoria della Pittura, con un ritratto maschile
sul cavalletto, 1630-35,
Olio su tela, 98×74,5 cm
Roma, Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma, Palazzo Barberini

Un grande successo per la mostra

“ARTEMISIA GENTILESCHI.
Coraggio e passione”

che chiude con oltre 80mila visitatori

Dallo scorso 16 novembre, dopo 137 giorni di apertura, ha chiuso lo scorso lunedì di Pasquetta la prima grande mostra a Genova dedicata a una delle artiste più amate di sempre: Artemisia Gentileschi.
Sono stati infatti 81.886 i visitatori – compresi tutti coloro che sono intervenuti ai numerosi eventi collaterali organizzati in occasione dell’esposizione – che, dal primo giorno, hanno potuto apprezzare e conoscere le opere e la vita di un’artista unica come Artemisia tra le sontuose sale dell’Appartamento del Doge di Palazzo Ducale.
Un successo dove a parlare sono stati oltre 50 tra i maggiori capolavori di una delle artiste più potenti della storia, dalla vita appassionante, dolorosa, ricca di colpi di scena e di passione.

I visitatori, provenienti da quasi tutte le regioni di Italia e anche dall’estero, hanno manifestato un gradimento molto alto rispetto alla media, con una maggiore percentuale di commenti positivi sia sulle scelte curatoriali che sull’allestimento e la cura per testi, audioguide, ecc.

Curata dallo storico dell’arte Costantino D’Orazio, la mostra è stata promossa e organizzata da Arthemisia con Palazzo Ducale Fondazione per la CulturaComune di Genova e Regione Liguria ed è rientrata nell’ambito delle iniziative di Genova Capitale Italiana del Libro 2023.
La mostra ha visto come sponsor Generali Valore Culturaspecial partner Ricolamedia partner Il Secolo XIXmobility partner Frecciarossa Treno Ufficialecharity partner Komen Italia e hospitality partner Hotel NH Centro di Genova.


Capita spesso che le persone mi domandino se il nome Arthemisia sia un omaggio alla omonima pittrice. Non è così, il riferimento originale al nome dell’azienda è legato a una pianta che ha magnifiche virtù, ma negli ultimi anni, ovvero da quando abbiamo iniziato a occuparci di Artemisia (Gentileschi), mi piace pensare che la coincidenza sia provvidenziale, dal momento che per me lei – più di qualsiasi altra artista – rappresenta il coraggio, la passione, la femminilità, il talento, quella forza delle donne di cui oggi si parla tanto e di cui è diventata emblema già quattrocento anni fa.Artemisia vive nella prima metà del Seicento, in una società dominata dagli uomini; cresce all’ombra di un padre famoso, Orazio Gentileschi, che segnerà per sempre il suo destino: prima la introduce alla pittura incoraggiandone la naturale predisposizione, poi le presenta l’uomo che, stuprandola, la farà paradossalmente diventare una pittrice nota e amata, infine si prenderà involontariamente il merito diaver dipinto i quadri di sua figlia, almeno fino a una ventina di anni fa, quando Artemisia viene riscoperta dal mondo dell’arte e diventa in breve tempo una delle artiste più amate di ogni tempo.È indubbio che la sfortuna degli artisti ne aiuti la fortuna – la tragedia che si cela dietro le pennellate crea un’empatia fortissima con chi osserva le loro opere – e Artemisia deve molto del suo successo anche a quello stupro, che la fece diventare protagonista del primo processo mediatico della storia.Se non avete mai letto gli atti del processo della Gentileschi vi invito a farlo, sono toccanti. I giudici ecclesiastici parlano in latino e lei risponde in volgare, loro insinuano continuamente che se è stata stuprata tutto sommato se lo è cercato, lei si difende come una tigre raccontando dettagliatamente i fatti. L’amico di suo padre, Agostino Tassi, l’ha violentata più volte, promettendole un matrimonio riparatore che ovviamente non ci sarebbe mai stato. E sotto processo finisce di fatto lei, la vittima, di facili costumi secondo la visione dell’epoca. Si potrebbe dire che non c’è molto di nuovo sotto il sole, visto che a distanza di quattrocento anni leggiamo ogni giorno più o meno le stesse cose. Artemisia vince il processo ma perde lo stesso, sconfitta dal giudizio morale che punisce più della legge.Poteva nascondersi da qualche parte, scomparire; e invece l’esperienza più difficile della sua vita sitrasforma nella sua forza.Dopo il processo Artemisia diventa l’artista più richiesta nelle corti d’Europa, viaggia da una cittàall’altra, si sposta a Firenze, Venezia, Londra, Napoli, ha un marito di facciata e un amante che non nasconde, ha quattro figli; diventa quello che oggi definiremmo una donna realizzata, libera, che vive del suo lavoro e si muove a suo agio in una società dove tutto questo non era affatto previsto, precorrendo i tempi e lasciandoci un grande insegnamento. Non si dimenticano mai i momenti difficili della vita, e le opere di Artemisia trasudano di dolore, odio e vendetta, sono traboccanti di passione per la vita. Credo sia questo che ci faccia amare profondamente la Gentileschi, che abbiamo l’orgoglio di celebrare con la nuova bellissima mostra genovese.


