“In una folta foresta europea,
tanto tempo fa, abitavano in un
piccolo villaggio dei minuscoli
folletti blu…” Sembra l’inizio di
un’antica fiaba, ma non lo è.
Eppure, gli ingredienti ci sono
tutti: i piccoli folletti, un mago
cattivo, una foresta ombrosa ed il
villaggio degli uomini del
Medioevo. Scritta anticamente? In
realtà è uno dei fumetti di
maggior successo della seconda
metà del XX secolo. Inventati dal
fumettista Pierre Culliford detto
Peyo, i piccoli omini blu
apparvero come personaggi del
tutto secondari nel racconto John
& Solfami. Solo in un secondo
tempo attrassero l’attenzione dei
bambini, guadagnando il centro del
palcoscenico dell’immaginazione.
Furono ben presto amati per la
loro curiosa grazia e garbatezza.
Oggi tutti sanno chi siano i
Puffi. Il loro nome ("Schtroumpfs",
in originale) fu inventato nel
1958, su un’assolata spiaggia,
quando Culliford chiese ad un
amico di passargli la saliera. Ma
non riuscì a dirne il nome,
finendo per chiedere "Passe-moi
le... schtroumpf" ("Passami il...
Puffo"). L’amico, passandogli la
saliera, continuò lo scherzo,
rispondendogli "Ecco il tuo puffo.
Quando avrai finito di puffare,
ripuffalo al suo posto!". E
ridendo continuarono a prendersi
in giro in tal modo.
Da quel fatto, Peyo trasse il
nome curioso dei folletti e il
loro modo di parlare. Oltre questo
i Puffi acquisiranno ognuno il
proprio carattere collegato al
differente mestiere che ciascuno svolge. Centrale è la
figura del Gande Puffo, mago buono
e quasi sempre il salvatore della
comunità, avversata dal mago
cattivo, Gargamella con il suo
affamato gatto.
La
pubblicazione delle storie,
portata avanti da Peyo e da Yvan
Delporte, giornalista belga, si è
coronata con il primo film
d’animazione sui Puffi, intitolato
Il flauto a sei Puffi. Ne
sono seguiti altri,
prodotti da Hanna-Barbera
Productions.
Su Le
Journal de Spirou, che aveva
pubblicato le strisce del racconto
a fumetti Johan & Pirlouit
(in Italia John & Solfami),
dove erano apparsi i nostri eroi,
pubblicò, il 25 luglio 1959
(numero 1107), la prima storia
autonoma dedicata ai Puffi, che si
intitolava Les Schtroumpfs noirs
(I Puffi neri). Con il secondo
racconto, Le Schtroumpfs volant
(Il Puffo volante), viene
modificata la rappresentazione
grafica degli gnomi, che
acquistano lineamenti più
tondeggianti. E in tal senso, in seguito,
sarà modificata anche la
prima storia. E’ del 1962 la cessione,
da parte dell'editore Dupuis, dei diritti di
pubblicazione per l’Italia alla
casa Dardo. La storia "I Puffi
neri" apparve a puntate sul
Corriere dei piccoli, dove
acquisirono il nome di “Puffi”,
con cui noi li conosciamo.
Alla fine degli anni Settanta
arrivarono negli Stati Uniti i
gadget dei Puffi, che ottennero un
gran successo, tanto che Fred Silverman, produttore dell'NBC,
pensò di ospitare il sabato
mattina sulla sua emittente una
serie televisiva degli omini blu.
Prodotta da Hanna-Barbera
Productions, nel 1981, la
trasmissione ottenne una enorme
approvazione da parte del pubblico,
divenendo uno dei più grandi
successi della NBC. Il programma
vinse numerosi premi Emmy. La
serie sui Puffi fu trasmessa dalla
NBC fino al 1990, quando venne
interrotta per un naturale
abbassamento degli ascolti.
Nel
1983, era stata realizzata la
prima versione inglese della
storia "The
Smurfs and the Magic Flute"
(I Puffi e il flauto
magico).
Nel 1992, venne a mancare Peyo,
morto nella sua abitazione a
Bruxelles. Yvan Delporte, che
aveva già realizzato molte delle
storie dei Puffi, lo sostituì
pienamente, fino alla sua morte,
avvenuta nel 2007. Nel 2011, stato
prodotto il cortometraggio
natalizio, intitolato I Puffi - A
Christmas Carol. Per esso sono
state applicate delle tecniche
d'animazione computerizzata miste
alla tradizionale tecnica in 2D.
Con azione dal vivo e animazione
digitale è invece uscito, sempre
nel 2011, il film “I Puffi”.
Il
successo in Italia
Dopo l’acquisizione dei diritti di
pubblicazione della casa Dardo,
nel 1963, i Puffi sbarcano in
Italia. Vengono pubblicati dalla
rivista Tipitì. Gli omini
blu si chiamavano allora "Strunfi".
L’anno successivo il
Corriere dei Piccoli inizia la
pubblicazione delle strisce di
Peyo. Sul giornale il nome
originario viene modificato in
“Puffi” (Puffo, al singolare),
derivandolo da “buffi” , cioè
divertenti. Furono le reti locali
ad ospitare le prime serie
televisive americane, nel Lazio
l'emittente era Teleroma 56.
Acquistate dalla Fininvest,
vennero trasmesse sia su Canale 5
che su Italia 1. Quest’ultima ha
mandato in onda i Puffi dalla
seconda metà del 1982 al 1990. Per
tutti gli anni ’90 si sono
succedute numerose repliche sui
canali della Fininvest. Dagli anni
2000, si possono vedere sul
digitale terrestre, canale Boing,
e su Sky.
La prima sigla
musicale fu Il Paese dei Puffi
e, successivamente, fu composta
"Arrivano i Puffi" (del 1982),
interpretate per lo più da
Cristina D'Avena. La serie
televisiva inizialmente mantenne i
nomi originali dei Puffi, che
vennero poi italianizzati nei
successivi doppiaggi. |
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