Salvatore Bottari – Stampa e opinione pubblica a Messina nell’Ottocento

Scrive Salvatore Bottari nella premessa al saggio: «Come ha evidenziato in un’opera celeberrima Jürgen Habermas, il formarsi della sfera pubblica diviene un elemento di controllo del potere assoluto nelle società dell’ancién regime; quasi un salutare ossimoro che contribuisce a sgretolare l’alleanza tra trono e altare e apre scenari nuovi nella società europea tra XVIII e XIX secolo. In una dimensione caratterizzata dall’ampliarsi della libertà d’espressione, l’individuo ha, dunque, la possibilità di passare dalla sfera soggettiva all’agone pubblico. È un percorso che si attaglia alla vicenda di gran parte degli statiitaliani preunitari e, particolarmente, del Regno delle Due Sicilie. Solo nelle società capitalistiche avanzate, per tornare all’impostazione di Habermas, affiorano, prevalgono e s’impongono quei caratteri distorsivi (burocratizzazione della vita politica e socioeconomica, irrompere dei monopoli, affermarsi nel campo della comunicazione di strumenti di manipolazione pubblicitaria ecc.) che riducono le potenzialità dell’opinione pubblica e ne inficiano la funzione».

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Stampa e opinione pubblica a Messina nell’Ottocento

IMMAGINE DI APERTURA – Frontespizio del libro da cui è tratto il saggio

Gustav Klimt – Danae

Danae, 1907-1908, collezione privata, Graz

IL DIPINTO

Danae è un dipinto a olio su tela (77×83 cm) realizzato tra il 1907 e il 1908 dal pittore austriaco Gustav Klimt. L’opera si trova a Vienna, alla Galerie Würthle. Klimt affronta un soggetto tratto dalla mitologia greca antica: Danae fu fecondata nel sonno da Zeus, trasformatosi in pioggia d’oro. L’artista rinuncia alla consueta struttura verticale a favore di uno sviluppo ellittico, giocando con un taglio particolare dell’immagine quasi deformante. Infatti la donna è rappresentata rannicchiata in primo piano, ripiegata su sé stessa, avvolta in una forma circolare, che rimanda alla maternità e alla fertilità universale.

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Gustav Klimt nel 1905

L’ARTISTA

Gustav Klimt (Vienna, 14 luglio 1862 – Vienna, 6 febbraio 1918) è stato un pittore austriaco, uno dei più significativi artisti della secessione viennese. Gustav Klimt nacque il 14 luglio 1862 a Baumgarten, allora sobborgo di Vienna, secondo di sette fratelli (quattro femmine e tre maschi):[1] il padre Ernst Klimt (1834-1892), nativo della Boemia, era un orafo,[2] mentre la madre, Anna Finster (1836-1915), era una donna colta e versata nella musica lirica. Tutti i figli maschi della famiglia Klimt riveleranno in futuro una forte inclinazione per l’arte: i fratelli minori di Gustav, Ernst e Georg, diverranno anch’essi pittori. Frequentò per otto anni la scuola primaria nel settimo distretto comunale di Vienna[3] e successivamente nel 1876, malgrado le pressanti ristrettezze economiche, il quattordicenne Gustav venne ammesso a frequentare la scuola d’arte e mestieri dell’Austria (Kunstgewerbeschule), dove studiò arte applicata fino al 1883, cominciando a informare personali orientamenti di gusto e imparando a padroneggiare diverse tecniche artistiche, dal mosaico alla ceramica, nel rispetto dei canoni accademici e della storia dell’arte del passato; fondamentale fu qui l’influenza esercitata da Ferdinand Laufberger e Hans Makart, sui quali condusse i primi studi.

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Joan Miró – Carnaval d’Arlequin, 1924-1925

“Carnevale di Arlecchino” è un’opera culminante di una serie di dipinti di Joan Miró infusi con lo schema di colori e il paesaggio della sua nativa Catalogna, in Spagna . La curiosa figura raffigurata nella parte centrale sinistra della tela con una maschera per metà rossa e per metà blu e motivo a rombi sulla tunica fa riferimento alla commedia dell’arte italiana. In questa forma popolare di teatro, l’Arlecchino è uno sciocco personaggio di serie che è perennemente senza successo nell’amore. Gli artisti spesso usavano l’Arlecchino come sostituto di se stessi.

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Vincenzo Fontana – Novecento architettura italiana 1918-29

Vincenzo Fontana è un architetto e storico dell’architettura italiano. Docente all’università di Venezia, come autore attualmente è piuttosto noto anche al di fuori degli ambienti accademici, principalmente per un corposo testo illustrato: Profilo di architettura italiana del Novecento. Il volume riporta una sintesi ragionata degli stili, correnti e orientamenti di tutto l’ultimo secolo della nostra architettura. Da novembre 2011 è in pensione, ma continua a fare ricerca partecipando a convegni e pubblicando. 

