Dialogo fecondo tra progetto urbano e paesaggio

 

La ricerca affronta uno dei temi più nevralgici e recenti del territorio contemporaneo, quello della qualità spaziale, sociale ed ecologico delle aree peri-urbane. In una nuova prospettiva ineludibile per tutti gli utenti che credono nella necessità di disaccoppiare la crescita da espansione ‘. Ribaltare la prospettiva della ‘pianificazione per divenire volano di sviluppo del ciclo edilizio’, significa prospettare ordinamenti spaziali derivanti da un dialogo fecondo tra le scienze del progetto urbano e le scienze del paesaggio.

PER OTTIMIZZARE LA LETTURA, UTILIZZATE TUTTO SCHERMO CON IL TASTO FULLSCREEN 

 

Dai maestri pastai alla rinascita tecnologica


L’innovazione tecnologica cambia gli scenari e le prospettive. Nasce l’industria della pasta moderna. Tutto dipende dall’energia. Si parte dal motore a vapore, per giungere a quello elettrico. Parallelamente cambiano i macchinari. Dopo un attento studio delle fasi e dei movimenti degli operai, vengono inventate macchine prima in ghisa e poi in acciaio. Diminuisce il numero degli operai, mentre si qualifica il mestiere dei pastai, che ora diventa di controllo della produzione.
Dalle botteghe della pasta medievali si arriva ai pastifici attuali. I macchinari permettono di decuplicare la produzione, in maniera più precisa e controllata. La rivoluzione tocca tutta la filiera produttiva, a partire dai mulini, che ora vengono mossi da motori a pistoni.

Cambia il mondo della pasta. Dai maestri pastai si arriva agli imprenditori, esperti del mestiere, ma anche degli aspetti finanziari, perché le macchine costano molto e c’è bisogno di ingenti finanziamenti. È così che lavorano i pastai del Nord Italia. La loro produzione, ora meccanizzata, raggiunge velocemente e supera quella del Meridione. La vecchia esperienza e abilità tecnica, ora va in soffitta.

Si comincia dalla forza motrice del vapore, che aziona i torchi idraulici, che appaiono anche a Napoli, intorno al 1840. A questa data, un ricco commerciante del posto, Nicola Fenizio, apre a Gragnano una fabbrica attrezzata proprio con quattro torchi idraulici. La sua produzione schizza alle stelle, mettendo in serie difficoltà gli altri pastai. Immediatamente, la corporazione chiede la chiusura della fabbrica. Sta di fatto che la nuova tecnologia appare sulla piazza di Napoli. D’altra parte, in periodo borbonico, dove più o dove meno, si è all’avanguardia in alcune attività: come ad esempio la pasta prodotta da Nicola Fenizio. Altre fabbriche ed altre regioni del Sud proseguono nelle tecniche tradizionali e solo dopo l’Unità d’Italia inizia una vera riflessione.

Il Gabinetto di Fisica del Liceo Sarpi di Bergamo

 

Il Gabinetto di Fisica del Liceo Classico Paolo Sarpi di Bergamo è certamente uno dei più completi in area lombarda e può essere annoverato fra i più interessanti in Italia. Relativamente agli anni compresi fra la sua origine, che risale alla fine del Settecento, e la prima metà del Novecento, la collezione del Gabinetto di Fisica comprende circa quattrocentocinquanta strumenti di interesse storico. Ma il valore storico e culturale della collezione non è rappresentato solo dalla strumentaria in essa preservato. Gli strumenti infatti sono ancora collocati negli scaffali appositamente costruiti nel 1853, scenografia perfetta e quasi immutata che rimane come preziosa testimonianza di un’epoca ben precisa nella storia della scuola e delle sue attività. E appunto il fatto che gli oggetti non siano stati separati dal loro contesto originale rappresenta una ulteriore ricchezza della collezione.

CONTINUA LA LETTURA SULLA PAGINA DEDICATA NEL SITO DEL LICEO

PER OTTIMIZZARE LA LETTURA, UTILIZZATE TUTTO SCHERMO CON IL TASTO FULLSCREEN 

 

La realtà virtuale per “navigare” i dipinti famosi

 

Il tema di questa tesi di laurea è la realtà virtuale come mezzo di comunicazione nei musei. Il lavoro riguarda un servizio da offrire ad un museo, basato su un allestimento ed un’interfaccia idonea a rendere i quadri famosi navigabili da parte degli utenti. L’elaborato si divide in tre parti, con lo scopo di sviluppare un sistema per migliorare l’esperienza di visita del percorso museale. Nella prima parte è studiato lo scenario d’interesse legato ai differenti Beni Culturali esposti. Particolare attenzione è stata data all’immersività dei fruitori. Nella seconda parte sono esposte le ricerche sui dispositivi più immersivi, come quelli relativi alla realtà aumentata. La terza parte, naturalmente, è dedicata al progetto, del quale sono enunciati gli obiettivi, i target e l’utilizzabilità dei dispositivi di cui i musei potrebbero dotarsi per coinvolgere nel modo più accattivante i visitatori.

