Primo piano Argomenti Schede Anteprime Editoriali
 
 
 
 
   
 
 

 
 
 
       CATALOGO DEI PRODOTTI
 
 

Sommario

 

LA SICILIA DEL CINQUECENTO

  

   Recensione

  

   Riassunto del libro

  

   Intervista all'autore

  

   Biografia

  

   L'Inquisizione
   spagnola

  

   Messina nel
   Cinquecento

  

   Un invito a pranzo

  

   Un Menù
   cinquecentesco

  

   Un rompicapo
   divertente
 
 
 

 

 

 
 
 
 
   



 

 
 
Festeggiamo la presentazione del libro con un pranzo speciale, dando spazio ad una cucina rinomata, dai sapori intensi , nella quale le influenze mediterranee si integrano con i profumi dell’oriente.

 

 
 
Domina nocturna
A cura di Rosa Manuli
 

Un menù suggerito dal passato ma elaborato per essere gustato nel presente. La geografia dei luoghi è, infatti, in perenne evoluzione: muta il territorio, cambiano le tecniche agricole, le macchine e gli strumenti da lavoro. Il gusto di un tempo è solo memoria. Persiste invece la ricchezza e l’esuberanza dei prodotti che genera la terra di Sicilia. Ne scaturisce, da sempre, una cucina rinomata, dai sapori intensi e dove le influenze mediterranee si integrano con i profumi dell’oriente.

La varietà delle materie prime permette di comporre ed armonizzare fra loro pietanze che se pur contrastanti sono in grado di stimolare il palato. Il menù, ovvero la sequenza delle portate, che viene proposto si articola secondo l’ordine che oggi conosciamo, ovvero dall’antipasto al dolce. Impressioni sensoriali conducono il commensale nel lontano 1500 attraverso un viaggio che ha inizio dal gran buffet degli antipasti: un tripudio di colori dove predominano le calde tonalità dell’arancio, della  zucca e  del melone,  fino ai toni dorati  delle arancine e delle panelle.

I tavoli sono coperti da tovaglie di lino bianco, il cui candore esalta la composizione dei cibi, sollecitando l’appetito. Il tovagliolo è piegato in maniera capricciosa, ma non si tratta di un tocco di modernità, poiché nel secolo XVI la sua funzione ornamentale si stava trasformando in utilitaristica. Boccali, vassoi in ceramica policroma, peltri e metalli richiamano i colori delle pietanze, che hanno tutte una forte identità territoriale.

Nelle arancine, di forma sferica come piccole arance, è racchiusa la storia della Sicilia. Gli Arabi portarono il riso nell’isola, tingendolo di giallo con lo zafferano, per poi insaporirlo all’interno con un formaggio tenero, la tuma, già conosciuto dai greci. Successivamente sarà arricchito da un intingolo francese a base di verdure e carne e  solo alla fine accoglierà una salsa di pomodoro molto concentrata.

Il contrasto fra il dolce ed il salato, che caratterizza la cucina rinascimentale, raggiunge in Sicilia il tono più equilibrato dell’ agro-dolce. Il gusto insipido del melone e della zucca viene così trasformato ed esaltato dallo zucchero e dall’aceto che, a sua volta, spruzzato su una semplice fetta di caciocavallo, riesce a sprigionare un odore talmente inebriante da sembrare un piatto ricco. Una semplice fetta di caciocavallo spruzzata con l’aceto sprigiona un odore talmente inebriante da dare l’impressione di un piatto ricco.

 Nel menù non è presente il pomodoro e tutte quelle rarità vegetali giunte dal Nuovo Mondo. Le novità stentavano ad affermarsi in campo gastronomico, incuriosivano il popolo, sempre affamato e la nobiltà, ma entrambi erano diffidenti, nonostante le  frequenti carestie. I sapori decisi e diversificati dell’antipasto rappresentano il giusto preludio delle portate successive. Il brodo e la rustica minestra preparano il palato ad un crescendo del gusto con i maccheroni e l’agglassato.

 

 

Un festoso banchetto medievale.

Mangiamaccheroni erano chiamati i siciliani. La Sicilia, grazie alla produzione di numerose varietà di grano, è stata la prima regione del Mediterraneo in cui si è prodotta la pasta. Non si trattava soltanto di pasta fresca, ma anche di pasta secca, che, esposta al caldo sole dell’isola, disidratandosi poteva essere conservata per due o tre anni. 

I luoghi che hanno segnato la vita di Pellegrina, Genova, Napoli, Messina sono anche città legate da intensi scambi commerciali. Si incontrano le rotte del cibo, le panelle diventano farinata, mentre l’agglassato richiama la genovese napoletana, a base di carne ed abbondante cipolla. Il crescendo di sapori si attenua nel gusto delicato del gelo di cannella, per incalzare nuovamente nel trionfo finale: una grande tavola in cui le composizioni di frutta secca e candita si incastonano tra le numerose varietà di frutta fresca ed i piccoli torroni con il sesamo, le bucce di arancia e di cedro diffondono bagliori inaspettati.  VAI AL MENU'.

   
 
   
   
 
  HOME  
 

 
 

È vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi media, di testi ed immagini, la cui proprietà intellettuale appartiene ai rispettivi autori.

 

   
 
     
 
Experiences S.r.l. - Servizi per la promozione e lo sviluppo di attività culturali e ambientali - Copyright © 2004-2008. Tutti i diritti riservati - E-mail: info@experiences.it - Schermo 1024 x 768