Bisogna
domandarsi se Goldoni, tirato qui e lą da impresari, attori, e pubblico, al
di lą di quello che abbiamo definito "effimera sorte della rappresentazione
teatrale", nelle sue motivazioni definisca dei contenuti reali nelle sue
commedie. I "professionisti della risata" di quel tempo cadono spesso
nell'astrattezza fine a se stessa della commedia dell'arte, o come nel caso
di Marivaux, propositori di una grazia assolutamente non problematica e cioč
di puro svago, che sembra essere il fine delle stesse commedie di Goldoni.
Bisogna far ridere, ma di che, di chi? Il pubblico che affolla il suo
teatro, in un gioco sottile di specchi, č la societą che quel pubblico
incarna, la societą in cui Goldoni vive, di cui č parte egli stesso, nella
cittą di Venezia, la pił aperta e progressista d'Europa. Nelle sue battute
comiche Goldoni osserva criticamente quella societą, la rappresenta a se
stessa, ne estrae punti di riflessione sia positivi che negativi.
La commedia di costume assume un suo contenuto etico. Molti sono gli
assiomi: dalla paritą del sangue fra grandi e piccoli, ai diritti femminili
che provengono dal naturalismo, dal pacifismo all'ironia negativa sulle
corti e sull'aristocrazia in generale. In questa societą variegata in
diverse classi, dai nobili al popolino, si avanza la nuova classe media
borghese, di cui egli stesso fa parte, e che č (e sarą) alla base della
rivoluzione industriale ed economica. Questa viene rappresentata
dialetticamente come produttrice di bene o male , e che con il suo bene
vince, in un finale positivo e ottimista come nelle teorie filosofiche del
razionalismo del suo tempo.
L'amore
per le figure popolari (che Goldoni non nasconde) sta nell' amore per la
primitivitą e ingenuitą dei sentimenti popolari. Egli stesso č un cuore
semplice e la sua morale non č complicata, ma diretta attraverso le sue
commedie, con tutta la forza che hanno i sentimenti rappresentati dalle
tavole del teatro. E', a suo modo, un educatore non dichiarato, dalla "voce"
simpaticamente comica.
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