Atlante delle spezie per rendere la vita gustosa

 

Le spezie colorano la cucina; la fanno più ricca, varia e gustosa; rendono la vita più fragrante. 32 spezie (le principali e quelle meno conosciute), 11 miscele, 101 ricette: questi i numeri dell’atlante, nel quale di ciascuna spezia è dichiarata la provenienza, tracciata la storia, segnalate le modalità di uso in cucina e, talvolta, anche nella farmacopea popolare. Quali sono? Ben presto detto: Allspice o Pimento – Anice – Assa fetida – Baharat – Berberè – Cajun – Cannella e Cassia – Cardamomo – Carvi – Chili – Chiodo di garofano – Cinque spezie – Combava – Coriandolo – Cumino – Curcuma – Curry – Fieno greco – Finocchietto – Galanga – Garam masala – Ginepro – Harissa – Lemongrass o Citronella – Mitmita – Nigella – Noce moscata e Macis – Paprika – Pepe – Peperoncino – Rafano – Ras el Hanout – Semi di Papavero – Semi di Sedano – Senape – Sesamo – Sommaco – Tamarindo – Tandoori masala -Vaniglia – Wasabi – Zafferano – Zenzero o Ginger.

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53 tappe percorrendo la Sicilia in mountain bike

 

Una guida (ma solo le prime 37 pagine) alla scoperta della Sicilia, dei territori di Agrigento, Palermo e Trapani ma anche i parchi delle Madonie, dei Nebrodi e dell’Etna, tutto percorrendo itinerari che presentano le caratteristiche da sogno: polvere all’infinto e sentieri che passano dalla natura più selvaggia a piccoli ed accoglienti borghi popolati evitando quasi completamente l’asfalto. Una miniera inesauribile per chi vuole visitare la Sicilia con una bici da XC o da All Mountain, o anche da Enduro con la particolarità che gli itinerari possono essere composti come un puzzle per rendere il viaggio senza sosta da un paese all’altro, dall’entroterra al mare o lungo la costa o attraversare la Sicilia da costa a costa! Una guida alla scoperta della Sicilia ancora genuina, attraverso percorsi sconosciuti al turismo di massa, che consente al biker o al cicloturista di godere di un patrimonio straordinario e incantevole frutto di una miscela di sole, natura, arte, cultura, storia e cucina disponibile 365 giorni.

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Il Libro dei morti: formule per il mondo ultraterreno

 

Il Libro dei morti si formò nell’ambito di una tradizione di manoscritti funerari risalenti all’Antico Regno dell’Egitto. I primi testi funerari furono i Testi delle piramidi, impiegati per la prima volta nella piramide del faraone Unis della V dinastia (morto intorno al 2350 a.C.; tali testi erano scolpiti sulle pareti delle camere sepolcrali all’interno delle piramidi dei soli faraoni (e, a partire dalla VI dinastia, di importanti “spose reali”). Molti dei Testi delle piramidi furono redatti con geroglifici oscuri e inusuali; molti segni raffiguranti esseri umani o animali venivano lasciati incompleti o mutilati per impedire, simbolicamente, che arrecassero un qualsiasi danno al sovrano defunto. Lo scopo dei Testi delle piramidi era aiutare il re a prendere il proprio posto fra gli dei, in particolare a riunirsi con Ra, il suo genitore divino; l’aldilà era immaginato, in tale fase storica, nei cieli, non come l’oltretomba sotterraneo descritto nel Libro dei morti. Alla fine della VI dinastia i Testi delle piramidi cessarono di essere un’esclusiva dei faraoni e furono adottati anche da nobili, alti funzionari e governatori locali (nomarchi).

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Campania: una guida generale alle sue bellezze

 

«Questa regione è così felice, così deliziosa, così fortunata, che vi si riconoscere in evidente l’opera prediletta della natura. Quest’aria vitale, la perpetua mitezza del cielo, la campagna così fertile, i colli solatii, le foreste sicure, le montagne perdute fra le nubi, l’abbondanza di viti e di ulivi… E tanti laghi, e dovizia di acque irrigue e di fonti, tanti mari e tanti porti! Una terra da ogni parte aperta ai commerci e che, quasi per Incoraggiare gli umani, stende le sue braccia nel mare». Sono parole di Plinio il Vecchio nel descrivere la Campania e scelte ad apertura di questa guida breve. Le immagini di oggi non fanno che confermare quanto descritto in proposito già in epoca romana.

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Italo Calvino: Perché leggere i classici

 

Diviene lecito definire classico quel libro che sappia esercitare una notevole influenza sia quando resta fisso, indelebile nella memoria, sia quando viene rimosso, pur rimanendo nascosto fra le pieghe della memoria, mimetizzandosi o dettando i comportamenti del proprio inconscio. Ad ogni rilettura di un classico quindi, capita sovente di riconoscere dei propri atteggiamenti assimilati durante le letture di gioventù; proprio per questo motivo, è necessario affermare che ogni rilettura d’un classico è una lettura di scoperta, come fosse la prima lettura, e che la prima lettura d’un classico è in realtà una rilettura. Insomma, si dice classico quel libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.

