Nicolas De Staël – Non sappiamo dove andava o da dove veniva

Nicolas de Staël

 

Un artista del tutto particolare, Nicolas de Staël. Non aveva interesse per i soldi, per la gloria, per i premi, per le mostre, né per il successo. Leggeva solamente i poeti. Non leggeva, invece, riviste d’arte, né gli interessavano le recensioni dei critici. Uno fra questi, il più sottile e acuto dei suoi tempi, Roland Barthes, ha scritto di lui: «Tutto de Stael è in due centimetri quadrati di Cézanne». Mai critica nei suoi confronti è stata così tagliente. Barthes, non gli riconosce nulla se non un paragone con Cézanne dal quale lo fa uscire sconfitto senza pietà. Eppure Nicolas chiedeva ai critici di essere giudicato per quello che era, «sans bétises», senza stupidaggini. Non si richiama espressamente ai maestri come Braque, Courbet, Velasquez, oppure Cézanne, benché come quest’ultimo abbia vissuto gli ultimi anni della sua vita nel Sud luminoso della Francia. Staël scrive un giorno al suo gallerista Jacques Dubourg: «un bon tableau est celui dont on peut dire qu’on ne sait pas où il va ni d’où il vient », un buon quadro è quello di cui si può dire che non si sa né dove va né da dove venga». Ha vissuto quasi sempre di miseria e nobiltà, perché era un barone russo. La produzione sviluppata in Provenza, negli ultimi anni, gli permette di affermarsi definitivamente. A dire dei critici, la sua vita di pittore è durata solo dieci anni e la sua gloria appena tre: gli ultimi tre, prima del suicidio. Nella notte tra il 16 e il 17 marzo 1955 Nicolas, in preda ad una crisi depressiva, spalanca la finestra della sua casa di Antibes e salta nel vuoto. L’epilogo tragico di una vita durata solo 41 anni. Ha scritto poco prima del suicidio: «Ci sono persone che deliberatamente vanno sulla luna perché sanno che non possono, e sicuramente non possono, sapere cosa sta succedendo a casa».

Ora l’ultimo di suoi quattro figli, Gustave, e la nipote, Marie du Bouchet, autrice della sua biografia, hanno raccolto in una mostra ad Aix-en-Provence 71 dipinti e 26 disegni. Delineano gli anni d’oro dell’artista. Racchiudono le sue “impressioni”, con quelle macchie larghe di colore impressioniste: paesaggi di luce e nudi stilizzati. Come il bellissimo nudo di Jeanne. La incontra nel ’52. Quasi come fosse naturale Nicolas chiede all’amico e poeta René Char di concedergli la sua donna: «Dónamela, l’amo troppo». E lui, in modo altrettanto naturale e libertino, gliel’ha donata. È Jeanne – Jeanne Mathieu, coniugata Polge e madre di due figli – che non ha voluto lasciare René per vivere con lui. Sono anni dalla pittura febbrile, Staël viaggia e dipinge. Scrive a Jeanne: «Ti amo da urlare. Ti amo da morire Ti amo da vedere la complessità più infernale, limpida nel tuo amore. Ti amo da amare il tuo amore come ti amo. Ti amo nel rischio, nella pace di un istante, con tutto il mio sangue, con tutte le mie lacrime, con tutta la mia follia, con te, con me, ti amo in ogni granello di polvere che tocca il tuo cuore». Nel ’53 visita anche l’Italia, la Sicilia: Palermo, Selinunte, Agrigento, Ragusa, Siracusa, Catania, Taormina. Scrive a Char: «Sono divenuto, anima e corpo, un fantasma che dipinge templi greci e un nudo così adorabilmente ossessivo, senza modello, che si ripete e finisce con l’annebbiarsi di lacrime. Non è davvero atroce, ma spesso si raggiunge il limite. Quando penso alla Sicilia, che è essa stessa un paese di veri fantasmi, dove solo i conquistatori hanno lasciato delle tracce, mi dico che sono racchiuso in un cerchio di stranezze dal quale non si esce mai».

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NICOLAS DE STAËL (San Pietroburgo, 5 gennaio 1914 – Antibes, 16 marzo 1955) è stato un pittore russo naturalizzato francese. Il padre Vladimir era un barone russo baltico, della stessa famiglia del marito della celebre Madame de Staël, e la madre era una pianista. A seguito della Rivoluzione Bolscevica la famiglia si trasferì in Polonia. Alla morte dei genitori, (1921-1922) visse con le sorelle a Bruxelles presso la famiglia Fricero. Fu introdotto all’arte, dapprima nel collegio dei Gesuiti e in un secondo tempo grazie alla frequentazione dell’Accademia di Belle Arti di Bruxelles.(Da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

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IL GIORNALE DELL'ARTE

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Questo e-book sui “Giochi d’altri tempi” è stato ideato e realizzato da Apes (Associazione Pace e Scoutismo) nell’ambito del progetto “Giocare oltre i confini” vincitore di un Premio Bando contributi ed Associazioni No-profit 2011 del Comune di Segrate. L’Associazione Pace e Scoutismo (APeS) è nata a Segrate nel 2006 da un gruppo di persone (scout, ex scout e non) che mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie energie per contribuire a migliorare la qualità della vita nella direzione della corresponsabilità democratica, della sobrietà e della convivenza rispettosa delle differenze. Spazio privilegiato per la pratica di questo percorso, che è anche ricerca individuale e collettiva, è il territorio comunale e in particolare i quartieri di Rovagnasco, Villaggio Ambrosiano e Mulini. A Experiences fa piacere diffondere questo positivo apporto alla solidarietà.

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