Pisa: Conversazioni cosmiche fra Dante e le onde gravitazionali

Nella cornice unica dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO) a Cascina, si terrà E quindi
uscimmo a riveder le stelle – conversazioni cosmiche fra Dante e le onde gravitazionali
, un evento per
scoprire il cosmo di Dante Alighieri e come oggi ascoltiamo e raccontiamo l’Universo.

E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE

CONVERSAZIONI COSMICHE FRA DANTE E LE ONDE GRAVITAZIONALI

Venerdì 17 settembre ore 21:00

A esplorare questo argomento saranno Lina Bolzoni, storica della Letteratura Italiana della Scuola Normale
Superiore, Stavros Katsanevas, fisico e direttore dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo e Riccardo
Pratesi, docente di matematica e studioso della Divina Commedia. L’ensemble polifonico corso A Ricuccata
offrirà invece un’originale versione cantata dei Canti della Commedia. Il tutto accompagnato dall’humor
dissacrante di David Riondino, che modererà la discussione.
L’evento, organizzato da EGO in collaborazione con il Comune di Cascina e il Museo della Grafica di
Pisa, si terrà in occasione delle celebrazioni legate all’anno di Dante, il 700esimo anniversario della sua
morte, che ricorre il 14 settembre.
“La coincidenza dell’anniversario della morte di Dante con quello della prima rivelazione di onde
gravitazionali, avvenuta il 14 Settembre del 2015 ci è sembrata una bellissima occasione per far dialogare e
contaminare i saperi – ha affermato Stavros Katsanevas, direttore dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo.
In questa serata proveremo a far incontrare il Cosmo di Dante multisensoriale e ‘multimediale’ raccontato
dalla prof Bolzoni con la nostra visione contemporanea dell’Universo, che abbiamo imparato ad ascoltare
attraverso molti messaggeri diversi”.
L’ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, per accedere all’evento è necessario esibire il green pass. La
prenotazione è obbligatoria, per prenotare scrivere a info@ego-gw.it


Lina Bolzoni, critica letteraria e storica della letteratura, è docente di Letteratura italiana alla Scuola
Normale Superiore di Pisa, dove insegna dal 1997 e dove ha fondato il Centro per l’elaborazione informatica
di parole e immagini nella tradizione letteraria. Ha insegnato fra l’altro all’Università di Harvard, alla Ucla e
al Collège de France. Fa parte del consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, è socia
nazionale della Accademia dei Lincei e fellow della British Academy.

Stavros Katsanevas è direttore dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo. È stato professore all’Università
Paris Denis-Diderot, ha lavorato al Fermilab, al CERN e ai Laboratori INFN del Gran Sasso. Nel corso della
sua carriera ha ricoperto molti ruoli manageriali di rilievo, tra cui vicedirettore dell’IN2P3/CNRS,
coordinatore di ASPERA, il primo network europeo di fisica astroparticellare, primo presidente di APPEC,
direttore del Laboratorio APC a Parigi. Si occupa attualmente anche di ricerche al confine tra fisica e
geologia (Laboratorio UnivEarths, Parigi) e tra Arte e Scienza Il Ritmo dello Spazio al Museo della Grafica
di Pisa). Ha ricevuto l’ordine di Chevalier de l’Ordre National du Mérite e il Premio di Fisica dell’Accademia
di Atene.

IMMAGINE DI APERTURA – Locandina

Carpi (MO), Musei di Palazzo dei Pio – HABITUS. Indossare la libertà

L’esposizione, dal titolo “HABITUS. Indossare la libertà”, analizza come, nel Novecento, le tappe più significative di innovazione della moda abbiano spesso coinciso con momenti di liberazione del corpo, soprattutto femminile, da costrizioni fisiche e sociali.

La rassegna presenta quegli indumenti iconici che hanno contribuito all’emancipazione del costume sociale, dall’anticorsetto di Paul Poiret ai primi pantaloni creati da Coco Chanel per le donne, dalla minigonna agli hot pants, dal bikini ai jeans, dallo sportswear alla giacca destrutturata di Giorgio Armani, accompagnati da fotografie, video, musica.

La rassegna è parte del programma del festivalfilosofia 2021 sulla Libertà, che si terrà a Modena, Carpi e Sassuolo dal 17 al 19 settembre 2021.

Diane indossa un wrap dress nel suo appartamento di fronte al suo primo Warhol, 1977, Burt Glinn Magnum Photos

Dal 17 settembre 2021 al 6 marzo 2022, i Musei di Palazzo dei Pio a Carpi (MO), una delle città italiane con una ricca e importante tradizione nel settore tessile abbigliamento, ospitano la mostra HABITUS. Indossare la libertà, che analizza come, nel Novecento, le tappe più significative di innovazione della moda abbiano spesso coinciso con momenti di liberazione del corpo, soprattutto femminile, da costrizioni fisiche e sociali.

La moda, infatti, è una delle forme espressive umane che forse meglio incarna i continui cambiamenti storici, e la cui influenza ha coinciso con il concetto di libertà.

L’esposizione, curata da Manuela Rossi, Alberto Caselli Manzini e Luca Panaro, ideata e prodotta dal Comune di Carpi – Musei di Palazzo dei Pio, col contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e Assicoop Unipol Assicurazioni, presenta una serie di indumenti iconici, come abiti ispirati all’anticorsetto di Paul Poiret, i primi pantaloni creati da Coco Chanel per le donne, la minigonna, gli hot pants, i bikini, i jeans, la giacca destrutturata di Giorgio Armani, e molti altri ancora che hanno contribuito all’emancipazione, alla sovversione di paradigmi e canoni e alla liberazione dei costumi sociali.

