Rebecca Solnit – Chiamare le cose col loro vero nome

Mai come oggi, per riprendere una frase famosa, «le parole sono importanti». Nel mondo ultraconnesso della comunicazione istantanea, saperle usare è determinante quanto saperle decifrare; non è solo questione di vero o falso, ma di potere e di egemonia, di vita o di morte. Mai come oggi, quindi, chiamare le cose con il loro vero nome è un’urgenza etica, prima ancora che politica. 

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Roberto Mussapi – Il sogno della Luna

Il 20 luglio 1969 l’uomo metteva piede sulla Luna. Un sogno nato con le nostre origini si realizzava. L’americano Neil Armstrong scendeva dalla navetta Apollo 11 e camminava sul nostro satellite. Sono trascorsi cinquant’anni da un evento epocale della storia umana. Il 20 luglio alle 22:17, ora italiana, noi toccavamo l’astro a cui si rivolgevano i grandi poeti con le domande essenziali sulla vita e sul destino. E forse solo un poeta, uno dei maggiori del panorama contemporaneo, poteva narrare una delle più alte imprese dell’uomo: in questo libro scritto in prosa ma orchestrato sui ritmi del poema, Mussapi ci fa rivivere quel sogno.

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Norvegia: il ponte di Archimede attua strategie per il futuro

L’ingegnere Arianna Minoretti, a fianco una delle strutture allo studio.

di Arianna Minoretti

I recenti studi norvegesi per gli attraversamenti lungo la strada europea E39 sulla costa ovest della Norvegia hanno dimostrato la fattibilita’ di nuove tipologie costruttive, come ponti strallati o sospesi su piattaforme galleggianti e ponti di Archimede. L’ideazione di questa struttura risale a fine ottocento ma solo dopo lo sviluppo delle recenti strutture in ambito offshore è stato possibile dimostrarne la vera fattibilita’. Il ponte di Archimede consente di realizzare un attraversamento nascosto alla vista, di ridurre l’impatto acustico rispetto ad una tradizionale struttura da ponte ed è competitivo per i lunghi attraversamenti. L’immersione della struttura consente inoltre di ridurre i carichi ambientali sulla struttura stessa. Attualmente il ponte di Archimede viene proposto per tre attraversamenti lungo la E39 in Norvegia.
Credendo nel suo elevato potenziale, dopo aver lavorato alle normative nazionali norvegesi, l’Amministrazione pubblica norvegese sta collaborando con un team internazionale di esperti alla stesura delle prime linee guida internazionali su questa struttura. Lo sviluppo tecnico-scientifico, permesso dagli studi effettuati per gli attraversamenti dei fiordi norvegesi, consente di rivalutare sotto una diversa luce le proposte fatte sin dagli anni ’50 per questa struttura. Tra queste, l’attraversamento dello stretto di Messina, con l’augurio che la condivisione della comunità scientifica in termini di ricerca possa contribuire a rafforzare la fiducia in questa tipologia strutturale, che oggi rappresenta una reale possibilita’ per il settore dei trasporti.

L’autostrada costiera E39 (clicca qui)

HUFFINGTONPOST PER CONOSCERE ARIANNA MINORETTI

IMMAGINE DI APERTURA – Immagine tratta dalla relazione di Arianna Minoretti al convegno “Le Macroregioni europee del Mediterraneo e l’area dello Stretto” (Roma 4 luglio 2019, Camera dei deputati Sala del Cenacolo)

Giovanni Oteri (G8) – Da Pollock al sole di Sicilia

MILAZZO Palazzo D’Amico
Mostra 4-5-6 luglio 2019
Sgocciolature
Personale di pittura astratta di Giovanni Oteri (G8)

Il pubblico degli estimatori di Giovanni Oteri (G8) incontra il maestro dell’astrattismo messinese a Palazzo d’Amico di Milazzo, per una mostra che apre al territorio le esposizioni-dialogo. Questo perché, oltre ad ammirare le opere, sarà possibile colloquiare con l’artista e, il 4 luglio, seguire una conversazione dell’arch. Sergio Bertolami sull’Espressionismo astratto. Si getterà uno sguardo all’astrattismo lirico di Vassily Kandinsky, a quello geometrico di Piet Mondrian, fino ad oltrepassare l’Oceano per approdare alla cosiddetta “scuola di New York”, che divenne il fenomeno più significativo sviluppatosi a partire dal secondo dopoguerra. Materia, colore, segno, da mezzi espressivi si trasformano nei veri protagonisti dell’opera d’arte (sempre più autobiografica) e Jackson Pollock sarà di questa tendenza il più noto rappresentante di ogni attività espressiva astratta. Giovanni Oteri (G8) parte dal protagonista americano e ne sviluppa i linguaggi, alla ricerca di fluttuazioni coloristiche che sappiano rispecchiare la propria terra, che è la Sicilia. Una ricerca gioiosa, a differenza del panorama angoscioso e perturbato dell’arte contemporanea. Un divertimento che l’artista messinese conduce da solo nel proprio laboratorio o all’aria aperta, ma anche attorniato da giovani entusiasti di esprimere sotto la sua guida la tecnica del Dripping, dal verbo inglese “to drip”: gocciolare, sgocciolare, colare, grondare. Il colore, ultimamente frammisto ad elementi materici, rimane impresso sulla tela come traccia dei movimenti dell’artista, con l’intento di rendere visibile la ricerca della propria interiorità. D’altra parte, era proprio Jackson Pollock che asseriva: “Dipingere è azione di autoscoperta. Ogni buon artista dipinge ciò che è”.