Hashtag ufficiale
#ArtemisiaGentileschiGenova

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T +39 06 69380306

Roma: Hyunnart Studio presenta “Just a ride” personale di Bahar Hamzehpour

Bahar Hamzehpour
Just a ride
 
Hyunnart Studio
Sabato 13 aprile 2024, dalle ore 18.00
13/04/2024 – 18/05/2024
a cura di Roberto Piloni

Sabato 13 aprile, Hyunnart Studio presenta “Just a ride”, personale di Bahar Hamzehpour, artista e tecnico di laboratorio presso la cattedra di Grafica d’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Roma.
In mostra una selezione di lavori che testimoniano i tratti salienti della sua ricerca. Bahar Hamzehpour in molte sue opere si serve di parole che si sovrappongono e si infittiscono sempre di più, fino a creare dei grovigli neri e indistinti di pigmento concentrato, ma soprattutto realizza composizioni nelle quali il linguaggio esprime la notevole complessità della comunicazione, la necessità di esplorare il proprio io e l’inevitabile sfida di riuscire a farlo in modo profondo. L’artista concepisce opere composte da gesti e segni attraverso i quali emergono immagini che hanno molto a che fare con lo sprigionamento di energia compressa, emissioni quasi inarrestabili di forze finalmente liberate. In altri termini rappresentano delle manifestazioni che incarnano una visione di disfacimento e di conseguente riscatto finale. La fase processuale in questo suo operare è determinante.

C’è un ulteriore aspetto molto interessante nelle sue opere più recenti. La leggerezza e la fragilità apparente, sia dei materiali che Bahar utilizza, sia del modo in cui vengono presentati, cela invece tematiche spesso complesse e dolenti. Laddove l’azione e il gesto fisico sono indispensabili per la costruzione dell’immagine, ancora una volta l’aspetto posto in risalto è legato alla fase di elaborazione, al processo di lavoro appunto, come nel caso di Isteria, un’installazione a parete composta da 441 forcine per capelli piegate e deformate una ad una e successivamente allineate a formare un grande rettangolo a parete. Come lei stessa dichiara, “Questo processo di deformazione non è solo un atto artistico, ma una rappresentazione della nostra esperienza di vita: cadere, rialzarci e cercare di rimetterci insieme. Le forcine deformate da tante persone diventano così un’opera collettiva, simboleggiando la bellezza che può emergere anche dalla deformazione. In definitiva, questo lavoro di nuovo riflette il senso di bellezza che affiora dall’assurdità della vita. Una semplice azione si trasforma in un simbolo di resistenza e ricerca di significato in un mondo caotico”.

