Madame Madeleine Lemaire, l’imperatrice delle rose

Pierre Georges Jeanniot (1848-1934). Olio su tela. Una canzone di Gibert nel salotto di Madame Madeleine Lemaire (1891)

Facciamo visita nel suo studio d’artista a M.me Madeleine Lemaire (nata Jeanne Magdelaine Colle) pittrice e illustratrice. Madane Lemaire amava dipingere acquerelli e olii incentrati sul tema dei fiori, in particolare rose. Non mancano scene di genere e ritratti. Ha debuttato al Salon parigino del 1864, dove espose ripetutamente e vinse premi nel 1877 e nel 1900. Ha esposto anche alla Société des Aquarellistes dal 1879. Nel 1906 fu decorata con la Légion d’honneur.
Così la ricorda George Painter: “…era una donna alta, energica, dalle sopracciglia arcuate, capelli non tutti suoi, molto belletto, un abito da sera cosparso di lustrini che sembrava indossato di gran furia all’ultimo momento e i residui di una passata bellezza…”. Quello al n.31 di Rue Monceau è stato uno dei salotti più frequentati della Belle Epoque, dove ha intrattenuto molti artisti del calibro di Dumas Figlio (che di lei disse: “Nessuno, tranne Dio, ha creato più rose”), Anatole France, Reynaldo Hahn, Jules Lemaître. Proust vi ha incontrato Robert de Montesquiou, che gli ha ispirato il personaggio Charlus. Lei stessa ha ispirato il personaggio di M.me Verdurin nel capolavoro di Marcel Proust À la recherche du temps perdu e quando pubblicò Les plaisirs et les jours, il volume fu illustrato con una serie di incisioni curate proprio da M.me Lemaire.

Madeleine Lemaire – La Volupté (attribuito)
La pittrice in posa fotografica nel proprio Studio d’artista

Marcel Proust (Le Figaro) The Lilac Courtyard and the Studio of Roses The Salon of Mme Madeleine Lemaire

Jean-Léon Gérôme: un combattimento di galli

Jean-Léon Gérôme (1824-1904) Giovani Greci assistono ad un combattimento di galli detto anche Un combattimento di galli, 1846

Oggi siamo nello studio di un grande pittore neoclassico come Jean-Léon Gérôme. Al Musée d’Orsay spicca per il suo “Combattimento di galli”, del 1846. Una tela dipinta a ventitré anni, riluttante sulla possibilità di una possibile affermazione al Salon del 1847, dove al contrario l’opera ottenne un grande consenso di pubblico. Allievo di Delaroche, la cui pittura di genere storico influenza i gusti della élite parigina, Jean-Léon Gérôme inizia con questo quadro una carriera intensa e prestigiosa, grazie anche alle opere acquistate dallo Stato e al suo insegnamento accademico. L’artista fu esattamente in posizione opposta alla nascente “pittura impressionista”. Ascoltiamolo in questa intervista. «Come può il governo avere il coraggio di accogliere una tale raccolta di “inezie” in un museo? Avete visto la raccolta? Che spazzatura! Il Museo del Lussemburgo è una scuola! Quali insegnamenti ne ricaveranno i nostri giovani artisti d’ora in poi? Essi inizieranno tutti a fare Impressionismo! Queste persone credono di dipingere la natura, la natura in modo ammirevole in tutte le sue manifestazioni! Che pretesa! La Natura non è per loro! Questo Monet, vi ricordate le sue cattedrali? Quell’uomo sapeva dipingere! Sì, ho visto cose buone fatte da lui, ma ora!». Naturalmente noi, pur ammirandolo, non concordiamo neppure un pochino col suo caustico giudizio. Ci fa piacere, però, che uscito dalla mostra del 1884, che celebrava Manet ad un anno dalla sua morte, abbia affermato «non era così male come pensavo». Mettiamoci nei suoi panni: come si può rinnegare la pittura di una vita, quando il classicismo dei suoi maestri era il suo assoluto convincimento?
LA VITA E LE OPERE DI JEAN-LÉON GÉRÔME SU WIKIPEDIA

Eugene Delacroix

 

Vi siete mai chiesti dove vivono la propria creatività gli artisti? Lo studio in cui operano è importante, può dirci molto della loro personalità. Proveremo dunque a raccogliere immagini e a riproporvele. Iniziamo, dunque, con una carrellata retrospettiva che parte con l’Ottocento e giunge ai nostri giorni.

