Depero e l’espressione futurista

 

PROSPETTIVE.

Il simbolo del genio e della creatività è, senz’altro, Leonardo da Vinci. Ma vi sono stati altri esempi di straripante genialità, anche abbastanza recentemente. Tra questi, a modo suo, possiamo citare Fortunato Depero, artista futurista. Creò di tutto e fu un esempio del moderno designer.

L’approccio futurista ci ha sempre colpito per la somiglianza col rinnovamento tecnologico, che andiamo vivendo oggi. L’invenzione dell’ascensore, ad esempio, permise la creazione dei grattacieli, che rendevano possibile, a loro volta, la visione di una nuova città, sia architettonicamente, che urbanisticamente. Cambiava la città con il contemporaneo arrivo di una nuova società e nuove abitudini di vita. Vi sembra poco?

 

Il Tema

Fortunato Depero, fu un artista futurista tra gli altri, che pure furono numerosi, come Boccioni, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Ardengo Soffici, Gino Severini. Tuttavia, Depero emerge storicamente, per aver lasciato ai posteri due Case d’arte, a Rovereto (Trento) e a New York, in cui ritroviamo composizioni varie, investendo espressioni artistiche che variano dagli oggetti, alla pubblicità e ai manifesti. L’opera di Depero, infatti, si svolse con un’ottica a 360 gradi, investendo campi diversissimi tra loro, nell’aspirazione visionaria di immaginare (e creare) il mondo del futuro, appunto futurista. Come per oggi, il loro riferimento era la nuova tecnologia di allora, quale l’invenzione della macchina, la motocicletta, l’aereo o l’ascensore.

Fortunato Depero fu definito “pittore, scultore e pubblicitario”, ma si dedicò a creare l’impensabile, con una vera visione totale. Ebbe come committenti molte aziende produttive leader italiane. Questa grande esuberanza artistica dava vita a disegni, manufatti, stoffe e occasioni pubblicitarie. Tant’è che, nel 1957, Depero stesso creò la Casa d’arte a Rovereto, denominata “la Casa del mago”, dove erano esposte le sue composizioni, come in un museo, ma che conteneva, contemporaneamente, il proprio laboratorio, dove lavorava l’intera famiglia. Desiderio dell’artista non era solo quello di esprimersi, ma di creare oggetti d’impatto sulla società: sia belli, ma soprattutto utili. Un vero designer moderno.

In seguito, nel 1928, lui e la moglie replicarono la Casa di Rovereto, aprendo, a New York, la “Deperòs Futurist House”, una specie di filiale, che operava sul mercato americano.

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