Natale e Fine anno 2023 con Guy de Maupassant: oggi “Racconto di Natale”

Questo “Conte de Noël” (Racconto di Natale) è stato pubblicato per la prima volta sul quotidiano Le Gaulois lunedì 25 dicembre 1882. In seguito, il testo venne inserito nella raccolta Clair de lune (pp. 55-64). Di nuovo è stato ristampato nelle riviste La Lecture del 25 dicembre 1888 e Le Voleur del 25 dicembre 1890.

Guy de Maupassant (1850–1893) è stato tra gli autori francesi più conosciuti e apprezzati dell’Ottocento. È reputato dall’attuale critica letteraria come l’ideatore del racconto moderno e maestro del romanzo letterario. Aderì alla scuola realista, incentrata sulle vicissitudini umane, i destini e le spinte sociali, con uno sguardo disilluso e spesso pessimistico.

Maupassant fu l’allievo favorito di Flaubert, e le sue storie sono caratterizzate da uno stile scarno e scorrevole. Molti dei soggetti dei suoi racconti fanno riferimento alla guerra franco-prussiana del 1870, dove descrive l’inutilità dei conflitti che colpiscono civili innocenti, coinvolti in eventi estranei al loro controllo, così da trovarsi a mutare improvvisamente la propria esistenza. Maupassant ha scritto circa 300 racconti, sei romanzi, tre racconti di viaggio e un volume di versi. La sua pubblicazione, Boule de Suif (Palla di sego, 1880), è considerata il suo capolavoro. La storia narra di dieci persone in fuga da Rouen, invasa dai prussiani, su una carrozza diretta a Dieppe. Una storia senza tempo, dove emerge la figura morale di Elisabeth Rousset, una prostituta soprannominata “Boule de Suif” a causa del suo sovrappeso, disprezzata inizialmente dai suoi compagni di viaggio.

