Gallarate (VA), Museo MA*GA – William Xerra. Mento al niente. Manifesti

Due le mostre in programma: La fantasia è un posto dove ci piove dentro e la personale Mento al niente. Manifesti di William Xerra.

La riapertura del museo e le attività culturali di questo periodo sono rese possibili grazie al sostegno di RICOLA.
Dopo un primo periodo sperimentale, con accessi contingentati e solo su prenotazione, da martedì 7 luglio, il Museo e la sala studio rimarranno aperti dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 13.00 a ingresso gratuito fino a tutto luglio.

William Xerra, Mento alla luce, 2003

Sabato 20 giugno 2020, dopo le restrizioni dell’emergenza Coronavirus che ne avevano decretato la chiusura degli uffici e degli spazi espositivi, il MA*GA di Gallarate (VA) riapre al pubblico, seppure a capienza limitata e su prenotazione obbligatoria, per garantire i corretti parametri di sicurezza e accoglienza.

La riapertura del museo e le attività culturali dei prossimi mesi sono rese possibili grazie al contributo di Ricola, partner istituzionale del MA*GA.

“Le idee di Calvino – ricorda Sandrina Bandera, presidente del MA*GA – esposte all’interno della mostra attraverso le opere del museo selezionate, siano anche il viatico per questa riapertura: abbiamo tutti bisogno di serenità, di sintesi e di molta concretezza, piccoli ma profondi concetti per una nuova rinascita.

“La casa municipale dell’arte e della creatività – dichiara Claudia Maria Mazzetti assessore ai Musei della Città di Gallarate – non ha certamente avuto problemi a reinventarsi, allineandosi alle nuove disposizioni. Questo periodo di sosta per le attività artistiche ed educative del MA*GA è servito a organizzare ogni singolo dettaglio delle prossime mostre che ospiteremo in Via De Magri, dalla mostra La fantasia è un posto dove ci piove dentro. Dalle Lezioni Americane di Calvino alla collezione del MA*GA a quella di William Xerra Mento al nienteManifesti. Inoltre al MA*GA sarà allestito un nuovo camp estivo per andare incontro alle esigenze dei ragazzi e delle famiglie abbinando le attività artistiche e la natura”.

“Ricola è dotata, come il MA*GA, di un grande amore per la cultura. Il legame tra Ricola e MA*GA è particolarmente intenso in questa fase in cui il museo riapre le porte al pubblico. Mi piace ricordare che il MA*GA ospita l’unico giardino permanente delle erbe Ricola fuori dalla Svizzera. Vi aspettiamo quindi per una visita e per conoscere da vicino le 13 erbe che compongono la miscela alla base della tradizionale ricetta” afferma Luca Morari – CEO Divita e Vice President Southern Europe Ricola.

Due sono le mostre in programma.

La prima, dal titolo La fantasia è un posto dove ci piove dentro.  Dalle Lezioni Americane di Calvino alla collezione del MA*GAa cura di Alessandro Castiglioni, vicedirettore del museo gallaratese, prosegue il percorso di relazione tra letteratura e arti visive che ha caratterizzato e continua a contraddistinguere la ricerca storica e critica del MA*GA.

La rassegna, fino al 15 novembre 2020, utilizza come punto di partenza le celebri lezioni che Calvino avrebbe dovuto tenere presso l’Harvard University nel 1985 con il titolo “Six Memos for the Next Millenium”.

Le idee di Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità permetteranno di rileggere in modo inedito alcune tra le opere più significative della collezione del museo, sia storiche che contemporanee da Fausto Melotti a Lucio Fontana, da Ugo La Pietra a Marina Ballo Charmet, da  Marion Baruch a Stefano Cagol.

