La Rosa Blu? No
Portami la ”Rosa Azzurra” impazzita di luce…!

COSIMO INFERRERA

La rosa è il fiore più amato e ammirato di tutti i tempi, ma è anche il più ricco di significati e di simboli. Tra i fiori, la rosa è, infatti, quello che meglio sa esprimere l’essenza vera della vita e della natura, fra amore, passioni e profumo. Ecco perché l’abbiamo scelta…
Sono nate tante leggende e teorie, che si sforzano di dare un significato alle diverse varietà di rose spontanee e di rose ottenute tramite innesti o esperimenti. Negli antichi testi, una rosa a sette petali era il simbolo di inclusione, di comprensione universale e ordine, anche perché rappresentava i sette giorni della settimana, i sette pianeti e così via. Durante il Rinascimento una rosa a otto petali era messaggio di rinascita e rinnovamento. Nelle Comunità esoteriche troviamo un’unione tra i numeri e la rosa, dove tre rose indicano il simbolo del principio della guida, che simboleggiano Amore, Vita e Luce. Ecco perché vogliamo la nostra Rosa inondata di Luce …
La Rosa sembiante del lapis philosophum, la pietra filosofale, è uno dei fiori eletti degli alchimisti, i cui trattati hanno titoli come “Roseto dei filosofi”, “Rosarius” o il “Rosarium” attribuito ad Arnaldo da Villanova. La Rosa bianca era associata alla pietra al bianco della “piccola opera”, la Rosa rossa era collegata alla pietra al rosso della “grande opera”… Ciascuno dei sette petali della Rosa alchemica evocava un metallo, un pianeta o un passaggio dell’Opera (David Lynch Italian Community). La Community nasce l’8 Marzo 2004 unita dalla passione e dagli enigmi, che David Lynch ci regala in ogni film. Realmente eclettico, il grande regista può incarnare la metafora della ‘totalità’ dei temi complessi, quasi inestricabili del nostro territorio.
Questi si riassumono nella crisi del regionalismo nazionale (riduzione della spesa pubblica, tagli alle risorse, scadimento dei servizi, stagnazione socio-economica, divario fra i territori, perdita di coesione) e nella crisi contestuale dell’inter-governabilità europea (populismi emergenti, inquietudini in Catalogna ed in altre Comunità autonome), che secondo noi vanno incardinate alle strategie sulle autonomie regionali del Parlamento Europeo.
Le Macroregioni Baltica (EUSBSR), Danubiana (EUSDR), Adriatica-Ionica (EUSAIR), Alpina (EUSALP), avviate dal 2009 suggeriscono di fatto l’opportunità della costituzione di una “Macroregione Mediterranea Centro-Occidentale” da inserire nel Mezzogiorno d’Italia ed estendere progressivamente ai Paesi rivieraschi (EUS MedR, versione italiana MMCO). Quest’Area non beneficia ancora della visione innovativa europea, di ampio respiro, regolatrice dei rapporti inter-relazionali regionali, in certo modo simile al dinamismo individuale delle dita di una mano, a volte fine e armonico, altre volte duro, solido, cooperante, esempio unico nel mondo animale.
Si tratta di una struttura di “governance multilevel”, protesa ai rapporti storici con la Spagna, con la Francia, con Malta, con le grandi isole, come a nuove relazioni con i Paesi del Nord Africa (Andrea Piraino, Università Pegaso 2017). Nei Seminari dell’Accademia Peloritana (2017) ne sono stati presentati e discussi vari aspetti. La MMCO garantisca la partecipazione coesa, ragionata delle Autorità regionali e locali alle politiche di cooperazione europea per la cultura, la tutela ambientale, la ricerca scientifica, l’agricoltura, i sistemi energetici, l’innovazione, la connettività territoriale, la mobilità urbana (Bruno Sergi, Giuseppe Campione, Cosimo Inferrera, Enzo Siviero, Giovanni Saccà) per svoltare “dalla provincia alla geo-politica” (Tiberio Graziani, Filippo Romeo).
