Gli innumerevoli
personaggi creati da Goldoni, per il semplice fatto d'essere stati associati
ad un carattere, che inevitabilmente per il garbo e l'umorismo con cui sono
stati tratteggiati, risultano simpatici e accattivanti, sono rimasti nella
memoria proverbiale della realtà comune.
Ne citiamo solo alcuni, che tuttavia richiamano il ricchissimo mondo
immaginato dalla fantasia e dall'osservazione dell'autore:
"dai
minori come Momolo cortesan, Tonin bella grazia, il Lelio del Bugiardo; il
Don Marzio della Bottega del caffè, le siore Bette e siore Anzole delle
Donne de casa soa, le dame Rosaure e Eleonore, i marchesi « Arsura» e i
conti Roccamonte -ai maggiori - come Bettina, la po-polana semplice onesta
sensibile della Putta onorata e della Buona moglie, la vivacissima e
generosissima Corallina Serva amorosa, quella ineffabile briccona di
Mirandolina Locandiera, Sior Todaro brontolon. E ciascuno ne evoca altri:
l'impetuoso Geronte del BouTTU bienfaisant fa coppia col flemmatico Dorval;
in Un Curioso accidente fanno coppia M. Filibert, che crede alle sue
immaginazioni, e Giannina che se ne serve per imbrogliarlo; negli Innamorati
fanno trio il fantastico zio Fabrizio e i bizzosi " amanti ", I Rusteghi
sono addirittura quartro, e siora Felice che li sbaraglia è indivisibile da
loro. Ma ogni titolo, ogni nome, si tira dietro un complesso: si pensi alle
Femmine puntigliose, nella Trilogia della villeggiatura. Finché s'arriva
agli "insieme" dei Pettegolezzi delle donne, delle Massère, ai grandi corali
del Campiello, delle Baruffe chiozzotte, del Ventaglio."
Il teatro classico svolgeva la sua azione nell'indefinito ambiente della
cosidetta piazza plautina. Nel teatro di Carlo Goldoni sono i personaggi
stessi che chiedono, essendo scaturiti dalla realtà, un'ambientazione reale
e materiale. Ecco allora arrivare in teatro: case vere, salotti nobiliari, "mezzà ", altane, caffè, il campiello o le piazze di paese.
Una necessità insieme intima e poetica portano Goldoni a cercare nella
simbiosi tra personaggi e ambienti l'anima di un popolo e d'una società. Se
risultano vivi i personaggi goldoniani, altrettanto lo sono gli ambienti in
cui si svolge l'azione. E' l'immagine della Venezia vissuta che si sposta
sul palcoscenico delle sue commedie.
Dal dialogo dei comici dell'Arte, abbondantemente conosciuto, Goldoni
costruisce per i suoi personaggi-ambiente, altrettanti dialoghi presi dalla
realtà. Ma per comporre la sua "musica" egli ha bisogno non solo del parlato
ma anche dei silenzi, le pause, le improvvise solitùdini nell'azione. Nei
suoi silenzi c'è il bisogno del dialogo, concependo la vita come continuo
rapporto fra uomini e come negazione della solitudine.
Il dialogo è insieme azione e vita. I personaggi a volte rimangono da soli
in soliloquio sul palcoscenico. Questi non servono ad informarci di fatti
che sfuggono alla scena, ma sono brontolata o mormorata espressione di
emozioni e sentimenti scaturiti dallo svolgimento della composizione. Altre
volte i personaggi non mancano di battute dal fiato lungo, oppure espresse
le sue convinzioni borghesi, o il pompeggiarsi dei suoi sentimenti ( Il
Cavaliere di spirito).
L'origine di questo dialogo è la quotidianità, con tutto lo scatto, però,la
rapidità, l'articolazione dovuta dalla necessità compositiva. Il tutto con
accorta spontaneità del dialogo.
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