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Rappresentazione del villaggio dei Puffi  - Foto da Wikimedia Commons

 
     
 
RAGAZZI AL CINEMA 
Il mondo fiabesco
dei Puffi
 
“In una folta foresta europea, tanto tempo fa, abitavano in un piccolo villaggio dei minuscoli folletti blu…” Sembra l’inizio di un’antica fiaba, ma non lo è. Eppure, gli ingredienti ci sono tutti: i piccoli folletti, un mago cattivo, una foresta ombrosa ed il villaggio degli uomini del Medioevo. Scritta anticamente? In realtà è uno dei fumetti di maggior successo della seconda metà del XX secolo. Inventati dal fumettista Pierre Culliford detto Peyo, i piccoli omini blu apparvero come personaggi del tutto secondari nel racconto John & Solfami. Solo in un secondo tempo attrassero l’attenzione dei bambini, guadagnando il centro del palcoscenico dell’immaginazione. Furono ben presto amati per la loro curiosa grazia e garbatezza. Oggi tutti sanno chi siano i Puffi.

Il loro nome ("Schtroumpfs", in originale) fu inventato nel 1958, su un’assolata spiaggia, quando Culliford chiese ad un amico di passargli la saliera. Ma non riuscì a dirne il nome, finendo per chiedere "Passe-moi le... schtroumpf" ("Passami il... Puffo"). L’amico, passandogli la saliera, continuò lo scherzo, rispondendogli "Ecco il tuo puffo. Quando avrai finito di puffare, ripuffalo al suo posto!". E ridendo continuarono a prendersi in giro in tal modo. Da quel fatto, Peyo trasse il nome curioso dei folletti e il loro modo di parlare. Oltre questo i Puffi acquisiranno ognuno il proprio carattere collegato al differente mestiere che ciascuno svolge. Centrale è la figura del Gande Puffo, mago buono e quasi sempre il salvatore della comunità, avversata dal mago cattivo, Gargamella con il suo affamato gatto.

La pubblicazione delle storie, portata avanti da Peyo e da Yvan Delporte, giornalista belga, si è coronata con il primo film d’animazione sui Puffi, intitolato Il flauto a sei Puffi. Ne sono seguiti altri, prodotti da Hanna-Barbera Productions.

Su Le Journal de Spirou, che aveva pubblicato le strisce del racconto a fumetti Johan & Pirlouit (in Italia John & Solfami), dove erano apparsi i nostri eroi, pubblicò, il 25 luglio 1959 (numero 1107), la prima storia autonoma dedicata ai Puffi, che si intitolava Les Schtroumpfs noirs (I Puffi neri). Con il secondo racconto, Le Schtroumpfs volant (Il Puffo volante), viene modificata la rappresentazione grafica degli gnomi, che acquistano lineamenti più tondeggianti. E in tal senso, in seguito, sarà modificata anche la prima storia. E’ del 1962 la cessione, da parte dell'editore Dupuis, dei diritti di pubblicazione per l’Italia alla casa Dardo. La storia "I Puffi neri" apparve a puntate sul Corriere dei piccoli, dove acquisirono il nome di “Puffi”, con cui noi li conosciamo.

Alla fine degli anni Settanta arrivarono negli Stati Uniti i gadget dei Puffi, che ottennero un gran successo, tanto che Fred Silverman, produttore dell'NBC, pensò di ospitare il sabato mattina sulla sua emittente una serie televisiva degli omini blu. Prodotta da Hanna-Barbera Productions, nel 1981, la trasmissione ottenne una enorme approvazione da parte del pubblico, divenendo uno dei più grandi successi della NBC. Il programma vinse numerosi premi Emmy. La serie sui Puffi fu trasmessa dalla NBC fino al 1990, quando venne interrotta per un naturale abbassamento degli ascolti.

Nel 1983, era stata realizzata la prima versione inglese della storia "The Smurfs and the Magic Flute" (I Puffi e il flauto magico). Nel 1992, venne a mancare Peyo, morto nella sua abitazione a Bruxelles. Yvan Delporte, che aveva già realizzato molte delle storie dei Puffi, lo sostituì pienamente, fino alla sua morte, avvenuta nel 2007. Nel 2011,  stato prodotto il cortometraggio natalizio, intitolato I Puffi - A Christmas Carol. Per esso sono state applicate delle tecniche d'animazione computerizzata miste alla tradizionale tecnica in 2D. Con azione dal vivo e animazione digitale è invece uscito, sempre nel 2011, il film “I Puffi”.

Il
successo in Italia
Dopo l’acquisizione dei diritti di pubblicazione della casa Dardo, nel 1963, i Puffi sbarcano in Italia. Vengono pubblicati dalla rivista Tipitì. Gli omini blu si chiamavano allora "Strunfi". L’anno successivo il Corriere dei Piccoli inizia la pubblicazione delle strisce di Peyo. Sul giornale il nome originario viene modificato in “Puffi” (Puffo, al singolare), derivandolo da “buffi” , cioè divertenti. Furono le reti locali ad ospitare le prime serie televisive americane, nel Lazio l'emittente era Teleroma 56. Acquistate dalla Fininvest, vennero trasmesse sia su Canale 5 che su Italia 1. Quest’ultima ha mandato in onda i Puffi dalla seconda metà del 1982 al 1990. Per tutti gli anni ’90 si sono succedute numerose repliche sui canali della Fininvest. Dagli anni 2000, si possono vedere sul digitale terrestre, canale Boing, e su Sky.

La prima sigla musicale fu Il Paese dei Puffi  e, successivamente, fu composta "Arrivano i Puffi" (del 1982), interpretate per lo più  da Cristina D'Avena. La serie televisiva inizialmente mantenne i nomi originali dei Puffi, che vennero poi italianizzati nei successivi doppiaggi.
 
 
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