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Charles Rennie Mackintosh – Willow Tearooms

La Willow Tearooms in Sauchiehall Street, Glasgow

L’INTERVENTO ARTISTICO

Le Willow Tearooms sono delle sale da tè situate al numero 217 di Sauchiehall Street, a Glasgow in Scozia, progettate dall’architetto di fama internazionale Charles Rennie Mackintosh. Aprirono nel 1903 e guadagnarono in breve un’enorme popolarità, divenendo le più celebri sale da tè della città, tra quelle che aprirono a cavallo tra XIX e XX secolo. Agli inizi della sua carriera, nel 1896, Mackintosh incontrò Catherine Cranston, nota anche come Kate Cranston o semplicemente Miss Cranston, un’intraprendente donna d’affari locale figlia di un mercante di tè di Glasgow e fermamente convinta delle tesi anti-alcool promosse dal Movimento per la temperanza. Il Movimento iniziò ad acquistare popolarità a Glasgow a cavallo dei due secoli, e Miss Cranston concepì l’idea di una serie di art tearooms (sale da tè artistiche), dove le persone potessero incontrarsi per rilassarsi e sorbire bevande analcoliche in diverse stanze all’interno dello stesso edificio. Questo fu l’inizio di una lunga collaborazione lavorativa tra la Cranstone e Mackintosh. Negli anni tra il 1896 ed il 1917, l’architetto progetterà e curerà gli interni di tutte e quattro le sale da lei gestite, spesso in collaborazione con la moglie Margaret. Mackintosh venne contattato da Catherine Cranston per disegnare le decorazioni murali delle nuove Tearooms di Buchanan Street, Glasgow, nel 1896. Queste sale erano state progettate e costruite da George Washington Brown di Edimburgo, mentre gli interni e gli arredi erano stati curati da George Walton. Mackintosh disegnò i fregi a stampo raffiguranti coppie opposte di figure femminili allungate circondate da rose, per la sala dedicata alle signore, la sala da pranzo e la galleria dei fumatori.

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Charles Rennie Mackintosh (1868-1928)

L’ARTISTA

Charles Rennie Mackintosh (Glasgow, 7 giugno 1868 – Londra, 10 dicembre 1928) è stato un architetto, designer e pittore scozzese. Esponente del cosiddetto Glasgow movement, fu l’esponente di maggior rilievo dell’Art Nouveau nel Regno Unito. Charles Rennie Mackintosh nacque a Glasgow il 7 giugno 1868, quarto di undici figli e secondo figlio maschio. Da giovane frequentò la Reid’s Public School e l’Allan Glen’s Institution. Nel 1890 Mackintosh fu il secondo vincitore della Borsa per Viaggi di Studio di Alexander Thomson, istituita per l'”avanzamento degli studi dell’antica architettura classica, con speciale riferimento ai principi illustrati nell’opera di Mr. Thomson”. Una volta fatto ritorno, riprese a lavorare nello studio d’architettura Honeyman and Keppie, dove iniziò il proprio primo grande progetto d’architettura, il Glasgow Herald Building, nel 1893. Mackintosh incontrò alla Glasgow School of Art la giovane artista Margaret Macdonald Mackintosh. Entrambi membri del gruppo noto come “I Quattro”, si sposeranno nel 1900. Dopo aver progettato diversi edifici di successo, nel 1903 divenne partner nello studio di Honeyman e Keppie. Durante questo periodo con la ditta, Charles Rennie Mackintosh perfezionò il proprio stile architettonico.

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Oscar Wilde – Il ritratto di Dorian Gray

Dorian Gray a fumetti per scaricare le tensioni

Dorian Gray è un ragazzo di una bellezza e di una purezza incredibili. Mentre posa per il suo ritratto, Lord Henry Wotton gli fa notare come la sua giovinezza è purtroppo destinata a durare poco. Dorian chiede allora di non invecchiare mai e che, al suo posto, sia invece il ritratto a sopportare le ingiurie del tempo. Inizia così un racconto sulle gioie e le perversioni dell’anima, sul bene e sul male, sulla bellezza e l’orrore. Un libro che scava nel cuore dell’uomo perché ”è lo spettatore, non la vita, che l’arte, in realtà, rispecchia”.

