L’emergenza Covid19 rafforza solo i poteri esecutivi

di Paolo Pantani

Questa pandemia ci ha colpito a livello sociale, andando oltre alle cifre attinenti ai contagiati, ai morti e ai guariti, e quindi strettamente al settore sanitario, infatti la precarietà ci circonda.
Gli anziani e i malati si sentono sempre più soli e il Covid-19 sembra aver livellato le differenze sociali tra i vari ceti.
Questo virus colpisce tutti, non chiede l’estrazione sociale, né il conto in banca, né l’età.
Sono settimane difficili per tutti.  Inoltre, l’emergenza rafforza tutti i poteri dell’Esecutivo, mentre pone un evidente blocco a tutto il dibattito politico fra le diverse componenti della società. Non possiamo spostarci, non possiamo riunirci, non possiamo interloquire direttamente, solo mediaticamente, ma solo fra chi ne possiede gli strumenti tecnologici e le competenze.  Siamo in un gigantesco “digital divide”, un enorme divario fra chi è “info-ricco” e chi è ” info-povero”.  Infatti, grazie ai poteri della rete avanzati, sono riuscito ad intervistare il dottore Paolo Antonio Ascierto, medico dell’Istituto Pascale, senza muovermi di casa, utilizzando gli strumenti telematici e l’aiuto di persone esperte amiche, ma a quanti giornalisti sarebbe stato possibile?
Le complicazioni burocratiche denotano carenze nell’ambito della pubblica amministrazione, aumentano le persone che si rivolgono al nostro Difensore Civico Campano, il quale diventa sempre di più, giorno dopo giorno, un riferimento essenziale per i cittadini campani. Molte attività commerciali e produttive sono state costrette alla chiusura e la limitazione alla circolazione mette i cittadini a dura prova. Cosa succederà se le strutture sanitarie diventeranno sature se aumenta questa pandemia? I cittadini sentono la necessità di sentirsi più tutelati in questo clima di paura e di sconforto. Intanto sempre più persone fanno ricorso al Difensore Civico Campano per lamentarsi di inefficienze e mancanze della pubblica amministrazione.

IMMAGINE DI APERTURA – Foto di Omni Matryx da Pixabay 

Le Passeggiate del Direttore: Il libro dei morti di Iuefankh

Cosa c’è di meglio di una web serie per tenervi compagnia? A grande richiesta, vi presentiamo LE PASSEGGIATE DEL DIRETTORE, la prima stagione di una serie firmata dal Museo Egizio, un viaggio nella storia suddiviso in brevi episodi. 

Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Nel 2004 il ministero dei beni culturali l’ha affidato in gestione alla “Fondazione Museo Egizio di Torino”. Nel 2019 il museo ha fatto registrare 853 320 visitatori, risultando il sesto museo italiano più visitato. Nel 2017 i Premi Travellers’ Choice di TripAdvisor classificano l’Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia, al nono in Europa e al quattordicesimo nel mondo.
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Le Passeggiate del Direttore: Il libro dei morti di Iuefankh

IMMAGINE DI APERTURA – Ingresso del museo egizio, Torino (Fonte Wikipedia)

Slavoj Zizek – Virus

In questi interventi, il filosofo più noto al mondo segue giorno per giorno l’attuale, inedita crisi pandemica, che sta radicalmente modificando l’esistenza degli individui, i rapporti fra popolo e Stato, le relazioni internazionali. Un libro imperdibile per chi, oltre alla tragica cronaca e all’informazione scientifica, avverte il bisogno di un punto di osservazione più ampio e lungimirante: non privo di una forma – apparentemente paradossale – di ottimismo.

