Passo dopo passo, il futuro che si desidera


Evviva Palermo
capitale italiana della cultura per il 2018. Evviva perché «questa competizione virtuosa consente di lavorare molto in termini di progettazione e promozione», ha dichiarato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini. Il sindaco Leoluca Orlando ha parimenti evidenziato come il valore più significativo sia stato incentrato sulla cultura dell’accoglienza, all’insegna delle identità e delle alterità: «Dobbiamo avere autostima, ma non sentirci ombelico del mondo, perché il fatto di sentirci ombelico del mondo nel passato ci ha lasciati fuori dal mondo». Non è, però, marginale considerare che la buona progettazione praticata ha messo insieme i Beni del patrimonio palermitano, proposto Attività inerenti alla cultura, in modo tale da attivare il Turismo. Sono esattamente i compiti fondamentali del Ministero, istituito nel 1974 «al fine di assicurare l’organica tutela di interessi di estrema rilevanza sul piano interno e internazionale». Nel 2018 verrà designata la capitale italiana del 2020. Tutte le altre città potranno così puntare su nuove idee per esaltare le bellezze del proprio territorio. Due anni a disposizione per proporre il migliore progetto. Messina potrebbe una volta di più esaltare lo Stretto, senza rimanere ferma alla proposta presentata all’Unesco. Nel 2015 Palermo aveva ottenuto il riconoscimento del suo percorso arabo-normanno quale patrimonio dell’umanità. Ma era stata bocciata nella selezione per diventare capitale europea della cultura 2019. Si imbocca una strada, si cade sbucciandosi un ginocchio, ci si rialza e si continua. Il cammino si fa camminando, guardando avanti e trascurando il percorso compiuto, che, lieve o gravoso, non torneremo a percorrere.