Il dottor Bonenfant frugò nella sua memoria, ripetendo a bassa voce: «Un ricordo di Natale?… Un ricordo di Natale…»?
E all’improvviso esclamò:
– Ma sì, ne ho uno, e per giunta molto strano; è una storia fantastica. Ho visto un miracolo! Sì, signore, un miracolo la notte di Natale.
Sorprenderà sentirmi parlare così, io che non credo quasi a nulla. Eppure, ho visto un miracolo! L’ho visto, dico, visto, visto con i miei occhi, quello che s’intende esattamente per visto.
Ne sono rimasto molto sorpreso? No; perché se non credo nelle tue convinzioni, credo nella fede, e so che smuove le montagne. Potrei citare molti esempi, ma irriterei e mi esporrei anche a sminuire l’effetto della mia storia.
Prima di tutto confesso che, se non sono stato molto convinto e convertito da ciò che ho visto, sono stato a dir poco molto commosso, e cercherò di raccontare la cosa con ingenuità, come se fossi un credulone dell’Alvernia.
Allora ero un medico di campagna e vivevo nel borgo di Rolleville, nel cuore della Normandia.
L’inverno di quell’anno fu terribile. Già alla fine di novembre, la neve arrivò dopo una settimana di gelate. Si vedevano da lontano le grandi nubi provenienti da nord, e cominciò la bianca discesa dei fiocchi di neve.
In una notte tutta la pianura fu sepolta.
Le fattorie, isolate nei loro cortili quadrati, dietro le cortine di grandi alberi coperti di brina, sembravano addormentarsi sotto l’accumulo di quel muschio spesso e leggero.
Nessun rumore attraversava più la campagna immobile. Solo i corvi, in stormi, descrivevano lunghi festoni nel cielo, cercando invano la propria vita, cadendo tutti insieme sui campi lividi e pizzicando la neve con i grandi becchi.
Non si sentiva altro che il vago e continuo scorrere di quel polviscolo che cadeva continuamente.
Durò otto giorni interi, poi la valanga si fermò. La terra aveva sul dorso uno strato spesso cinque piedi.
E, per tre settimane, un cielo terso come un cristallo azzurro di giorno, e di notte tutto seminato di stelle che si sarebbero potute credere gelate, tanto rigoroso era il vasto spazio, disteso sulla falda unita, dura e lucente di neve.
La pianura, le siepi, gli olmi delle recinzioni, tutto sembrava morto, ucciso dal freddo. Non uscivano più né uomini né animali: solo i camini delle case col tetto di paglia, in camicia bianca, rivelavano la vita nascosta, attraverso sottili fili di fumo che salivano dritti nell’aria gelida.
Di tanto in tanto si sentivano gli alberi scricchiolare, come se i loro rami di legno fossero stati spezzati sotto la corteccia; e talvolta un grosso ramo si staccava e cadeva, mentre il gelo invincibile pietrificava la linfa e rompeva le fibre.
Le abitazioni disseminate qua e là per i campi sembravano distanti l’una dall’altra cento leghe. Vivevamo come meglio potevamo. Da solo, ho tentato di andare a trovare i miei clienti più vicini, esponendomi costantemente a rimanere sepolto in qualche cavità.
Ben presto mi sono reso conto che un misterioso terrore aleggiava sul paese. Si pensava che un simile flagello non fosse naturale. Si sosteneva che di notte si udissero voci, fischi acuti, urla momentanee.
Queste grida e questi fischi provenivano senza dubbio dagli uccelli migratori che viaggiano al tramonto e che fuggivano in massa verso il sud. Ma andate, dunque, a far sì che persone sconvolte ascoltino la ragione. Lo spavento invadeva gli animi e la gente si aspettava un evento straordinario.
La fucina di papà Vatinel si trovava al confine della frazione di Épivent, sulla strada principale, ormai invisibile e deserta. Ora, poiché alla gente mancava il pane, il fabbro decise di andare al villaggio. Rimase qualche ora a chiacchierare nelle sei case che formano il centro del paese, prese il suo pane e qualche notizia, e un po’ di questo timore che si era sparso per la campagna.
E ripartì prima del tramonto.
All’improvviso, mentre camminava lungo una siepe, gli parve di vedere un uovo sulla neve; sì, un uovo depositato lì, tutto bianco come il resto del mondo. Si chinò, era davvero un uovo. Da dove veniva? Quale gallina era potuta uscire dal pollaio per venire a deporre le uova in questo posto? Il fabbro rimase sorpreso, senza capire, ma raccolse l’uovo e lo portò a sua moglie.
— Ehi, padrona di casa, ecco un uovo che ho trovato per strada!
La donna annuì:
— Un uovo sulla strada? Con questo tempo? Sei ubriaco, ovviamente.
— Ma no, signora mia, anche se era ai piedi di una siepe, e ancora caldo, non congelato. Per questo me lo sono messo sulla pancia per non farlo raffreddare. Lo mangerai per cena.
L’uovo fu fatto scivolare nella pentola dove sobbolliva la zuppa, e il fabbro cominciò a raccontare ciò che si diceva nel contado.
La donna ascoltava, tutta pallida.
—L’altra notte ho sicuramente sentito dei fischi, anche se sembravano provenire dal camino.
Si sedettero a tavola, mangiarono prima la zuppa, poi, mentre il marito spalmava il burro sul pane, la moglie prese l’uovo e lo esaminò con occhio diffidente.
– Se ci fosse qualcosa in quest’uovo?
—Cosa vuoi che ci sia?
– Lo sai ti, o me?
— Dai, mangialo, e non fare la stupida.
Lei aprì l’uovo. Era come tutte le uova, e molto fresco.
Cominciò a mangiarlo esitante, ad assaggiarlo, a lasciarlo, a riprenderlo. Il marito disse:
— Ebbene! Che sapore ha questo uovo?
Lei non rispose e finì di inghiottirlo; poi, all’improvviso, piantò sul suo uomo due occhi fissi, smunti, in preda al panico; alzò le braccia, le attorcigliò e, convulsa dalla testa ai piedi, rotolò a terra lanciando grida orribili.
Per tutta la notte si dibatté tra spasmi terribili, scossa da tremori spaventosi, contorta da convulsioni orribili. Il fabbro, incapace di trattenerla, fu costretto a legarla.
E lei urlava esagitata, con voce instancabile:
— Ce l’ho nel corpo! Ce l’ho nel corpo!
Sono stato chiamato il giorno dopo. Ho prescritto tutti i sedativi conosciuti senza ottenere il minimo risultato. Era una pazza.
Poi, con una velocità incredibile, nonostante l’ostacolo della forte nevicata, la notizia, questa strana notizia, si diffuse di fattoria in fattoria: «La moglie del fabbro è posseduta»! E la gente veniva da ogni parte, senza osare entrare in casa; ascoltavano da lontano le sue terribili grida, emesse con una voce così forte che non si potevano credere di una creatura umana.
Il parroco del villaggio fu informato. Era un vecchio prete ingenuo. Egli accorse in cotta come per ungere un moribondo e, tendendo le mani, pronunciò le formule di esorcismo, mentre quattro uomini tenevano su un letto la donna schiumante e contorta.
Ma lo spirito non fu scacciato.
E Natale arrivò senza che il tempo fosse cambiato.
La mattina prima il prete venne a trovarmi:
— Voglio che questa sfortunata, disse lui, partecipi alla funzione di stasera. Forse Dio compirà un miracolo in suo favore, proprio nell’ora in cui è stato partorito da donna.
Risposi al prete:
— Concordo nel modo più assoluto, signor abate. Se la sua mente fosse colpita dalla cerimonia (e nulla avrebbe maggiori probabilità di commuoverla), potrebbe essere salvata senza altro rimedio.
Il vecchio prete mormorò:
— Lei non è credente, dottore, ma mi aiuterà, vero? Lei si occuperà di portarla?
E io gli promisi il mio aiuto.
Venne la sera, poi la notte; e la campana della chiesa cominciò a suonare, gettando la sua voce lamentosa attraverso lo spazio tetro, sopra la distesa bianca e ghiacciata di neve.
Degli esseri neri venivano lentamente, a gruppi, ubbidienti al suono metallico del campanile. La luna piena illuminava l’intero orizzonte con un chiarore luminoso e pallido, rendendo più visibile la cerea desolazione dei campi.
Mi procurai quattro uomini forti e mi diressi alla fucina.
L’indemoniata urlava ancora, legata al pannolino. La vestirono adeguatamente malgrado la sua disperata resistenza e la portarono via.
La chiesa adesso era piena di gente, illuminata e fredda; i cantori emettevano le loro note monotone; il serpente russava; la campanella del chierichetto, regolando i movimenti dei fedeli.
Chiusi la donna e i suoi guardiani nella cucina del presbiterio, e aspettai il momento che credevo fosse favorevole.
Scelsi l’istante che segue la Comunione. Tutti i contadini, uomini e donne, avevano ricevuto il loro Dio per mitigare il suo rigore. Calò un grande silenzio mentre il sacerdote completava il mistero divino.
Al mio ordine la porta fu aperta e i miei quattro assistenti fecero entrare la pazza.
Non appena vide le luci, la folla inginocchiata, il coro in fiamme e il tabernacolo dorato, lottò con tale vigore che quasi ci sfuggiva, ed emise grida così acute che un brivido di terrore percorse la chiesa; tutte le teste si alzarono; alcuni se la filarono.
Non aveva più la forma di una donna, tesa e contorta tra le nostre mani, il viso stravolto, gli occhi furiosi.
La trascinarono fino ai gradini del coro e poi la tennero a forza accovacciata a terra.
Il prete si era alzato; stava aspettando. Appena la vide bloccata, prese fra le mani l’ostensorio circondato da raggi d’oro, con l’ostia bianca al centro, e, fatto qualche passo, lo sollevò sopra la testa con le due braccia tese, presentandolo allo sguardo spaventato dell’indemoniata.
Lei urlava sempre, con l’occhio fiso, teso su quell’oggetto raggiante.
E il prete rimase così immobile che lo si sarebbe preso per una statua.
E questo durò molto, molto a lungo.
La donna sembrava presa da paura, affascinata; guardò fissamente l’ostensorio, ancora scossa da tremori terribili, ma fugaci, e ancora piangendo, ma con voce meno straziante.
E questo continuò per molto tempo.
Si sarebbe detto che non potesse più abbassare gli occhi, che fossero fissi sull’ostia; fon faceva che gemere, e il suo corpo irrigidito, pian piano, s’ammorbidiva e s’affossava.
Tutta la folla era prostrata con la fronte a terra.
La posseduta abbassava rapidamente le palpebre, poi immediatamente le sollevava, come se non potesse sopportare la vista del suo Dio. Si era zittita. E poi all’improvviso ho notato che i suoi occhi restavano chiusi. Dormiva il sonno dei sonnambuli, ipnotizzata, scusa! Vinta dalla persistente contemplazione dell’ostensorio dai raggi dorati, sconfitta dal Cristo vittorioso.
Fu portata via, inerte, mentre il sacerdote risaliva i gradini dell’altare.
I presenti, commossi, intonarono un Te Deum di ringraziamento.
E la moglie del fabbro dormì quaranta ore di fila, poi si svegliò senza alcun ricordo della possessione, né della liberazione.
Questo, signore, è il miracolo che ho visto.
Il dottor Bonenfant rimase in silenzio, poi aggiunse con voce seccata: «Non potevo rifiutarmi di certificarlo per iscritto».
 
