Roma, Chiostro di Sant’Alessio – Istituto Nazionale di Studi Romani: AB INITIO – Dieci anni di arte contemporanea sul Colle Aventino

Mercoledì 7 febbraio 2024
Opening reception, ore 17 / 20

Chiostro di Sant’Alessio, Sede dell’Istituto Nazionale dI Studi Romani
Piazza Cavalieri di Malta 2 – Roma

8 – 9 febbraio, visita mostra ore 11 / 14, ingresso libero

Mercoledì 7 febbraio 2024 alle ore 17, nel chiostro dell’ex convento di Sant’Alessio, sede dell’Istituto Nazionale dI Studi Romani, inaugura il progetto AB INITIO – Dieci anni di arte contemporanea sul colle Aventino, a cura di AdA-Cultura e Francesca Perti, promosso dall’Associazione Amici dell’Aventino, con il Patrocinio del Municipio I Roma Centro e dell’Istituto Nazionale di Studi Romani. 

Infatti saranno esposte le opere di Tommaso Cascella / Giorgio Crisafi / Publia Cruciani / Pablo Figura / Marco Fioramanti / Daniel Galligani / Emilio Leofreddi / Mauro Magni / Giovanna Martinelli / Riccardo Monachesi / Jasmine Pignatelli / Massimo Saverio Ruiu / Ninì Santoro / Sandro Scarmiglia / Lucrezia Testa Iannilli / Alberto Timossi / Mara van Wees, artisti che per dieci anni hanno generosamente contribuito con le loro opere site-specific alla realizzazione di mostre sul colle, indoor e outdoor, promosse dall’associazione Amici dell’Aventino. Completeranno l’esposizione, proiezioni delle foto testimonianza degli eventi passati, pannelli con articoli e testi critici, ed altri materiali informativi con la presentazione di Giulia Silvia Ghia – Assessore alla Cultura Municipio Roma I Centro, Letizia Lanzetta, direttrice dell’Istituto Nazionale di Studi Romani e Alessandro Olivieri – presidente Associazione Amici dell’Aventino.

Questo evento, che coincide anche con il finissage di OPENBOX4, uno dei progetti promossi dall’Associazione ed inaugurato lo scorso 3 dicembre 2023, conclude così un ciclo di dieci anni, perseguendo le finalità statutarie di custodia e valorizzazione dei luoghi dell’Aventino: AdA, fondata nel 1981, promuove tra i residenti del Colle la consapevolezza civica che la responsabilità della qualità dell’ambiente in cui hanno la fortuna di vivere ricade, prima di tutti, su di loro. Il concetto che meglio definisce quest’atteggiamento è quello di custodia: in qualità di abitanti, pro tempore, si ha l’obbligo, civile e morale, di preservarli nel loro valore storico, artistico, culturale e paesaggistico. 

In quest’ottica hanno preso avvio le mostre d’arte, inaugurandole nella sede di AdA, presso la basilica dei Santi Bonifacio e Alessio, con In Crypta’ (dicembre 2013 / gennaio 2014), mostra di scultura ceramica nella cripta medioevale. Qualche anno dopo, nel chiostro dell’ex-convento della basilica, sede dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, è la volta di Claustromania, una mostra volutamente “territoriale”, in quanto organizzata da istituzioni / artisti e curatrice abitanti all’Aventino.  

Nella stessa sede, in concomitanza con la RomeArtWeek (2019), fu presentato OPENBOX, un progetto espositivo incentrato sul dialogo tra l’arte contemporanea e gli spazi verdi sul colle adottati da AdA. 

Un progetto pilota che propone la trasformazione dei giardini dell’Aventino in gallerie darte all’aperto, in “open boxes, spazi virtuali a scatola“, e che vuole dare la possibilità ad artisti di esporre le proprie opere per un periodo limitato in un contesto paesaggistico e storico unico.

Il progetto nasce con il restauro del giardino di piazza Albina, che è stato riportato al suo disegno originale, sotto la sorveglianza attiva di AdA, del Municipio Roma I Centro, e il finanziamento di BNP Paribas Real Estate. Dopo anni di incuria, di insicurezza pubblica e traffici illeciti, il giardino è tornato a svolgere la sua funzione di polmone verde, di area di incontro e svago. 

Il primo OPENBOX è stato realizzato nel dicembre 2020 / febbraio 2021, con la collaborazione del Municipio Roma Centro I, e con opere di ben otto artisti in tre giardini pubblici, ed è stato un successo. Accresciuto forse anche dall’essere nel pieno del periodo delle restrizioni covid, quando passeggiare nei giardini era tra le poche attività outdoor consentite. Segue l’anno dopo OPENBOX2, in memoria di te, un omaggio agli Aventinenses, a chi non c’è più. Nel 2022 / 2023 OPENBOX3, Vitruvio docet, è stato dedicato all’architettura sul colle. OPENBOX4, mito-morfosi, attualmente in corso, si confronta con i miti e la loro presenza nascosta all’Aventino.

OPENBOX è ormai un appuntamento fisso, dove il ruolo degli abitanti attraverso la loro associazione è la forza trainante. Succede anche altrove, ad Amsterdam con ARTZUID, come a Roma con l’ECOMUSEO Casilino: si progetta la rigenerazione del verde urbano attraverso iniziative di arte contemporanea organizzate in loco e affiancate dalle istituzioni. 