 

Facciamo visita al grande Eugene Delacroix, anima del movimento pittorico romantico. Contrariamente alle espressività neoclassiche del suo principale rivale Ingres, Delacroix ha tratto ispirazione dall’arte di Rubens e dai pittori del Rinascimento veneziano, con un’attenzione tutta particolare nei riguardi del colore. Le sue pennellate hanno profondamente influenzato l’opera dei pittori Impressionisti, mentre il suo trasporto per l’esotico ha stimolato gli artisti del movimento Simbolista.  I contenuti drammatici e romantici dei suoi dipinti hanno caratterizzato il momento nascente dell’arte moderna.

PER SAPERNE DI PIÙ LEGGI LA SCHEDA SU WIKIPEDIA

OPPURE LEGGI LA VOCE DELL’ENCICLOPEDIA ITALIANA (1931)

 

 

Gustave Boulanger

 

 

Oggi siamo nello studio di Gustave Boulanger, pittore allievo di Pierre Jules Jollivet e di Paul Delaroche all’École des Beaux-Arts nel 1846. Vinse il Prix de Rome nel 1849 con il quadro “Ulisse riconosciuto da Euriclea”, divenne membro dell’Accademia di Belle Arti nel 1882 e insegnò nell’Académie Julian. Ottenne numerose commissioni ufficiali, tra le quali le decorazioni dell’Opéra di Parigi, di quella di Monaco e del Municipio di Parigi. Queste notizie potete approfondirle su WIKIPEDIA.

 

 

John Singer Sargent

 

Oggi siamo nello studio di Sargent, pittore particolare, perché nato in Italia da genitori statunitensi studia nel nostro paese, all’Accademia di Belle Arti di Firenze, ma riesce ad entrare anche all’École des Beaux-Arts di Parigi. In lui troviamo lo spirito del suo tempo e, attraverso i numerosi ritratti da lui eseguiti, le atmosfere del bel mondo. Ma anche lo studio in cui gli artisti operano è importante, può dirci molto della loro personalità. Continuiamo, dunque, a raccogliere immagini di questi spazi di lavoro e a riproporvele. Volete sapere di più su John Singer Sargent? Leggete la scheda su Wikipedia

 

Alexandre Cabanel nel suo studio di Paris (1885)

 

Vi siete mai chiesti dove vivono la propria creatività gli artisti? Lo studio in cui operano è importante, può dirci molto della loro personalità. Proveremo dunque a raccogliere immagini e a riproporvele. Iniziamo, dunque, con una carrellata retrospettiva che parte con l’Ottocento e giunge ai nostri giorni.

Oggi facciamo visita ad Alexandre Cabanel. Pensate: nel 1863, l’anno in cui il famoso quadro di Manet intitolato Colazione sull’erba trovava posto nel Salon des Refusés destando scandalo per la sua immoralità, La nascita di Venere di Cabanel era accettato nel Salon ufficiale, riscontrando grandi elogi. Ma chi era Cabanel?

“Fu pittore di storia, di genere e ritrattista: conteso dai collezionisti d’Europa e d’America, richiesto come ritrattista, fu nemico del Naturalismo e dell’Impressionismo, e fu attaccato da Émile Zola e da tutti coloro che difendevano la necessità di un’arte meno soave e più realista. Il collega Édouard Manet lo disprezzava, tanto che le sue ultime parole prima di morire furono “Sta bene, quello!”, riferendosi proprio a Cabanel”. Continua su Wikipedia.