 
25 dicembre 1882


Editoria: “Una morte perbene”, romanzo giallo di Simonetta Ronco

Simonetta Ronco ha tessuto una trama di mistero e suspense nella sua opera “Una Morte per Bene”, portando i lettori in un affascinante viaggio nella Liguria degli anni ’70.
Con un’opera ben scritta e una raffinata capacità di descrivere ambienti e personaggi, l’autrice crea un’atmosfera avvolgente che cattura immediatamente l’attenzione.

Imperia, 1971. Attilio Cernuschi, proprietario del quotidiano locale, viene trovato morto in un bosco.
Delle indagini è incaricato il commissario Luca Traverso, trasferito da poco nella cittadina ligure dopo un procedimento disciplinare.
Traverso affronta l’inchiesta con il preciso scopo di chiarire tutti gli aspetti oscuri di una vicenda che, con il passare dei giorni, diventa sempre più intricata.
La personalità della vittima appare infatti al centro di un sistema di collusioni, favori, complicità fra tutti o quasi i componenti della buona società locale.
Un sistema che ha le sue radici in due omicidi rimasti impuniti, omicidi che Traverso risolverà a poco a poco, con l’aiuto di alcuni dei protagonisti della storia, chiamati a riscattarsi dopo la bufera che si è abbattuta sulle vite di tutti.

“Mi ascolti Anna, il commissario Traverso si sta impegnando molto per scoprire la verità sulla morte di suo padre e io voglio aiutarlo. Le prometto che farò quanto mi è possibile per capire cosa c’è dietro a questa storia e per rispondere alle sue domande. Lei è una brava ragazza, e merita serenità e sicurezza.”