Hanno finora collaborato, artisti, curatori, grafici, fotografi (in ordine alfabetico): Aurora Avvantaggiato / Paolo Buggiani / Tommaso Cascella / Mario Cozzi / Giorgio Crisafi / Publia Cruciani / Pablo Figura / Yvonne Ekman / Marco Fioramanti / Evandro Gabrieli / Daniela Gallavotti Cavallero / Daniel Galligani / Antonio Grieco / Emilio Leofreddi / Mauro Magni / Giovanna Martinelli / Roberta Melasecca  / Rita Miranda / Roberto Mirulla /  Riccardo Monachesi / Luigi Narici / Alessandro Olivieri  / Francesca Perti / Jasmine Pignatelli / Giulia Ripandelli / Massimo Saverio Ruiu / Ninì Santoro / Paola Spinelli / Sandro Scarmiglia / Lucrezia Testa Iannilli / Alberto Timossi / Luca Valentino / Raffaele Vitto / Mara van Wees. 


AB INITIO
Promosso da: Associazione Amici dell’Aventino
Con il Patrocinio di: Municipio I Roma Centro, Istituto Nazionale di Studi Romani
A cura di: AdA-Cultura e Francesca Perti
Espongono: Cascella / Crisafi / Cruciani / Figura  / Fioramanti / Galligani / Leofreddi / Magni / Martinelli / Monachesi / Pignatelli / Ruiu / Santoro / Scarmiglia / Testa Iannilli / Timossi / van Wees
Opening : mercoledì 7 febbraio, ore 17 – 20 
Dove : Piazza Cavalieri di Malta 2, Roma 
Durata : 8 – 9 febbraio ore 11 – 14 , ingresso libero.
Sponsor. Casale del Giglio
Contatti : info@aventino.org 

Ufficio stampa
Roberta Melasecca
| roberta.melasecca@gmail.com | +39 3494945612

Biella, Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero: “BANKSY, JAGO, TVBOY e altre storie controcorrente”

“BANKSY, JAGO, TVBOY
e altre storie controcorrente”


Biella, Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero
Dal 21 ottobre 2023 al 1° aprile 2024


Biella diventa un nuovo punto di riferimento per le grandi mostre d’arte.
Dal 21 ottobre 2023 Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero ospiteranno una mostra straordinaria dedicata ai più influenti artisti contemporanei, capaci di raccontare la contemporaneità con un linguaggio che arriva dritto al cuore di tutti.

Banksy, Jago e TvBoy, artisti celebri e celebrati in tutto il mondo, saranno solo alcuni dei protagonisti della mostra biellese, che vedrà per la prima volta riunite insieme anche celebrità internazionali quali Takashi Murakami e Liu Bolin.

Realizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in collaborazione con il Comune di Biella e Arthemisia e con main sponsor Biver Banca – Gruppo Banca di Asti, sarà l’occasione per far conoscere al grande pubblico una città ricca di bellezza e proposte culturali.

Dal 21 ottobre 2023 la città di Biella diventerà un nuovo punto di riferimento per le grandi mostre d’arte in Italia.

La prima mostra che inaugura il nuovo corso – realizzata grazie alla collaborazione tra Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, la sua società strumentale Palazzo Gromo Losa s.r.l. in collaborazione con il Comune di Biella e Arthemisia, con main sponsor Biver Banca – Gruppo Banca di Asti e sponsor tecnicoWide Group – sarà “Banksy, Jago, TvBoy e altre storie controcorrente” che racconta la contemporaneità attraverso gli occhi di alcuni tra i più influenti artisti viventi.

Ospitata nelle due sedi di Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero – oltre aBanksy, Jago e TvBoy da cui prende il titolo – l’esposizione presenta anche altri artisti celebri e conosciuti a livello internazionale: da Liu BolinDavid LaChapelle, Takashi MurakamiMr BrainwashObey fino ai noti italiani Angelo AccardiLAIKA, Marco LodolaMaPoLaurina PaperinaPAU, Andrea Ravo MattoniRizek e Giuseppe Veneziano.
Tutti protagonisti di un’arte pubblica e sociale che è diventata ormai un linguaggio accessibile, diretto e di denuncia, in cui lo spettatore può immedesimarsi, perché parlano di una realtà contemporanea che ci appartiene.
Curata da Piernicola Maria Di Iorio e con 90 opere, la mostra racconta storie “controcorrente”, ci parla di vita, di morte, di ingiustizia sociale, di guerre, narrate ora con spirito canzonatorio, ora con maestria lirica o anche con un deciso tono di attacco. Quello che è sicuro è che il messaggio non è mai banale né scontato, scuote le coscienze, indigna, commuove. Hanno creato una rottura con i riferimenti classici del mondo dell’arte e della sua fruizione, rifiutando di entrare a far parte di un sistema chiuso ed escludente. Ironia della sorte, questi artisti ribelli con le loro opere e la narrazione che li identifica, sono diventati molto ricercati e attualmente sempre più centrali nell’interesse del pubblico e dei musei e centri d’arte contemporanea.

