Aurelio Misiti – Dalla Convegnite agli incontri operativi

dell’On. Prof. Aurelio Misiti

Si sta sviluppando un interessante dibattito sulle modalità d’impiego delle risorse per superare l’arretratezza delle regioni meridionali. Esse consistono in circa il 40% dei fondi riconosciuti dall’Europa al nostro paese. Va definitivamente superato il tempo dei dibattiti, per passare alle realizzazioni delle opere previste nel “PROGETTO DI SISTEMA PER IL SUD IN ITALIA E PER L’ITALIA IN EUROPA”, pubblicato nel Quaderno n.65 dello SVIMEZ.

In tale prospettiva, si è svolto l’11 febbraio a Milazzo il convegno organizzato dal Kiwanis Club Milazzo, in cui è stato illustrato il progetto per il completamento delle autostrade siciliane.

Utilizzando il partenariato pubblico-privato, non sono necessari ulteriori esborsi a carico dello Stato, oltre a quelli a suo tempo investiti per l’autostrada Catania – Palermo – Trapani – Castelvetrano – Mazara del Vallo. Con i ricavi ottenuti dai pedaggi dell’autostrada esistente – realizzata con finanziamento statale a fondo perduto – si possono costruire in Sicilia, attraverso il project financing, le seguenti autostrade (vedi figura ):

• Gela-Castelvetrano
• Palermo-Agrigento (completamento)
• Tangenziale di Palermo
• Marsala-Mazara del Vallo.

La presenza degli investitori privati – che hanno accolto la proposta – ha dato concretezza all’incontro, concluso con soddisfazione dal Presidente della Regione On. Nello Musumeci.

Autostrade che si possono costruire in Sicilia in partenariato con il project financing

Approvato un emendamento alla legge di bilancio per l’Osservatorio Euro Mediterraneo e del Mar Nero

Il Parlamento rafforza l’impegno sul partenariato e l’ambiente

È stato approvato nella Manovra finanziaria, bilancio dello Stato 2022, un contributo destinato al rafforzamento delle attività relative “all’osservatorio” sul Mediterraneo e Mar Nero già attivo a Venezia. Due gli emendamenti presentati, il primo che vede protagonista la senatrice Laura Garavini, Donatella Conzatti, l’altro con l’impegno dei senatori Paolo Tosato e Cristiano Zuliani.

Il network internazionale Fispmed – Federazione Internazionale per lo sviluppo sostenibile e la lotta alla povertà nel Mediterraneo Mar Nero con sede di coordinamento a Venezia, unitamente all’Istituto di cooperazione della Uil “Progetto Sud”, all’associazione europea Fare Ambiente ed al Centro Studi Regione Mezzogiorno Mediterraneo EU-MED, nel ringraziare per l’impegno profuso dai senatori, esprimono grande soddisfazione per questo risultato raggiunto, finalizzato a sostanziare uno strumento di lavoro destinato al partenariato tra le società civili del Mediterraneo Mar Nero.

Da sinistra: Paolo Pantani, Anna Rea, Vincenzo Pepe

Grazie all’impegno finanziario approvato con questo partenariato allargato ad altri Paesi della sponda Sud, le organizzazioni svilupperanno le loro attività in linea con il PNRR, puntando soprattutto alla sostenibilità ambientale e alla lotta alla povertà economica e culturale. Oltre alla sede esistente di Venezia, altre sedi dell’osservatorio saranno Napoli e a Roma. Idealmente l’Osservatorio si rafforza nel segno di Guglielmo Pepe eroe napoletano della difesa della città di Venezia e San Nicola il Santo del dialogo tra nord e sud est ed ovest.

Le attività dell’osservatorio saranno orientate a sviluppare e diffondere la consapevolezza sulle evidenti strette interconnessioni tra le questioni ambientali e quelle sociali, tra diritti umani, sviluppo, povertà e protezione degli ecosistemi: il cambiamento climatico, il dissesto idrogeologico, la deforestazione, la desertificazione, la riduzione delle terre agricole, la riduzione del pescato, la scarsità di risorse energetiche fossili, incidono indiscutibilmente sulla qualità della vita delle persone. Saranno approfonditi i temi del Mezzogiorno europeo finalizzati alla ripresa economica e alla resilienza integrata, puntando soprattutto sui giovani e le donne che rappresentano il futuro del Paese.