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La storia del relitto tardo-antico di Scauri

 

II volume, oltre ad essere un compendio tecnico-scientifico, è un documento che racchiude in se la sintesi delle fasi documentarie dell’imponente e significativo lavoro svolto dalle strutture competenti e dagli specialisti che si sono succeduti nell’ultimo decennio in questo scavo archeologico subacqueo. Il progetto, sostenuto e finanziato dal programma POR Sicilia 2000/2006, ha potenziato le attività di ricerca e di studio, di parziale recupero e di fruizione del patrimonio culturale di questa importante area archeologica sottomarina. La storia del relitto tardo-antico di Scauri, rappresenta un esempio di come la comunità dell’isola visse, in piena controtendenza, un periodo di floridezza economica producendo ed esportando un prodotto che risultò essere fortemente apprezzato sui mercati mediterranei: la “Pantellerian ware”.

Il relitto tardo-antico di Scauri a Pantelleria / a cura di Roberto La Rocca, Sebastiano Tusa, Stefano Zangara. – Palermo : Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali, ambientali e della pubblica istruzione. Dipartimento dei beni culturali ambientali, dell’educazione permanente e dell’architettura e dell’arte contemporanea, 2009. (ISBN 978-88-6164-101-3)

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Il turismo costiero nell’Europa del Sud

Emergono oggi in modo evidente lungo le aree costiere euro-mediterranee le criticità paesaggistiche indotte da un turismo balneare che, affermatosi pienamente a partire dalla seconda metà del XX secolo, ha in pochi decenni stravolto l’assetto delle coste di Spagna, Francia e Italia. Il pregio e la vulnerabilità del paesaggio in queste aree e le previsioni di un aumento costante dei flussi turistici evidenziano la necessità di politiche in grado di gestire un turismo balneare di cui è ormai evidente la non sostenibilità, anche guardando oltre ad esso e prefigurando modelli di turismo alternativi. È questa la direzione in cui si muovono le politiche sviluppate entro tre Paesaggi Protetti situati lungo la costa euro-mediterranea, esplicitamente mirate ad individuare possibili forme di convivenza tra sviluppo turistico e conservazione del paesaggio.

Leggi il saggio di Emma Salizzoni, Turismo lungo le aree costiere euromediterranee: dalla scoperta, al consumo, al progetto del paesaggio

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Mediterraneo Antico – Il Museo Egizio di Torino

 

Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante del mondo dopo quello del Cairo. Nel 2004 il ministero dei beni culturali l’ha affidato in gestione alla “Fondazione Museo Egizio di Torino”. Nel 2017 il museo ha fatto registrare 845 237 visitatori, risultando l’ottavo museo italiano più visitato. Nel 2017 i Premi Travellers Choice di TripAdvisor classificano l’Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia, al nono in Europa e al quattordicesimo nel mondo.

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Paesaggi, progetti d’autore. Calabria e Sicilia

 

In Calabria e Sicilia. Progetti, autori, paesaggi, paesaggi in cerca di un autore. Questo studio si muove attraverso dimensioni differenti, indagando attitudini, comportamenti, intuizioni legate al progetto di paesaggio in un’area geografica specifica. È una ricerca critica che tenta di individuare – anche attraverso strumenti di lettura che sconfinano dal campo disciplinare dell’architettura e del paesaggismo – idee e valori assunti dai progetti e interpretati dai loro autori. L’esito, come spesso succede in uno studio di questo tipo, è simile ad un viaggio. Un viaggio nel progetto d’autore in primo luogo, ma anche un viaggio nel paesaggio in cerca di un autore, in attesa di essere letto, scoperto, interpretato, progettato; perché Calabria e Sicilia sono innanzitutto paesaggi in attesa.

F. Manfredi, Paesaggi, progetti d’autore. Calabria e Sicilia, Alinea Editrice, Firenze 2010  

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Giochi da tavolo dell’area del Mediterraneo antico

 

Vi presentiamo il progetto “LUDUS IN TABULA”. A curarlo è Monica Silvestri, che ha conseguito la laurea magistrale in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo archeologico all’Università della Tuscia di Viterbo. Lavora come archeologa e come formatrice didattica nella stessa città. Da molti anni conduce una ricerca sulle regole e le abitudini del mondo ludico antico, scovando fra gli scaffali di biblioteche e librerie, sbirciando con occhio vigile tanto nelle vetrine di grandi musei europei quanto nei piccoli musei locali o visionando reperti connessi col gioco nei magazzini archeologici, facendo ricognizioni nei siti archeologici. Tutto per uno scopo preciso: giocare e far giocare come si faceva nel mondo antico! Grazie alla passione per il gioco da tavolo e al lavoro di archeologa nasce il progetto “LUDUS IN TABULA!” per far conoscere i tanti giochi da tavolo dell’area del Mediterraneo antico che si perdono nelle maglie del tempo. È un modo diverso per viaggiare nel passato.

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