Opere in mostra:
–  Ire-volution, 2023, xilografia, carta di riso cinese, cm 600 x 67
Just a ride, 2024, grafite, carta di riso cinese, cm 400 x 30
Isteria, 2024, forcine in metallo per capelli, cm 136 x 100
I Suoi Occhi, 2024, tecnica mista, carta di riso cinese, cm 180 x 120

Bahar Hamzehpour è nata a Tehran e da otto anni vive a Roma. Dopo aver conseguito il Diploma Accademico in Grafica d’Arte e Tecnologie dei Materiali Cartacei presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, ha focalizzato la sua pratica artistica sull’incisione calcografica e sulla creazione di carta artigianale. Il suo interesse per l’arte spazia attraverso diverse forme e modalità di espressione, con una particolare attenzione ai temi sociali e alla condizione della donna. La sua ricerca artistica si concentra principalmente sulle questioni di genere e societarie. Nel corso degli ultimi dieci anni, Bahar ha partecipato a numerose mostre collettive e personali, Tra le mostre recenti:

2024 – III° Rassegna Biennale Fiber Art, a cura di M. Giuseppina Caldarola e Pierfrancesco Caprio. Ex Museo Civico, Ex Monte di Pietà, Museo Nazionale del Ducato di Spoleto – Rocca Albornoziana, Galleria Officina d’Arte&Tessuti, Spoleto (PG)

2023 – Sguardo Di Confine. L’arte femminile tra archeologia e presente, Museo MAV – Ercolano (NA).

2022 – La Metà Nascosta Della Luna, a cura di M. Giuseppina Di Monte, Francesca Colantonio e Giulia Maccauro. Museo Hendrik Christian Andersen – Roma.

2022 – Dalle carte d’ARchivio alle carte d’Artista. Erbari, foglie e fogli di carta: risorse per la creatività. Sala Alessandrina, Archivio di Stato – Roma.

2022 – Impressum Est. Libri d’artista fra Private Presses e Accademia di Roma, a cura di Marina Bindella e Beatrice Peria. Salone Borromini, Biblioteca Vallicelliana – Roma.

2022 – Carta Coreana HANJI. L’Arte Contemporanea incontra un sapere antico, Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese – Roma.

2021 – Alfabeti Riflessi. Arte e scrittura oltre i confini, Musei di Villa Torlonia, Casina delle Civette – Roma.

2021 – II° Rassegna Biennale Fiber Art, a cura di M. Giuseppina Caldarola e Pierfrancesco Caprio. Ex Museo Civico, Ex Monte di Pietà, Museo Nazionale del Ducato di Spoleto – Rocca Albornoziana, Galleria Officina d’Arte&Tessuti, Spoleto (PG)

2019 – Nell’acqua e nel colore, a cura di Laura Salvi e Riccardo Ajossa. Istituto Culturale Coreano – Roma.


INFORMAZIONI
Hyunnart Studio – Roma, Viale Manzoni 85-87
13 aprile – 18 maggio 2024
Inaugurazione 13 aprile 2024, ore 18.00
Orario settimanale: dal martedì al venerdì, ore 16,00-18,30
Email: pdicapua57@gmail.com

Rimini, Museo della Città “L. Tonini”: I MIGLIORI VIAGGI DELLA NOSTRA VITA. Disegni e storie di avvistamenti, rotte, transiti

4^ Biennale Disegno Rimini
“Ritorno al Viaggio”
Rimini, sedi varie.
20 aprile – 28 luglio 2024
Progetto a cura di Massimo Pulini

Dai taccuini di Felice Giani a quelli di Mattotti, dagli acquerelli settecenteschi al Novecento di Thayaht, dalle incisioni di Piranesi ai disegni di Morandi, Fontana, Fautrier per giungere agli artisti contemporanei – Torna a Rimini la Biennale del Disegno con la quarta edizione dal titolo: “Ritorno al Viaggio, dal Grand Tour alla fantascienza” che, dal 20 aprile al 28 luglio, apre 12 mostre in contemporanea – Protagonisti i luoghi simbolo della città: dal Museo della città a Castel Sismondo, dalla Biblioteca Gambalunga al Palazzo del Fulgor, al Grand Hotel.

Dopo la parentesi causata dal Covid-19, torna a Rimini la Biennale del Disegno, organizzata dal Comune di Rimini.