La mostra rappresenta anche un’imperdibile occasione, per tanti visitatori, di conoscere meglio Biella, il suo verdeggiante territorio e la sua proposta gastronomica di eccellenza.
Tra le realtà culturali di maggiore interesse vi sono il Ricetto di Candelo, il Santuario di Oropa e l’Oasi Zegna, meta ideale per poter trovare grandi spazi, attività e laboratori innovativi, e anche la celebre Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e l’imponente patrimonio di archeologia industriale.

Il catalogo della mostra è edito da Skira.


LA CITTÀ DI BIELLA

Biella è oggi una città in grande fermento, alla ricerca di una nuova identità tra vocazione turistica, residenzialità ed enogastronomia d’eccellenza, a metà strada tra Torino e Milano, primeggia nel territorio piemontese, oltre che per la produzione di tessuti di alta gamma, come il cachemire, per i suoi spazi verdi e per la sua proposta di servizi innovativi, in particolare per quanto riguarda l’istruzione universitaria e la formazione inclusiva.
Fondata sulla cultura tessile, la ricchezza di questo territorio straordinario è oggetto di un nuovo Rinascimento, che si fonda sulla riprogettazione della relazione tra il patrimonio culturale e il tessuto socio-economico del territorio, a partire dalla valorizzazione dei numerosi archivi d’impresa fino alla nuova Laurea specialistica in inglese attivata presso Città Studi e dedicata alla valorizzazione della “cultural heritage”. Grazie a queste iniziative, Biella nel 2025 aprirà un innovativo “Museo” del tessile.

Biella e il Biellese, con numerosi siti di interesse concentrati nell’arco di pochi chilometri come il Ricetto di Candelo, il Santuario di Oropa, l’Oasi Zegna e la Riserva naturale Parco Burcina “Felice Piacenza”, sono una meta ideale dove poter trovare grandi spazi, attività e laboratori innovativi.

Il cuore pulsante della città alta, centro nevralgico della vita culturale biellese, è rappresentato dal Polo culturale di Biella Piazzo, costituito dai palazzi Gromo LosaFerrero e La Marmora, sede di importanti mostre, festival ed eventi, raggiungibile gratuitamente attraverso una storica funicolare.
ll borgo medievale del Piazzo fu fondato nel 1160 dal vescovo di Vercelli Uguccione, con l’intento di edificare una residenza sicura per riparare da Vercelli quando le forze ghibelline la rendevano poco tranquilla. A seguito delle concessioni di privilegi, il Piazzo si popolò rapidamente, diventando il centro dei commerci e dell’evoluzione culturale e amministrativa della città.

Tutti i palazzi del Polo sono dotati di sale espositive, ambienti storici e splendidi giardini come quello di Palazzo Gromo Losa, un giardino all’italiana di particolare pregio di circa un ettaro realizzato dal mecenate biellese Emanuele Rosa, che ha creato angoli suggestivi con rose e diverse specie botaniche.
Elegante dimora signorile trecentesca, Palazzo Gromo Losa nei secoli è stato ampliato fino alle dimensioni attuali. Alla fine dell’Ottocento il palazzo fu acquistato dalle Suore Rosminiane, che vi fondarono l’Istituto “Beata Vergine d’Oropa” (BVO), divenuto punto di riferimento per il sistema scolastico biellese. Nel 2004 il complesso è stato acquisito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella che ne ha promosso il completo restauro, destinandolo ad attività culturali e sociali. Nel 2016 la Fondazione ha infine conferito in gestione la proprietà alla sua società strumentale Palazzo Gromo Losa Srl.
Il Palazzo ospita l’Accademia Perosi, una delle più prestigiose realtà musicali italiane e dal 2015 ospita mostre tra cui “Selvatica. Arte e natura in Festival”, un appuntamento biennale con le principali forme d’arte dedicate alla natura.

Palazzo Ferrero è stato, come l’adiacente Palazzo La Marmora, fin dalle origini di proprietà della famiglia Ferrero, uno dei più importanti casati nobiliari del territorio. Tra il Cinquecento e il Settecento il palazzo assunse la forma di dimora signorile di rappresentanza, con cortile interno porticato su due lati, e fu abbellito con affreschi dei quali restano molte testimonianze.
L’edificio attuale è frutto dei rimaneggiamenti otto-novecenteschi; l’edificio divenne per un certo periodo anche uno stabilimento idroterapico e ospitò alloggi militari. Dopo un primo parziale intervento, avvenuto negli anni ’70 del Novecento, nel 2011il Comune di Biella ha avviato un recupero integrale del palazzo riconvertendone la funzione a culturale e centro congressi per le attività giovanili. Dal 2023 la gestione è affidata all’associazione Stilelibero.

Scendendo a Biella Piano, lungo le sponde del torrente Cervo, è possibile ammirare i resti della vecchia città (oggi in gran parte rifunzionalizzati e occupati da realtà artistiche come Cittadellarte- Fondazione Pistoletto) e dell’imponente archeologia industriale, motore dello sviluppo del territorio anche grazie alla presenza di acqua dalle straordinarie proprietà chimico-fisiche e organolettiche, un tempo forza motrice dell’industria tessile e oggi base preziosa per la nuova cultura dello “star bene” e per molte produzioni enogastronomiche di nicchia.


Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Turismo religioso, il cammino dei Cappuccini: tutti i percorsi tra viaggio e fede

TURISMO RELIGIOSO, IL CAMMINO DEI CAPPUCCINI: IN VISTA DEI 500 ANNI DEI FRATI
TUTTI I PERCORSI PER UNIRE VIAGGIO E SPIRITUALITÀ

ENIT – DOMANI 2O SETTEMBRE 2023 – H 12 – VIA MARGHERA 2, ROMA

Presentazione del “Cammino dei cappuccini”, mercoledì 20 settembre alle ore 12 presso sede Enit-Agenzia Nazionale del Turismo, via Marghera 2 – Roma

 

L’evento vedrà la partecipazione dei seguenti relatori:

– Antonio Baldelli (Deputato, Gruppo parlamentare Fratelli d’Italia);

– Sandro Pappalardo (Cda Enit);

– Marco Bruschini (Direttore dell’Agenzia regionale delle Marche per il turismo);

– Fra Sergio Lorenzini (Ministro provinciale dei frati minori cappuccini delle Marche);

– Fra Fabio Chiodi (Guardiano del convento dei cappuccini di Camerino);

– Miriam Giovanzana (Giornalista e fondatrice di “Terre di Mezzo”);

– Piergiorgio Fabbri (Pellegrino);

con la partecipazione dei Sindaci dei Comuni interessati dal cammino.

 

Per accrediti mail a – francesca.cicatelli@enit.it – 392 9225216


ENIT – AGENZIA NAZIONALE TURISMO ITALIANO
enit.it

Francesca Cicatelli – resp ufficio stampa Enit –
francesca.cicatelli@enit.it

Direzione Esecutiva
Comunicazione e Ufficio Stampa
VIA MARGHERA 2 – ROMA

Roma, Aranciera di Villa Borghese: “CURARE AD ARTE: LA BELLEZZA COME TERAPIA” > Museo Carlo Bilotti

Al Museo Bilotti di Roma
si è tenuto un incontro dedicato al potere curativo dell’arte,
organizzato da Fondazione Bracco in collaborazione con Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – Gemelli ART
e in occasione della mostra “Ritratte. Donne di arte e di scienza”

“RITRATTE. DONNE DI ARTE E DI SCIENZA”
13 luglio – 10 settembre 2023
Museo Carlo Bilotti | Aranciera di Villa Borghese, Roma

Si è tenuto il 7 settembre l’incontro di approfondimento dedicato all’arte come strumento di terapia medica organizzato da Fondazione Bracco in collaborazione con Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – Gemelli ART presso il Museo Carlo Bilotti, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, nell’ambito della mostra “Ritratte. Donne di arte e di scienza“.

All’evento – aperto da un messaggio di saluto di Diana Bracco, Presidente di Fondazione Braccoe di Federica Pirani della Sovrintendenza Capitolina – sono intervenuti Vincenzo Valentini, Direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica e Ematologia del Policlinico Gemelli, Alfonsina Russo, Direttrice Parco Archeologico del Colosseo ed Enzo Grossi, medico e Advisor scientifico di Fondazione Bracco.

L’iniziativa ha messo in luce la prospettiva scientifica sugli effetti benefici dell’arte in medicina e nella cura dei pazienti, presentando gli studi di welfare culturale sviluppati da Fondazione Bracco a partire dal 2011 e il Progetto Art4ART del Policlinico Gemelli. Il tema è stato inoltre approfondito attraverso una prospettiva complementare, dedicata alle dimensioni benefiche di un luogo d’arte, con la relazione della Direttrice Parco Archeologico del Colosseo, ritratta in foto nella mostra che ha ospitato l’incontro.

L’incontro di oggi è solo l’ultima tappa di un viaggio che Fondazione Bracco ha iniziato oltre dieci anni fa“, ha affermato Diana Bracco. “È dal 2011, infatti, che indaghiamo il valore curativo dell’arte e della musica per tante patologie. Personalmente ci credo da sempre, e oggi è dimostrato da numerosi studi sulla popolazione di diversi Paesi che frequentare musei, concerti, teatri, cinema, mostre aumenti la percezione del proprio benessere e faccia bene alla persona. In altre parole, la cultura migliora la qualità della vita dell’individuo. E questo vale anche per i pazienti che devono affrontare il difficile percorso della cura. Sono davvero orgogliosa che la piattaforma Art4ART del Gemelli abbia accolto anche fotografie, filmati e storie tratti dalla nostra mostra Ritratte: mi auguro che le biografie di queste grandi donne possano appassionare tanti pazienti e, soprattutto, tante ragazze.

Il Progetto Art4ART, nato nel 2019 all’interno del Centro di Radioterapia oncologica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – Gemelli ART (Advanced Radiation Therapy), si inserisce nel filone dedicato all’arte che ha visto, nel tempo, le sale di trattamento trasformarsi in ambienti che riproducono luoghi dell’antica Roma, in un grande acquario con annesso sottomarino per i piccoli pazienti o di ascoltare musiche scelte dal paziente attraverso l’uso di tecnologie innovative.

