L’arte dell’età normanno-sveva è stata tra le più
fiorenti in Sicilia. Le istituzioni a Palermo lo hanno
capito e hanno avviato (ed in parte concluso) i lavori di restauro della
cappella Palatina. L’intervento è reso possibile grazie al finanziamento di
due milioni e mezzo di euro da parte di uno sponsor straordinario come il mecenate
tedesco Reìnhold Wùrth. L’azienda Wùrth, leader mondiale nei prodotti e
sistemi di fissaggio ha saputo elaborare un progetto di notevole rilevanza
culturale, tanto da ottenere un prestigioso riconoscimento pubblico,
vincendo il confronto con altri 135 progetti presentatati da altrettante
imprese a carattere nazionale ed internazionale. All’azienda tedesca,
infatti, è stato assegnato il Premio Unione Europea, patrocinato da Confindustria e dall’I.C.E., proprio per il Restauro della Cappella
Palatina, grazie al “grande impegno economico e pluriennale a favore della
conservazione, per la valorizzazione e promozione in Europa del patrimonio
artistico italiano. Particolarmente apprezzata la capacità di connotare
l’identità aziendale attraverso l’investimento in cultura”.
La cappella Palatina, simbolo di una cristianità
allargata all’intera Isola, dopo la riconquista normanna, fu ultimata dopo
tredici anni di lavori, a partire dal 1130, data d’incoronazione di Ruggero
Secondo a primo re di Sicilia. Rappresenta l’amalgama della cultura europea e
mediterranea dell’epoca, per le sue espressioni romaniche e bizantine,
siciliane ed arabe. Il recupero totale interesserà i muri esterni con le preziose
tracce dell’originale intonaco bianco di fattura normanna, con le quote e le
geometrie originali. Ma l’intervento riguarda anche l’interno: i
particolari soffitti lignei a gocce, decorati e dipinti, e il paramento
musivo di gusto bizantino, uno dei più pregevoli esistenti, con il Cristo Pantocratore della cupola, gli angeli che gli fanno corona, gli Evangelisti
assorti nelle loro meditazioni. Non da meno, le vetrate, la pavimentazione
in marmo d’influenza alessandrina, le volte dissestate
dal terremoto del 6 settembre del 2001. Naturalmente il
progetto prevede anche uno
studio sul microclima, per valutare il numero di visitatori, che di volta in
volta potranno accedere contemporaneamente all’interno della cappella, e per
quanto tempo potranno sostarvi, senza arrecare danni ai manufatti lapidei e lignei. Infine, un nuovo impianto d’illuminazione
per rischiarare e valorizzare
l’ambiente.
Tutto ciò sarà possibile, avendo individuato la giusta
strada delle sponsorizzazioni di alto livello, giacché Reìnhold Wùrth, non è
soltanto un imprenditore che vuole legare la propria immagine aziendale
all’arte italiana e siciliana in particolare, perseguendo meri interessi di
marketing aziendale. Wùrth è un collezionista che ha saputo raccogliere un
ricchissimo patrimonio storico-artistico, che apparirà in varie mostre tematiche.
La domanda sensata che dovremmo porci è: «Perché ha deciso d’investire
proprio su Palermo»? Perché a questa città è legata la memoria normanno-sveva quante altre mai, cioè all’opera di Ruggero II e di Federico
II. In altre parole l’opera di mecenatismo di Wùrth, è strettamente connessa
alla ricerca delle radici tedesche in terra di Sicilia. Comprendere questo
fornisce un insegnamento
sostanziale, a chi vuole intendere. Salvaguardare
l’eredità storica e culturale, ravvisabile (non solo nelle opere d’influenza
germanica) in tutta la congerie di espressioni artistiche e documentarie,
lasciate dai popoli che della Sicilia hanno fatto il luogo di celebrazione
di differenti civiltà, significa trovare partners di primaria importanza per
lanciare il nostro territorio, più di quanto si sia
fatto fino ad ora. Ben vengano i buoni esempi. |
|