La leggenda poi, o la
tradizione, che pare recentissima,
del nipotino del Barone è questa.
Una notte una donna del
villaggio sentì picchiare alla sua
porta, e apertala vide un
cavaliere magnificamente vestito,
che le disse: «Presto, venite con
me. Si ha bisogno di voi!».
Essa, che era poverissima e
che trovava pochissime occasioni
di tentare la fortuna, non si fece
pregare. Vestì la sua tunica e
seguì il cavaliere, che camminava
rapidamente, senza fare il minimo
rumore, davanti a lei.
Attraversarono il villaggio e
uscirono in campagna. La donna,
inquieta, chiese:
«Ma per dove mi conduce,
monsignore?».
«Venite e non temete di
nulla!», rispose lui. La sua voce
era così gentile e soave che la
donna si rassicurò e continuò a
seguirlo in silenzio. Il cavaliere
la condusse alle rovine del
castello e pigliandola per mano
l’introdusse nelle sale
sotterranee di cui essa aveva
tante volte sentito parlare.
Queste sale erano uno
splendore di lusso e di
magnificenza. Coperte di arazzi e
di cortinaggi di broccato,
ammobigliate come deve essere
ammobigliato il Paradiso, venivano
illuminate da grandi candelabri
d’oro e di perle preziose. In una
di esse v’era un letto
ricchissimo, e su stava coricata
una giovine dama pallidissima e
bella, in preda a crudeli
sofferenze. Un’altra dama, più
vecchia, bella e soave anch’essa,
l’assisteva, e un giovine
cavaliere andava disperatamente da
un capo all’altro della sala.
Più tardi, la donna
presentava, affondato fra nastri e
trine, un bellissimo pargoletto,
dicendo alla dama attempata:
«Ecco un grazioso dono,
monsignora!...».
Ma la dama, baciato il
bambino, sorrise tristemente e
rispose: «Ma non è del tuo mondo,
buona donna!...».
Finito tutto, il cavaliere
vecchio riprese per mano la donna,
la condusse fuori e l’accompagnò
fino a casa sua. Rimasta sola essa
si meravigliò del come non era
stata ricompensata da quella
strana gente, ma l’indomani
mattina, aprendo la porta, trovò
sul limitare una gran borsa piena
di monete d’oro.
«Per ciò», conchiuse la
donna che mi schizzò le leggende
del castello di Galtellì, «per ciò
ora i discendenti di quella donna
sono fra i più ricchi del paese!»
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