VEDI ANCHE:

IL DENARO: Osservatorio Euro Mediterraneo, c’è il via libera: una sede anche a Napoli

Su Vg21 di Canale 21 è stato trasmesso il comunicato.

IMMAGINE DI APERTURA di Gerd Altmann da Pixabay 

L’attraversamento stabile dello Stretto di Messina: situazione attuale e sviluppi

Il 4 agosto 2021 il Ministro Giovannini, in audizione presso le Commissioni riunite ambiente e trasporti della Camera dei Deputati, ha raccolto le indicazioni del Gruppo di Lavoro di redigere uno studio di Fattibilità tecnico economica che possa indicare quale sia la soluzione più adeguata che permetta di giungere ad una decisione definitiva, se quella del ponte a una o più campate.

Per tale studio sono stati stanziati 50 milioni di euro già individuati con la Legge di Bilancio 2021. Il Ministro ha affermato che la prima fase del Progetto di Fattibilità dovrà concludersi entro la primavera del 2022.

Presentazione del Quaderno ALDAI n. 32 – “L’attraversamento stabile dello Stretto di Messina”

Una partecipata conferenza tenutasi in ALDAI il 12 dicembre 2019 sullo stesso tema invogliò alcuni partecipanti ad approfondire le complesse tematiche che stanno dietro alla scelta di realizzare o meno il collegamento e, se sì, con quale tipologia infrastrutturale. Per non disperdere il grande lavoro di analisi e di raccolta delle documentazioni, il gruppo ha pensato di realizzare un nuovo Quaderno ALDAI che, come al solito, rimane “aperto” a integrazioni e perfezionamenti che Soci e/o Simpatizzanti volessero fornire per costantemente migliorarne i contenuti.

I Quaderni ALDAI si propongono di mettere a disposizione, degli associati e non, le conoscenze derivanti dalle esperienze professionali degli autori, soci ALDAI, nell’ambito del loro impegno e della partecipazione alle attività deiGruppi/Comitati della Commissione Studi e Progetti.Dall’anno 2013, la loro redazione in formato e-book e la successiva distribuzione sono garantite da volontariati della VISES, Onlus di riferimento dell’ALDAI. A semplice richiesta, la VISES mette a disposizione i testi tramite e-mail o mediante supporti digitali (CD, DVD, pen-drive ecc.)

L’elenco dei Quaderni, di seguito riportato, è comunque sempre richiedibile – anche per gli aggiornamenti successivi – a:
VisesMilano@aldai.it
Tutte le donazioni sono fiscalmente detraibili/deducibili.
L’IBAN di riferimento è: IT28 X033 5901 6001 0000 0072 807

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PROGRAMMA COMPLETO

2021-06-07-Infrastrutture-Strategiche-per-lEuropa-Q32-1

I principali temi del testo 
(Gennaro Bernardo)

Q32-Panel_1-1_di_Gennaro_Bernardo

Una lunga storia 
(Giuseppe Colombi)

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Il contesto geologico-ambientale 
(Pietro Balbi, Antonio Barbieri)

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Aspetti urbanistici e trasportistici 
(Giorgio Goggi)

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Le grandi infrastrutture nel mondo 
(Giovanni Saccà)

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Il ponte a campata unica 
(Enrico Cantoni)

Q32-Panel_1-6_di_Enrico_Cantoni

Le alternative esaminate 
(Salvatore Crapanzano)

Q32-Panel_2-1_di_Salvatore_Crapanzano

Le tre alternative 
(Giovanni Saccà)

Q32-Panel_2-2_di_Giovanni_Sacca

Confronto tra elementi di costo 
(Enrico Cantoni)

Q32-Panel_2-3_di_Enrico_Cantoni

Le nostre aspettative ad oggi 
(Salvatore Crapanzano)