L’iniziativa è parte del programma del festivalfilosofia 2021 sulla Libertà, che si terrà a Modena, Carpi e Sassuolo dal 17 al 19 settembre 2021.

Il percorso espositivo si sviluppa in quattro passaggi, ognuno dei quali sarà introdotto da fotografie, video, musica che contestualizzeranno il periodo preso in esame.

Il primo, Liberare il corpo, prende avvio a inizio Novecento, quando i creatori di moda si pongono come obiettivo principale quello di liberare il corpo femminile dalle costrizioni dell’abbigliamento (busti, pizzi, abiti lunghi) e quindi dalle convenzioni sociali che chiudono la donna in cliché predefiniti. Questa innovazione va di pari passo con l’apparire di alcune figure che conquistano ruoli e diritti fino ad allora tradizionalmente maschili, dall’aviatrice Amelia Earhart a Marie Curie alle suffragette di Emmeline Pankhurst o all’eroina dell’animazione Betty Boop.

Fu lo stilista francese Paul Poiret ad aver determinato, con il suo anticorsetto del 1914, la prima rivoluzionaria scelta di liberare il corpo della donna, sia fisicamente che sessualmente, che socialmente. Fu invece Coco Chanel, pioniera della moda emancipata, a disegnare, subito dopo la Grande Guerra, capi confortevoli ed elegantissimi e a sdoganare per le donne l’uso del pantalone.

Strettamente legato a questo capo di abbigliamento, Marcel Rochas crea nel 1932 il power suit, ovvero il completo femminile giacca e pantalone, che divenne simbolo della parità dei diritti tra sessi, in particolare nel lavoro, che verrà poi ripreso e rilanciato dagli stilisti negli anni ’80.

Legata indissolubilmente all’evoluzione della condizione femminile, la storia del reggiseno ha subìto la vera e propria svolta moderna verso il 1920: nonostante venissero ancora usati i corsetti, questi ultimi iniziarono a essere più corti, affidando il contenimento del busto interamente al reggiseno, che all’epoca era simile a una fascia leggermente conformata. Questo indumento, per come oggi lo conosciamo, ha origine nel 1922, quando Ida Rosenthal, cucitrice presso il piccolo negozio newyorchese Enid Frocks, notò che ogni modello avrebbe dovuto adattarsi maggiormente a ogni donna, e iniziò a produrne per ogni forma ed età.

Scoprire il corpo introduce il visitatore negli anni del secondo dopoguerra, quando le donne, complice anche la diffusione delle immagini cinematografiche, affermano le loro libertà anche scoprendo il proprio corpo.

Silvana Mangano di Riso amaro (1949) veste nel film esattamente come le mondine che partivano da Carpi per le terre piemontesi e le minigonne non erano molto diverse da quelle che le operaie delle fabbriche di Carpi si cucivano negli anni sessanta.

Iconici a riguardo sono i bikini, che liberarono le donne dagli scomodi camicioni da spiaggia, gli hot pants nati a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta che permisero di scoprire finalmente le gambe e, soprattutto, la minigonna, capo-simbolo della battaglia femminista che, grazie a Mary Quant si diffuse dalla Swinging London al mondo intero negli anni sessanta.

Con la sezione Work, sport, cool, la rassegna si spinge negli anni settanta e ottanta, periodo in cui la moda diventa unisex, e il vestito griffato, tipico della sartoria artigianale, lascia il posto al prêt-à-porter con capi prodotti serialmente.

Esemplificativi di questo periodo sono le t-shirt e i jeans, entrambi nati come capi da lavoro, ma che divennero icone prima di ribellione (James Dean e la sua Gioventù bruciata) poi del nuovo modo di vestire casual, o lo sportswear, nuovo simbolo di lusso moderno. Ed è la felpa, della carpigiana Best Company soprattutto, a rappresentare questo cambio di passo e di mentalità che riguarda anche il ruolo dei giovani nella società.

La mostra si chiude con Destrutturare, un passaggio all’interno della moda degli anni settanta caratterizzata da due capi divenuti iconici, come il Wrap dress di Diane von Furstenberg e la Giacca destrutturata di Giorgio Armani, che impongono una nuova concezione di abito “destrutturato”, ovvero senza imbottitura e controfodera, con i bottoni posizionati in un altro punto del tessuto e le proporzioni completamente riviste, con una innovativa modalità di chiusura facile ed essenziale, per creare, come ha affermato Giorgio Armani, una vestibilità “rilassata, informale, meno rigorosa, che lascia intuire il corpo e la sua sensualità”.

Catalogo Moggio Editore

HABITUS. Indossare la libertà
Carpi (MO), Musei di Palazzo dei Pio (piazza dei Martiri, 68)
17 settembre 2021 – 6 marzo 2022

Orari:
17 e 18 settembre, ore 10-23
19 settembre, ore 10-20
Dal 20 settembre:
dal martedì al venerdì, ore 10-13
sabato, domenica e festivi, ore 10-18
chiuso lunedì, Natale e Capodanno

Dal 20 settembre: biglietto 8 euro intero, 5 euro ridotto (Carpicard)
Ingresso contingentato esclusivamente per le persone munite di green pass COVID-19

Info: tel. 059/649955 – 360

Ufficio stampa mostra
CLP Relazioni Pubbliche | Clara Cervia | tel. 02 36 755 700 | clara.cervia@clp1968.it | www.clp1968.it

Ufficio stampa Comune di Carpi
Fabrizio Piccinini | tel. 059 649780 | fabrizio.piccinini@comune.carpi.mo.it

IMMAGINE DI APERTURA Locandina