Il nostro primo obiettivo è accogliere e accompagnare i nostri pazienti nel faticoso percorso di cura, mettendo a disposizione la bellezza dell’Arte e della Natura, nelle sue molteplici espressioni“. ha dichiarato Vincenzo Valentini, Direttore del Gemelli ART. “L’obiettivo è quello di offrire un contesto bello, curato, attrattivo, in grado di attivare le risorse emotive e motivazionali nascoste in ognuno di noi per favorire la consapevole partecipazione alla terapia e consentire una autentica relazione con il personale sanitario tutto. L’arte non è solo uno strumento di accoglienza e di intrattenimento, ma un vero e proprio strumento di cura. Abbiamo in questi anni raccolto molte evidenze scientifiche che sostengono la validità di questo approccio. La peculiarità del Gemelli ART, infatti, è quella di essere un centro ospedaliero in cui si realizza il connubio tra arte, tecnologia e assistenza e tutto questo con la finalità di portare avanti l’umanizzazione delle cure e accompagnare e guarire meglio con la bellezza dell’arte i pazienti che si rivolgono al Policlinico Gemelli in una fase impegnativa della loro vita.

Il rapporto tra benessere personale e fruizione culturale è per Fondazione Bracco un tema prioritario: fin dal 2011 la Fondazione ha avviato progetti intesi a divulgare evidenze scientifiche e a incoraggiare la fruizione culturale nei luoghi di cura. In particolare, il connubio tra arte e scienza, concepito come relazione di continuo scambio tra saperi, è un focus specifico di indagine.

I progressi scientifici di diverse discipline quali la scienza bio-psico-sociale, la scienza del wellbeing, la scienza dello stress e il neuroimaging, hanno avuto una convergenza molto forte permettendo la nascita di una vera e propria scienza della bellezza” ha dichiarato Enzo Grossi, Advisor scientifico di Fondazione Bracco. “Ciò ha permesso effettivamente di dare plausibilità biologica alle crescenti evidenze scientifiche sul ruolo dell’arte e della cultura nella promozione del benessere e della salute della popolazione generale, e di supporto integrativo o sostitutivo ai farmaci per le persone malate, da cui il concetto di welfare culturale. L’esposizione alla bellezza, variamente intesa, migliora la qualità di vita dell’individuo in modo sostanziale, fino ad arrivare ad un effettivo prolungamento dell’aspettativa di vita, riducendo il rischio di gravi patologie degenerative.

Alfonsina Russo, Direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, ha presentato “Salus per artem”, progetto nato per promuovere l’idea della cultura come fattore migliorativo della qualità della vita. Avviato nel 2018, è fondato sulla convinzione, ormai consolidata anche scientificamente, che la partecipazione delle persone ad attività in contatto diretto con l’armonia, di cui sono portatori i monumenti e le opere d’arte, possa generare benessere; e a beneficiarne in particolar modo sono i pubblici con esigenze particolari. All’insegna del diritto universale alla bellezza, nel tempo le iniziative di “Salus per artem” si sono quindi progressivamente sviluppate e arricchite di contenuti, coinvolgendo le numerose associazioni che sul territorio si occupano quotidianamente dei diversi tipi di disabilità e di disagio sociale.

La mostra fotografica “Ritratte. Donne di arte e di scienza” – curata e realizzata dalla Fondazione Bracco in collaborazione con Arthemisia e Zetema Progetto Cultura e promossa da Roma CapitaleAssessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – è dedicata ai volti, alle carriere e al merito di donne italiane che hanno conquistato ruoli di primo piano nell’ambito della scienza e dei beni culturali. L’esposizione, visitabile fino al 10 settembre 2023 presso il Museo Carlo Bilotti di Roma ad ingresso gratuito, propone in un ideale unione di saperi tra arte e scienza, un viaggio esemplare tra luoghi d’arte e laboratori scientifici.


Sede
Museo Carlo Bilotti | Aranciera di Villa Borghese
Viale Fiorello La Guardia, 6
00197 – Roma RM

Informazioni
T. +39 060608

Siti internet
www.fondazionebracco.com
www.museiincomuneroma.it
www.arthemisia.it

Social e Hashtag ufficiale
#Ritratte
@FondazioneBracco
@arthemisiaarte
@MuseiInComuneRoma

Ingresso gratuito

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Chiasso (Svizzera), Spazio Officina: L’opera grafica CARMINA BURANA di Giuliano Collina

Spazio Officina

L’opera grafica CARMINA BURANA di Giuliano Collina

mostra a cura di
Roberto Borghi
Nicoletta Ossanna Cavadini

01.10. – 03.12.2023

Inaugurazione sabato 30.09.2023, ore 18.00

Inserita nel filone degli approfondimenti tematici di artisti contemporanei legati per nascita o per operatività al territorio insubrico, la mostra che si tiene allo Spazio Officina propone un focus su un’importante opera grafica di Giuliano Collina, Carmina Burana. Il titolo si lega per tema in maniera diretta all’omonimo componimento storico, conosciuto al grande pubblico perlopiù per la celebre cantata scenica composta da Carl Orff fra il 1935 e 1936.

Giuliano Collina, artista dai variegati e profondi interessi culturali, ha realizzato nel 2004 una raffinata cartella di dieci incisioni a grande formato ad acquaforte e acquatinta, scaturita dalla suggestione del componimento poetico e interpretato artisticamente con grande spirito creativo. Tutte le opere della cartella grafica Carmina Burana, le matrici e le prove di stato oltre che i disegni, sono stati donati all’Archivio del m.a.x. museo dalla collezionista Milly Brunelli Pozzi e dall’artista Giuliano Collina.