Simonetta Ronco, genovese, è docente universitaria, giornalista e scrittrice.
Appassionata di crimini e misteri ha creato due personaggi di successo: il pianista investigatore Audemars Février, e il commissario veggente Dario Barresi.
“Una morte perbene” è la prima indagine di Luca Traverso, poliziotto anni Settanta, che riporta alla mente le atmosfere di provincia in cui si muovevano attori culto come Lino Ventura e Ugo Tognazzi.

Il romanzo Una morte perbene, dell’autrice Simonetta Ronco è pubblicato dalla casa editrice Edizioni Leucotea.

Disponibile nelle migliori librerie e negli store online. Link acquisto Amazon:


Sara Bontempi
Redattrice editoriale 

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Editoria: “Il fiorino nero di Dante”, romanzo di Marco Del Pasqua

Il Fiorino nero di Dante” di Marco Del Pasqua è un romanzo avvincente e ricco di mistero.
Intreccia abilmente le storie di due protagonisti separati nel tempo, ma uniti da un filo sottile di destino intrecciato nei meandri della storia.
Cattura l’immaginazione fin dalle prime pagine e trascina il lettore attraverso le epoche, mescolando il fascino del passato con la vita contemporanea.

Umberto è un medico milanese ormai vicino alla pensione.
Per pura curiosità indaga sulla provenienza del suo cognome e scopre una lontana origine nobile e toscana.
Un suo antenato ghibellino abitava nel 1285 in un castello senese che il vescovo di Arezzo, Guglielmo degli Ubertini, aveva sobillato contro la città di Siena che lo aveva riconquistato mesi dopo con un bagno di sangue.
Il protagonista, affascinato dalle bellezze del luogo, decide di acquistare una casa nelle vicinanze del castello, ormai abbandonato e inaccessibile da anni; lascia Milano per trasferirsi e trascorrervi la vecchiaia.
Durante i lavori di ristrutturazione trova casualmente un’antica moneta fiorentina, un fiorino di rame, detto anche fiorino nero.
Cesira, una chiaroveggente, percepisce che la moneta era appartenuta a un personaggio molto importante: Dante Alighieri ed era stata persa in circostanze concitate e drammatiche.
Il romanzo narra anche le vicende di Riccardo, un fante fiorentino che affiancò il giovane feditore Dante Alighieri durante il terribile assedio del castello.
La storia del giovane Riccardo nel XIII secolo si incrocia con quella di Umberto ai giorni nostri e, ad entrambi, gli eventi che avvengono in quel castello cambieranno la vita per sempre.
Umberto, come Riccardo secoli prima, scoprirà l’amore proprio in quel luogo.
Due protagonisti di epoche diverse, in parallelo tra loro, che sfidano l’ignoto scoprendo nuove e inattese passioni.
Una storia avventurosa di uomini, d’armi e d’amore che si intreccia tra il Medioevo e i giorni nostri.

Nato a Rapolano Terme (Siena) nel 1960, più precisamente da Poggio S. Cecilia, abita a Cavriglia (Arezzo).
Diploma di ragioniere e studi universitari presso la facoltà di Scienze Politiche di Firenze.
La sua è un’antica famiglia rapolanese, di cui è documentata la presenza a Poggio Santa Cecilia già nel 1526.
Nonostante non ci abiti da molti anni, è sempre rimasto molto legato al paese natale e ci torna spesso e volentieri perché l’atmosfera del luogo è veramente unica.
La passione giovanile per le lingue straniere lo ha condotto a frequentare corsi universitari di perfezionamento in Germania e Irlanda, prima dell’avvento di Erasmus.
Parla pertanto il tedesco, lo spagnolo e l’inglese e anche un po’ il francese.
Scrive per passione da quasi trentacinque anni ma non si definisce uno scrittore perché la parola “scrittore” lascia intuire che uno sia scrittore di professione e goda di una certa fama tra i lettori.
Si definisce piuttosto un “romanziere per hobby” ma prima che scrittore sono soprattutto un lettore.
Nel 1982, con un racconto breve, ha vinto una targa di merito al premio letterario nazionale “Casentino”. Nel 2006 è uscito il romanzo d’esordio, “Inspiegabili Illusioni”.

Dopodiché sono usciti gli altri romanzi:

  • Il riflusso
  • Sotto le stelle di Cuba
  • Ana Paula e gli spiriti
  • Il fiorino nero di Dante
  • L’anello scomparso
  • Intrigo sull’Elba
  • Lincoln e lo zuavo del Papa
  • Il nipote segreto di Maria Antonietta.

Alcuni dei suoi romanzi sono stati tradotti in più lingue.

PER SAPERNE DI PIÙ

Il romanzo Il fiorino nero di Dante dell’autore Marco Del Pasqua, è stato pubblicato dalla casa editrice Extepora Edizioni, 230 le pagine.