Q32-Panel_2-4_di_Salvatore_Crapanzano

L’elenco dei Quaderni, di seguito riportato, è sempre richiedibile – anche per gli aggiornamenti successivi – a:
VisesMilano@aldai.it
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QUADERNO ALDAI N. 32
“L’ATTRAVERSAMENTO STABILE DELLO STRETTO DI MESSINA”

QuaderniAldai-INDICE-al-2021-05-27

LEGGI ANCHE: L’attraversamento stabile dello Stretto di Messina nel contesto dei grandi corridoi europei

IMMAGINE DI APERTURA – Copertina del Quaderno ALDAI n.32, “L’attraversamento stabile dello Stretto di Messina”

L’attraversamento stabile dello Stretto di Messina: infrastruttura strategica per l’Italia

Da secoli il collegamento stabile della Sicilia con il Continente è un tema controverso, ma di grande interesse. In Aldai abbiamo cercato innanzitutto di capire perché il ponte a campata unica di cui si ragiona da più di un trentennio, un’opera senza eguali sempre data per progettualmente conclusa, non fosse stato ancora realizzato per ottenere l’auspicata continuità territoriale tra l’Italia continentale e la Sicilia.

Percorrendo la storia del ponte e della Società Stretto di Messina (SdM), si individuano, su documenti ufficiali, una serie di momenti cruciali quali quello della mancata approvazione del “Progetto Definitivo” da parte del CIPE, con la conseguente permanente assenza di un “Progetto Esecutivo” cantierabile.

Per quanto riguarda il ponte a campata unica di 3300 metri, molte informazioni oggettive, acquisite su tutti i grandi ponti realizzati nel mondo, determinano alcune significative preoccupazioni:

• il ponte misto progettato ferroviario-stradale più lungo che sia stato realizzato nel mondo (ponte Yavuz Sultan Selim sul Bosforo del 2016, ma a tutt’oggi privo dei binari) ha una campata di 1.408 metri; è evidente come la realizzazione di un ponte a campata unica di 3.300 metri richiede un salto tecnologico mai messo in pratica sinora;

• l’ipotizzato ponte a campata unica sarebbe caratterizzato da un eccezionale indice di snellezza (altezza della sezione trasversale dell’impalcato / lunghezza campata) di 1/1320 rispetto al massimo esistente, ovvero quello del danese Great Belt Bridge, che raggiunge solo il valore di 1/350; in una struttura così lunga e flessibile, soggetta naturalmente a significative oscillazioni, il passaggio dei treni, anche limitandone la velocità, non risulta esaminato e confermato dalle autorità competenti in tema di sicurezza;

• essendo con impalcato scoperto, per un numero di giorni ventosi annui non specificato il ponte dovrebbe essere chiuso al traffico, così come già avviene in analoghe situazioni. Se il transito dei treni dovesse essere sospeso con venti superiori a 115 km/h, come previsto per il ponte sul Bosforo, ciò costituirebbe una limitazione all’utilizzo particolarmente significativa, data anche la conseguente necessità di mantenere in servizio le navi traghetto.

D’altra parte, la presenza nell’area della cosiddetta “Sella dello Stretto” (un breve tratto di mare tra Villa San Giovanni e Ganzirri ove i fondali sono profondi solo un centinaio di metri) rende ipotizzabili almeno tre soluzioni che possono presentare idonei requisiti preliminari per un’infrastruttura di collegamento stabile. Esse possono sintetizzarsi in:

• ponte a più campate, con due appoggi in mare sulla “Sella”, a circa 100 metri di profondità, e impalcato, ad uno o (meglio) due piani, ad una quota di circa 80 metri sul livello del mare, che permetterebbe il transito delle navi più grandi senza limitare la navigazione e senza interessare la riserva naturale di Capo Peloro;

• tunnel sottomarino, che transita nel sottosuolo all’interno della “Sella” a circa 170 metri di profondità e quindi con copertura continua di almeno 50 metri; un tunnel realizzabile con TBM utilizzando tecnologie consolidate e in continuo progresso, che hanno già avuto molti impieghi nel mondo anche riuscendo a superare in sicurezza faglie tettoniche presenti sul percorso, come è avvenuto nel tunnel sottomarino del Bosforo;

• tunnel a mezz’acqua, vincolato alla “Sella” e a circa 50 metri dal livello del mare, con tecnologie già adottate nel settore petrolifero offshore, ma non ancora utilizzate per il transito, in sicurezza, di mezzi e persone.