I MAESTRI DELL’AVVENTURA – IL RITRATTO DI DORIAN GRAY – Free Book 

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Barbara Franco – Storie della buonanotte per crescere insieme

La linea editoriale QUID+ nasce da un cuore di mamma. Una mamma che, come tanti genitori, si rivolge spesso la domanda: “Che cosa posso dare oggi a mio figlio per permettergli di vivere al meglio il suo futuro?”. Se stai leggendo questo libro, probabilmente anche tu sei spinto dalla voglia di dare il meglio a tuo figlio nel tuo ruolo di genitore, per non avere il rimpianto, un domani, di non aver saputo sfruttare tutte le occasioni per passare “tempo di qualità” insieme. Quello che ti proponiamo con QUID+ è di intraprendere un viaggio insieme, tu e il tuo bambino, con il fine di aiutarlo a sviluppare le infinite potenzialità che già possiede. Non per farlo diventare un supereroe, ma perché cresca con curiosità e passione verso il mondo che lo circonda, capace di cogliere e assaporare ogni occasione che gli si presenta per ottenere una vita ricca di emozioni e di amore. QUID+ è un dono d’amore dedicato ai bambini che bramano di scoprire il mondo e ai genitori che vogliono accompagnarli in questa avventura.

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IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Mystic Art Design da Pixabay

Dalibor Vesely: Come il corpo si manifesta in architettura

“Il rapporto del corpo con l’architettura e il complesso fenomeno della corporalità hanno sempre occupato una posizione privilegiata nella storia della cultura europea. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda la tradizione derivata da Vitruvio, che paragonò direttamente il corpo umano a quello di una costruzione nel primo capitolo del terzo libro del De Architectura. Vitruvio trasse da questa analogia una serie di affermazioni che annullarono il bisogno di spiegare il significato di proporzione, simmetria e armonia in architettura. Sebbene questo argomento accentuatamente coinvolgente sia stato trattato con molta attenzione e finezza dai critici, è ancora scarsamente compreso”.

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IMMAGINE DI APERTURA – Copertina della rivista Casabella n. 856 

Josef Hoffmann – Palazzo Stoclet

Palazzo Stoclet, 1905-1911, Brussels

L’ARCHITETTURA

Il Palais Stoclet (francese) o Stocletpaleis (neerlandese) è un palazzo progettato dall’architetto Josef Hoffmann, di cui è considerato il capolavoro, e costruito a Woluwe-Saint-Pierre, uno dei 19 comuni che fanno parte della Regione di Bruxelles-Capitale, tra il 1905 e il 1911 per il finanziere e mercante d’arte Adolphe Stoclet in Avenue de Tervueren/Tervurenlaan. Grande importanza rivestono gli interni, quasi completamente decorati con materiali importati dall’Austria, che realizzano il sogno degli artisti della secessione viennese di una fusione tra arte e vita, resa possibile dalla professione del committente. La sala da pranzo fu decorata da Gustav Klimt con un fregio musivo (L’albero della vita) in una fantasmagoria di colori. I nove disegni ideati da Klimt oggi si trovano nella collezione permanente del Museum für angewandte Kunst a Vienna. Anche la sala da bagno del Palazzo è disegnata nei minimi dettagli.

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Josef Franz Maria Hoffmann

L’ARTISTA

Josef Franz Maria Hoffmann (Brtnice, 15 dicembre 1870 – Vienna, 7 maggio 1956) è stato uno dei maggiori architetti austriaci, attivo fra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX secolo. Esponente della Secessione viennese, con l’architetto Otto Wagner, fra gli altri, già suo insegnante all’Accademia di Vienna, fu anche un designer, la cui opera, improntata ad una spinta ed essenziale astrazione geometrica (tipiche le sue prevalenti quadrettature), apre il nuovo secolo in chiave decisamente modernistica. Per la rivista della Secessione, Ver Sacrum, edita fra il 1898 e il 1903, eseguì illustrazioni (in particolare, vari progetti d’arredo per interni domestici, o per padiglioni espositivi), fregi decorativi e vignette: caratteristiche elaborazioni dello Jugendstil austriaco. Si occupò quindi degli allestimenti delle periodiche esposizioni viennesi della Secessione nel padiglione realizzato per lo scopo nel 1898 da Joseph Maria Olbrich, ed ebbe un ruolo importante nel lancio europeo dello scozzese Charles Rennie Mackintosh; il giovane architetto di Glasgow fu invitato ad esporre alla mostra del 1900 le creazioni di design del gruppo di quattro artisti di cui era, per così dire, il regista. Nel 1903 Hoffmann fondò col collega Koloman Moser e il finanziere e amatore d’arte Fritz Wärndorfer la Wiener Werkstätte, associazione fra designer, artisti e produttori (chiuse nel 1932) ispirata alle analoghe inglesi sorte circa un ventennio addietro, impostate secondo il movimento estetico morrisiano dell’artigianato artistico delle Arts and Crafts.

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Jackson Pollock – Convergence, 1952

All’indomani della seconda guerra mondiale , molti artisti si sono allontanati dagli stili e dai temi tradizionali per cercare nuovi modi di esprimersi. Nel 1951, Jackson Pollock affermava: “Mi sembra che il pittore moderno non possa esprimere la sua età, l’aereo, la bomba atomica, la radio, nelle antiche forme del Rinascimento o in qualsiasi altra cultura del passato. Ogni epoca trova la propria tecnica. 

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