Disponibile nelle migliori librerie e negli store online. Link acquisto Amazon:


Sara Bontempi
Redattrice editoriale 

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Editoria: “Il bacio sulla fronte”, l’emozionante romanzo d’esordio di Sara Bontempi

Il bacio sulla fronte è un romanzo breve che narra delle domeniche trascorse dai nonni durante gli anni Ottanta e Novanta, un periodo in cui la domenica era ancora considerata un giorno di riposo interamente dedicato alla famiglia e al relax. La storia si svolge nel contesto di una famiglia numerosa che ogni domenica mattina si riunisce presso il Capannone, il soprannome affettuoso per la casa dei nonni, immersa nei boschi. 

L’autrice, un membro della famiglia Urrico, decide di raccogliere le storie e gli aneddoti di queste domeniche straordinarie in questo libro, con l’obiettivo di preservarle e condividerle con chi non crede che un periodo così meraviglioso, senza smartphone o Netflix, sia mai esistito. 

Il fulcro della storia è il rituale affettuoso tra nipoti e nonni, in particolare il bacio sulla fronte ricevuto dal nonno Pasquale. Questo gesto intimo e memorabile diventa un simbolo indelebile dell’infanzia dei nipoti, un legame che li accompagnerà per sempre. 

Con la prefazione della scrittrice e giornalista Daniela Merola, lasciatevi emozionare da un luogo e da persone che non hanno mai dimenticato la forza della famiglia.

“Subito dopo andavamo a cercare il nonno Pasquale per salutarlo e ricevere il suo bacio sulla fronte, sicuramente il più intimo e memorabile che ricorderemo tutti noi nipoti per sempre, e che ci ha accompagnato per tutta la nostra infanzia.” 

Sara Bontempi

Sara Bontempi, nata in provincia di Varese nel 1979, attualmente vive in Liguria, nel Golfo dei Poeti.  
Sposata con Ruggero, con cui gestisce il travel blog Iris e Periplo Travel, dove condividono la loro passione per i viaggi.  

Ha pubblicato delle guide turistiche e un libro di ricette senza glutine in self publishing. 

Il suo racconto “Sugamo, la Tokyo dei pensionati” è stato scelto per la raccolta “Giappone Desire – Letture per innamorarsi del Sol Levante” pubblicato da Idrovolante Edizioni. 
Lavora come promoter editoriale, offrendo servizi e promozione ad autori e artisti.  

“Il bacio sulla fronte” è il suo primo romanzo, scritto con il cuore e i bei ricordi dei tempi andati.  

Il romanzo Il bacio sulla fronte di Sara Bontempi è pubblicato dalla Casa Editrice LFA Publisher, disponibile nelle migliori librerie e store online.

L’autrice sarà presente al Salone del Libro di Torino per il firmacopie del romanzo, presso lo stand della casa editrice.

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Sara Bontempi
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Editoria: “Una storia che consola”, il nuovo romanzo di Susanna Trippa

Una storia che consola, scritto nei mesi del lockdown 2020, è un romanzo epistolare.

Quando scoppia la pandemia in Italia, e in particolare in Lombardia, l’autrice Susanna Trippa, dalla sua casetta in collina in provincia di Bergamo, come tutti si trova ad affrontare i timori e le angosce del periodo.

Ad arrivare in suo aiuto sarà un pacchetto di lettere, biglietti, cartoline e vecchie foto.

Da quel momento s’immerge nell’attenta rilettura di quel dialogo epistolare avvenuto tra i suoi genitori durante il lungo fidanzamento negli anni Trenta.

Dalle parole dell’autrice: “Strana primavera del lockdown 2020. Dubbi, domande… in compagnia di quell’esserino che chiamano covid 19…

Arriverà una storia a nutrire, e infine a consolare, la mia anima? Decido di cercare nel passato. Tra le fotografie pestate dal tempo ecco apparire un pacchetto legato da un nastrino consumato e ingiallito. Sciolgo il nastro: fogli e cartoline si sparpagliano, grafie e immagini si mescolano a caso. È la storia che mi consolerà.”

Dal 1934 al 1940 – in piena epoca fascista – due giovani si conoscono, s’innamorano, immaginano e costruiscono il loro futuro. Sullo sfondo stanno gli avvenimenti, divenuti storia, che porteranno allo scoppio della seconda guerra mondiale, poco dopo il loro matrimonio nel marzo 1940. Arrivano gli echi della società italiana di allora – abitudini e gusti – le atmosfere della guerra d’Etiopia, i fronti contrapposti della guerra civile spagnola, il cambiamento di passo del fascismo fino alla tragica avventura del conflitto mondiale. L’autrice, mentre legge e a tratti commenta i dialoghi dei due fidanzati, da figlia vi ritrova le personalità dei propri genitori ma, al tempo stesso, li scopre diversi. Dentro di lei si forma un’immagine di loro del tutto nuova. E intanto, in Italia, alla fine di giugno l’emergenza Covid 19 pare rientrata.