La mostra, curata da Roberto Borghi e Nicoletta Ossanna Cavadini, presenta, oltre all’intera cartella grafica delle dieci acquaforti e acquatinte, le venti matrici in rame che hanno permesso la stampa dell’opera con una raffinata tecnica eseguita nella stamperia d’arte di Paolo Aquilini e i quarantacinque stati preparatori fino al “bon à tirer”. In mostra sono anche esposti dieci grandi disegni riferiti ad ogni tavola, realizzati a matita, china, acquerello e collage su carta. In questo modo è possibile assistere allo svolgimento del processo creativo da cui è stata generata ogni opera grafica: viene così alla luce il modo in cui il linguaggio pittorico di Collina, attraverso anche i significativi ripensamenti, riconfigura la materia letteraria secondo dei principi anzitutto cromatici.

Nato a Intra nel 1938, Giuliano Collina si è diplomato all’Accademia di Brera nei primi anni Sessanta e ha da sempre il suo studio a Como. Accanto all’attività artistica ha sviluppato una lunga esperienza di docente che lo ha portato a insegnare all’Accademia Cignaroli di Verona e all’Università dell’Insubria di Como, e a collaborare al corso di Mario Botta presso l’Accademia di architettura di Mendrisio. Pittore che si è dedicato anche alla scultura, ha coltivato uno speciale interesse per il linguaggio dell’incisione in cui raggiunge livelli di pura lirica. 

Quale evento collaterale alla mostra, il Cinema Teatro di Chiasso propone sabato 7 ottobre 2023, ore 20.30, un concerto dedicato al capolavoro di Carl Orff Carmina Burana per Soli, Coro misto, Coro di voci bianche e Orchestra, diretto da Riccardo Bianchi.


Informazioni per la stampa:
Ufficio stampa Svizzera                                            
Laila Meroni Petrantoni                                             
m.a.x. museo                                                             
T. +41 58 122 42 52                                                    
M. +41 76 563 34 77                                                   
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CLP Relazioni Pubbliche, Milano
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T. +39 02 367 55 700
www.clp1968.it 

Informazioni generali: m.a.x. museo
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A Roma l’evento Prometeus: Il bello per la Ricerca Salute e Bellezza binomio inscindibile per le donne

Solo modella Tricostarc

La Tricostarc  sostiene la ricerca attraverso  la Fondazione Prometeus onlus, per lo sviluppo della ricerca e della formazione in campo oncologico, il cui presidente, Lucio Fortunato, è stato il primo ad aver compreso, ormai più di dieci anni fa, quanto fosse importante non solo curare, ma anche aver cura  e quindi il primo a credere nella Banca della parrucca e nella istituzione di questo progetto virtuoso.
Giovedì 8 giugno, la serata di gala, a Roma presso il Chiostro di Santo Spirito in Saxia, evento di raccolta fondi per i progetti di ricerca, con una sfilata dove a sfilare saranno 13 pazienti per le quali sono stati confezionati abiti creati apposta per loro con un materiale d’eccezione, che sarà la grande sorpresa di quest’anno per tutti, pazienti ed ospiti.  Un materiale che come si vedrà si sposa perfettamente con la filosofia aziendale sostenibile di Tricostarc. 

Coreografa è Francesca Lettieri coadiuvata da Marzia Lelli. Tutte le pazienti-modelle hanno fatto prove abito, prove sfilata, usufruiranno di trucco e parrucco, in un gioco positivo di cambio immagine proprio per dimostrare quanto i capelli abbiano il potere di identificare le persone. Lo scopo è quello di sensibilizzare il pubblico all’importanza dei capelli e a quanto si soffra per la loro perdita durante la chemioterapia a causa dei suoi effetti collaterali, tra cui appunto quello più temuto è proprio la perdita dei capelli: lo dimostra il fatto che  l’8% dei pazienti rifiuta di sottoporsi al salvifico trattamento per la paura di questa perdita. 

Le azioni messe in campo da Tricostarc e dalla Fondazione Prometeus, come le serate di gala, le sfilate, i calendari, i servizi fotografici, nascono tutte con un duplice scopo; da una parte aiutare le pazienti a vivere il loro momento di disagio legato alla malattia e alla malattia oncologica in maniera giocosa, con rispetto e  l’aiuto dei giusti professionisti, e dall’altra offrire ai  clinici, all’opinione pubblica, a tutti, degli strumenti che possano far capire quanto oggi le parrucche siano cambiate e funzionali all’obiettivo di far sentire le pazienti ancora sé stesse, donne e non solo pazienti.

Il principale obiettivo della Fondazione Prometeus è infatti divulgare informazione e conoscenza sulla Banca della parrucca, che è uno dei progetti principali della Fondazione, progetto istituito nel 2011, che ad oggi è presente, ad esempio, tutti i martedì all’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, dove le parrucche vengono date in comodato d’uso gratuito alle pazienti che non possono permettersi di acquistarne una. Garantendo così, attraverso l’impegno Tricostarc e delle sue volontarie, l diritto alla bellezza per tutte. Nell’ottica di Tricostarc di non smettere di sensibilizzare sulla Bellezza, e l’Arte, come supporto psicologico ai trattamenti medici e alle cure

Il percorso indicato dal progetto Tricostarc nel suo complesso è quello della tricologia solidale in ambito oncologico. Una strada che l’azienda percorre con Giusy Giambertone AD di Tricostarc e Presidente di Tricostarc Onlus, da oltre undici anni attraverso la Tricostarc Onlus e l’impegno nella Fondazione Prometeus, e che racconta da sei anni anche attraverso un Calendario. Attraverso le parrucche, il trucco, i servizi fotografici le donne in terapia, supportate da Tricostarc, escono per un tratto dalla dimensione di paziente per tornare a quella di donna, con la propria identità, la propria femminilità, la propria sicurezza. Un progetto benefico sempre più noto, che sarebbe bello venisse diffuso in sempre più numerosi nosocomi italiani. 


