Addio a Sergio Palumbo: giornalista e documentarista colto e riservato

Sergio Palumbo

di Sergio Bertolami

Un altro amico è scomparso. Sono troppi, ormai, ed è sempre più difficile parlarne. Per questo lascio che di Sergio Palumbo siano alcuni degli amici che condividevamo a delineare i tratti essenziali. Il primo, Giuseppe Ruggeri, perché già dalle prime ore di ieri mattina, nel diffonderne la notizia su Messina Today, ha espresso la sua (e la nostra) costernazione: «Con Sergio Palumbo se ne va un pezzo della Messina che conta. Che conta per intelligenza, apertura culturale, passione». Il secondo, Sergio Di Giacomo, lo ha ricordato con un pezzo redatto stamani per la Gazzetta del Sud, sulle cui pagine culturali Sergio Palumbo svolgeva con dedizione il proprio lavoro di giornalista. Ripropongo ambedue gli articoli qui di seguito, così come vorrei suggerire il sito web che Sergio stesso curava e dove si possono ritrovare le sfaccettature della sua attività di critico letterario e documentarista. Potrei stralciarne appena poche righe, ma preferisco che leggiate direttamente. A scorrere le sue pagine, infatti, è possibile imbattersi in una miriade di personaggi che hanno elevato la cultura italiana del Novecento e che Sergio ha incontrato davvero nel corso delle sue interviste, dei quali ha scritto a più riprese. Nella mia mente riaffiorano i discorsi che intessevamo sui grandi ogni qualvolta ci incontravamo: sulla famiglia Piccolo di Calanovella o Giuseppe Tomasi di Lampedusa, per esempio. Proprio in occasione dei cinquant’anni dalla morte dell’autore che non conobbe mai il successo del Gattopardo, preparammo una pagina speciale per la Gazzetta del Sud, partendo da un lavoro di Rosa Manuli sulle visite dello scrittore a Messina, che gli avevo segnalato. A riflettere bene, tutte le volte che un amico scompare, penso sempre a quante iniziative avremmo potuto realizzare insieme e mi rendo conto delle occasioni che non abbiamo concretizzato. Come quando con un gruppo di amici, anni fa, avevamo programmato un incontro pubblico per l’uscita di un mio libro. L’ho presentato altrove, ma non a Messina. Occasione irripetibile, oramai; non certo per il libro, ma per quanti che non ci sono più. Di quel gruppo il primo ad andare via è stato Franco Bonardelli e ieri anche Sergio Palumbo. È proprio vero quello che diceva qualcuno: scopriamo sempre, quando è tardi, che le sole cose che non si rimpiangono mai sono gli sbagli.  

Messina Today: Addio a Sergio Palumbo, una vita dedicata alla storia di Messina e ai suoi miti
Gazzetta del Sud: Morto Sergio Palumbo, giornalista e scrittore
Il sito web dell’autore: Sergio Palumbo, critico letterario e documentarista

IMMAGINE DI APERTURA – Immagine di Messina vista dallo Stretto in una foto di Christian Georg Sulzer da Pixabay

L’attraversamento stabile dello Stretto di Messina: infrastruttura strategica per l’Italia

Da secoli il collegamento stabile della Sicilia con il Continente è un tema controverso, ma di grande interesse. In Aldai abbiamo cercato innanzitutto di capire perché il ponte a campata unica di cui si ragiona da più di un trentennio, un’opera senza eguali sempre data per progettualmente conclusa, non fosse stato ancora realizzato per ottenere l’auspicata continuità territoriale tra l’Italia continentale e la Sicilia.

Percorrendo la storia del ponte e della Società Stretto di Messina (SdM), si individuano, su documenti ufficiali, una serie di momenti cruciali quali quello della mancata approvazione del “Progetto Definitivo” da parte del CIPE, con la conseguente permanente assenza di un “Progetto Esecutivo” cantierabile.