PER OTTIMIZZARE LA LETTURA, UTILIZZATE TUTTO SCHERMO CON IL TASTO FULLSCREEN 

 

Le tavole originali dei maestri del fumetto

 

Proviamo a sfogliare questo catalogo d’asta, non per acquistare tavole e illustrazioni originali dei grandi maestri del fumetto; ma per provare a conoscere questi grandi disegnatori, a partire dal 1890. Scopriremo tanti modi di esprimere la loro arte e tante storiche pagine domenicali dei grandi quotidiani internazionali. Ci soffermeremo sulle pagine dei volumi dedicati a tutte le età, a cominciare dall’infanzia, come le belle illustrazioni di Filippo Filiberto Scarpelli elaborate ad inizio del Novecento e tanti altri autori a seguire.

PER OTTIMIZZARE LA LETTURA, UTILIZZATE TUTTO SCHERMO CON IL TASTO FULLSCREEN 

 

I Palazzi Reali di Bruxelles

 

Costruito nel 1788, il cosiddetto palazzo reale di Bruxelles, dal 1867, quando fu acquistato da Leopoldo II, ha rappresentato la monarchia belga, tanto che tuttora ne è la residenza ufficiale.
Già a prima vista, il Palazzo colpisce per la sua imponenza. Ciononostante sono gli interni ad essere un capolavoro di magnificenza. Ciò si deve al re Leopoldo II, che volle un arredo in stile Luigi XVI. Tuttora originale. Tutte le stanze sono ben decorate, arricchite di fregi in oro, specchi e tappeti. Presentano degli affreschi al soffitto ed opere d’arte notevoli ai muri, provenienti da tutta Europa. Cosicché, le stanze più importanti colpiscono molto, essendo ricercate sin nei particolari, come la Sala degli Specchi, la sala del Trono e le varie sale da ricevimento.

Nell’edificio, oggi, sono contenute, ovviamente, le stanze della famiglia reale, dove abitano i re, e gli Archivi Reali, che ne narrano la storia, propria e del Belgio intero. La Reggia possiede un vasto parco, che misura 13 ettari di terreno. Al suo interno, sparsi un po’ ovunque, si incontrano, passeggiando piacevolmente, piccole costruzioni, quali statue (più di 60), fontane, porte classiche e padiglioni, utilizzati ancora per feste ufficiali.

Il castello di Laeken
Se il palazzo reale di Bruxelles viene utilizzato attualmente per tutte le cerimonie ufficiali, il castello di Laeken, nella periferia di Bruxelles, è la residenza effettiva dei re del Belgio, dal 1831. Per questo motivo il palazzo, oggi,, non è visitabile dai turisti. Viceversa il grande parco accluso al palazzo è aperto al pubblico. Esso fu realizzato nel 1850, per volontà del re Leopoldo II. Da questo furono fatte costruire anche le bellissime sette serre accluse, considerate ancora tra le più grandi al mondo. A realizzarle furono gli architetti Balat ed Horta, sul finire dell’Ottocento.

L’edificio fu elevato nel 1784, in stile tardo barocco, ma ispirato allo stile Luigi XVI, del periodo storico allora contemporaneo. Subì un incendio nel 1890. Il successivo restauro portò, nel 1902, ad un parziale ampliamento.

ENCICLOPEDIA TRECCANI: BRUXELLES

VIDEO SU BRUXELLES:
BRUXELLES 5 Palazzo Reale e Parco Laeken
BRUXELLES – Cosa vedere in 1 GIORNO – BELGIO VlogTour Ep.1
Bruxelles Latvdeiviaggi
Immagine di copertinaIl Palazzo Reale di Bruxelles, residenza ufficiale del Re dei Belgio – estratta da Wikimedia Commons

 

 

Art nouveau: il nuovo stile nato dalle idee di Ruskin e Morris

L’Art nouveau è un movimento artistico che, con declinazioni diverse, si diffuse in Europa e negli Stati Uniti tra il 1890 e il 1910, e che interessò in particolare le arti applicate e l’architettura. Si inserisce nella più ampia corrente del modernismo per gli obiettivi che si pose nell’elaborazione di uno stile nuovo: superamento dell’eclettismo storico e della gerarchia delle arti; progettazione unitaria capace di riscattare lo scadimento e la degenerazione del gusto causati dal diffondersi dei processi produttivi industriali; diffusione di valori estetici in ogni tipo di prodotto, dalla carta da parati al gioiello, dall’illustrazione al mobilio.