Ogni soluzione presa in esame è descritta per i suoi vantaggi specifici e fa propria l’esigenza di garantire un adeguato servizio ferroviario urbano capace di collegare efficacemente gli insediamenti che si trovano sulle due sponde dello Stretto.

Tenendo conto dell’attuale situazione urbanistica dell’area vasta, che presenta forti esigenze e grandi potenzialità di riqualificazione e sviluppo economico e sociale, la formazione tra le due sponde di un’unica area urbana di oltre 500.000 abitanti sarebbe in grado di attrarre e sostenere anche funzioni di livello superiore, permettendo la riqualificazione e lo sviluppo di un territorio molto esteso.

Tra i vantaggi del collegamento stabile dello Stretto è quindi fondamentale quello di contemperare una adeguata risposta non solo al traffico a lunga distanza di viaggiatori e merci, con recuperi di oltre un’ora per il solo attraversamento, ma anche di coprire esigenze di mobilità attuali e future tra gli ambiti metropolitani di Messina e di Reggio Calabria, per realizzare la cosiddetta “Città dello Stretto”, riducendone l’attuale eccessiva mobilità individuale.

In attesa degli auspicati sviluppi, con riferimento alla velocizzazione del traghettamento ferroviario, diventa urgente l’introduzione di treni viaggiatori compatibili con le linee AV in composizione bloccata ridotta (max 5 carrozze) trasportabili sui traghetti senza scomposizione dei convogli. Questa è una soluzione da tenere in seria considerazione, perché può e deve garantire immediati e consistenti vantaggi.

Tutto questo affascinante lavoro, svolto con molto impegno volontario, ha evidenziato la necessità per il Governo Italiano di attivare da subito appositi studi di fattibilità indipendenti, sia per i ponti che per i tunnel, in modo da approfondire il confronto completo, anche dei costi a vita intera, tra le soluzioni alternative del collegamento stabile.

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IMMAGINE DI APERTURA – L’odierno attraversamento dello Stretto nella foto di Nino Blasco da Pixabay 

Gianni Bonini: Per una ecologia civica del Mediterraneo

La stabilizzazione rurale del Mediterraneo è un passo fondamentale nell’ottica di una urbanizzazione sostenibile delle metropoli italiane ed europee. Un traguardo da raggiungere dando concretezza al “ponte Nord-Sud” che è stato protagonista della miglior elaborazione politica del secondo dopoguerra.

Per una ecologia civica del Mediterraneo

The future of cities

IMMAGINE DI APERTURA – Elaborazione grafica dalla pagina del sito https://www.domusweb.it/

Stati Uniti – Qui si può sconfinare nell’utopia, motore nascosto del mondo

di Cosimo Inferrera
Presidente AEM (Associazione Europea del Mediterraneo)

Quando una società è propensa a sognare si dimostra capace di rinnovarsi: gli USA ancora lo sono, questo il segreto dei loro successi, e di altri potenziali … Però con l’ombra del rischio di un nazionalismo esasperato. Biden lo supera con l’esperienza sulla macchina e con l’antidoto forte del bisogno di unire. Unire è la parola chiave, che tiene insieme democrazia e libertà. Forse nel Presidente Biden abbiamo trovato un vecchio saggio, che soffre delle stesse manie … Unire le Regioni profondamente diverse del Mediterraneo in un sistema macroregionale di tipo europeo è il sogno di alcuni veggenti di questa parte del Mediterraneo. Qui si può sconfinare nell’utopia, motore nascosto del mondo ! L’Italia come Stato è il meno propenso alla lungimiranza, e quindi alla giusta dose di spinta utopica… L’Italia è in ingessatura perenne: vive nel mantenimento dello Status quo, non è quindi uno Stato serio. Se lo fosse avrebbe realizzato negli anni scorsi mega porti gateway ad Augusta (questo per niente), a Gioia Tauro (questo per metà), a Taranto (l’unico a buon punto). Questa mancanza di fiuto politico mediterraneo impedisce al nostro Paese di invertire la polarità dei mercati, da Sud verso Nord …Proprio qui sta il nodo del Meridione italiano e quindi dell’intero Paese.