Quindi non dovremmo più avere paura – riflette l’autrice – perché allora i mass media non ci mollano? agitando lo spauracchio della fatidica seconda ondata? e dell’unico mezzo miracoloso per noi, il Santo Vaccino? Dubbi… domande… ma Una storia che consola conforterà e consolerà anche i lettori perché, nel variegato scenario del mondo in cui si fronteggiano il Bene e il Male, sempre ci ispireranno quelle schiere di uomini e donne di “buona volontà” che lo fanno avanzare.

Nata a Bologna e là laureata in Lettere moderne e Storia dell’Arte. Si trasferisce a Bergamo nel 1977, dove lavora prima come insegnante poi nel settore pubblicitario.
Da più di vent’anni vive in Valcavallina, con famiglia ed animali, nella casetta che ha dato nome e immagine al suo primo libro I racconti di CasaLuet (2008), una fitta rete di racconti, sogni e magia.
Il racconto Pane e cinema ha ricevuto il 1° premio AlberoAndronico “Cinecittà – l’occhio del cinema sulla città” (2009).
Nel 2015 esce il romanzo epico/fantasy Il viaggio di una stella.
Il penultimo pubblicato è il romanzo autobiografico Come cambia lo sguardo – Gli inganni del Sessantotto (2019 Curcio ed.).

Presente su Instagram, Twitter, Facebook, Youtube, Linkedin.

Il romanzo Una storia che consola dell’autrice Susanna Trippa, è stato pubblicato dalla casa editrice LFA Publisher, 194 le pagine.
La prima tiratura del romanzo Una storia che consola è terminata in un solo giorno!

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Sara Bontempi
Redattrice editoriale 

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Editoria: “Al di là del buio”, l’ultimo romanzo di Vincenzo Valtriani

Il romanzo “Al di là del buio” tocca corde emotive profonde, esplorando la fragilità umana e il costante confronto con la vita e la morte.

La scrittura accattivante e coinvolgente dell’autore Vincenzo Valtriani trasporta il lettore attraverso una gamma di emozioni, dall’amore incondizionato al dolore straziante.

“Al di là del buio” si distingue per la sua capacità di trattare argomenti delicati con sensibilità, invitando i lettori a riflettere sulla complessità delle relazioni familiari e sulla resilienza dell’animo umano di fronte alle sfide della vita.

Una storia toccante e ben scritta che rimarrà con il lettore anche dopo la lettura.

Il romanzo si focalizza nel ritratto sentimentale di Emanuele, il protagonista, che ha perso la moglie, restando quindi vedovo, e che sta per perdere anche il figlio, ricoverato in ospedale in fin di vita come tossicodipendente. I due piani affettivi di marito e padre stanno per essere entrambi svuotati dolorosamente.
Emanuele, il primo personaggio che compare ed il protagonista del romanzo, è il padre. Attraverso di lui, viene fornita una perfetta rappresentazione del dolore, espresso in modo paterno, della sofferenza e del cordoglio.

In quegli istanti di agonia trascorsi nell’ospedale in cui il figlio Giacomo versa inesorabilmente in fin di vita, a Emanuele non resta altro che abbandonarsi al ricordo. Il primo tra tutti: il momento in cui il figlio venne concepito da lui e dalla moglie Luisa.
Poco dopo, un altro ricordo affiora nella mente di Emanuele: la scena della moglie Luisa. Lei si era ammalata di depressione: Emanuele l’aveva vista diversa, distrutta, lontana da quella che era stata. Anche in quel caso, si era domandato se avesse qualche responsabilità verso quella sua condizione ormai irrecuperabile, che l’aveva costretta alla degenza.

Attraverso la sua storia, si apre un rapporto con gli altri ospiti della casa di cura che non lo lasciano indifferente e con cui imbastisce uno scambio generoso di umanità con sguardo curioso e umanamente capace di vicinanza.
E nello stesso modo in cui Emanuele aveva assistito da marito impotente alla morte della moglie, ora si trovava ad assistere da padre con la medesima impotenza a quella del figlio.

Vinto dal sonno, si risveglierà quando il figlio è appena dipartito. Emanuele leverà al cielo una preghiera: “Che oltre il buio ci sia sempre la luce”.

L’autore Vincenzo Valtriani è nato a Pisa nel 1940 ed è ex Ufficiale di Marina Mercantile.
Laureato in “Scienze per la Pace” presso l’Università di Pisa, si è specializzato in Cooperazione internazionale e mediazione dei conflitti ed Esperto in Diritto Islamico

Ha pubblicato fino ad ora:

  • La Vita Antica
  • Mamma c’è in povero alla porta
  • Dai no global ai new global
  • L’Islam questo nostro sconosciuto
  • Al di là del buio
  • Dialogo tra un fedele musulmano e un laico italiano sul rapporto con Dio nella sua pratica divina

Appassionato di fotografia, collabora con varie associazioni per promuovere i Diritti Umani e Facilitare l’Integrazione, ha fatto parte della “Tavola Della Pace” per il Centro Gandhi.

Il romanzo “Al di là del buio” è stato pubblicato con PubMe, è disponibile sui migliori store online.