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IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Tumisu da Pixabay 

Palazzo Strozzi a Firenze: In contatto

IN CONTATTO Per una nuova relazione con i nostri pubblici.
Stimoliamo a distanza una riflessione attraverso il linguaggio che noi conosciamo meglio: quello dell’Arte.
Coordinamento progetto: Riccardo Lami
Con la collaborazione di Matthias Favarato e Ivo Riccio

Ci troviamo di fronte a una sfida inusuale per la nostra istituzione: il venir meno del rapporto diretto con le opere d’arte che normalmente è la base del nostro lavoro. Per questo motivo nasce il progetto In Contatto: il blog del sito palazzostrozzi.org si trasforma in una piattaforma di testi, immagini, video, storie e approfondimenti a disposizione di tutti, creando un nuovo contatto con il nostro pubblico, con la volontà di stimolare a distanza una riflessione attraverso il linguaggio che noi conosciamo meglio: quello dell’Arte.
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IMMAGINE DI APERTURA – Il cortile di Palazzo Strozzi a Firenze (Fonte Wikipedia)

Jean-Auguste-Dominique Ingres – La sorgente

La sorgente

IL DIPINTO

La sorgente (La Source) è un dipinto ad olio su tela di canapa del pittore francese neoclassico Jean Auguste Dominique Ingres. L’opera fu iniziata a Firenze attorno al 1820, ma completata non prima del 1856 a Parigi. Quando Ingres la mostrò per la prima volta aveva già 76 anni, era diventato molto celebre e manteneva la carica di presidente all’École des beaux-arts. La posa del nudo femminile rappresentato in questo quadro può essere paragonata a quella di un altro dipinto dello stesso autore, la Venere Anadiomene del 1848, ed è una rivisitazione dell’Afrodite cnidia o “Venere pudica” (in quanto si tiene la mano davanti al pube con l’intento di coprirlo alla vista) rappresentata anche nella Nascita di Venere di Sandro Botticelli. La modella era la giovane figlia della portinaia di Ingres.

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Jean-Auguste-Dominique Ingres

L’ARTISTA

Jean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban, 29 agosto 1780 – Parigi, 14 gennaio 1867) è stato un pittore francese, considerato uno dei maggiori esponenti della pittura neoclassica. Nacque a Montauban, in Francia, primo di sette fratelli (cinque dei quali sono sopravvissuti al periodo neonatale). Il padre, Jean-Marie-Joseph Ingres (1755–1814), era un decoratore e miniatore non privo di talento; la madre, Anne Moulet (1758–1817), era invece la figlia quasi analfabeta di un parrucchiere. La formazione di Ingres avvenne nell’ambito artistico francese sotto la guida del padre, che fu in grado di valorizzare il precoce talento del figlio introducendolo all’esercizio del disegno. A partire dal 1786 iniziò a seguire le lezioni dell’École des Frères de l’Éducation Chrétienne locale; Ingres frequentò la scuola sino a quando venne chiusa a causa di alcuni tumulti popolari che già preludevano allo scoppio della Rivoluzione Francese.

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Antonio Canova – Paolina Borghese

Paolina Borghese

LA SCULTURA

Paolina Borghese come Venere vincitrice è una scultura neoclassica di Antonio Canova, eseguita tra il 1804 e il 1808 ed esposta alla Galleria Borghese di Roma. Paolina Bonaparte, nata ad Ajaccio nel 1780, sorella di Napoleone I e sposa in seconde nozze del principe romano Camillo Borghese, con il quale si era unita nel 1803. Fu proprio per celebrare il matrimonio con Paolina che Camillo Borghese commissionò l’opera a Canova nel 1804: quando la donna iniziò a posare per lo scultore aveva venticinque anni ed era all’apice del proprio splendore sociale, anche grazie al titolo di «Altezza Imperiale» assunto l’anno precedente, quando il fratello Napoleone si era proclamato Imperatore a Notre-Dame.

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L’ARTISTA

Antonio Canova (Possagno, 1º novembre 1757 – Venezia, 13 ottobre 1822) è stato uno scultore e pittore italiano, ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo in scultura e soprannominato per questo «il nuovo Fidia». Canova svolse il suo apprendistato a Venezia. Nel 1779 si trasferì a Roma dove risiedette per il resto della sua vita: sebbene viaggiasse spesso, principalmente per soggiorni all’estero o per ritornare nei luoghi natii, l’Urbe per lui rappresentò sempre un imprescindibile punto di riferimento. Intimamente vicino alle teorie neoclassiche di Winckelmann e Mengs, Canova ebbe prestigiosi committenti, dagli Asburgo ai Borbone, dalla corte pontificia a Napoleone, sino ad arrivare alla nobiltà veneta, romana e russa.