Il quotidiano francese è uno dei giornali più autorevoli che hanno seguito le elezioni statunitensi.
Questa è la bellissima prima pagina di oggi

Qual è oggi la soluzione migliore per far arrivare in Sicilia l’Alta Velocità ferroviaria?

I giornali di questa mattina danno ampio spazio al tema dell’attraversamento stabile dello Stretto di Messina: dal Corriere della Sera al Giornale di Sicilia. La Gazzetta del Sud (quotidiano di Messina e Calabria) nei giorni scorsi ha riportato che il ministro Paola De Micheli, durante il question time al Senato, ha dichiarato che la questione «richiede un’attenta valutazione delle problematiche tecnico-costruttive, delle ricadute occupazionali, ambientali e trasportistiche e, più in generale, degli esiti di una puntuale analisi costi/benefici. A questo seguirà una compiuta verifica e valutazione dell’opera da parte di tutte le forze politiche e dei territori interessati». Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ne ha parlato espressamente domenica sera dalla piazza di Ceglie Messapica come di un «miracolo di ingegneria». Le carte sono dunque sul tavolo del governo e quello che fa più scalpore è che al progetto ponte sembra preferirsi il progetto tunnel sottomarino. Experiences ha dedicato molte pagine all’argomento, attraverso i dettagliati resoconti dell’ing. Giovanni Saccà, il quale sta discutendo con la commissione di esperti del Ministero dei Trasporti la soluzione tunnel, che sembrerebbe indubbiamente la più logica ed economica. Uno dei nostri lettori, seguendo il video da lui elaborato per uno dei convegni a favore della Macroregione Mediterranea e pubblicato su YouTube (canale di Experiences), ha posto proprio all’ingegnere Saccà questa domanda: «Ho visto che ci sono varie soluzioni per attraversare lo stretto, inizialmente si è puntato sul classico ponte, poi è uscita la versione dei tunnel sotto il fondale marino, infine c’è una versione tra il fondale e il livello del mare. Sarebbe interessante un video riepilogativo tra i pro e i contro di tutte le soluzioni…».
L’ingegnere Saccà, da noi contattato, ha prontamente risposto segnalandoci una sua recente pubblicazione sulla rivista “Il Giornale dell’Ingegnere”. Lo stesso Saccà ci ha rimandato anche ad un articolo di riepilogo uscito sul sito web Teknoring.com, portale delle professioni tecniche. Sulla base di questi suoi contributi è possibile chiarirsi meglio le idee, che allo stato dei fatti sembrano nella maggioranza dei casi ancora molto confuse e soprattutto legate ad argomentazioni ideologiche.

LEGGI L’ARTICOLO: Ponte sullo Stretto di Messina: a che punto siamo?

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Infrastrutture Strategiche – Dalla relazione dell’ing. Giovanni Saccà

Milano ALDAI-Federmanager – Infrastrutture Strategiche – Giovanni Saccà

Consiglio Europeo: alcune riflessioni

di Giuseppe Valerio
Presidente federazione regionale Aiccre Puglia – Membro Direzione nazionale Aiccre