Per quanto riguarda il ponte a campata unica di 3300 metri, molte informazioni oggettive, acquisite su tutti i grandi ponti realizzati nel mondo, determinano alcune significative preoccupazioni:

• il ponte misto progettato ferroviario-stradale più lungo che sia stato realizzato nel mondo (ponte Yavuz Sultan Selim sul Bosforo del 2016, ma a tutt’oggi privo dei binari) ha una campata di 1.408 metri; è evidente come la realizzazione di un ponte a campata unica di 3.300 metri richiede un salto tecnologico mai messo in pratica sinora;

• l’ipotizzato ponte a campata unica sarebbe caratterizzato da un eccezionale indice di snellezza (altezza della sezione trasversale dell’impalcato / lunghezza campata) di 1/1320 rispetto al massimo esistente, ovvero quello del danese Great Belt Bridge, che raggiunge solo il valore di 1/350; in una struttura così lunga e flessibile, soggetta naturalmente a significative oscillazioni, il passaggio dei treni, anche limitandone la velocità, non risulta esaminato e confermato dalle autorità competenti in tema di sicurezza;

• essendo con impalcato scoperto, per un numero di giorni ventosi annui non specificato il ponte dovrebbe essere chiuso al traffico, così come già avviene in analoghe situazioni. Se il transito dei treni dovesse essere sospeso con venti superiori a 115 km/h, come previsto per il ponte sul Bosforo, ciò costituirebbe una limitazione all’utilizzo particolarmente significativa, data anche la conseguente necessità di mantenere in servizio le navi traghetto.

D’altra parte, la presenza nell’area della cosiddetta “Sella dello Stretto” (un breve tratto di mare tra Villa San Giovanni e Ganzirri ove i fondali sono profondi solo un centinaio di metri) rende ipotizzabili almeno tre soluzioni che possono presentare idonei requisiti preliminari per un’infrastruttura di collegamento stabile. Esse possono sintetizzarsi in:

• ponte a più campate, con due appoggi in mare sulla “Sella”, a circa 100 metri di profondità, e impalcato, ad uno o (meglio) due piani, ad una quota di circa 80 metri sul livello del mare, che permetterebbe il transito delle navi più grandi senza limitare la navigazione e senza interessare la riserva naturale di Capo Peloro;

• tunnel sottomarino, che transita nel sottosuolo all’interno della “Sella” a circa 170 metri di profondità e quindi con copertura continua di almeno 50 metri; un tunnel realizzabile con TBM utilizzando tecnologie consolidate e in continuo progresso, che hanno già avuto molti impieghi nel mondo anche riuscendo a superare in sicurezza faglie tettoniche presenti sul percorso, come è avvenuto nel tunnel sottomarino del Bosforo;

• tunnel a mezz’acqua, vincolato alla “Sella” e a circa 50 metri dal livello del mare, con tecnologie già adottate nel settore petrolifero offshore, ma non ancora utilizzate per il transito, in sicurezza, di mezzi e persone.

Ogni soluzione presa in esame è descritta per i suoi vantaggi specifici e fa propria l’esigenza di garantire un adeguato servizio ferroviario urbano capace di collegare efficacemente gli insediamenti che si trovano sulle due sponde dello Stretto.

Tenendo conto dell’attuale situazione urbanistica dell’area vasta, che presenta forti esigenze e grandi potenzialità di riqualificazione e sviluppo economico e sociale, la formazione tra le due sponde di un’unica area urbana di oltre 500.000 abitanti sarebbe in grado di attrarre e sostenere anche funzioni di livello superiore, permettendo la riqualificazione e lo sviluppo di un territorio molto esteso.

Tra i vantaggi del collegamento stabile dello Stretto è quindi fondamentale quello di contemperare una adeguata risposta non solo al traffico a lunga distanza di viaggiatori e merci, con recuperi di oltre un’ora per il solo attraversamento, ma anche di coprire esigenze di mobilità attuali e future tra gli ambiti metropolitani di Messina e di Reggio Calabria, per realizzare la cosiddetta “Città dello Stretto”, riducendone l’attuale eccessiva mobilità individuale.

In attesa degli auspicati sviluppi, con riferimento alla velocizzazione del traghettamento ferroviario, diventa urgente l’introduzione di treni viaggiatori compatibili con le linee AV in composizione bloccata ridotta (max 5 carrozze) trasportabili sui traghetti senza scomposizione dei convogli. Questa è una soluzione da tenere in seria considerazione, perché può e deve garantire immediati e consistenti vantaggi.

Tutto questo affascinante lavoro, svolto con molto impegno volontario, ha evidenziato la necessità per il Governo Italiano di attivare da subito appositi studi di fattibilità indipendenti, sia per i ponti che per i tunnel, in modo da approfondire il confronto completo, anche dei costi a vita intera, tra le soluzioni alternative del collegamento stabile.