La seconda, fino al 13 settembre 2020, presenta la personale di William Xerra, Mento al nienteManifesti. L’esposizione, curata da Lorena Giuranna, responsabile del Dipartimento educativo del MA*GA, presenta per la prima volta la serie di manifesti della serie “Mento”, realizzati dall’artista piacentino nel 2003, ora nella collezione permanente del museo. Accanto a questi, sono esposte alcune opere in formato cartolina del 1973, del ciclo gli “Amori”, considerato alle origini di tutto il complesso lavoro sulla “menzogna” di Xerra e due video: “Mento a quest’ora” film del 2007 e “Un manifesto di William Xerra” del 2002 letto dal critico Pierre Restany, documento unico e toccante sui risvolti performativi del rapporto tra parola e immagine che da sempre connota l’opera dell’artista.

L’inaugurazione si terrà sabato 20 giugno alle ore 16.00 in diretta sul canale Facebook del MA*GA; a seguire, ingressi gratuiti contingentati a gruppi di 25 persone.

Per partecipare è obbligatorio prenotarsi via mail all’indirizzo progettispeciali@museomaga.it fino a esaurimento posti. Seguendo i principi del MIBACT di sperimentazione, gradualità e sostenibilità, la visita gratuita alle mostre sarà possibile solo ed esclusivamente su prenotazione scrivendo a progettispeciali@museomaga.it nelle giornate di martedì 23, mercoledì 24, giovedì 25, martedì 30 giugno, mercoledì 1 e giovedì 2 luglio, dalle 10.00 alle 13.00.

Da martedì 7 luglio 2020, il MA*GA sarà aperto da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00. È gradita la prenotazione al numero telefonico 0331.706011 (dalle 9.00 alle 13.00).  Da martedì 7 luglio sarà inoltre possibile prenotare una postazione nella Sala studio, fino ad esaurimento posti.

Si rinnova anche il supporto dei Lions a favore dei ragazzi che studiano al MA*GA. Al Lions Club Gallarate Seprio, che lo scorso anno aveva regalato agli studenti 150 Card Young Amici del MA*GA, si unisce il Lions Club Gallarate Host per confermare il sostegno e ampliare a 200 la platea di ragazzi che potranno usufruire dell’omaggio.

Seguendo i criteri che garantiscono la sicurezza dei partecipanti, il MA*GA propone, a partire dal 13 luglio, gli Extralab, le settimane estive dell’arte che offriranno un’avventura unica nel giardino del Museo.

Per questa edizione, nel parco del MA*GA, ogni bambino dai 6 agli 11 anni avrà una tenda tutta sua, posta in un piccolo villaggio che si modellerà ogni settimana al ritmo di storie diverse.

Guidati dalle pagine dei libri, i piccoli artisti interpreteranno di volta in volta personaggi differenti provenienti da diversi racconti e la tenda diventerà un piccolo mondo da decorare, personalizzare e vivere come spazio immersivo di gioco, lettura, riflessione, azione e invenzione.

Per informazioni e pre-iscrizioni: didattica@museomaga.it

Da sabato 11 luglio, inoltre, torna MA*GA Estate che vedrà l’area esterna al museo trasformarsi in palcoscenico per accogliere un ciclo di concerti a ingresso gratuito.

Si coglie l’occasione per ringraziare anche tutti coloro che rendono possibile la vita del museo, in particolare il Comune di Gallarate, Mibact, Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, SEA, Ricola, Lamberti SpA, Castaldi Lighting SpA, BIG Srl, MMG Srl, l’Associazione Amici del MA*GA, il Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate.

IMMAGINE DI APERTURA – William Xerra, Mento alle mie promesse, 2003

Alfred Sisley – Sentiero a Louveciennes

Sentiero a Louveciennes, 1873, Musée d’Orsay, Parigi

IL DIPINTO

Sentiero a Louveciennes (Le Chemin de la Machine, Louveciennes) è un dipinto del pittore inglese Alfred Sisley, realizzato nel 1873 e conservato presso il museo d’Orsay di Parigi. L’opera presenta decise tangenze tematiche e compositive con un dipinto di Meindert Hobbema esposto alla National Gallery di Londra, Sentiero di Middelharnis: con tutta probabilità Sisley si servì di questa fonte figurativa, presumibilmente conosciuta durante il suo soggiorno inglese del 1857-1861. Indubbia, invece, appare l’influenza di Jean-Baptiste Camille Corot nella concezione naturalistica della composizione. L’ampia importanza accordata al cielo, invece, rivela l’amore che Sisley provava per John Constable, celebre pittore inglese di inizio Ottocento, e per i maestri olandesi del Seicento, in particolar luogo Salomon van Ruysdael.