Per informazioni:
mail: eventiprometeus@gmail.com

Ufficio Stampa Tricostarc
e-mailufficiostampa.tricostarc@gmail.com

Rotary Club di Roma promuove la diffusione di proposte progettuali per i quartieri disagiati

Rotary Club di Roma promuove la diffusione di proposte progettuali per i quartieri disagiati.

Il Prof. Arch. Ruggero Lenci presenta i lavori del suo Corso di laurea per il quartiere

Quali responsabilità per l’architettura nelle dinamiche di un quartiere cosiddetto disagiatoÈ la domanda dalla quale è partito il lavoro lungo decenni di alcuni professori della Sapienza che ne hanno fatto oggetto di studio e ricerca con i loro studenti. Alcuni dei loro progetti, segnatamente per il quartiere romano di Tor Bella Monaca, sono stati presentati nella serata conviviale di martedì 23 maggio, organizzata dal Rotary Club di Roma e ospitata con grande cura dal Circolo della Marina, per cui si ringrazia l’Ammiraglio Giovanni Vitaloni, dal Prof. Arch. Ruggero Lenci (docente titolare della cattedra di Composizione Architettonica III  dell’Architettura con Laboratorio Progettuale   presso   Sapienza Università  di Roma,  Facoltà Ingegneria Civile e Industriale, Corso di Laurea in Ingegneria Edile Architettura) e dall’Arch. Alessandro Scaletti, cultore della materia e suo collaboratore nonché presidente del Club. Obiettivo: mettere a disposizioni delle Istituzioni capitoline e delle fondazioni interessate un patrimonio di suggerimenti tecnici e progettualità già pronte e potenzialmente realizzabili.

Prof. Arch. Ruggero Lenci e Arch. Alessandro Scaletti

Perché Tor Bella Monaca

Qui il Rotary Club Roma è attivo da tempo. Ha assegnato ad esempio anche quest’anno 5 Borse di studio ad altrettanti ragazzi della scuola media “Melissa Bassi”, situata in una strada dove è stato rilevato il più basso reddito pro capite a Roma. Alessandra Scardamella, Dirigente scolastico dell’Istituto ha inviato ieri un messaggio dn cui esprimeva “sincera gratitudine per quanto si è fatto e si continua a fare attraverso il Rotary Club di Roma che ha permesso di valorizzare l’impegno di alunni che pur vivendo in contesti disagiati sia culturalmente sia materialmente hanno potuto beneficiare di adeguato percorso di formazione“. E sono ben 35 le Borse di studio fin qui erogate dal Rotary, consistenti nell’iscrizione ad una Scuola Superiore come scelta da ciascun ragazzo e nel contributo per l’acquisto dei libri e di quanto serva per il percorso scolastico. L’intenzione del Rotary Club di Roma è di proseguire nel progetto, accanto ad altri di analoga utilità sociale. E tra gli interventi utili ai cittadini che abitano quartieri disagiati ci sono sicuramente quelli di natura architettonica illustrati ieri dai due professionisti. Tor Bella Monaca, una superficie di 0,77 chilometri quadrati nella zona est di Roma, oltre il Grande raccordo anulare, potrebbe ospitare circa 28mila persone, ma il numero esatto degli abitanti non si sa con certezza, anche se è sicuramente inferiore a quello previsto dal piano di zona. E proprio nell’alternanza tra i popolosi spazi pieni delle case popolari e gli spazi vuoti incontrollati potrebbero annidarsi i germi di alcuni fattori da record per il quartiere, come quello dell’alto tasso di criminalità. Secondo l’Osservatorio Casa Roma 5.567 appartamenti su 6.753, l’82 per cento del totale, sono case popolari: 4.000 del Comune, 1.500 dell’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica. Un quartiere segnato da una generalizzata crisi economica: il 41% delle famiglie vive in povertà assoluta, il 22% ha un reddito pari a zero e nel migliore dei casi vive di sussidi. Il che deve imporre cautele sul giudicare la deriva al degrado e alla criminalità del quartiere e di parte dei suoi abitanti.

Schizzo impostazione urbanistica Tor Bella Monaca

Se un’architettura tattica non basta

Se azioni e strategie, che spesso partono dal basso, con l’obiettivo di rendere spazi pubblici e quartieri più vivibili per tutti possono in teoria creare miglioramenti in tempi brevi e con investimenti ridotti, è vero anche che non sono sempre semplici da attuare. Per questo progetti studiati da professionisti attenti all’etica dell’abitare, che tenga conto del fatto che l’uomo non ha bisogno solo di una tana, ma di una casa, un luogo dove «abitare», costruire, conoscere e esercitare i suoi «abiti», potrebbero fare la differenza. 