2021-06-07-Infrastrutture-Strategiche-per-lEuropa-Q32

IMMAGINE DI APERTURA – L’odierno attraversamento dello Stretto nella foto di Nino Blasco da Pixabay 

Lucca: L’inizio del futuro e Racconti della pandemia inaugurano Photolux 2021

Lucca | Villa BottiniDal 28 maggio al 22 agosto 2021
Le mostre L’inizio del futuro e Racconti della pandemia Inaugurano il programma di Photolux 2021
www.photoluxfestival.it

Le due esposizioni documentano, a livello nazionale e locale, le varie fasi della pandemia, attraverso gli scatti di fotografi freelance.

Francesco Pistilli, Roma, marzo 2020

Photolux riparte!

A causa della diffusione della pandemia, gli organizzatori sono stati dapprima costretti a rimandare le mostre previste lo scorso gennaio e a ripensare il programma, che si diffonderà eccezionalmente per tutto il 2021.

Ad aprirlo, saranno due mostre allestite a Villa Bottini, dal 28 maggio al 22 agosto 2021, e prodotte dall’Archivio Fotografico Lucchese “A. Fazzi”, che si pongono come momento di riflessione sull’anno appena trascorso, caratterizzato dalla diffusione del Coronavirus.

La prima è la collettiva L’inizio del futuro, curata da Giulia Ticozzi e Arcipelago-19, con una installazione audiovisiva di Cesura, che ripercorre le diverse fasi della pandemia, così come sono state e sono vissute in Italia, attraverso il racconto di fotografi freelance, la cui testimonianza si è rivelata fondamentale per una visione allargata del momento, sempre diversa grazie all’esperienza, alla vocazione, al linguaggio e al luogo di appartenenza di ciascun autore.

Alcuni fotografi hanno affrontato storie di malattia, di cura, di lutto, raccogliendo le suggestioni delle città vuote, delle valli di montagna colpite duramente dal virus, delle tensioni crescenti all’interno della società ma anche di solidarietà e mutuo soccorso.  

Altri hanno raccontato le vicende delle persone costrette in casa. Molti hanno riscoperto i volti dei propri famigliari, dei vicini e di chi, pur non essendo quasi mai al centro della notizia, è stato capace di portare alla luce aspetti fondamentali dell’essere umano, come il corpo, le relazioni interpersonali, l’intimo rapporto con se stesso.

La seconda mostra, dal titolo Racconti della Pandemia, curata da Enrico Stefanelli e Chiara Ruberti, presenta una selezione dei materiali acquisiti in questo anno nel fondo Covid-19 e relativi all’emergenza sanitaria nel territorio lucchese, grazie a immagini e filmati di autori, non necessariamente professionisti, che vivono e lavorano a Lucca e nella sua provincia.

A luglio Photolux sarà presente ai Rencontres di Arles (Francia) con l’esposizione di Alberto Giuliani, NASA Hi-SEAS ospitata dalla Fondazione Manuel Rivera-Ortiz e inserita nel programma ufficiale della rassegna (4 luglio – 26 settembre 2021). Una collaborazione ormai consolidata, che permette a Photolux di portare il lavoro degli autori italiani in uno dei più prestigiosi luoghi della fotografia a livello internazionale.

Photolux 2021 proseguirà quindi a settembre con la mostra dei vincitori del World Press Photo 2021 e altre due rassegne: Bitter Leaves, il reportage di Rocco Rorandelli (1973), membro del collettivo TerraProject, realizzato tra l’India, la Cina, l’Indonesia, gli Stati Uniti, l’Italia e molti altri paesi, per riferire l’impatto dell’industria del tabacco sulla salute delle persone, l’economia e l’ambiente, e Foul and Awesome Display, una produzione di Fotografia Europea (Reggio Emilia) a cura di Francesco Colombelli, che propone una selezione di libri fotografici che analizza come lo sviluppo delle armi da combattimento sia andato di pari passo con quello delle tecnologie più moderne. Photolux è diretto da Enrico Stefanelli e organizzato con il sostegno del Main partner: Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca; partner istituzionali: Città di Lucca, Provincia di Lucca, Fondation Manuel Rivera-Ortiz; sponsor: intarget flowing digital, Leica, Pictet Asset Management, Azimut.

IMMAGINE DI APERTURA – Max Cavallari, Villa delle Rose, Misano Adriatico, Giugno 2020