Napoli e la Reggia di Capodimonte

 

La lunga storia della Reggia di Capodimonte, a Napoli, ha inizio nel 1738, quando venne commissionata da parte di Carlo di Borbone. Vi fu allocata la collezione Farnese e diverse opere d’arte già a partire dal 1758. Tuttavia, il palazzo fu utilizzato soprattutto come residenza dei re borbonici, ma nel tempo ospitò Napoleone Bonaparte e Murat, altro re napoletano. Dopo l’Unità d’Italia divenne proprietà dei Savoia. A partire dal 1957, vi ha sede, valorizzandola (se mai ce ne fosse stato il bisogno), il Museo nazionale di Capodimonte. La Reggia (in parte ricostruita) mostra arredi delle varie famiglie dinastiche che vi hanno abitato, ma anche dipinti e sculture di pregio, realizzate da artisti, anche europei, del XVIII e XIX secolo.

Nel secolo scorso inizialmente la Reggia di Capodimonte, fu dimora di Vittorio Emanuele III di Savoia, quando si recava a Napoli. Benché divenuta proprietà del demanio nazionale nel 1920, la reggia continuò ad ospitare il duca di Aosta. Questo almeno fino al 1946, quando, al termine della seconda guerra mondiale, il duca la lasciò allo Stato italiano; ma in particolare, nel 1949, quando fu deciso di trasformarla in museo. La complessa opera di restauro del fabbricato storico iniziò nel 1952 per concludersi nel 1957, con l’apertura al pubblico del museo di Capodimonte. Purtroppo, il terremoto dell’Irpinia, comportò danni alla struttura. Si rese necessario un ulteriore restauro. Dal 1995 al 1999, vennero aperti, in successione, i tre livelli (primo piano, secondo e terzo).

Il museo di Capodimonte
Nel museo della Reggia, oltre agli appartamenti reali, trovano sede una galleria di arte antica e una di arte contemporanea. La prima si distingue per l’importanza dei dipinti custoditi, con autori del calibro di Raffaello, Tiziano, Parmigianino, ma anche Bruegel il Vecchio, El Greco, Guido Reni e Ludovico Carracci. Ma non basta. Nella Reggia, infatti, è aperta la cosiddetta Galleria Napoletana, che racchiude dipinti salvati dalla distruzione, con composizioni di Simone Martini, Colantonio, Caravaggio, e Francesco Solimena, Ribera e Luca Giordano. Nella galleria di arte contemporanea spicca, fra gli altri, una composizione di Andy Warhol.

L’UNESCO
Nella sessione che si è svolta a Doha nel Qatar (la 38a), l’area di Napoli, già individuata come Patrimonio dell’Umanità, si è arricchita di diverse zone di protezione e tutela. Ciò ha permesso l’allargamento del perimetro di tali protezioni, già comprensivo di tutti gli edifici monumentali inseriti nell’elenco della 35a sessione di Parigi del 2011. La Reggia e il parco di Capodimonte sono le aree principali, ma ve ne sono individuate nella stessa città di Napoli come Villa e Parco Floridiana, Villa Rosbery, Villa Comunale, Castel Sant’Elmo, la Certosa di San Martino e il Real Orto Botanico. Nel 2014, è stato deciso di avviare i lavori di messa in sicurezza degli edifici relativi alla Reggia di Capodimonte e al complesso monumentale di Santa Chiara.

Il parco
Il grande parco della reggia di Capodimonte fu utilizzato dai re borbonici per battute di caccia e per lo svolgimento di feste per la corte napoletana.

L’area a verde fu realizzata, nel 1743, su progetto di Ferdinando Sanfelice, che immaginò il parco come un grande giardino barocco. Nell’Ottocento venne restaurato da Federico Dehnhardt, che gli diede, invece, l’aspetto di un parco all’inglese. Nato nel periodo in cui venivano aperti gli orti botanici europei, il parco della reggia di Capodimonte possiede oltre 400 varietà di piante secolari. Ad esse vennero aggiunti alberi da frutto, specie esotiche e palme. Queste ultime, in particolare, negli anni Cinquanta.

Quando, nel 1957, la Reggia è divenuta museo, il parco si è trasformato in area verde aperta al pubblico. Al suo interno sono sparse varie statue e fontane. Vi si trovano anche piccole costruzioni, come la casina dei Principi (utilizzata per le feste), e piccole chiese come quelle di San Gennaro e dell’eremo dei Cappuccini.
Essendo Capodimonte famosa nel mondo per le sue ceramiche, volute dai Borbone, all’interno del parco si trovano alcune costruzioni utilizzate come fabbriche, ma anche per scuole di ceramica in stile napoletano. Nel 2012 si è ritenuto interessante accludere al parco una zona dedicata ad orto, per piante alimentari proprie dell’area campana.

ENCICLOPEDIA TRECCANI: NAPOLI

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Museo di Capodimonte- Le collezioni ed appartamenti
La Reggia di Capodimonte
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Napoli Borbonica vista da Philippe Daverio

Fonte immagine: Reggia di Capodimonteda Wikimedia Commons