Il riso ebbe origine in Asia e da lì seguì almeno tre vie principali
per diffondersi in Italia. Nel Nord sarebbero stati i Veneziani che dall'Oriente, col
quale essi erano in contatto, lo importarono e in tutta la Valle Padana tentarono i primi
esperimenti di coltivazione con successo. A Napoli, verso il 1447, il riso sarebbe giunto
con i cuochi Aragonesi. Pur tuttavia, e questa è la terza via di diffusione, già IX
secolo gli Arabi lo avrebbero coltivato in Sicilia. Dunque, cronologicamente parlando, la
coltura del riso fu introdotta prima che altrove in Sicilia durante la dominazione araba.
A. Denti di Pirajno non condivide assolutamente quanto è ormai
assodato da inoppugnabili documenti storici e dalle scienze agrarie, ritenendo, al
contrario, che il clima arido e l'aria asciutta dell'Isola non potevano permettere
l'attecchimento e la diffusione di tale coltura. Egli basa la sua convinzione sul fatto
che il geografo arabo Edrisi, accolto nel 1139 alla corte di Ruggero II il Normanno, re di
Sicilia, nel suo Kitab Rugiar (libro di Ruggero) parla della pasta itriya, che
veniva prodotta a Trabia, mentre nulla ci dice del riso. Di conseguenza, lo studioso
conclude che appare piuttosto strano che Edrisi non faccia menzione di questo alimento per
lui abituale, che, semmai, avrebbe dovuto renderlo felice e soddisfatto una volta
constatato quanto l'abilità del suo popolo avesse saputo conquistare la cucina
dell'Isola.
La testimonianza del geografo arabo è importante, abbiamo già visto,
perché ci permette di attribuire la paternità degli spaghetti alla Sicilia, ma il fatto
che egli non faccia alcun cenno al riso non vuol dire che questo cereale non veniva
coltivato nell'Isola, anzi, al contrario potrebbe voler dire che la sua produzione era,
per Edrisi, un fatto noto e scontato.
Accertato, dunque, che la coltura del riso venne introdotta in Sicilia
dagli Arabi, e che qui si diffuse tra Sambuca e Ribera e nell'agro alcamese, appare strano
come ad un certo punto la sua produzione diminuì ed infine fu tralasciata. Le condizioni
climatiche erano favorevoli: la temperatura calda dell'Isola, la natura del suolo
permettevano la sua coltivazione. Infatti, laddove non c'è un clima caldo che assicuri
una temperatura elevata e costante, il riso viene coltivato sott'acqua; ciò non è
necessario nei Paesi più caldi. |
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