Dripping: Jackson Pollock by Hans Namuth

Emilio Salgari – Il re dell’aria

Il re dell’aria è un romanzo di avventura fantascientifico di Emilio Salgari, scritto nel 1907 e originariamente pubblicato da Bemporad di Firenze. Nello stretto di Tartaria un piccolo gruppo di coraggiosi sbarca sull’isola di Sakalin, nei pressi delle coste della Siberia Meridionale. In quel luogo sperduto sono incarcerati numerosi detenuti politici, tra cui Boris, un ex-comandante della corazzata militare russa “Pobieda”, un tempo da tutti descritto come un coraggioso e valido ufficiale, e fratello di Wassili Starinsky, il capo del gruppo che si impadronisce della prigione e libera i detenuti…
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EMILIO SALGARI IL RE DELL’ARIA – 1907

Jean-Léon Gérôme: un combattimento di galli

Jean-Léon Gérôme (1824-1904) Giovani Greci assistono ad un combattimento di galli detto anche Un combattimento di galli, 1846

Oggi siamo nello studio di un grande pittore neoclassico come Jean-Léon Gérôme. Al Musée d’Orsay spicca per il suo “Combattimento di galli”, del 1846. Una tela dipinta a ventitré anni, riluttante sulla possibilità di una possibile affermazione al Salon del 1847, dove al contrario l’opera ottenne un grande consenso di pubblico. Allievo di Delaroche, la cui pittura di genere storico influenza i gusti della élite parigina, Jean-Léon Gérôme inizia con questo quadro una carriera intensa e prestigiosa, grazie anche alle opere acquistate dallo Stato e al suo insegnamento accademico. L’artista fu esattamente in posizione opposta alla nascente “pittura impressionista”. Ascoltiamolo in questa intervista. «Come può il governo avere il coraggio di accogliere una tale raccolta di “inezie” in un museo? Avete visto la raccolta? Che spazzatura! Il Museo del Lussemburgo è una scuola! Quali insegnamenti ne ricaveranno i nostri giovani artisti d’ora in poi? Essi inizieranno tutti a fare Impressionismo! Queste persone credono di dipingere la natura, la natura in modo ammirevole in tutte le sue manifestazioni! Che pretesa! La Natura non è per loro! Questo Monet, vi ricordate le sue cattedrali? Quell’uomo sapeva dipingere! Sì, ho visto cose buone fatte da lui, ma ora!». Naturalmente noi, pur ammirandolo, non concordiamo neppure un pochino col suo caustico giudizio. Ci fa piacere, però, che uscito dalla mostra del 1884, che celebrava Manet ad un anno dalla sua morte, abbia affermato «non era così male come pensavo». Mettiamoci nei suoi panni: come si può rinnegare la pittura di una vita, quando il classicismo dei suoi maestri era il suo assoluto convincimento?
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Marilyn Monroe: una ragazza con la scarpa giusta conquisterà il mondo

Il Museo Salvatore Ferragamo di Firenze ha voluto omaggiare il mito senza tempo di Marilyn Monroe con un’importante mostra nel cinquantesimo anno dalla sua scomparsa (5 agosto 1962). La mostra – a cura di Stefania Ricci e Sergio Risaliti – e il catalogo (Skira) sono il risultato di un lungo lavoro di preparazione e di ricerca svolto analizzando i documenti, le fotografie, i film, gli scritti, lo stile di vita dell’attrice per rendere conto delle mille sfaccettature della donna e della star. Come altre dive del cinema (Audrey Hepburn e Greta Garbo) anche Marilyn adorava indossare le calzature di Salvatore Ferragamo – ne possedeva decine di paia, tutte di linea essenziale e rigorosamente con tacco a spillo. In occasione della mostra saranno esposte 30 paia di scarpe e oltre 50 abiti del guardaroba dell’attrice, quelli indossati sul set dei principali film della sua carriera, nella vita privata, in pubblico, accessori e capi di abbigliamento che nel tempo sono diventati veri e propri oggetti di culto, ricercatissimi dai collezionisti di tutto il mondo, acquistati alle aste per cifre da capogiro.

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MARILYN MONROE E LA FORZA DEL SUO TACCO 11