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Sommario

 
 

IL TEATRO DI
CARLO GOLDONI

 

Biografia

  

Il "comico serio"

  

I contenuti

  

La riforma teatrale goldoniana

  

L'azione scenica

  

I personaggi, l'ambiente
e il dialogo

  

Dal parlato contemporaneo al dialetto veneziano

  

Il librettista "frettoloso"

  

Nel volgere
del Settecento

 
Piano della Collana
 
 
 
 

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Si direbbe che Goldoni costruisca con il colore, come i pittori veneti suoi contemporanei, noncurante della linea precisa cara ai toscani,
 
 
Il teatro di Carlo Goldoni
di Daniele Bertolami

 

 

 

Si direbbe che Goldoni costruisca con il colore, come i pittori veneti suoi contemporanei, noncurante della linea precisa cara ai toscani, solo perchè i suoi “bozzetti teatrali” sono nati per la vita reale. Goldoni è a tutti gli effetti un artigiano del teatro. Più che un pittore è assimilabile ad un tessitore veneziano dell'epoca, sempre legato a compromessi con il telaio, così difficile e materiale da condurre nella composizione del tessuto e sempre legato all'ordinazione e al gusto dell'acquirente. Goldoni "produce" per gli impresari, con contratti pluriennali che gli creano la necessità di scrivere in continuazione, servendo il bisogno delle loro compagnie, di stagioni fisse avide di novità, risultando legato anche al mutevole gusto del pubblico di teatri in concorrenza con altri (l'applicazione indefessa lo porta a comporre, ad esempio, ben centoventi commedie).

E non basta. Il difficile rapporto con i comici, che erano i veri creatori nella commedia dell'arte, abituati cioè ad improvvisare, porta Goldoni a scrivere testi in funzione degli attori stessi che devono recitarlo, tanto che, nella pratica teatrale, spesso il disegno stesso del carattere del personaggio viene modellato su quello dell'attore. Nelle opere musicali entra in gioco anche l'ingrata necessità del verso teatrale, fiancheggiata dal lavoro per i musicisti, che sono alla base della musicalità del canto stesso. L'insieme di tutte queste combinazioni e complessità porta Goldoni a lavorare in funzione dell'effimera sorte della rappresentazione teatrale. Nonostante la sua “rivoluzione” della commedia dell'arte, Goldoni, infatti, non si impegna in definizioni letterarie, che sono proprie della messa a stampa delle opere e che verranno solo in un secondo momento. Tipico è il caso del Servitore di due padroni, messo su carta 5 o 6 anni dopo la nascita. Al momento della stampa, Goldoni entra in contatto con un altro tipo di professionisti, che ne controllano la correttezza e cioè revisori e tipografi. Il Goldoni dietro le quinte, insomma, non è un letterato, ma un vero artigiano, diviso tra genialità e mestiere.