Quella che è emersa dalle parole degli Architetti è l’esigenza di una architettura “sociale”, capace di riconnettere i tempi interni e circolari della vita degli individui allo spazio urbano, alle piazze, ai parchi e alla strada. Un progetto o un piano urbanistico che si prenda contestualmente cura di luoghi e relazioni in modo che essi riconnettano le funzioni e i processi dell’abitare. E i progetti presentati vanno senz’altro in questa direzione.

Immagini del progetto Arch. A.Scaletti per applicazione coefficiente di affollamento

Una città a misura d’uomo nel terzo millennio attraverso soluzioni architettoniche ed urbanistiche

Se questo è l’obiettivo, l’Arch. Alessandro Scaletti – che ha sempre tenuto un seminario nel Laboratorio progettuale all’interno del Corso di Composizione Architettonica III del Prof. Arch. Ruggero Lenci – ha sviluppato l’idea urbanistica di “coefficiente di affollamento” per bilanciare i flussi di persone in entrata ed uscita dai quartieri residenziali. Il modello viene studiato utilizzando i parametri FU (flusso in uscita) e FE (flusso in entrata): il coefficiente di affollamento ottenuto dal rapporto Fe/fu = 1verrà così attribuito al modello ritenuto “A misura d’uomo” e quindi ottimale per l’abitare. In sostanza, dice, è necessario mantenere un flusso costante di persone che entrano ed escano dal quartiere, per lavorarvi o studiarvi o svolgervi delle attività sportive o ricreative, ed evitare il suo svuotamento che lo rende un quartiere “dormitorio”, culla anche di potenziale criminalità, e al contrario renderlo espressione di comunità viva e partecipante. Per realizzare l’obiettivo l’Arch. Scaletti propone un progetto, riportato qui solo in estrema sintesi, che prevede l’interramento di Via di Tor Bella Monaca, che allo stato attuale di fatto divide in due il quartiere isolando gli uni dagli altri i suoi abitanti, e nell’area realizza invece un centro commerciale con due torri destinate ad uso ufficio e residenziale. Si creerebbe così un “magnete”, potenziale pulsante luogo di aggregazione. 

Pensare nel medio e lungo periodo, ma pensare

Quelle lanciate ieri a Roma, ad un uditorio che comprendeva anche qualificati addetti ai lavori, e tra loro i rappresentanti della Fondazione Paolo Bulgari, fortemente impegnata al pari del Rotary Club di Roma nella promozione del contrasto alle diseguaglianze e alle povertà educative, del sostegno all’infanzia e all’occupazione giovanile nei quartieri sensibili,  Michela Diodato e Giulio Cederna,sono ideeidee corroborate da progetti pronti e fattibili. E il Prof. Arch. Ruggero Lenci lancia quindi l’invito a servirsene – contattando la Facoltà e segnatamente il Corso di Laurea in Ingegneria edile-architettura U.E. o lo stesso Rotary Club di Roma nella persona dell’Arch. Alessandro Scaletti -, e a non sprecare progettualità concretamente realizzabili, perché non così invasive come tanti dei progetti immaginati nel tempo per questo e altri quartieri con simili criticità, ma piuttosto somma di tanti piccoli interventi “chirurgici”. Effettuarli, uno dopo l’altro, con costanza, permetterà alla fine di preservare la salute di una città, dei suoi quartieri, dei suoi abitanti. 

La pubblicazione dei progetti

Gli oltre 200 progetti realizzati dagli studenti della Sapienza per il quartiere di Tor Bella Monaca secondo le indicazioni di visione indicati dal Prof. Arch. Ruggero Lenci e dai docenti suoi collaboratori sono contenuti nel volume L’ABITAZIONE SOSTENIBILE. MUTAZIONI GENETICHE A TOR BELLA MONACA” pubblicato da Gangemi Editore. 275 pagine a colori, con testi in italiano e in inglese, dove prendono corpo progetti bellissimi e realizzabili, fatti per unire le persone e le persone con l’ambiente circostante, in un abitare sostenibile.


Informazioni:
Diana Daneluz
e-mail: dianadaneluz410@gmail.com

Pisa, Museo della Grafica: Attività per famiglie “Tra i verdi prati da golf” domenica 9 ottobre

In occasione di Famu 2022 – Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo, il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa) organizza: 

TRA I VERDI PRATI DA GOLF
Attività per famiglie

Domenica 9 ottobre, ore 16:00

Età consigliata: 6 – 11 anni

Il golf è uno sport dotato di regole antiche; una delle più importanti è il rispetto degli avversari.

Scopriamo insieme le stampe, i disegni e i manifesti esposti nella mostra Golf is Art. Immagini e storie di sport  e divertiamoci a realizzare un originale gioco da tavola, ispirato a questo sport. 

Evento gratuito – Partecipazione su prenotazione fino a esaurimento dei posti disponibili.

Prenotazioni all’indirizzo e-mail: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it

Scadenza prenotazioni: venerdì 7 ottobre, ore 13:00.

È richiesta la presenza di un adulto accompagnatore per tutta la durata dell’attività.

Per ulteriori informazioni cliccare il logo:

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Email: educazione museo della grafica
Telefono: 050 2216059/070