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Alfred Sisley ritratto da Pierre-Auguste Renoir, 1868, Stiftung Sammlung E. G. Bührle, Zurigo

L’ARTISTA

Alfred Sisley (Parigi, 30 ottobre 1839 – Moret-sur-Loing, 29 gennaio 1899) è stato un pittore inglese. Di scuola impressionista, nacque, visse e lavorò sempre in Francia, per cui è spesso considerato un artista francese. Alfred Sisley nacque il 30 ottobre 1839 a Parigi, al n. 19 di rue des Trois Bornes, da genitori inglesi della buona borghesia britannica, stabilitisi nella capitale francese nel 1836 alla ricerca di fortuna. Il padre, William Sisley (1799-1879), era il direttore della filiale parigina di una fiorente ditta di Londra specializzata nel commercio di guarnizioni di lusso per i sarti e nella produzione di confezioni di abiti da donna. Sua madre, Felicia Sell (1808-1866), si interessava più che altro alla buona musica ed alla vita di società. Sisley fu dunque battezzato il 31 ottobre 1840 dal pastore Athanase Coquerel nella chiesa riformata di Parigi, con tutta probabilità la chiesa protestante dell’Oratorio del Louvre. Quando il giovane Alfred compì diciotto anni i genitori, come era consuetudine per una famiglia dell’alta borghesia dell’epoca, lo mandarono a studiare a Londra per indirizzarlo alla carriera commerciale. L’apprendistato commerciale di Sisley durò quattro anni: dal punto di vista paterno questo soggiorno londinese si rivelò un vero e proprio fallimento, in quanto il giovane dimostrò subito di avere poco fiuto per gli affari. Fu proprio a Londra, tuttavia, che Sisley si avvicinò alla pittura, avendo modo di fruire del ricchissimo patrimonio artistico della National Gallery. Dell’influenza dei pittori inglesi dei secoli XVIII e XIX, perdurata in maniera lunga e duratura in Sisley, se ne parlerà più approfonditamente nel paragrafo Fonti d’ispirazione.

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A Milano l’installazione di Maria Magdalena Campos-Pons: In the garden

DAL 26 GIUGNO AL 13 SETTEMBRE 2020 GALLERIA GIAMPAOLO ABBONDIO PORTA A MILANO L’INSTALLAZIONE DI
MARIA MAGDALENA CAMPOS-PONS IN THE GARDEN
a cura di Francesca Pasini
Il progetto inaugura uno spazio espositivo temporaneo in Corso Matteotti 5, nel cuore della città.

María Magdalena Campos-Pons, Mother Tree. Rooted by the Spine, 2019/20, mixed media on archive watercolor paper triptych: 66 x 101,5 cm each csy the artist and Galleria Giampaolo Abbondio, photo-credits: Antonio Maniscalco

E’ di pochi giorni fa la fine dell’avventura di Spazio 22 e ora Galleria Giampaolo Abbondio è già pronta ad annunciare il suo prossimo progetto: l’installazione di María Magdalena Campos Pons (Matanzas, Cuba 1959) dal titolo In the garden, curata da Francesca Pasini.
L’iniziativa, in programma dal 26 giugno al 13 settembre 2020, inaugura uno spazio temporaneo per l’arte in Corso Matteotti 5, a Milano, nel cuore della città.

