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Gli studi della Pixar a Emeryville - Foto da Wikimedia Commons

 
     
 
RAGAZZI AL CINEMA 
La Pixar e
l'animazione
in CGI
 
Ha detto Steve Jobs a John Lasseter: “I computer che creo io durano per 2 o 3 anni al massimo, quello che fate voi alla Pixar dura per sempre”.

La Pixar ha i suoi prodromi in una divisione della LucasFilm di George Lucas. Nasce quando viene acquistata, nel 1986, da Steve Jobs, già fondatore della Apple Computer, per una somma di dieci milioni di dollari. Rinominata Pixar Animation Studios, diviene totalmente indipendente. Inizialmente la società si occupava di grafica computerizzata riguardante, soprattutto, lo sviluppo di software ed hardware integrati. Il suo gruppo tecnico aveva creato una workstation grafica per la gestione e la elaborazione di immagini molto grandi e “pesanti”. Il lavoro sull’hardware, in pratica, non ebbe molta fortuna e venne ben presto abbandonato. Gli sforzi riservati, invece, allo sviluppo di software per la computer grafica e i cortometraggi raggiunsero lo scopo sognato.

La Pixar fondata da Steve Jobs con Edwin Catmull, (oggi membro del team esecutivo), ha avuto come principale personaggio John Lasseter, regista ed animatore, che con i suoi lungometraggi ha vinto 2 volte l’Oscar e posizionato la società ai più alti livelli nel mondo dei film d’animazione. Oggi la Pixar, rivenduta nel 2006, fa parte della The Walt Disney Company. Attualmente, Lasseter è vicepresidente esecutivo del dipartimento creativo, e  supervisiona tutti i lavori dello Studio. Fanno anche parte del team esecutivo: Sarah McArthur (vicepresidente esecutivo della produzione), Simon Bax (vicepresidente esecutivo e tesoriere) e Lois Scali (vicepresidente esecutivo e consigliere generale).

Gli inizi della Pixar
Nella prima parte degli anni Ottanta, quando la Pixar era la divisione computer della LucasFilm, la computer grafica era alquanto limitata. I film di animazione erano realizzati manualmente, perciò, sia i tempi che i costi erano molto elevati. Bisognava trovare soluzioni per il superamento delle necessità contingenti. Venne allora assunto un esperto d’animazione: John Lasseter, ex animatore della Disney, con una grande esperienza nel campo dell'animazione, ma nessuna in informatica. All'epoca con il computer si potevano creare solo forme geometriche tridimensionali, come cubi, cilindri o sfere. Dare vita a personaggi espressivi e flessibili era, quindi, quasi impossibile.

Lasseter era stato chiamato non certo per realizzare film d’animazione computerizzata, tuttavia si mise al lavoro con i tecnici e nacque la forma a goccia. In pratica, partendo da due figure geometriche, come due semisfere, una più grande e una più piccola, il computer riempiva gli spazi tra di loro. Lasseter realizzò così un piccolo robot. Produsse un'ulteriore innovazione: il sistema a particelle, che permetteva di animare numerosissimi  piccoli oggetti simultaneamente. Con questi “ingredienti”, Lasseter realizzò un cortometraggio che fu presentato al SIGGRAPH del 1984. Era il primo cortometraggio in CGI. Si intitolava The Adventures of André and Wally B. Il successo fu notevole, e oltretutto fece conoscere la computer division della LucasFilm. Steve Jobs, che di computer se ne intendeva, intuendo le potenzialità di questo gruppo di tecnici, acquistò la sezione, rinominandola Pixar, dandole, perciò, una sua propria dignità. Ma la strada da percorrere era ancora lunga.

All’interno della nuova azienda l’obiettivo era chiaro: realizzare e vendere hardware e software ad essi collegati. In fondo, la Apple faceva proprio questo. La riproduzione di cortometraggi era prevista solo con funzione pubblicitaria, utilizzata per dimostrazioni più accattivanti delle potenzialità dell’hardware.

Sempre nel 1986 Lasseter, un giorno qualsiasi, provò a realizzare una specie di personaggio ispirandosi alla lampada posta sul suo tavolo. Denominò la figura Luxo. Poi fece una variante del disegno, per rappresentare il figlio, che chiamò Luxo Junior. A quel punto con i due personaggi, il padre ed il figlio, imbastì una piccola storia. Una semplice scena di vita quotidiana. Impacchettò così un corto d’animazione che intitolò Luxo Junior e lo presentò al SIGGRAPH di quell’anno. La realizzazione, sotto il profilo tecnico, era notevole, perché possedeva un sistema di ombreggiature molto avanzato, dove le due lampade, già fonte di luce, in pratica si auto-illuminavano. Per ottenere il particolare effetto era stato utilizzato un complesso algoritmo. Il successo fu grande, soprattutto per il racconto e l’umanità dei caratteri dei due personaggi. Dato il riscontro ottenuto, l'anno successivo fu presentato un nuovo corto, Il sogno di Red
. Narra una storia emotivamente intensa e coinvolgente dal finale triste. Ma a suscitare particolare interesse nei confronti del film sono soprattutto una scena di pioggia e la prima immagine antropomorfa mai realizzata in computer grafica.

L’anno successivo, il 1988, la Pixar fece il passo più importante. Fu presentato, infatti, il cortometraggio Tim Toy, che arrivò a vincere il primo premio Oscar attribuito ad un film realizzato in CGI. La storia narra di un bambino perfettamente rappresentato che terrorizza i suoi giocattoli (ognuno dotato di personalità propria) i quali scappano a nascondersi ogni volta che scorgono il  bambino. Lo spunto verrà ripreso in seguito nel lungometraggio Toy Story - Il mondo dei giocattoli. Questi successi a ripetizione portano ad una riflessione aziendale. Steve Jobs ristruttura la Pixar, eliminando la sezione hardware e concentrandola sulla produzione di film d’animazione. Nascono i Pixar Animation Studios. Nel 1989, viene presentato l’ultimo corto di Lasseter: Knick Knack. La trama, basata solo su figure geometriche, introduce nuove soluzioni tecniche, come il fluttuare della neve in una palla.
 
 
 
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