Tutto pare un sogno… Dai petali della “Rosa Azzurra”, i grandi temi della pace possono spandersi nel “Mare Omnium Gentium”, non più “Mare Nostrum” ?
L’unica rosa che non sia stata possibile ottenere né dalla natura e nemmeno in laboratorio è quella di colore blu. I Delphinium (delfinidi) danno ai fiori colorazioni azzurre o celesti, ma le rose ne contengono a un livello “sopito”, per cui non è possibile ottenere l’ibridazione di una rosa di colore blu pieno. I genetisti hanno provato a creare rose azzurre, partendo da modificazioni genetiche di rose bianche con l’inserimento nel DNA di geni che dessero vita ad esemplari azzurre, ma il risultato ha portato solo a rose di colore lievemente azzurrino. Questo tentativo fallito ha fatto sorgere il significato da attribuire sempre alla “Rosa Blu”: se la stessa non esiste in natura, vuol dire che si tratta di qualcosa di inafferrabile … Eppure, questo colore ha ispirato nei secoli tanti poeti e artisti; insomma, la “Rosa Blu” è intesa quale raffigurazione dell’impossibile …
Quando qualcuno desidera la “Rosa Azzurra” – come noi – può anche voler dire che non sia ancora riuscito a realizzare i propri sogni e a ottenere quel che vuole. In tal senso, la “Rosa Azzurra” assume un significato duplice, al tempo stesso negativo e positivo. Noi puntiamo decisamente sul lato positivo, allineandoci a pensiero e azione dei valenti ricercatori australiani della “Florigene”, che insieme alla giapponese “Suntory” affermano di aver ottenuto la prima “Rosa Azzurra” OGM.
Sfida aperta, possibile! La Sicilia, la Calabria, la Basilicata, la Puglia, la Campania siano in concerto nella “Macroregione Mediterranea Centro-Occidentale” per la competizione globale dei flussi commerciali. L’Area dello Stretto ne rappresenti la cerniera indispensabile (Convegno Spazio Europa, 17 giugno 2015).
È vano, autolesionista girarci intorno, eludendola di decennio in decennio. Senza la connettività via ferrovia fra le due sponde, restano carta sporca d’inchiostro: la Città Metropolitana di Messina, Villa S. Giovanni e Reggio Calabria (7a d’Italia); la coesione strutturale e funzionale fra le Regioni del Sud; il grande balzo di prospettiva verso “il balcone africano” (Giuseppe Campione, 2017), che solo la Sicilia unita alla Penisola può garantire all’Italia (Giovanni Saccà, “I. F. Ingegneria Ferroviaria”, febbraio 2018, Anno LXXIII N.2). Opportuno rilevare che l’organo del C.I.F.I. (Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani) veicola contenuti – seppure non ufficialmente adottati – di certo non ostici a RFI. Le nostre idee/progetto, elaborate in sintonia con il DEF 2017 sono state presentate in Convegni ed incontri nelle sedi più disparate, anche nazionali, senza tuttavia trovare particolare attenzione degli Enti locali coinvolti, né delle Regioni limitrofe, per quanto se ne sappia.
Tenendo d’occhio il mondo progredito, rileviamo come la via ferroviaria rappresenti l’equivalente nervino del Sistema Integrato dei Trasporti, in grado di interconnettere città, porti, aeroporti, rete stradale ed autostradale, proprio come il sistema nervoso fa nel corpo umano, raccordando organi e apparati. Per similitudine i sapientoni economisti, urbanisti, architetti sappiano che, se un’emorragia colpisce un’area sensitivo-motoria dell’encefalo (ictus), la conseguente paralisi contro laterale corporea (emiplegia) determina un massiccio ristagno di sangue, color rosso acceso nei visceri dei territori interessati. Dato documentale riscontrabile sempre, il che vuol rendere l’idea della stasi delle attività vitali di una