James Ensor – L’entrata di Cristo a Bruxelles nel 1889

L’entrata di Cristo a Bruxelles nel 1889, 1888, Getty Museum, Los Angeles

IL DIPINTO

L’entrata di Cristo a Bruxelles nel 1889 (conosciuto anche semplicemente come L’entrata di Cristo a Bruxelles, in francese L’Entrée du Christ à Bruxelles) è un quadro dipinto nel 1888 James Ensor, considerato il miglior lavoro dell’artista belga nonché un precursore dell’espressionismo. Per la sua natura, considerata blasfema, il dipinto fu rifiutato dai Les XX ed Ensor fu costretto nel corso della sua vita ad esporlo nel proprio studio. Fu esibito dal Koninklijk Museum voor Schone Kunsten dal 1947 al 1983 e dal Kunsthaus di Zurigo dal 1983 al 1987; nel 1976 venne spostato temporaneamente all’Art Institute of Chicago e al Museo Guggenheim di New York per una retrospettiva.
Il dipinto si trova attualmente in mostra permanente presso il Getty Center di Los Angeles. L’opera è una delle tre realizzazioni artistiche scelte da Stefan Jonsson per spiegare la storia della democrazia e del socialismo nel periodo a cavallo tra i secoli XIX e XX e come “le masse” erano percepite in questa fase storica.

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James Ensor ritratto da Henry De Groux nel 1907

L’ARTISTA

James Sidney Edouard, Barone di Ensor (Ostenda, 13 aprile 1860 – Ostenda, 19 novembre 1949) è stato un pittore e incisore belga. Introverso e misantropo, trascorse gran parte della sua vita nella sua città natale, dedicandosi ad una pittura che fu una delle manifestazioni più significative del periodo e che si pose al centro della cultura del tempo. Nel 1877 s’iscrisse all’Accademia di belle arti di Bruxelles, dove rimase fino al 1880, entrando in contatto con gli ambienti anarchici e intellettuali della città e dove, nel 1881, tenne la prima mostra personale.
Le opere di questo periodo, che arrivò fino al 1885 circa, formano il cosiddetto periodo scuro, in cui i colori sono profondi e cupi, con una luce attenuata ma vibrante; in questo si vede l’influenza del naturalismo tipico della tradizione fiamminga e dei realisti francesi, in particolare di Gustave Courbet. I temi preferiti si rifanno alla tradizione fiamminga: nature morte, ritratti, interni borghesi intimi e malinconici, paesaggi dall’orizzonte piatto e basso, con una luce suggestiva che ricorda William Turner. Queste opere si avvicinano parzialmente all’impressionismo di Édouard Manet, di Edgar Degas e di Claude Monet, senza tuttavia arrivare all’ariosa immediatezza, all’abbandono alla natura, alla luminosità che sfalda la forma.

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