Sara Bontempi
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Editoria: “Charlie sotto i portici” è il nuovo libro di Massimiliano Milesi

Liberamente ispirato ad un racconto di Murakami Haruki, Charlie sotto i portici è un libro incredibilmente affascinante.
“Un libro enigmatico, che lascia nel lettore tanta curiosità e desideri di approfondimento anche musicale.
Un racconto che si lascia leggere tutto d’un fiato e non cessa di stupirci.
Da leggere per rimettere “tutto” o “quasi tutto” in discussione… se non altro, proprio le nostre convinzioni più radicate.”

(dalla postfazione di Antonella Antonelli)

Di cosa parla Charlie sotto i Portici?
Un misterioso concerto a Roma nel 1953.
Realtà o invenzione?
Un vecchio nastro perso e ritrovato.
Foto inspiegabili.
Chi c’era quella sera a sentire Parker in Piazza Nicosia?

“Dopo cinque minuti arriva la sorveglianza. Qui, dopo la bomba di quel pazzo di qualche anno fa, adesso si sta parecchio attenti. Mi aprono tutte le stanze, e io -da solo – mi preparo all’articolo più importante della mia vita.”

Massimiliano Milesi – Biografia

Massimiliano Milesi nasce a Roma nel 1965.
Autore, regista, insegnante di teatro, saggista.
È anche un Monaco Buddhista e insegnante di Dharma della Scuola Kempon Hokke International.
Fonda la Permis de Conduire, formazione e produzione teatrale, nel 1992, successivamente la compagnia TeatroDaViaggio, nella quale porta avanti da anni una ricerca sul Teatro di Carlo Goldoni.
Ha diretto diversi teatri negli ultimi trent’anni; nel 2021 fonda, con la dramaturg e attrice Antonella Antonelli, il politecnico del monologo, presso il Teatro Elettra che entrambi dirigono assieme ad Alberto Buccolini.
Le sue regie hanno spaziato dal Teatro di ricerca negli anni ’90, alla commedia classica di Carlo Goldoni sino agli autori contemporanei europei e giapponesi.

Ha alle sue spalle anche una lunga attività di saggista, giornalista e conduttore radiofonico.

Pubblica “Teatro e Zen” nel 2014 (reality book), “Teatro 1” nel 2015 (edizioni Permis de Conduire), “Dinamica gesto carattere, il metodo DGC” nel 2019 (Fefè Editore).

Il libro “Charlie sotto i ponti” è pubblicato dalla Casa Editrice Pandilettere Edizioni, 108 le pagine.
Disponibile nelle migliori librerie e negli store online.


Sara Bontempi
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Libri, “Bambini al tempo del lockdown”: arriva il pdf del volume UNICEF Bologna

DISPIACERE
Non mi piace vedere persone con la mascherina

Sono a casa da scuola da settimane e non mi piace…
Non mi piace stare chiusa in casa.
Non mi piace non vedere e abbracciare le persone che conosco.
Non mi piace stare a casa da scuola.
Non mi piace che ci sia il Coronavirus.
Non mi piace non sapere quando finirà il Coronavirus.
Non mi piace che nonostante ci sia il Coronavirus mia madre debba andare al lavoro.
Non mi piace vedere persone con la mascherina.

Il Comitato Unicef di Bologna ripropone l’emozionante volume “Bambini al tempo del lockdown” pubblicato nel 2020 con le testimonianze dei più piccoli. Il libro scritto in collaborazione con le scuole amiche di UNICEF vede il Cardinale Matteo Maria Zuppi firmare l’introduzione. La versione digitale del libro pronta ad essere distribuita nelle scuole dell’Emilia-Romagna e in altre regioni italiane. Il pdf sarà inviato a tutti coloro che ne faranno richiesta al Comitato Unicef.

Bambini al tempo del lockdown. Sogni ed emozioni” vuole essere un “viaggio” attraverso la paura, la speranza, il dispiacere, i sogni, tutte emozioni provate dai più piccoli durante la pandemia e in particolare durante il lockdown.
Il testo edito da Pendragon, pubblicato per la prima volta nel 2020, è una raccolta di disegni, poesie e pensieri scritti da circa cento ragazzi di dieci scuole del territorio bolognese, amiche di UNICEF.

Il Comitato Unicef di Bologna a cui si deve l’iniziativa del libro rilancia ora il progetto editoriale con l’obiettivo di una più capillare diffusione sul territorio regionale ma anche a livello nazionale. Al di là dei pareri degli esperti che in questi anni hanno cercato di spiegare l’emergenza pandemica sotto diversi punti di vista, i ragazzi, hanno espresso in maniera chiara i loro sentimenti e le loro emozioni proprio in queste pagine.

Il Cardinale e Arcivescovo di Bologna Mons. Matteo Maria Zuppi firma l’introduzione del volume, riconoscendo ai ragazzi una scrittura capace di commuovere gli adulti.

Lo stesso Cardinale scrive: 

“La famiglia, l’amicizia, la bellezza delle relazioni, la speranza verso il futuro, la positività di fronte a ciò che accade, sono solo alcuni dei tesori che lo scrigno di questo libro ci regala e che dobbiamo custodire”.