CONTINUA LA LETTURA SULLA ENCICLOPEDIA TRECCANI

PER OTTIMIZZARE LA LETTURA, UTILIZZATE TUTTO SCHERMO CON IL TASTO FULLSCREEN 

 

Il bosone di Higgs ovvero la particella di Dio

 

Tra i tanti oggetti pervasivi ed elusivi che affollano la dimensione invisibile del mondo subatomico, il “bosone di Higgs” è stato il più pervasivo ed elusivo: quella particella era l’elemento cruciale che mancava a completare il puzzle del Modello Standard, perché conferiva massa a tutte le altre particelle elementari, un enigma rimasto altrimenti insoluto. Quando finalmente il 4 luglio 2012 il CERN ne ha annunciato la verifica sperimentale, la “particella di Dio” (come un fisico l’ha temerariamente denominata) ha attirato su di sé i riflettori dell’attenzione mediatica mondiale. Affrontando l’intera questione con un rigore che ne acuisce la densità intellettuale e la vertigine tecnologica, Jim Baggott segue due percorsi paralleli. Non solo, infatti, ne ricostruisce la genesi teorica, ma ripercorre tutte le stazioni di avvicinamento all’eclatante risultato di Ginevra: il legame tra i primi acceleratori degli anni Venti e le collisioni di particelle nei raggi cosmici; la messa a punto del ciclotrone da parte di Lawrence; il contributo di Van der Meer, il cui metodo di “raffreddamento stocastico” ha permesso al gruppo di Rubbia l’individuazione dei bosoni W e Z, decisivi per arrivare alla scoperta del bosone di Higgs; e le svolte successive del LEP (Large Electron-Positron Collider) e dell’ormai leggendario LHC (Large Hadron Collider), che con i suoi 1600 magneti superconduttori ha permesso di sviluppare energie senza precedenti. Prefazione di Steven Weinberg.

Acquista il libro su IBS

PER OTTIMIZZARE LA LETTURA, UTILIZZATE TUTTO SCHERMO CON IL TASTO FULLSCREEN 

 

La grave crisi del “macinato” apre l’era industriale

 

Nel 1868, il settore della pasta e l’Arte bianca in generale, entrano in una grave crisi economica. Questo si deve alla promulgazione della famosa “tassa sul macinato”, da parte di uno dei primi governi dopo l’Unità d’Italia. La legge finisce per colpire le attività manifatturiere non ancora meccanizzate e, in particolare, i vecchi mulini idraulici. Poiché queste piccole aziende si trovano in gran parte al Sud, cosicché il Meridione entra in una grave crisi.

Nel 1878 dei mugnai di Gragnano presentano una petizione al governo. In questo documento viene illustrata la tragicità del momento. Partendo da una realtà florida, con 32 mulini idraulici e 110 pastifici, dopo la legge, molte delle attività falliscono o sono costrette a chiudere, per mancanza di utili. I 14.000 abitanti di Gragnano, così, oltre al pane perdono anche il lavoro. Inutile dire che molti piccoli mulini ad acqua furono costretti a chiudere, qualche altro a meccanizzarsi con motori a cilindri, già presenti nel nord Europa. Nel disastro, purtroppo, impera la lentezza nel rinnovarsi.

Nel Meridione il colpo è più duro. In Sicilia, nella provincia di Palermo, in questo frangente, si contano solo 30 mulini a vapore e 478 ad acqua. In provincia di Messina, addirittura esistono appena 20 mulini a vapore contro 637 mulini idraulici. Le attività molitorie, molto frammentate e di piccole proporzioni, non sono in grado di resistere alle richieste economiche e di mercato. Ciononostante, è proprio da questa grave crisi che parte la riscossa degli imprenditori, che affronteranno con decisione la necessaria meccanizzazione a motore delle loro attività.
Alla crisi del macinato, si aggiunge il potenziamento dell’industria della pasta francese, in concorrenza con quella italiana. In pochi anni, dal 1870 al 1873, infatti, le esportazioni in Francia si dimezzano, perdendo anche fette di consumatori nell’Italia del Nord.

Il critico d’arte dalla «vita infinita»… o quasi

 

Gillo Dorfles è morto il 2 marzo 2018 all’età di 107 anni. Personalità eccelsa del Novecento, pittore, critico d’arte, autore di libri importanti per la conoscenza delle espressioni artistiche moderne e contemporanee, è stato tra i fondatori del Movimento per l’arte Concreta, Per ricordarlo, presentiamo un Videoritratto realizzato in occasione della laurea ad honorem in Disegno Industriale del 2001, da Moviedesign Lab, Dipartimento INDACO, Facoltà del Design, Politecnico di Milano.

LEGGI LA BIOGRAFIA DI GILLO DORFLES SU WIKIPEDIA

Leggiamo anche ’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo a febbraio, per il Corriere della Sera: «Le partite a bocce con Svevo e quella rottura con Montale».