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Valorizzare il patrimonio territoriale. Lo fanno all'estero, ci chiediamo perchè non si faccia lo stesso in Sicilia, in Italia.
 
 
Editoriale
di Sergio Bertolami

 

 


      Il giardino coltivato da Candido (il personaggio famosissimo di Voltaire) rappresenta una metafora. E’ il giardino delle proprie qualità personali, che richiede di essere messo a frutto, senza troppo parlare, ma utilizzando la concretezza derivata da conoscenze ed abilità: quando si posseggono veramente.  Vale, nondimeno,  ampliare il discorso dalle doti individuali alle risorse collettive riguardanti  ad esempio quel un ricco ed accessibile territorio di cultura e di natura della Sicilia. Molti tentativi sono stati compiuti, ma è necessario mettere a frutto questo giardino, compiutamente, creando un volano economico non indifferente, tutto ciò attraverso una programmazione che sappia trovare i giusti procedimenti d’attuazione.

Prendendo spunto da quella solida cultura scientifica, che discende, fra l’altro, proprio dal ricordato Voltaire e dagli illuministi, è possibile procedere con un’attenta registrazione di fatti, senza farsi condizionare dal troppo disputare inconcludente. Occorre tacere e lavorare, perché solo allora la terra può rendere molto, e senza neanche una grande fatica.

Un esempio? Lo forniva qualche anno addietro Piero Angela. Raccontava il noto giornalista televisivo: «Poco tempo fa ero vicino  a Yellowstone, nello Stato americano del Montana. La strada era bloccata da una frana. Perciò ne hanno costruita un’altra, e intanto hanno organizzato un Centro per i visitatori, una specie di museo con la storia geologica della frana. Insomma, una calamità naturale è stata trasformata in attrazione turistica. Mi chiedo perché non si faccia lo stesso in Italia».

In verità ce lo domandiamo anche noi, e, considerando la grande attitudine ad assumere iniziative da parte di molti siciliani, ci chiediamo perché gli organi competenti in materia di turismo non  considerino di organizzare un "grand tour " nel Montana per imparare come dal niente – di chi ha niente – si possa creare spunti di attrazione. Figuriamoci  cosa si potrebbe fare con quel grandissimo patrimonio storico, artistico e naturalistico, in gran parte sottovalutato e misconosciuto, che potrebbe davvero arricchire la Sicilia. Signori Munafò (altro personaggio, ma questa volta narrato da Sciascia) non siate Candidi solo dopo essere emersi dalle macerie.

 

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