Da qui l’invito a custodire il futuro di questo libro che è espressione della sensibilità e delle emozioni dei più piccoli ma che sono un esempio anche per gli adulti in un momento storicamente complesso, scandito purtroppo da guerre e distruzione.

Anche il presidente del Comitato Unicef Bologna, dott. Raffaele Pignone sostiene con forza l’importanza del messaggio racchiuso nel libro che insieme ai volontari torna a diffondere in tutta Italia:

“Credo sia uno dei libri più belli che descrive la pandemia e i ragazzi e per questo sarebbe un peccato se fosse conosciuto solo dai pochi che lo hanno acquistato nell’anno della sua pubblicazione. Con il supporto dei nostri volontari torneremo a distribuirlo sul territorio, a scuole, associazioni, comitati Unicef, ordini professionali sanitari e sociosanitari per poi occuparci di una capillare diffusione a livello nazionale, con il coinvolgimento anche del Ministero dell’Istruzione”.

Il progetto ha avuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Bologna e dell’Ufficio Scolastico Regionale ed è stato stampato dalla società Pendragon con il contributo del gruppo HERA spa.

“Bambini al tempo del lockdown. Sogni ed emozioni” è il libro che non “invecchia”, pronto a vivere una seconda vita.

È possibile richiedere la versione in PDF scrivendo all’indirizzo mail: comitato.bologna@unicef.it oppure per acquisti della versione cartacea contattare la Pendragon scrivendo a ordini@pendragon.it


Ufficio stampa
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Editoria: “Anita, una storia romantica” è il nuovo romanzo di Margherita Cucco

Margherita Cucco fa il suo ritorno con una narrazione avvincente e coinvolgente, con il romanzo “Anita, una storia romantica”.
Preparatevi per un viaggio nell’universo creativo dell’autrice, che questa volta tratta un tema impegnato e delicato.

Trama

Esther Bodmeier, un’anziana ebrea che risiede in Italia dalla fine della Seconda guerra mondiale, affida la sua storia a un manoscritto.
A quattordici anni, nel 1942, viene catturata insieme ai genitori e caricata su un treno per la Germania.
Durante il tragitto Esther riesce a fuggire e si apre per lei la possibilità di sopravvivere assumendo un’identità ariana, quella di Anita Koch.
Aiutata da un pastore protestante, trova un rifugio e un lavoro nella tenuta di Tannerhof, proprietà del Freiherr von Tanner, un nobiluomo quarantenne alquanto misterioso.
I due, accomunati dalla passione per i libri e la cultura, a poco a poco imparano a conoscersi.
Nasce un sentimento profondo, tanto più intenso in quanto inconfessato e quasi inconsapevole: un amore impossibile, che però cambierà per sempre la vita di entrambi.

Biografia dell’autrice Margherita Cucco

Margherita Cucco

Margherita Cucco ha iniziato a scrivere al termine di una lunga carriera di insegnante liceale.

Con Robin Edizioni ha pubblicato i seguenti romanzi storici:

E i romanzi polizieschi:

Inoltre, la trilogia dedicata a Tim Bergling/Avicii (2018-2021):

Il romanzo “Anita, una storia romantica” di Margherita Cucco è pubblicato da Robin Edizioni, per la sezione Robin&Sons.


Sara Bontempi
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Editoria: “Guida operativa alla sostenibilità” di Michele Moretti

Guida operativa alla sostenibilità

N° di pagine: 251
Prezzo copertina flessibile:

14,56

Prezzo Kindle: 9,99
(incluso con Kindle Unlimited)

www.sostenibilitafacile.it

Argomento: “Scopri il mondo della sostenibilità per le PMI con questo libro esaustivo e dettagliato. Esplora i diversi aspetti della sostenibilità aziendale, dalla responsabilità sociale d’impresa alla gestione sostenibile delle risorse, e scopri come possono essere applicati con successo nel contesto delle piccole e medie imprese. Questo libro offre una guida passo passo per comprendere e implementare pratiche sostenibili che possono portare benefici tangibili per la tua azienda, migliorando la reputazione, riducendo i costi e accedendo a nuove opportunità di mercato. Inoltre, il libro fornisce strumenti pratici, template e risorse per aiutarti a integrare la sostenibilità in ogni aspetto della tua azienda, dalla gestione finanziaria alla catena di approvvigionamento e oltre. Non perdere l’opportunità di fare la differenza per il tuo business e per il mondo: scopri oggi come la sostenibilità può trasformare la tua PMI!”

L’autore: Michele Moretti

Laureato in Ingegneria Gestionale con specializzazione in Economia Circolare e Project Manager certificato, sono un libero professionista che guida le aziende nel loro percorso di ottimizzazione ed ESG. Da sempre animato da una profonda passione per l’ottimizzazione e la sostenibilità, ho fondato “Sostenibilità Facile ®”, un blog dedicato a semplificare e rendere accessibile il concetto di sostenibilità aziendale.


Sara Bontempi
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