Si direbbe che Goldoni costruisca con il colore, come i pittori veneti suoi
contemporanei, noncurante della linea precisa cara ai toscani, solo perchè i
suoi “bozzetti teatrali” sono nati per la vita reale. Goldoni è a tutti gli
effetti un artigiano del teatro. Più che un pittore è assimilabile ad un
tessitore veneziano dell'epoca, sempre legato a compromessi con il telaio,
così difficile e materiale da condurre nella composizione del tessuto e
sempre legato all'ordinazione e al gusto dell'acquirente. Goldoni "produce"
per gli impresari, con contratti pluriennali che gli creano la necessità di
scrivere in continuazione, servendo il bisogno delle loro compagnie, di
stagioni fisse avide di novità, risultando legato anche al mutevole gusto
del pubblico di teatri in concorrenza con altri (l'applicazione indefessa lo
porta a comporre, ad esempio, ben centoventi commedie).
E non basta. Il difficile rapporto con i comici, che erano i veri creatori
nella commedia dell'arte, abituati cioè ad improvvisare, porta Goldoni a
scrivere testi in funzione degli attori stessi che devono recitarlo, tanto
che, nella pratica teatrale, spesso il disegno stesso del carattere del
personaggio viene modellato su quello dell'attore. Nelle opere musicali
entra in gioco anche l'ingrata necessità del verso teatrale, fiancheggiata
dal lavoro per i musicisti, che sono alla base della musicalità del canto
stesso. L'insieme di tutte queste combinazioni e complessità porta Goldoni a
lavorare in funzione dell'effimera sorte della rappresentazione teatrale.
Nonostante la sua “rivoluzione” della commedia dell'arte, Goldoni, infatti,
non si impegna in definizioni letterarie, che sono proprie della messa a
stampa delle opere e che verranno solo in un secondo momento. Tipico è il
caso del Servitore di due padroni, messo su carta 5 o 6 anni dopo la
nascita. Al momento della stampa, Goldoni entra in contatto con un altro
tipo di professionisti, che ne controllano la correttezza e cioè revisori e
tipografi. Il Goldoni dietro le quinte, insomma, non è un letterato, ma un
vero artigiano, diviso tra genialità e mestiere.
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