Questa quarta edizione, dal titolo “Ritorno al Viaggio, dal Grand Tour alla fantascienza”, si terrà dal 20 aprile al 28 luglio, con il suo format di mostre dislocate nelle diverse sedi istituzionali: Museo della Città, Biblioteca Gambalunga, Palazzo del Fulgor e Castel Sismondo. Inoltre il Circuito Open, espressione del dialogo diretto e interagente con la città e il suo territorio, che comprende altre esposizioni in spazi privati e pubblici (gallerie, studi d’artisti e d’architettura, librerie).

12 mostre in contemporanea espongono 1.000 disegni che provengono dall’Accademia Reale di San Fernando di Madrid e dai Fonds Regionale d’Art Contemporain de Picardie, da importanti collezioni private come i disegni di Morandi, Fontana e Fautrier, che spaziano dai taccuini di viaggio di Felice Giani a quelli di Lorenzo Mattotti dalle incisioni di Piranesi al Novecento di Thayaht. E ancora dai Carteles del cinema cubano ai disegni del primo film d’animazione italiano “La Rosa di Bagdad” per giungere agli artisti contemporanei che espongono nel Cantiere Disegno.

Il tema di questa edizione, curata da Massimo Pulini, è il Ritorno al viaggio come esito e ispirazione, ma anche come registrazione e contaminazione dal presente al passato. Quel che hanno prodotto gli artisti in questo tempo epocale, ma anche quello che, nei secoli passati, hanno espresso grazie ai viaggi, come durante la stagione del Grand Tour (il lungo viaggio nell’Europa continentale intrapreso dai ricchi dell’aristocrazia europea a partire dal XVIII secolo e destinato a perfezionare il loro sapere) preso a stella polare di questa ripartenza della Biennale.

La formula dell’evento è quella già sperimentata nelle precedenti edizioni, composta da un corollario di esposizioni parallele e congiunte, incontri con specialisti, studiosi e giornalisti, reading, conferenze, performance, lezioni, art talk, atelier didattici attorno al disegno in tutte le sue accezioni.

Info: www.biennaledisegnorimini.it

Vito Capone, Libro, carta fatta a mano, 2000, Foto Franco Cautillo

Per i navigatori che si fermano a Horta è norma lasciare sulla muraglia del molo un disegno, un nome, una data. È un muro lungo un centinaio di metri dove si sovrappongono disegni di barche, colori di bandiere, numeri, frasi“.
(Antonio Tabucchi, Donna di Porto Pim).

4^ Biennale Disegno Rimini
 
Mostra
I MIGLIORI VIAGGI DELLA NOSTRA VITA
disegni e storie di avvistamenti, rotte, transiti
Rimini, Museo della Città “L. Tonini”
4 maggio – 28 luglio 2024

A cura di Eleonora Frattarolo, con la partecipazione di Enrico Fornaroli (curatela opere Lorenzo Mattotti) e Andrea Lo Savio (curatela opere Vuitton travel books).
 
Vernice per la stampa: venerdì 3 maggio 2024, ore 11.30, Rimini
Antonio Gall, Israel tank, 2006, pastelli e matita su carta,
foto La nuova Tinaia

La Biennale del Disegno, organizzata dal Comune di Rimini e curata da massimo Pulini, presenta al Museo della Città, tra le altre esposizioni, I migliori viaggi della nostra vita: disegni e storie di avvistamenti, rotte, transiti.
Nella mostra, curata da Eleonora Frattarolo, sono esposti disegni in bianco e nero, a colori, su carta, su ceramica, in video, che 15 artisti hanno creato per fermare la memoria visiva di un viaggio, e, con essa, frammenti di tempo della propria vita.

Si tratta di viaggi esemplari, ad alta densità emotiva e spirituale, che hanno generato opere d’arte potenti per forma e significato. In un’epoca in cui il modello culturale del viaggio è preconfezionato dalle agenzie di viaggio e dal conformismo social, I migliori viaggi della nostra vita riempie di stupore e di meraviglia per l’assoluta bellezza e singolarità delle immagini esposte. La mostra è divisa in due sezioni; la prima dedicata a geo-grafie di viaggi e transiti in paesaggi memorabili, la seconda a rotte e avvistamenti mentali, intimi e segreti.     