Giuseppe Valerio

La vicenda dei cinque giorni ininterrotti di riunione dello scorso Consiglio europeo a Bruxelles (forse superato per pochi minuti in durata da quello di Nizza) ha catalizzato l’attenzione dell’intera Europa e non solo politica e giornalistica. L’Unione si sfascia, l’Unione non regge; no: come sempre nei momenti difficili l’Europa non solo tiene ma avanza e fa un altro passo verso l’integrazione politica.
L’argomento che ha più attratto, specie noi italiani, è stato il Recovery Fund, vale a dire quanto in via straordinaria è stato deliberato a sostegno dei Paesi, come l’Italia, che hanno subito di più, finora, le conseguenze della pandemia da Covid-19.
Una prima riflessione.
Nessuno si è ricordato che pochi giorni prima c’era stato un altro avvenimento rivelatosi estremamente importante: l’elezione del nuovo Presidente dell’Eurogruppo, vale a dire dei Paesi che adottano l’euro come moneta comune. Si era diffusa la tesi (sovranista ed antieuropeista) che l’Italia dovesse lasciare l’Unione oramai soggiogata dalla preponderante presenza della Germania. Hai voglia da parte nostra a sostenere, invece, che non era vero poiché in Europa vige la legge che uno vale uno. Bene abbiamo avuto ragione noi, ancora una volta (anche perché è la realtà). Germania, Italia, Francia e Spagna rappresentano la maggioranza – in tutti i sensi – dell’Unione e sostenevano la candidatura della spagnola Nadia Calviño, ma uno vale uno ed una coalizione di piccoli Paesi è stata maggioranza ed ha scelto Il ministro dell’economia irlandese Paschal Donohoe.

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IMMAGINE DI APERTURA: La sala delle riunioni del Consiglio europeo nel palazzo Europa di Bruxelles (Fonte Wikipedia)

Tax Free per le imprese che nel Mezzogiorno investono su turismo e beni culturali?

di Sergio Bertolami
Intervento al Videoconvegno “Mediterraneo chiama Europa”

Le persone più colte e raziocinanti vedono nel retaggio culturale una certezza duratura. Questo è ancora una volta confermato, perché, dopo la pandemia, la ripartenza dell’Italia trova l’intero patrimonio architettonico, storico e artistico, completamente intatto. Occorre tuttavia ripensare la giusta strategia per il suo rilancio.
Volendo considerare, come esempio, le riaperture dei musei e delle aree archeologiche, ci accorgiamo che una particolare attenzione è rivolta alle grandi città d’arte come Roma, Firenze, Venezia, Milano. A questo proposito vale ricordare il “Piano strategico di sviluppo del turismo (2017-2022)” che evidenzia come il 60% dei flussi turistici, negli ultimi anni, si è concentrato solo in 4 regioni: Lazio, Toscana, Veneto e Lombardia. La situazione alla riapertura rispecchia, a ben guardare, le tendenze.
È vero: chi sogna la fine del turismo di massa alla fine potrebbe averla vinta. Non per gli effetti di una programmazione migliore, ma solo perché in un contesto di depressione economica e di privazioni le vacanze saranno molto più costose ed elitarie. Si farà dunque evidente la spaccatura tra chi potrà prenotare un viaggio e chi cederà, suo malgrado, alla virtualità di una pagina web.
Il turismo rappresenta, comunque, un importante fattore di attrattività. I dati statistici citati evidenziano pure che Campania, Puglia e Sicilia esprimono forti potenzialità del patrimonio culturale. Nel nostro territorio meridionale si potrebbe compiere, pertanto, un salto di qualità, qualora si riuscisse a promuovere una crescita anche nella dimensione imprenditoriale. ​
Se reputassimo come delle risorse le tracce del passato disseminate nel territorio, ci convinceremmo che è arrivato il momento di guardare ai settori culturali e ai loro meccanismi di funzionamento in una prospettiva di sviluppo sostenibile: sia nazionale, sia regionale.

Per questo motivo vorrei fare riferimento all’on. Dario Franceschini. Il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo nell’attuale governo Conte-Due – con un’esperienza maturata all’interno del medesimo ministero, tra il 2014 e il 2018, sia nel Governo Renzi che nel Governo Gentiloni – ha rilasciato domenica scorsa, 31 maggio, un’intervista al Corriere della Sera. Il ministro afferma che, passata l’emergenza, in Italia il turismo tornerà a crescere impetuosamente. In che modo?
Dice testualmente: «Dobbiamo fare scelte strutturali che ci mettano in condizione di governare quella crescita e distribuire la ricchezza su tutto il territorio nazionale. A partire dal Sud, la parte del mondo più ricca di bellezze artistiche e naturali, in cui paradossalmente vanno meno del 20% dei turisti stranieri». È sicuramente un ottimo proposito, che trova sostegno su tre priorità di intervento.