“La mia idea di galleria non si è mai fermata – sottolinea Giampaolo Abbondio – e anche la centralità di Milano per il mio lavoro, non è mai venuta meno, quindi quando questo progetto, nato inizialmente per Dubai, non ha potuto concretizzarsi per le tristi vicende della pandemia, ho pensato che la mia città, fosse il luogo più giusto dove presentarlo in anteprima”.

 In the garden usa la narrazione delle immagini per proporre uno spazio adatto alla meditazione, un racconto fatto di acquerelli, disegni, gouaches, tecniche miste, dove il pubblico potrà concentrarsi su alcuni dei temi di attualità trattati dalle opere: la bellezza del paesaggio, la natura, il ruolo fondamentale dell’acqua nel nostro ecosistema.

 “In the garden è un progetto nato per avvolgere una stanza e creare l’empatia di un luogo intimo, di meditazione – afferma Francesca Pasini. Una proposta non convenzionale se si pensa che era destinata a uno stand della fiera di Dubai. Nel luogo dove tutto si moltiplica, pensare a “hortus conclusus”, sembra un’eccentricità. Invece è una dichiarazione poetica, fondante nella sua opera.

“La scienza dice che le “cancellature” provocate dall’uomo, – prosegue la curatrice – modificando l’equilibrio naturale, sono una concausa delle pandemie. Lo spazio, per il quale Campos-Pons ha realizzato il dialogo intimo con fiori e alberi, essendo temporaneo, sottolinea metaforicamente l’esigenza di rallentare gli interventi sull’ambiente, renderli meno definitivi, proteggerlo invece di invaderlo e farne il luogo della propria intimità”.

“Quando ho immaginato In the garden – racconta María Magdalena Campos-Pons – ho pensato a un luogo che invitasse lo spettatore alla redenzione e al peccato, una zona di negoziazione, pacificazione e risoluzione. L’opera è sia monumentale che intima, poiché contrappone luoghi di iniziazione e di cultura interculturale o narrazioni geografiche.

Nel dare vita a questo progetto, ho riflettuto profondamente su come il tempo cambia e i gesti e i comportamenti umani creano continuamente trasformazioni e cancellazioni, uniformando la nostra esperienza umana come specie su questo pianeta”.

Cenni biografici

Il lavoro di María Magdalena Campos-Pons (Matanzas, Cuba, 1959) è definito principalmente dall’indagine sulla sua identità e in particolare sulla sua eredità afro-cubana. Il tema della memoria gioca un ruolo vitale nelle sue istallazioni, fotografie o disegni, riflettendo il sentimento di spaesamento che l’artista prova come espatriata cubana.
Campos-Pons mette costantemente alla prova i confini della pratica artistica, non permettendo mai a se stessa di essere definita da un unico medium. L’esperienza dell’esilio motiva la produzione dell’artista attraverso le tematiche dell’appartenenza, dell’assimilazione e della transculturazione. Altro grande tema ricorrente all’interno della ricerca dell’artista è quello del femminismo, favorito da un forte interesse verso i ruoli di genere.
Fondamentale è la sua partecipazione alla 55° Biennale di Venezia nel 2013 con il progetto multimediale “53+1 = 54+1 = 55. Letter of The Year” curato insieme a Neil Leonard.
Il lavoro di Campos-Pons è inserito in diverse collezioni pubbliche, tra cui il Smithsonian Institution di Washington, l’Art Institute di Chicago, la National Gallery of Canada, il Victoria and Albert Museum di Londra, il MOMA di New York, il Museum of Fine Arts di Boston, il Miami Art Museum, il Fogg Art Museum di Boston e il Museum Ludwig di Colonia, che vanta la recente acquisizione dell’installazione “Bar Matanzas Sound Map” presentata dall’artista alla scorsa edizione di documenta di Atene e Kassel.

IMMAGINE DI APERTURA – María Magdalena Campos-Pons, Because the human body is a tree. Spring Awakening II, 2019/20, mixed media on Arches watercolor paper 106,5 x 114,5 cm, csy the artist and Galleria Giampaolo Abbondio, photo-credits: Antonio Maniscalco