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Le Passeggiate del Direttore: L’epoca dei consoli

Cosa c’è di meglio di una web serie per tenervi compagnia? A grande richiesta, vi presentiamo LE PASSEGGIATE DEL DIRETTORE, la prima stagione di una serie firmata dal Museo Egizio, un viaggio nella storia suddiviso in brevi episodi. 

Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Nel 2004 il ministero dei beni culturali l’ha affidato in gestione alla “Fondazione Museo Egizio di Torino”. Nel 2019 il museo ha fatto registrare 853 320 visitatori, risultando il sesto museo italiano più visitato. Nel 2017 i Premi Travellers’ Choice di TripAdvisor classificano l’Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia, al nono in Europa e al quattordicesimo nel mondo.
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Le Passeggiate del Direttore: L’epoca dei consoli

IMMAGINE DI APERTURA – Ingresso del museo egizio, Torino (Fonte Wikipedia)

Vincenzo Camuccini – Morte di Giulio Cesare

Morte di Giulio Cesare

IL DIPINTO

La Morte di Giulio Cesare è un dipinto a olio su tela (400×707 cm) del pittore neoclassico Vincenzo Camuccini, realizzato intorno al 1806 e conservato nel museo di Capodimonte a Napoli. L’opera, commissionata nel 1793 da Lord Bristol, fu portata a compimento dal Camuccini intorno al 1806. Il committente, tuttavia, era morto nel 1804 e pertanto – dopo alcune trattative infruttuose con i suoi eredi – Camuccini vendette l’opera nel 1807 a Gioacchino Murat, nel frattempo asceso al trono di Napoli per concessione di Napoleone Bonaparte. Con la Restaurazione e il ritorno della monarchia di Ferdinando I di Borbone, la tela fu acquistata da quest’ultimo e ricollocata nel palazzo Reale di Napoli; fu nel 1864 che l’opera trovò la sua collocazione definitiva nel museo di Capodimonte, in seguito al riordino della Pinacoteca del Palazzo attuato da Annibale Sacco.

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Vincenzo Camuccini, Autoritratto

L’ARTISTA

Vincenzo Camuccini, talvolta indicato anche come Camucini (Roma, 22 febbraio 1771 – Roma, 2 settembre 1844), è stato un pittore e restauratore italiano. Vincenzo Camuccini fu uno dei più importanti pittori del Neoclassicismo italiano e della pittura di storia, nonostante sia vissuto in un periodo storico, il XIX secolo, dove la cultura romantica aveva preso piede all’interno del panorama artistico-letterario europeo. Giovanissimo, aveva sposato Maddalena Devoti, figlia di Carlo, eminente medico alla corte pontificia e nipote dell’arcivescovo Giovanni Devoti, massimo esperto di diritto canonico. Questi aveva accompagnato il papa a Parigi per l’incoronazione di Napoleone Bonaparte. La sorella di Maddalena, Caterina, aveva sposato il ricco banchiere romano, Emilio Bracci, figlio di Virginio, principe del consiglio del Buon Governo e nipote di Pietro Bracci, scultore.

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Pietro Bianchi – Basilica reale pontificia di San Francesco di Paola

La basilica di San Francesco di Paola

IL DIPINTO

La basilica reale pontificia di San Francesco di Paola è una basilica minore di Napoli, ubicata in piazza del Plebiscito, nel centro storico; è considerata uno dei più importanti esempi di architettura neoclassica in Italia. L’arrivo di Gioacchino Murat a Napoli coincise con l’inizio di un progetto di riassetto urbanistico della città: in particolare, questo interessò quella zona periferica, che diventerà in seguito piazza del Plebiscito, sede di numerosi conventi e giardini, nonché luogo frequentato da malviventi. Il generale francese ordinò quindi l’abbattimento di tutti gli edifici e la costruzione di una piazza che avrebbe dovuto prendere il nome di Gran Foro Gioacchino: tra i progetti presentati venne scelto dal Consiglio degli Edifici Civili, in assenso con l’architetto di Casa Reale Antonio De Simone, quello di Leopoldo Laperuta, il quale proponeva l’edificazione di un porticato con al centro un’aula circolare da utilizzare come sede di assemblee popolari.