certa area territoriale, quando il sistema ferroviario non funzioni a dovere. D’altra parte, è delittuoso arzigogolare sui parametri vitali di un certo territorio in fase pre-agonica, per poi decidere di non intervenire lasciandolo al suo destino, come dicono di fare e fanno certi soloni. Piuttosto “la cura del ferro” – che è il programma omogeneo, coesivo, equo indicato dal MIT – dovrebbe presiedere al piano di sviluppo delle Regioni del Sud, afferenti alle Macroregioni EUS MedR (MMCO) ed EUSAIR, con lo scopo precipuo di avvicinarsi alle performance del Nord!
Se persisteremo nell’isolamento, saremo schiacciati fra l’opulento Nord Italia/Europa e il Nord Africa in visibile crescita (Filippo Romeo, Università eCampus, Novedrate 23 febbraio 2018). Ciò non solo in tema di infrastrutture integrate per connettività, logistica, mobilità urbana sostenibile, ma in tanti altri campi di sviluppo dei Paesi avanzati. Ci sono parecchi miliardi da pescare in bilanci europei da capogiro: avremo maggiori possibilità di reperirne e garanzie di ottimizzarne l’impiego in termini di efficienza (risparmio) ed efficacia (qualità) se avviamo la costituzione della MMCO (EUS MedR) e realizziamo una programmazione concertata, condivisa, armonica, finalistica fra le Regioni del Mezzogiorno.
In realtà l’occhio vede solo ciò che la mente è pronta a comprendere …
Perché le Regioni italiane afferenti ad EUSALP-EUSAIR cooperano tra loro con un Sistema di Trasporti integrato in senso latero-laterale, dal polo veneto a quello ligure/viceversa, e in senso Nord-Sud/viceversa tramite Tunnel del Brennero e del Gottardo con l’UE e il resto d’Italia? Perché invece le Regioni italiane afferenti ad EUSAIR – EUS Med non possono cooperare tra loro mediante un Sistema di Trasporti integrato in senso latero-laterale dall’Adriatico allo Ionio, al Tirreno e in senso Nord-Sud/viceversa con l’Africa e il resto d’Italia? Sono anch’esse Regioni d’Italia e della UE, eppure… ! La risposta è drammaticamente semplice. In Medicina e Chirurgia un tessuto pallido, caratterizzato da circolazione rada e torpida si definisce un “deserto vascolare”. Similmente nel campo dei trasporti una rete di comunicazione angusta, incompleta, monca, senza i raccordi può definirsi un “deserto infrastrutturale”.
Ecco! Prendi la nostra “Rosa Azzurra” Mediterranea, difficilissima da cogliere, malversata tra i No/Si Ponte, i No/Si Tunnel, i No/Si Niente ed ancora malnutrita, da fotosintesi senza sole, cioè senza Amore …! Una operazione genetica di tale difficoltà può germinare dal buio oltre i partiti? Sembra impossibile.
In realtà, la partecipazione dal basso e la partecipazione istituzionale ci hanno portato ai tempi della politica reticolare, un pugno di mosche e disagi, che per migliaia di persone significano soglia di povertà. Per questo ci siamo imposti di arrivare dove nessuno è riuscito: una vera, sostanziale, competitiva Macroregione Mediterranea Centro Occidentale (MMCO) (EUS MedR).
Vogliamo qualcosa ben oltre qualche pallida lavanda … Le cosiddette “Rose Azzurre” che si possono acquistare recise in negozio, non sono altro che rose bianche immerse in una soluzione colorante o semplicemente spruzzate con un colore azzurro. Noi non ci accontenteremo!

Cosimo Inferrera è amministratore del Gruppo WA MMCO e curatore di Esperienze Mediterranee. GiàOrdinario di Anatomia Istologia Patologica e Citodiagnostica dell’Università degli Studi di Messina. Socio emerito dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti.

 

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I DUE ARTICOLI SONO PUBBLICATI NEL PRIMO NUMERO DI ESPERIENZE MEDITERRANEE