1a sezione: La memoria del viaggio
 
Davide Benati-Taccuini tra Oriente e Occidente
Rufoism-Di mare e altri luoghi blu
Karin Andersen-Time to leave (video)
Lorenzo Mattotti-Viaggi nelle città (a cura di Enrico Fornaroli)
Louis Vuitton travel books- G. Giandelli, Icinori, T. Ott,  (edizioni a stampa e tavole originali-a cura di Andrea Lo Savio)
 
2° sezione: Voyage autour de ma chambre
 
Robert Longo-Johnny Mnemonic-VR Headset (SC #45)
Gianni Moretti-I segreti
Antonio Galli-Areoplani e voli erotici
Vito Capone-Parole intrappolate in libri misterici
Massimiliano Galliani-Rotte di una strana matita
Andrea Barin-Viaggio nella stanza in solitaria
Antonio Riello, Gabriele Bonato-Cose di nomadi

La mostra è curata da Eleonora Frattarolo, con la partecipazione di Enrico Fornaroli (curatela opere Lorenzo Mattotti) e Andrea Lo Savio (curatela opere Vuitton travel books).

La Biennale del Disegno è organizzata dal Comune di Rimini ed è curata da Massimo Pulini.


Info: www.biennaledisegnorimini.it
 
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. +39 049.663499 | Rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net
 
Ufficio Stampa Comune di Rimini
Tel. 0541 704262 | ufficio.stampa@comune.rimini.it
 
Ufficio stampa Apt Servizi Emilia-Romagna
Tatiana Tomasetta, cultura@aptservizi.com,
Tel. 0541-430190 | www.aptservizi.com

Ganzirri (ME), FORO G gallery: “Mavare – il potere del femminile”, a cura di Roberta Guarnera e Mariateresa Zagone

Mavare banner

Venerdì 12 aprile, alle ore 18.00, presso la FORO G Gallery di Via Lago Grande a Ganzirri, Messina, avrà luogo il vernissage della mostra “Mavare – il potere del femminile”, a cura di Roberta Guarnera e Mariateresa Zagone. Le opere sono il frutto della selezione di un numero maggiore di lavori pervenuti a seguito del lancio dell’open call che ha inteso far lavorare gli artist* sul potere di guarigione e creare il collegamento tra l’azione/creazione taumaturgica dell’arte e il proprio potere personale.

Le Mavare erano quelle donne che, in società patriarcali che toglievano loro diritti e dignità, acuivano il loro “sentire”, tramandavano saperi tutti femminili fatti di riti e piante, di nenie e aruspicina, di fasi lunari e fondi di caffè e che, semplicemente, riuscivano a vedere meglio le cose, erano guaritrici.

Erano nate con la capacità, o il dono (o, forse, la maledizione) di non avere filtri sugli occhi né nella mente.
Per questo venivano, ben prima dei tempi delle nostre nonne, bollate come streghe.
E per questo facevano paura – come fa paura chi dice la verità.

Noi donne, in questi rigurgiti di maschilismo tossico, siamo streghe quando ci poniamo domande, quando vogliamo capire. Quando ci ribelliamo ad una regola, quando ragioniamo con la nostra testa, quando scegliamo di usare il potere personale per la nostra crescita e non lo sacrifichiamo per la crescita dell’altro. E per questo ancora oggi esistono le streghe – ed esiste chi le vuole bruciare. E strega (o stregone) è chiunque non abbia paura di esplorare le proprie ombre.

Le venti opere in mostra (+ 2) provengono da varie regioni italiane (Sicilia, Toscana, Campania, Calabria) e vogliono essere una prima parziale mappatura di tradizioni, usi, nenie, riti, legati al potere del femminile.
La mostra sarà visitabile fino a sabato 20 aprile negli orari riportati online della galleria.


FORO G gallery
foroggallery.com
Via Lago Grande 43B 98165 Ganzirri (ME)
forog.gallery@gmail.com
Instagram: @forog.gallery