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L’ARTISTA

Pietro Bianchi (Lugano, 26 marzo 1787 – Napoli, 28 dicembre 1849) è stato un architetto, ingegnere e archeologo svizzero-italiano. Di origini luganesi, e artisticamente italiano, divenne allievo di Luigi Cagnola all’Accademia di Milano, e la sua opera più celebre è la chiesa di San Francesco di Paola, a Napoli; ispirata alle forme del Pantheon di Roma, la basilica fu costruita tra il 1817 e il 1846 a coronamento della Piazza del Plebiscito e ha anche disegnato un palazzo a Varese.

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Pasqua? L’immensa processione di persone positive al Coronavirus

Una Pasqua particolare e terribile, quella di quest’anno. Per questo motivo lasciamo la parola a un religioso, che ha scritto un testo doloroso e quanto mai veritiero. Gira sui Social e ve lo proponiamo tradotto dal catalano, quale testimonianza dei nostri giorni, che mai avremmo immaginato.

di Don Miguel Àngel Ferres
Chiesa di Sant Joan Baptista de Tarragona (Spagna). 

«Chi dice che non ci sarà Settimana Santa quest’anno, né Pasqua?… Non avete visto l’immensa Processione di persone risultate positive al Coronavirus? Non vedete la Via Crucis del personale sanitario che risale il Calvario della pandemia, sopraffatto e con l’angoscia nel cuore per la paura di non riuscire a resistere? Non avete visto i medici con il camice bianco portare la croce dolorosa delle persone contaminate? Non vedete tanti scienziati sudare acqua e sangue, come al Getsemani, per trovare un trattamento o un vaccino? Per favore, non dite che Gesù non passa nelle strade quest’anno…mentre tanta gente deve lavorare per portare cibo e medicine a tutti noi. Non avete visto il numero di Cirenei offrirsi in un modo o nell’altro per portare le pesanti croci? Non vedete quante Veroniche, sono esposte all’infezione per asciugare il volto di persone contaminate? Chi può non vedere Gesù cadere a terra, ogni volta che sentiamo il freddo conteggio delle vittime? Non vivono forse la Passione le case di riposo piene di persone anziane e il personale con il fattore di rischio più elevato? Non è come una corona di spine per i bambini obbligati a vivere questa crisi rinchiusi, senza capire troppo bene… senza poter correre nei parchi e nelle strade? Non si sentono ingiustamente condannate, le scuole, le università, e tanti negozi obbligati a chiudere? Tutti i paesi del mondo non sono colpiti, frustati, dal flagello di questo virus! E non manca in questa via di dolore Ponzio Pilato che si lava le mani… chi cerca semplicemente di trarre un vantaggio politico o economico dalla situazione, senza tenere conto delle persone? Non soffrono, impotenti come i discepoli senza il Maestro, altrettante famiglie e persone sole confinate in casa, molte con problemi, non sapendo come e quando tutto finirà? Il volto doloroso di Maria non si rispecchia forse, in quello di tante madri che soffrono per la morte, silenziosa e a distanza, di una persona cara? Non è come strappare le vesti. l’angoscia di tante famiglie e di piccole imprese che vedono le loro economie svanire? L’agonia di Gesù in croce non ci fa pensare alla mancanza di respiratori nelle unità di terapia intensiva?  Per Favore… non dite: Niente Settimana Santa…niente Pasqua quest’anno non ditelo! perché il DRAMMA DELLA PASSIONE non è certo quasi mai stato così reale e autentico e la nostra stessa vita non è mai stata così in attesa e piena di speranza nella Risurrezione!».

IMMAGINE DI APERTURA – Foto di NickyPe da Pixabay