La prima priorità è di ordine urbanistico, attraverso un piano di recupero e rilancio dei borghi disseminati a centinaia lungo la dorsale appenninica. Per la verità, questi borghi sono in gran parte abbandonati al loro destino: vanno ripopolati, riabilitati e messi in sicurezza sismica.

La seconda priorità è di ordine infrastrutturale. È un altro punto dolente da aggiungere al primo. Lo stesso ministro Franceschini ne è cosciente. Difatti, il divario infrastrutturale nel nostro Paese non è solo tra Nord e Sud, ma anche tra Est e Ovest, ovvero fra costa tirrenica e adriatica della penisola italiana. Il ministro, in modo evidente, non si riferisce all’intera maglia di opere pubbliche – intesa comunemente come capitale fisso sociale – ma soprattutto alla rete ferroviaria e stradale.
Parla infatti della Taranto-Bologna. Sul lato adriatico da Pesaro a Termoli c’è una vecchia linea ferroviaria che danneggia 500 chilometri di costa. Vieta il rapporto diretto delle comunità col mare e impedisce anche un proficuo sviluppo del turismo balneare. Franceschini parla anche dell’alta velocità sul Tirreno, che non può fermarsi a Salerno, ma deve arrivare fino in Sicilia: a Catania e a Palermo. Si richiama, senza farne menzione, al “Corridoio 1 Berlino-Palermo”, il tracciato caduto nel dimenticatoio dei trasporti previsti dall’Unione europea per collegare le capitali alle grandi aree metropolitane e ai grandi centri urbani.
Qui il ministro fa una stridente frenata, difronte alla domanda se questo suo disegno preveda il Ponte. Franceschini risponde: «Beh, i treni ad alta velocità dovranno pur attraversare lo Stretto. Ma andranno visti costi e benefici di tutte le soluzioni alternative». Ancora costi e benefici? Vi ricordate Sergio Cofferati quando disse: «Il Ponte unirebbe due deserti industriali». Il deserto continua ad esistere. Oggettivamente, potremmo però ribattere che il turismo al Sud sarebbe un valido volano di sviluppo e le industrie culturali e creative non da meno.

Veniamo, infine, alla terza priorità di intervento che concerne il Recovery Fund e l’utilizzo di una parte importante degli oltre 170 miliardi per l’Italia da parte UE, la quale secondo il ministro dovrebbe essere investita per sostenere le imprese del settore turistico e culturale.

A dare sostanza a quelli che si potrebbero credere “i sogni di Franceschini”, viene il senatore Matteo Renzi, che rilancia l’idea del Ponte sul quale sino ad ora s’è fatta sempre terra bruciata. Ma non solo, perché il leader di Italia Viva riporta in luce la proposta della fiscalità speciale, uno strumento che altri non hanno mai saputo adoperare. «Serve una battaglia europea – assicura Renzi – per fare almeno delle due isole principali, Sicilia e Sardegna, regioni speciali dal punto di vista fiscale, in grado di competere con Malta o con l’Albania, a Sud, ma anche, dentro i confini settentrionali dell’Unione, con Irlanda, Lussemburgo, Olanda». È questo il modo giusto per dimostrare una concreta capacità propulsiva e prefigurare un futuro ambizioso.
Renzi propone l’adozione della fiscalità di vantaggio come strada speciale per richiamare investimenti. Io proporrei non solo in Sicilia e Sardegna, ma in tutto il Mezzogiorno. Turismo e beni culturali sarebbero indubbiamente gli asset giusti per ripagare investimenti. Il dibattito è aperto per elaborare l’idea e riporre ogni scetticismo.

Senza dubbio le prospettive sono incredibilmente irripetibili. Perché irripetibili? «In un tempo normale – afferma Renzi – questa ipotesi non sarebbe stata presa in considerazione, ma adesso tutto è cambiato». Dopo l’emergenza pandemica, sommando le risorse del Recovery Fund, gli effetti moltiplicatori e la nuova programmazione comunitaria 2021-2027, rimane solo da chiedersi se la politica sarà capace di coglierne le opportunità.

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IMMAGINE DI APERTURA – Foto di Design_Miss_C da Pixabay